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Autore: TheOnlyWay    23/01/2013    29 recensioni
Il matrimonio. Terribile, vero? Già, ma non ditelo a Leighton, costretta a fare da damigella d’onore a sua sorella Giselle. Potreste parlarne con Niall, invece, che è assolutamente entusiasta di essere il testimone dello sposo. Aggiungeteci un Harry Styles posato e affascinante, un Louis dedito più che mai alle sue bretelle e una migliore amica non troppo intelligente ma sincera. Il risultato? Tra discorsi, lancio del bouquet e balli è ancora tutto da vedere.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

“Matrimonio? No, grazie.”
 





«Orribile. Decisamente inguardabile.»
Ma chi me l’ha fatto fare? Lo sapevo io, che dire di sì sarebbe stato un grosso, gigantesco e madornale sbaglio.
Andiamo, lo sanno tutti che non sono fatta per il matrimonio. Io, Leighton O’Connell, non sono adatta a fare la moglie, nossignore. Figuriamoci, a momenti sono in grado di cucinare un uovo, figurarsi se potrei mai mandare avanti un’intera casa per conto mio.
E poi, quando ci si sposa si ingrassa di brutto, ed io non ho proprio bisogno di mettere su altri chili. Sono già in sovrappeso e con questo cazzo di vestito sembro una bomboniera, perciò non oso immaginare che spettacolo orribile sarà, per Harry, vedermi invecchiare.
Oddio, diventerò, grassa, puzzolente e scorbutica. Più di adesso, intendo.
Forse sono ancora in tempo per andare via. C’è quell’uscita sul retro che fa proprio  a caso mio. Me la ricordo, perché quando si è sposata Giselle avevo provveduto a farla sbarrare in modo che Greg non potesse darsi alla fuga. Ovviamente è una cosa che non sa nessuno, perché con quel “avevo provveduto”, intendo dire che l’ho sbarrata io stessa.
Comunque, dovrei essere ancora in tempo.
Mi guardo intorno, circospetta, nella speranza che nessuno abbia capito cosa mi sta passando per la testa. Giselle, che esibisce un pancione stratosferico, è tutta intenta a parlare con Bridget, che è splendida, in un vestito azzurro lungo fino al ginocchio. Si, avete capito: fino al ginocchio. Da quando sta con Louis, e cioè, quattro anni, ha abbandonato i suoi abiti da abbordaggio e si è data ad uno stile un po’ più castigato, che nel suo caso significa scollato, ma non troppo.
Erika sta parlando con mamma, nell’angolo opposto della sala, ed è decisamente raggiante, visto che Niall le ha proposto di trasferirsi da lui. Ebbene si, alla fine, anche loro due si sono dati una mossa e hanno deciso di fare il grande passo. Non grande quanto il mio, certo, ma abbastanza importante. Sono belli, insieme, questo lo devo ammettere.
Ora, volete sapere una cosa divertente? Ho invitato anche Giorgia e il suo fidanzato. Li ho visti prima, mentre percorrevano il piccolo viale che conduce alla chiesa. Ovviamente, mi sono sganasciata da ridere, perché il suo caro Giulio è decisamente brutto. Ha una panza esagerata e credo anche che sia un po’ strabico. Niente da togliere agli strabici, ma Giulio ha anche un naso importante (enorme, la più gigantesca appendice nasale che io abbia mai visto) e la bocca larga. Erika mi ha spiegato che stanno insieme da poco e che lui è il figlio di un famoso imprenditore italiano. Ovviamente la cosa non mi stupisce, perché Giorgia è decisamente il tipo che sta con qualcuno solo per i suoi soldi. Che, credevate che quando le davo della zoccola esagerassi? Assolutamente no. Io parlo sempre per cognizione di causa.
Comunque, siccome sono tutte troppo occupate a parlare dei fatti loro, continuo a riflettere sulla seria possibilità di darmi alla fuga.
Ora come ora, continua a sembrarmi un ottima idea. E se per caso state pensando che sono preda di un attacco di panico, vi sbagliate di grosso.
Muovo qualche passo all’indietro, rischiando di inciampare nello strascico. Non solo sono in precario equilibrio sui tacchi - non sono troppo alti, ma mettono a dura prova la mia stabilità – ma questo bastardo di un vestito mi impedisce qualsiasi movimento.
Immediatamente, nemmeno avessi attivato un campanello d’allarme, Bridget è al mio fianco.
«Hai una faccia strana, Leighton.» afferma, squadrandomi con attenzione.
Mi sforzo di sorridere, ma probabilmente mi esce una smorfia strana, perché lei non sembra per niente convinta. Un sospiro, un altro passo indietro.
«Ho bisogno di prendere un po’ d’aria.» farfuglio.
E va bene, lo ammetto! Sono terrorizzata! Probabilmente potrei svenire da un momento all’altro. Sto anche sudando freddo e di certo non è un bene.
«Sorellina…» Giselle si fa avanti e mi accarezza la spalla con dolcezza.
Oh, com’è carina. E pensare che quando si è sposata lei, io sono andata a minacciare di morte il suo sposo.
«Sto bene.» mormoro.
«Si, lo vedo.» ed eccolo qua, il fantastico sarcasmo made in O’Connell. Mi sembrava strano, che ancora non fosse venuto fuori. Forse la gravidanza ha un brutto effetto, su Giselle.
«Fanculo.»
Giselle ride, divertita, poi scuote la testa e annuisce, con l’aria di chi sa perfettamente cosa fare. Spalanca la finestra e una folata di aria fresca entra nella stanza; respiro a pieni polmoni, cercando di rilassarmi.
«Forza, tutte fuori. Leighton ha bisogno di qualche minuto da sola.» sostiene. Prende mamma sottobraccio, fa un cenno del capo a Bridget ed Erika, che mi sorridono in segno di incoraggiamento ed in pochi secondi mi ritrovo sola, circondata dal silenzio.
Mi affaccio alla finestra, nell’inutile tentativo di ritrovare un po’ di serenità. Santo cielo, sono così agitata che potrei vomitare.
Cosa sto facendo? Non sono pronta per sposarmi, non lo sarò mai.
«Mantieni la calma, Leighton. Mantieni la calma. Mantieni. La. Calma.» mi ripeto.
Perché improvvisamente mi sembra che vada tutto male? Il cielo non è così azzurro come volevo, forse fa troppo freddo, e forse il diciassette maggio non è una data adeguata.
Dai, chi è che si sposa il giorno diciassette? È una data che attira sfiga, lo sanno tutti. Perciò, ovviamente, è il giorno perfetto per me.
Le Parche, la Dea Bendata, Giorgia e tutti gli ascendenti dei maledetti segni zodiacali, staranno brindando con fiumi di champagne alla mia sfiga.
Mi sto sposando, mi sto sposando, mi sto sposando. Mi sto sposando! Oh, cazzo, mi sto per sposare e sono completamente nel panico. Cosa faccio, adesso?
Qualcuno bussa alla porta, facendomi sussultare.
«A-avanti.» balbetto, in difficoltà.
Niall, bellissimo in smoking blu notte, mi rivolge un sorriso caloroso e chiude la porta alle sue spalle, con delicatezza.
Mi raggiunge, poi mi abbraccia con delicatezza, per evitare di rovinare l’acconciatura elaborata che mi hanno fatto. Io volevo tenere i capelli sciolti, ma Sonia – la stessa parrucchiera che ha torturato Giselle per il suo matrimonio – ha stabilito, senza peraltro chiedere un mio parere, che uno chignon elaborato sarebbe stato perfetto, perciò, beh, nemmeno i capelli stanno come voglio io.
Come potrebbe andare bene, perciò, se anche l’acconciatura non mi piace?
«Sei splendida.» si complimenta Niall. «E in panico.» aggiunge poi, accompagnandomi fino alla poltrona. Mi siedo, cercando di non stropicciare il vestito e nascondo il viso tra le mani.
«Cosa sto facendo?» chiedo, sull’orlo del pianto.
Niall sorride, mi solleva il mento con dolcezza e mi costringe a guardarlo negli occhi.
«Harry ti ama, Leighton. Non c’è il rischio che ti abbandoni, non succederà mai, perché sei tutto ciò che vede, tutto il suo mondo. È ora che tu la smetta di pensare al peggio, perché non ce n’è motivo. Va tutto bene: è una giornata splendida, tutte le persone a cui vuoi bene sono qui, ed hai un testimone stupendo che ha già minacciato di morte il tuo futuro sposo. Perciò, piantala di fare la paranoica e sorridi, perché sei bellissima.» conclude, prima di baciarmi la fronte e alzarsi in piedi.
Annuisco e tiro su col naso – si, certe cose non cambiano mai, ed io non sarò mai delicata – e picchietto l’angolo dell’occhio sinistro, da cui scende un’accidenti di lacrima traditrice.
Se mi si rovina il trucco, potrei incazzarmi sul serio.
«Hai ragione. Ora và molto meglio, grazie.» gli sorrido e prendo un respiro profondo.
Niall sorride di nuovo e si incammina verso l’uscita.
«Aspetta!» lo blocco, un attimo prima che apra la porta e che mi lasci da sola di nuovo.
«Puoi dire ad Harry che lo amo?» chiedo, con voce tremante.
«Diglielo tu stessa, è qui dietro.» ridacchia Niall. In un attimo, esce dalla stanza e richiude la porta.
«Ma che cavolo…?» sbotto, provando ad uscire in corridoio. Dall’altra parte, però, qualcuno oppone resistenza, e la porta rimane stoicamente chiusa.
«Porta sfortuna vedere la sposa.» la voce di Harry mi arriva dall’altro lato ed ha l’incredibile effetto di calmarmi, come sempre.
In questi anni, ho quasi perso il conto di tutte le volte in cui ha calmato i miei attacchi psicotici. Bastava semplicemente un suo abbraccio, un bacio, o una carezza e tutti i problemi sembravano lontani, quasi un brutto ricordo.
È questo, Harry, per me. È il mio porto sicuro, tutto ciò che mi tiene ancorata a questo schifo di realtà in cui la sfiga mi perseguita e in cui condivido il DNA con esemplari strani.
«Harry…» mormoro, appoggiando la fronte sulla superficie fredda della porta.
«Si?» la sua voce mi sembra quasi divertita, come se sapesse alla perfezione ciò che sto per dirgli. E probabilmente è così: ha sempre saputo cosa mi passava per la testa, senza che io parlassi.
«Ecco… forse non è una buona idea, sposarci, intendo.» comunico, con la voce rotta.
Dall’altra parte ricevo solo un sonoro sbuffo.
«Ci risiamo. Di nuovo.» borbotta Harry, spazientito. Non è un discorso nuovo, per lui, ed ha ascoltato le mie paranoie un numero pressoché infinito di volte.
«No, senti. Questa volta è una cosa intelligente.» replico, indispettita.
«Ti ascolto.» un lieve tonfo, e me lo immagino mentre si siede per terra, con le gambe incrociate e la testa appoggiata alla porta. Di sicuro ha gli occhi chiusi. Perché quando parla con me gli succede spesso: probabilmente ha bisogno di raccogliere tutta la sua pazienza possibile.
«Ora immagina: ci sposiamo e tra diciamo dieci, quindici anni, tu non mi sopporterai più, perché ovviamente sarò ancora più stupida di adesso, e avrò raggiunto dei livelli di acidità inimmaginabili. Allora ti stancherai di me, anche perché sarò diventata brutta, bavosa e puzzolente. E mi lascerai o, molto più probabilmente mi ucciderai, in maniera brutale, tanto per farmi scontare tutto il nervoso che ti ho fatto passare e poi…»
«Sai cosa immagino io, invece?» mi interrompe Harry. «Io ti immagino con il pancione, bellissima e raggiante, con il tuo sorriso fantastico e con i capelli raccolti. Ti immagino con le occhiaie, stanca, ma felice, perché stai per diventare mamma. E sarai una mamma fantastica. Ci immagino tra cinquant’anni, vecchi, seduti in veranda, insieme ai nostri nipotini. Ed anche lì, sono sicuro che sarai una nonna meravigliosa. Sai qual è il punto, amore? Io non mi stancherò mai di te, perché sei e sarai sempre la cosa migliore che mi sia mai capitata. Perciò facciamo così: io adesso vado a sposarmi. Se mai decidessi di raggiungermi, io sarò quello davanti all’altare.» dopodiché sospira e sento i suoi passi allontanarsi lungo il corridoio.
Ed in questo preciso momento, capisco qual è la cosa giusta da fare.
Passa ancora qualche minuto, dopodiché la porta si apre di nuovo, ed entra papà.
«Un uccellino mi ha detto che eri preoccupata, tesoro.» sostiene, venendomi incontro. Mi aiuta a sistemare il velo dietro le spalle, in modo che non si spiegazzi.
«Niall dovrebbe imparare a farsi i cavoli suoi.» borbotto, imbarazzata. Papà ridacchia, divertito. Sapete, abbiamo legato tanto, in questi anni. Ho scoperto di avere tante cose in comune con lui, più di quanto pensassi. Compresa una vena sarcastica e una buona dose di umorismo davvero esilarante. Bridget ha rischiato più volte di esaurire, ma per fortuna stare con Louis l’ha fornita di una pellaccia dura e coriacea.
Comunque, tutto questo per dirvi che non posso fare a meno di paragonare il matrimonio di Giselle al mio. Il suo, è stato il punto di partenza, una vera fortuna per me, oserei dire.
Mi ha portato Harry, mi ha portato papà e mi ha portato una vita meravigliosa e felice (certo, anche Giorgia, ma è solo un dettaglio). Il mio matrimonio, invece, è la fine, ma al tempo stesso è anche l’inizio. Tutto quello che ho passato, tutte le litigate, i pianti, i colpi di testa e le scenate isteriche, mi hanno portato nella stessa chiesa in cui tutto è cominciato, davanti all’altare, pronta a diventare la sposa dell’uomo più fantastico del mondo.
Perciò, ho solo un’altra cosa da dire: Parche, andatevene a fare in culo, questa volta Leighton O’Connell ha vinto.
Ferma davanti all’inizio della navata, osservo Harry, che è in piedi davanti all’altare ed è evidentemente emozionato. Non mi accorgo di niente, sono a malapena consapevole di essere sottobraccio a papà. Non vedo mamma, che piange accanto a Giselle. Non vedo Bridget ed Erika, mie testimoni, ferme di lato all’altare. Non vedo Louis e Niall, testimoni di Harry, dall’altra parte.
Vedo solo il mio futuro marito, i suoi occhi verdi e il suo sorriso dolce. Incespicando sui tacchi – non sia mai che mi risparmi una figura del cavolo – mi posiziono al fianco di Harry.
Papà solleva il velo, scoprendomi il volto, e mi lascia un bacio sulla guancia.
Faccio un respiro profondo e sorrido.
«Guarda un po’ chi si rivede. Ciao, amore.» sussurra Harry, divertito.
«Zitto tu. Mi hai incastrato con quel discorso malefico.» ribatto, divertita. Il prete, in piedi dietro di noi, tossicchia lievemente, poi mi guarda come a dire che è giunta l’ora che io stia zitta. Mi scuso con un cenno del capo e con un sorriso lieve e torno a guardare Harry.
«E comunque ti amo.» concludo, un istante prima che il sacerdote cominci a parlare.
«Vuoi tu, Harry Edward Styles, prendere la qui presente Leighton O’Connell come tua legittima sposa, per amarla, onorarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vi separi?»
Oddio. E se avesse cambiato idea? Che faccio, se ora dice di no? Giuro che lo uccido.
«Non aspettavo altro.» conferma Harry, tranquillo. Nella sua voce, non c’è la minima traccia di dubbio, ma tutta la sincerità del mondo. Sospiro, sollevata, e probabilmente qualcuno se ne accorge, visto che sento un paio di risate provenire da non troppo lontano. Ripromettendomi di uccidere Niall non appena avrò smaltito tutta questa dose di felicità, torno a concentrarmi sul parroco.
«E vuoi tu, Leighton O’Connell, prendere il qui presente Harry Edward Styles come tuo legittimo sposo, per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vi separi?»
Silenzio tombale e lievemente carico d’attesa. Probabilmente, qualcuno si aspetta che io dica di no. Sbuffo, irritata da questa mancanza di fiducia nei miei confronti, poi guardo Harry e gli sorrido. Lui ricambia, sereno, perché a differenza di quest’ammasso di malfidenti, sa che lo amo e non nutre alcun dubbio al riguardo.
«Si, lo voglio.»





***





Trauma. Traaaaaaauma.
Cioè, voi ci capacitate del fatto che Wedding sia finita? In tutta sincerità, io no. Perciò, Trauma.
Non c'è niente da dire su questo epilogo, se non che è piuttosto scontato, ma io volevo che lo fosse. Cioè, il matrimonio è il punto di tutta la storia.
Scusate, non so neanche cosa sto dicendo. Trauma.
Comunque, spero che vi sia piaciuto e che non vi abbia deluso, perchè mi dispiacerebbe.
Perciò, fatemi sapere che ne pensate, okay? Ci tengo. Anche voi, lettrici - o lettori, se ce ne sono - silenziose, fatevi avanti! :)
Niente, sono traumatizzata e non so nemmeno cosa dire.
Se non grazie.
Grazie a tutte le persone che hanno inserito questa storia tra le seguite/preferite/ricordate. Grazie a chi ha inserito ME (incredibile, ma vero), tra gli autori preferiti.
Grazie a chi ha commentato, a chi ha aspettato i miei capitoli, nonostante la mia incostanza nel pubblicarli. E grazie anche a chi a letto in silenzio. Grazie a chi mi ha contattato su Facebook, Ask e Twitter e... GRAZIE.
Mamma mia, manco fossi il Presidente della Repubblica. Comunque, sappiate che vi adoro tutte, dalla prima all'ultima.
GRAZIE.

Qui sotto, vi lascio il link della nuova long che ho pubblicato lunedì e della OneShot dedicata a Wedding, dal punto di vista di Harry.
E, oltre a quello, vi rilascio anche i contatti di Twitter, Facebook, Ask e del gruppo Facebook, che ho appena creato :):)  
(cliccate sul nome)

Spero tanto che questa storia vi abbia emozionato un po', e magari tenuto compagnia quando siete state annoiate, o tristi o anche solo nostalgiche. Davvero, spero vi abbia lasciato qualcosa.
Con affetto,
Fede.




   
 
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