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Autore: floricienta    22/12/2013    5 recensioni
Ib e Garry sono saltati insieme fuori dal quadro e la loro speranza in un ritorno nella vita reale è più vivida che mai, ma non hanno ancora fatto i conti con lo spregevole mondo di Guertena e delle sue opere.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Garry, Ib
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Toctoc? Emh....ciaaao! Perdonate la mia assenza infinita! Ma sapete, non avevo più voglia di scrivere e poi ho dovuto fare l'esame per entrare in università e sto affrontando l'università, quindi mi passa sempre la voglia. Ma ora che sono le vacanze invernali sono riuscita a scrivere un nuovo capitolo!!! Spero che qualcuno di voi sia felice come lo sono io :D Vi lascio subito al capitolo e ci vediamo sotto per il resto ;)

Capitolo 8

Come stai Garry?
Guardò il ragazzo attraverso una fessura nella porta, per poi aprirla, ritrovandoselo a pochi metri di distanza, tenuto stretto da quattro braccia oscure che fuoriscivano dalla parete per non farlo scappar via e aveva la testa abbassata con gli occhi che fissavano il pavimento e il corpo abbandonato a peso morto.
Garry lo fulminò con lo sguardo e quell’essere non poté non notare la punta di cattiveria che brillava nei suoi occhi e rise compiaciuto.
La voce gli si avvicinò e gli prese il mento tra le dita, ma Garry scosse la testa e cominciò a dimenarsi, gridando come una belva inferocita.
Vedo che non riesci ancora a controllarti del tutto. Pazienza... C’è ancora tempo” disse, indietreggiando in modo che il ragazzo non lo colpisse.
Fece un altro sorrisino beffardo.
Non pensavi che il tuo animo ti avrebbe ridotto in questo stato, eh?
Garry digrignò i denti, facendo un stridio acuto, poi continuò a contorcersi per liberarsi dalla stretta delle mani, che invece aumentarono la loro potenza, schiacciando talmente forte gli organi nel suo corpo che perse momentaneamente il respiro, cadendo sulle ginocchia e boccheggiando rumorosamente.
L’essere gli diede qualche pacca sulla testa per poi abbandonarlo, chiudendosi la porta alle spalle.
Pochi minuti dopo, Garry sollevò lo sguardo al soffitto e cacciò un urlo misto tra la disperazione e la rabbia.
Il suo rapitore si diresse in una stanzetta tutta bianca, con solamente un cavalletto proprio al centro sulla quale vi era poggiata una tela, anch’essa bianca, e una tavolozza piena di colori.
Prese in mano il pennello e improvvisamente tremò il cavalletto.
Rise presuntuosamente.
 
Ib aveva risolto il problema delle nuvole minacciose e adesso si trovava proprio dove prima si ergeva una barriera invisibile.
Allungò la mano con il fiato sospeso e fu lieta di notare che questa era sparita.
Cominciò a camminare, ma la colomba la fermò, prendendola con l’ala bianca.
“Che c’è?” rise divertita.
L’uccello si alzò in volo, fece qualche giro sopra la testa della bambina e poi si fermò a mezz’aria, indicando con l’ala una nuvola in lontananza.
“Mi stai dicendo che di là c’è l’uscita?” chiese confusa.
La colomba fece un cinguettio e atterrò nuovamente accanto a lei.
Ib montò in groppa e si aggrappò alle piume con una mano, mentre con l’altra accarezzava il collo dell’animale.
Questo volò in alto a gran velocità, in perpendicolare rispetto al terreno, cosicchè Ib dovette tenersi forte con tutto il suo corpicino.
Quando arrivò a una certa quota, la colomba rimase ferma sul posto mentre sbatteva le grandi ali bianche e fece un piccolo verso per poi ripartire con più calma.
Dove andrò a finire?
Si chiese la bambina, vedendo avvicinarsi la nube che la colomba le aveva indicato.
Più era vicina e più si sentiva invadere da una strana sensazione, forse era la tristezza di lasciare la pace del dipinto o quella provocata dal quadro stesso perchè aveva cercato di farle dimenticare tutto e tenerla in trappola.
Questo non lo sapeva, ma ora era consapevole del fatto che avrebbe dovuto continuare a cercare Garry, sempre che lui non fosse morto.
Non sei morto. Non puoi essere morto, mi hai promesso che saremmo usciti insieme ed è quello che faremo.
Uno sguardo fiero si impossessò di quello della piccola Ib e finalmente entrò nella nuvola.
Davanti a lei si apriva un corridoio fatto della stessa composizione delle nubi, sempre rosa, ma verso il fondo poteva notare che sfumava dal rosa, al viola e infine al nero.
Rimase sulla colomba, arrivando fino alla fine del corridoio dove c’era una porta nero pece.
Allungò la mano per poterla aprire e, fortunatamente, non ci fu bisogno di chiavi, ma quello che vide non le piacque per niente.
L’uccello fece qualche passetto avanti così Ib poté sporgersi oltre: solo il buio e il vuoto.
Si spaventò e ritrasse il volto, per poi provare a riguardare.
Scese dalla colomba, si aggrappò ai cardini della porta e provò a mettere un piede al di là, ma scoprì come una brutta sorpresa che non c’era neanche il pavimento.
“Mi accompagneresti?” domandò all’animale, mettendosi un mano chiusa a pugno sul petto “Per favore”
L’animale abbassò il capo e la bambina salì con un sorriso.
Iniziarono a volare nel nulla dell’oscurità e il cuore della piccola Ib batteva all’impazzata dalla paura.
Si guardò le mani, notando che erano tutte sporche di fango e anche un po’ rovinate, con qualche piccolo graffio.
“Scusa colomba, ti sto sporcando tutte le piume” abbassò la testa dispiaciuta.
Questa di risposta fece un giro in tondo per poi continuare ad andare dritta e Ib rise.
Ancora non si vedeva niente, non sapeva neanche se si stavano dirigendo da qualche parte oppure se era una semplice illusione.
Dopo altro tempo che parve interminabile, Ib notò un cambiamento nell’aria.
Infatti il cielo stava diventando lilla e nuovamente rosa, anche se non della stessa purezza delle nuvole.
Percepiva che c’era qualcosa che non andava affatto bene, anche se non sapeva cosa, diede una rapida occhiata alla colomba per avere un po’ di sicurezza, l’unica che l’aveva sostenuta dopo la sparizione di Garry, ma fu come se in un attimo anche la sua ultima certezza crollasse.
Infatti il dolce e piccolo becco della colomba si stava trasformando in uno ricurvo e appuntito e di un colore intenso e così anche le piume candide stavano cambiando colore, diventando sempre più nere.
Il tranquillizzante tubare della colomba invece era diventato uno stridente gracchiare e Ib si sentì molto spaventata da tutto questo.
L’animale, che ormai si era trasformato quasi completamente in un corvo oscuro, si agitò per fare in modo che la bambina cadesse dalla sua groppa e ci riuscì dopo pochi scossoni ci riuscì.
Ib urlò, mentre cadeva guardando dritta il terreno che pensava non ci fosse, credendo di cadere per l’eternità o morire sparendo nel nulla dell’oscurità.
Strizzò gli occhi impaurita e fu come se all’improvviso non stesse più precipitando.
Le sue mani sporche sentivano un pavimento umido sotto di lei e riaprì piano gli occhi, constatando che effettivamente ora si ritrovava su un piccolo viale circondato da colline inquietanti e quel cielo rosa non molto invitante.
Sentì il verso del corvo e si voltò di scatto, con il viso al cielo e notò che stava scendendo in picchiata su di lei per colpirla con il becco e ferirla.
Mise velocemente una mano nel taschino dove custodiva la sua rosa, capendo che aveva ancora tutti i petali e la cosa la fece stare un po’ meglio, ma ora doveva pensare a scappare.
“Amica colomba! Ti prego, non farmi male!” urlò con tutto il fiato che aveva, tenendo una mano chiusa a pugno al di sotto del mento e con le lacrime agli occhi.
Sapeva che forse non era il modo migliore per fermare l’uccello, ma sperava con tutto il suo cuore che avesse ancora un po’ di bontà dentro di sè, come quando era una splendida colomba bianca che l’aveva aiutata a recuperare i pistoni.
Vide una scintilla di cattiveria negli occhi del corvo e nei suoi scattò invece una di paura, così riuscì a schivare un primo attacco, ma il corvo riplanò e si preparò a riprenderla.
Ib cominciò a correre nella parte opposta, non sapendo se stava andando dalla parte giusta, sempre se c’era una parte giusta.
Ti prego, non voglio farle del male.
Pensò riferendosi all’ex-colomba, convinta che non poteva essere cambiata veramente, ma d’altronde come poteva essere sicura del contrario dato che si ritrovava in un mondo maledetto, pieno di malvagità e perversione.
Sentì il gracchiare del corvo prorpio sopra la sua testa e sperò davvero che quella non fosse la sua fine, non poteva ancora esserla, aveva una missione da compiere e la missione era quella di ritrovare Garry e di tornare nel loro mondo.
Continuò a correre senza guardare indietro, pensando solo a mettere un piede davanti all’altro senza cadere, altrimenti sì che sarebbe finita per lei.
Ormai aveva il fiatone, nonostante non stesse correndo neanche da due minuti, ma il tutto la stava facendo crollare con molta facilità.
Ad un tratto sentì il verso dell’animale farsi più impaurito di lei in quel momento, si girò e vide che questo era intrappolato da una foschia nera, che si confondenva con le sue piume, e che sembrava stesse fischiettando e ridendo di quello che stava facendo.
Solo qualche secondo più tardi il corvo era sparito, così come la nube.
La bambina rimase a bocca aperta, guardando verso il cielo che non aveva cambiato colore e non capendo ormai più nulla.
Si ritrovò a indietreggiare compiendo piccoli passi e senza smettere di fissare il punto in cui era sparito l’uccello, pregando che non succedesse la stessa cosa anche a lei.
Inciampò in qualcosa e cadde con il fondoschiena a terra, ruotò su se stessa e poggiò le mani a terra per tirarsi su.
Quello che vide davanti a sè ora era una strada e intorno a lei migliaia e migliaia di spiriti incorporei, tutti neri e senza volto, se non per due occhi rossi e vispi che la fissavano quasi con aria sorridente e amichevole, ma lei non aveva proprio intenzione di far amicizia con loro.
Cosa sono? Aiuto... Che qualcuno mi aiuti...
Era rimasta immobile nel bel mezzo della strada, non sapeva cosa fare, se continuare a camminare o se rimanere lì, anche perchè si chiedeva se l’avrebbero attaccata e uccisa.
Sembrava che quelli più indietro stessero facendo di tutto per scavalcare gli altri sulla prima fila e guardare Ib e la cosa la fece rabbrividere ancora di più.
Un demonietto le si avvicinò e lei cacciò un urlo stridulo, facendo un balzo indietro, ma quello non le fece niente, anzi cominciò a girarle intorno, rimanendo sollevato da terra.
La bambina si sentì mancare il fiato e le girò vorticosamente la testa, cadendo subito dopo a terra in stato semicosciente.
Percepì come una danza intorno a lei, eseguita da quelle creature e nella sua testa sentiva come una musica che si faceva sempre più veloce e travolgente, poi improvvisamente la quiete, come in una foresta incantata piena di luccichii e dove il suono del vento fa da padrone.
Riprese coscienza e si tirò su in piedi, notando che si trovava sempre nello stesso posto, ma davanti a lei ora c’era un albero imponente dalla chioma scura e sempre gli spiritelli che la fissavano stando al loro posto.
Sentiva provenire un’aura malvagia da quell’albero, ma allo stesso tempo rassicurante, come se fosse convinta che al suo interno avrebbe trovato tutte le risposte.
Con le mani strette a pugno cominciò a fare un passo davanti all’altro, decisa e con il cuore che le batteva all’impazzata.
Ci vollero solamente una manciata di minuti per raggiungere quello che era l’ingresso proprio alla base del tronco, immenso anche questo e intagliato nel tronco stesso.
Soul –Sapping Throng
Ib lesse la scritta sul portone che si aprì non appena fu a pochi passi di distanza e un odore di rose l’invase le narici, facendola entrare in uno stato di beatitudine che scomparve subito quando varcò la soglia.
Rimase a bocca aperta vedendo come un salotto tutto intagliato nel legno, era come se si trovasse in una casa e non era sicura di voler sapere a chi appartenesse.
Si avvicinò a quello che doveva essere il divano e lo accarezzò, tastando la freddezza e durezza del legno scolpito perfettamente.
Il suo sguardo si posò poi su un mobile con le antine in vetro e fece per toccare anche quello, rendendosi conto che non era affatto vetro, ma resina indurita e l’effetto era davvero magnifico perchè scintillava in maniera diversa in ogni angolazione lo si vedeva.
Al suo interno c’erano delle statuine che rappresentavano personaggi che Ib era sicura di aver già visto alla mostra, infatti c’erano miniature delle statue di Guertena e di alcuni protagonisti dei diversi quadri.
Nel frattempo c’era chi si faceva beffa di lei alle sue spalle.
 
L’essere che aveva rapito Garry stava guardando da alcuni monitor, in una stanza che si trovava all’interno dell’albero, la piccola Ib intenta a squadrare ogni singola parte di quella specie di salotto.
Al suo fianco c’era proprio il ragazzo, seduto su una sedia con lo sguardo basso, quasi come se non avesse più energie.
Guarda Garry” cercò di catturare l’attenzione del  ragazzo che solo fino a qualche ora prima era senza controllo e non poteva sopportare la sua presenza “È arrivata la tua amichetta” rise strafottente.
Garry alzò lo sguardo senza voglia e i suoi occhi si posarono sullo schermo, cambiando totalmente espressione si strinsero in uno sguardo di odio e un ringhio uscì dalla sua bocca.
Stai calmo” ma non poté neanche finire di dirlo che Garry scattò in piedi e si avventò contro la porta chiusa a chiave, sbattendo forte i pugni per aprirla e continuando a sbraitare selvaggiamente “Ho detto di stare calmo Garry!” gli ordinò e questo sembrò accettare la cosa, smettendo di far versi e strisciando contro la porta fino a terra, dove rimase inginocchiato per qualche minuto.
Nella sua testa i pensieri non riuscivano a prendere forma, al contrario solo l’istinto era presente, lo stesso presente negli animali nella foresta, quello di sopravvivenza e di caccia alla preda.
L’essere gli si avvicinò e gli diede qualche pacca sulla testa.
Non preoccuparti, arriverà il momento dove potrai finalmente fare i conti con lei” un’altra risata echeggiò nella stanza e poi lo prese per un braccio, trascinandolo fino alla sedia di nuovo vicino a lui e si rimise comodo.
Questa volta gli occhi iniettati di sangue di Garry non si staccarono neanche per un secondo dalla bambina inquadrata nel monitor che stava sorpassando la prima stanza.
 
Ib decise che era venuto il momento di andare avanti e di addentrarsi sempre di più nell’albero.
Si diresse verso una porta di mogano proprio davanti a lei e dall’altra parte si ritrovò in una situazione completamente diversa: le pareti erano in ferro e faceva molto freddo.
Nonostante ciò non poteva permettersi di fermarsi, quindi continuò a camminare in quel corridoio pieno di luce e riusciva anche a vedere il suo riflesso sfuocato sulle pareti.
Non molto più avanti c’era un’ulteriore porta che aprì senza nessuno sforzo ed entrò in quello che poteva essere l’archivio di qualsiasi ufficio perchè era pieno di scaffali e fogli, documenti e libri.
Ne prese uno in mano, curiosa e sentì pungerle gli occhi dal pianto per quello che vide.
C’era Mary, o meglio, il quadro che rappresentava Mary, con la descrizione e alcune bozze precedenti al quadro definitivo e questo le portò alla mente sia belli che brutti ricordi e pensava al fatto che adesso non c’era più, che aveva dovuto bruciarla per salvarsi, ma che anche quel gesto non li aveva fatti tornare alla realtà, anche se forse sarebbe stato necessario comunque.
Poi voltò pagina e questa volta vide quella che sembrava la figura di un ragazzo, ma non riusciva a vederlo bene in volto a causa della troppa ombreggiatura, ma le erano rimasti impressi gli occhi che dicevano apertamente la voglia di uccidere di quel personaggio e di sentire il sapore della carne umana nella sua bocca, la cosa le fece venire un brivido su tutta la colonna vertebrale e chiuse prontamente il libro, senza neanche leggere il titolo dell’opera.
Lo rimise a posto e continuò per la sua strada, attraversando l’ennesima porta, questa volta in ciliegio.
Dall’altra parte c’era una tavola da pranzo davvero lunga, forse per una trentina di persone ed era apparecchiata con posate intagliate nel legno, con i manici pieni di ghirigori e i piatti creati intrecciando foglie di diverso tipo, i bicchieri invece erano di resina.
Da quanto non metteva qualcosa sotto i denti? Forse giorni, ma non aveva mai sentito il bisogno di mangiare forse perchè in quel posto le cose andavano diversamente, ma fu leggermente insoddisfatta quando si rese conto che non si sentiva neanche un minimo profumo di arrosto o di qualsiasi altra cosa.
Si mise istintivamente la mano sullo stomaco, ma oltrepassò anche questa stanza, ritrovandosi in un corridoio del quale faceva fatica a vederne la fine.
Man mano che avanzava si faceva sempre più stretto, fin quando ringraziò di essere così piccola e esile e finalmente vide davanti a sè la porta e anche questa si aprì immediatamente.
Ora si trovava davanti a un laboratorio, c’erano strani macchinari in tutta la stanza che non era in grado di classificare e buttata in un angolo c’era una bambola del tutto identica a Amy.
Ib corse verso di questa, prendendola in braccio felice.
“Amy! Amy! Che bello averti ritrovata!” ma la bambola non disse una parola “Amy? Non sei lei?”
Che sia solo una copia? Come tutte le altre bambole che abbiamo incontrato nella galleria?
Tristemente, la bambina la mise di nuovo a terra e non volle trattenersi molto in quel luogo, decidendo di proseguire, ma un rumore la fece sobbalzare.
Si guardò intorno alla ricerca di un nascondiglio, ma le sue gambe si rifiutarono di muoversi.
 
Finalmente faccio la tua conoscenza, Ib” la voce si stava avvicinando con passo svelto alla porta che conduceva a uno dei tanti laboratori, al suo fianco c’era Garry, che fremeva dalla voglia di sfondare tutto, infatti l’essere faceva fatica a tenerlo fermo e calmo.
“Chi sei?” chiese la piccola, che non vedeva nessuno, ma percepiva quella voce nella sua testa e nello stesso tempo sentiva un ringhiare di sottofondo.
Non preoccuparti, non c’è bisogno che tu lo sappia” dicendo così spalancò la porta, ritrovandosi di fronte alla bambina e tenendo un braccio sul petto di Garry per non farlo muovere senza la sua volontà.
Ib era scioccata, quello che si presentava davanti a lei era un uomo in tutto e per tutto, se non fosse che al di sopra del collo non c’era assolutamente nulla.
Indossava una camicia bianca e dei pantaloni marrone scuro, quasi sul nero, le sue mani si vedevano benissimo, ma all’altezza del collo usciva una piccola nebbiolina nera in continuo movimento che faceva da volto.
La bambina non sapeva spiegarsi una cosa del genere, ma era anche convinta di aver già visto quell’abbigliamento da qualche parte, sforzò la memoria per arrivare a una soluzione, ma subito fu sconcentrata dalla figura alle sue spalle che le ringhiava contro.
“Garry!” urlò con quanto fiato aveva in gola e fece per buttarsi tra le sue braccia “Sei vivo!”
In quel momento il ragazzo riuscì a sfuggire dalla presa dell’uomo e si gettò contro Ib.
La furia che investì la bambina la fece sbattere contro il muro e prima che potesse cadere a terra dalla botta, il ragazzo la prese per il collo e la sollevò, stringendo e affondando le unghie.
“N-non....respi-...” cercò di parlare la piccola, ma le risultava quasi impossibile mentre il fiato cominciava a mancarle.
Prese le mani dell’altro con le sue e si rese conto che non erano più come prima calde e protettive, anzi erano gelide e cercavano solo morte.
Nonostante ciò cercò di far leva per staccarle, cosa molto difficile data la sua scarsa forza in quanto bambina contro un ragazzo ormai adulto che in quel momento sembrava come un leone che aveva agguantato la sua preda.
Fermo Garry, così non c’è gusto” disse l’uomo con un sorriso perverso in volto “Non vuoi gustarti per bene la sua uccisione? Anzi, forse le dobbiamo almeno il favore di sapere perchè il suo amico fedele le stia facendo questo
Garry mollò leggermente la presa e la scagliò contro il tavolino.
Ib colpì con la schiena, sentendo una fitta intensa di dolore attraversarle tutto il corpo e provò a mettersi in piedi, senza riuscirci.
Garry mostrò i denti e fece per riavvicinarsi alla piccola, ma fu fermato in tempo dall’essere che lo prese per i capelli, tirandoli forte.
Il ragazzo urlò dal dolore portando la testa all’indietro e si inginocchiò, guardandolo con disprezzo.
Bravo Garry, fra poco sarà pronto il tuo regno
 
Ma cosa sta succedendo!? Perchè Garry si comporta in questo modo? E quest’uomo...
Quello che ormai non era più solo una voce si guardò intorno e appena posò lo sguardo dove gli interessava fece un ghigno, cosa che si riuscì a percepire dal movimento della nebbia.
Avanti svegliati, ho bisogno di te” dopo aver detto ciò, la bambola che prima Ib aveva preso in mano scrollò la testa e raggiunse saltellando l’uomo, salutando con la manina di pezza sia Garry, ancora intrappolato dalla stretta dell’altro, sia la bambina.
“Ciao Ib, ihih”
“Amy!” esclamò, lo sapeva che era proprio lei fin dal primo momento.
Alla fine aveva ragione il tuo amichetto riguardo a lei...
Ib pensò alle parole dell’uomo e le venne in mente di tutte le volte che Garry aveva avuto qualche dubbio sulla bambola, reputandola cattiva.
“Non può essere...” sussurrò lievemente, sentendo tutte le forze svanire, mentre pulsavano ancora i segni delle dita del ragazzo sul suo collo.
“Hai incontrato il mio papino, ihih! Che bello! Ihih” continuò a dire Amy, come se non capisse la situazione.
“Il tuo...papino?” si chiese confusa Ib e riuscì a tirarsi su in piedi “Questo è l’uomo che ti controlla la mente e ti fa fare quello che vuole? È tutta colpa sua?!” aumentò sempre di più il tono della voce, indicando l’essere senza volto.
La bambola non seppe cosa rispondere e inclinò la testa di centottanta gradi, guardando tutti ora sottosopra.
Nella sua mente passarono tutte le scene dove perdeva il controllo e dove, senza volerlo davvero, faceva del male ai due giovani comportandosi naturalmente.
Era perfettamente a conoscenza che quell’uomo la controllava, ma non poteva opporsi al suo volere, non sapeva come fare.
“Facci uscire da qui! A tutti e tre, sani e salvi!” continuò Ib, arrabbiandosi in una maniera che non era da lei, mentre una piccola lacrima stava scendendo lungo la sua guancia.
A quanto pare devo far star calma anche te, Ib” strattonò nuovamente i capelli del ragazzo e la bambina sentì stringersi il cuore a quella visione.
Garry fu sbattuto malamente con la faccia sul pavimento e l’uomo gli mise un piede sulla testa, schiacciandola con forza e passandoci sopra, avvicinandosi alla piccola.
Questa indietreggiò, ma si scontrò con il tavolino e si impaurì.
“N-non avvicinarti...”
 
Nel frattempo Amy si stava tenendo la testa con le mani, scuotendola con veemenza e andando a sbattere dappertutto.
Sapeva quello che sarebbe successo a Ib e a Garry e lei aveva partecipato alla realizzazione del piano di quell’essere malvagio ed era contenta di aver aiutato quello che lei chiamava padre, ma non poteva non pensare al fatto che la bambina l’aveva trattata sin dall’inizio come un’amica vera e anche il ragazzo, anche se continuava a sospettare di lei, si era fidato più volte e si erano aiutati a vicenda.
Non voleva vedere la fine di tutto, non voleva perdere Ib per sempre, la sua unica amica in centinaia di anni, perchè il piano del padre prevedeva proprio la fine della sua esistenza.
Amy era confusa, così tanto che la sua pezza cambiò più e più volte colore, tornando solamente dopo una manciata di minuti blu.
Andò a sbattere contro la gamba del ragazzo che era steso a terra, in preda agli spasmi e si riprese in un attimo, scrollando per un’ultima volta tutto il suo corpicino.
Saltò sulla spalla dell’uomo, che si bloccò proprio a qualche centimetro di distanza dalla bambina.
Cosa vuoi?” le chiese scortesemente.
“Sai papino, ihih, mi stavo chiedendo se...” ma non finì la frase, anzi, morse il collo del padre con i denti aguzzi, facendo uscire copioso sangue che andò a imbrattare la camicia bianca.
Cosa stai facendo!?” si agitò e fece qualche passo indietro, colto dal dolore e inciampando in Garry, che fece un mugolio e alzò lo sguardo giusto per vedere Amy tra le braccia di Ib che le indicava una strada per scappare.
 
Ib stava correndo come non mai per il corridoio dal quale erano usciti Garry e l’uomo.
“Cosa sta succedendo Amy?” chiese con il fiatone, continuando a correre.
“Prima troviamo un posto sicuro e poi parliamo, ihih” rise nel modo in cui era solita fare e che ormai era familiare per la bambina.
“Chi è quell’uomo?” insistette lei.
Finirono in una stanza simile all’archivio di poco prima e Amy con la sua sola forza fisica riuscì a spostare uno scaffale, rivelando un passaggio segreto.
Ib la guardò stupita e la bambola le mise fretta, facendola entrare prima di lei per poi richiudere il passaggio dietro di sè.
“Qua papino non ci può scoprire, ihih”
“Amy” Ib la prese in braccio, tenendola stretta “Raccontami ogni cosa” la guardò fissa negli occhi “Chi è tuo padre?”
“Lui è colui che ha creato tutto questo, ihih” disse allungando la u di tutto.
No, non può essere.
Si mise a pensare Ib.
“Stai dicendo che lui è...”
“Guertena” dissero in coro.



Ed eccolo qui in tutta la sua bellezza! (spero u.u)
Ebbene sì, ci troviamo di fronte a Guertena e anche al penultimo capitolo di questa storia, spero di riuscire in fretta a scrivere anche l'ultimo sperando che non mi esca ultrachilometrico ahaha :)
Beh siamo sotto le vacanze di Natale quindi ne approfitto per augurare a tutti voi un felice Natale con le vostre famiglie e amici e un sereno anno nuovo, augurandovi tutto il meglio!
Spero che ci sia ancora qualcuno che non ha rinunciato a seguire questa storia (perdonatemi davvero u.u non ho neanche riletto perchè ero emozionata di ripubblicare qualcosa, quindi perdonate anche gli eventuali errori di scrittura...) e che ci sia qualcuno di nuovo che vuole sperimentare e leggerla eheh
Come sempre ringrazio tutti quelli che mi seguono, mettono la storia tra i preferiti, seguite ecc..ecc...vediamo se dopo tutti questi mesi sono ancora capace di scrivere ahaha fatemi sapere!!!
Un bacio a tutti!!!
Flor :D
  
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