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Autore: JunJun    25/02/2014    6 recensioni
Castiel è un essere umano e vive nel bunker insieme a Dean, Sam/Zeke e Kevin.
[Raccolta di flashfic parecchio a caso, ambientate dopo l'episodio 9x03]
[Contesto generale, ma in alcune flashfic c’è qualche richiamo alla mia fanfic “Lusus sanguinis”.]
Genere: Demenziale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Kevin Tran, Sam Winchester
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
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In questi giorni sto scrivendo le ultime pagine dell'altra mia fanfic. La parte di Bartolomeo mi perplime assai e mi ha fatto sentire la mancanza di Shahat, povero cucciolo.
Se non sapete chi è Shahat non preoccupatevi: non lo sa neanche Crowley.
Questo capitolo rientra nella categoria 'ignoratemi, sono deficiente'.



Titolo: Bunker Trip #2
Ispirata a: Questa fanfic
Personaggi: Crowley, Sam, Dean, Shahat, Ariel
Parole: 962

* * *


Crowley, pur di non essere coinvolto nella follia del giorno di Cip e Ciop Winchester, si era risigillato nella segreta del bunker e si era persino rimesso il guinzaglio.
Ciò nonostante, non riusciva a stare tranquillo.
Trascorsero le ore, e gli strilli e i piagnistei provenienti dal piano superiore diventarono sempre più numerosi ed insistenti. Alla fine, la cosa iniziò a dargli sui nervi.
Seduto alla scrivania gentilmente offerta dai Men of Letters, il Re dei Demoni stava picchiettando nervosamente sul piano di legno scuro quando la porta della segreta si spalancò di colpo.
“Oh, per favore, no,” sussurrò frustrato quando scorse all'ingresso il profilo di Sam, preludio della realizzazione dei suoi peggiori incubi.
“IO SONO VELENO!” sentì gridare da Dean. “La gente che mi sta vicino muore! O peggio!”
Il cacciatore era a terra, attaccato alla gamba di Sam che se lo trascinava appresso faticosamente.
“Crowley,” esalò il giovane, guardandolo con gli stessi occhi supplichevoli con cui Bambi guarderebbe il cacciatore che sta per sparargli in fronte, “abbiamo un problema.”
“A me sembra che sia tutto perfettamente normale, darling,” rispose lui, mentre Dean continuava a piagnucolare e a tenerlo stretto e Sam agitava il piede nel tentativo inutile di staccarselo di dosso.
“Sam!” gemette Dean, aggrappandosi alla sua camicia. “Sammy…”
“Sì, Dean, sì, ho capito, lo so, tu–”
“… Sammy, mi annoi.”
Il giovane sgranò gli occhi e abbassò la testa appena in tempo per vedere suo fratello rivolgergli un ghigno sadico.
Poi Dean schioccò le dita e il corpo di Sam si ridusse in mille pezzi.
Crowley sollevò le sopracciglia. “Hai fatto esplodere l’alce,” constatò dopo qualche secondo, sinceramente sorpreso.
“Ho pensato che fosse un modo carino per spezzare la monotonia,” ammise candidamente lui, rialzandosi da terra e riaggiustandosi la cravatta nera che indossava.
“Perché non l’hai fatto nove stagioni fa?” gli domandò il demone mentre osservava l'elegantissimo completo scuro che stava sfoggiando. “…perché ho detto ‘stagioni’?”
“Non sono Dean,” ammise lui a quel punto.
“Lo so. E’ diventato evidente quando hai coniugato in maniera corretta il congiuntivo.”
L’essere con le fattezze di Dean sorrise malizioso e sbatté le ciglia, mostrando due iridi rosso sangue.
“Puoi chiamarmi Shahat, o, se preferisci, Re del Limbo,” disse. Raccolse una sedia e si accomodò di fronte a Crowley. Appoggiò i gomiti sulla scrivania e intrecciò le dita sotto il mento, scrutando in silenzio per dei lunghi secondi il Re dei Demoni come se fosse un’opera d’arte.
“Oh. Un collega,” replicò lui, intercettando quello sguardo con una certa ansia.“Posso fare qualcosa per te?”
Shahat sorrise languido. “Tu mi attrai, Crowley.”
“Ti ringrazio. Mi porterai a guardare il tramonto sulla spiaggia adesso?”
“Sono serio,” dichiarò l'altro, avvicinandosi a lui. Prese una mano di Crowley fra le sue e iniziò ad accarezzargli con delicatezza le dita e il palmo, guadagnandosi un’occhiata incredula del demone.
“Credo ci sia un equivoco,” iniziò lui con educazione.
“No, Re dell’Inferno. Conosco la tua storia. Tu eri una larva inutile, ma, con pazienza e crudele raziocinio, sei riuscito a strisciare fino alla cima del regno infernale. Tutti pensano che tu sia un bastardo insensibile e perverso," disse Shahat.
Crowley si rabbuiò.
"Ti sei reso infame agli occhi di qualunque essere vivente e non, e sei detestato e temuto da tutto l’Oltretomba. E io credo che tutto questo sia…”
“Io non volevo questo.”
“Che cosa?”
La mano di Crowley tremò leggermente fra quelle di Shahat. “ Io… io non volevo essere odiato da tutti,” sussurrò il demone, mentre le vecchie ferite si riaprivano. “Io volevo…no, io voglio… io voglio solo essere... amato,” spiegò, in un bisbiglio appena percepibile.
“Non credo di aver sentito l’ultima parola.”
Crowley serrò la mascella. “Io voglio essere amato!” scandì, paonazzo, picchiando i pugni sulla scrivania. “Io MERITO di essere amato, maledizione! MALEDIZIONE!”
Il demone si portò le mani fra i capelli e lanciò un grido esasperato. Si lasciò cadere dalla sedia e corse a rannicchiarsi sotto la scrivania, da cui iniziarono a provenire dei singhiozzi sommessi.
Shahat, interdetto, ritrasse le mani e rimase perfettamente immobile.
“Il suo p-potere è d-davvero i-immens-so, m-m-m-mio Signore,” balbettò una figura femminile alle sue spalle.
Lui incrociò le braccia al petto e si voltò appena per lanciarle un’occhiataccia. “Cosa stai cercando di blaterare, Ariel? Mi stai dicendo che vuoi che ti strappi di nuovo quelle piume puzzolenti una per una?” disse, scocciato.
Lei lanciò un gridolino di terrore e scosse la testa. “I-Il suo potere, n-no?” mormorò. “R-Riesce a gettare t-tutti nella d-disperazione.”
Lui rimase in silenzio per molti secondi. “Non sono io,” ammise alla fine con amarezza.
“E-eh?”
“Io non sto facendo niente. Questa gente è così di suo,” spiegò il Re. “E il mio tramite… Dean, lui è il più complessato di tutti. Sam qui, Cas lì. 'Sono tossico, sono inutile, Dio mio ora sono anche gay'. Mi sta facendo impazzire. E' troppo anche per me.” Si grattò la testa e poi passò un fazzolettino a Crowley, ancora sotto la scrivania. Lui si soffiò il naso in modo particolarmente rumoroso e riprese a piangere più forte di prima.
“Ho provato ad essere cortese con queste persone,” proseguì Shahat, “ma dopo un po’ hanno iniziato tutte a fare così. Allora ho riportato in vita altra gente interessante, ma anche con loro è andata male. Io,” sospirò, “…io cercavo solo un amico. Sai, quel tipo di amico che sa esattamente quale tipo di coltello passarti quando vuoi torturare qualcuno. Quel tipo di amico che ti sprona ad andare avanti quando non riesci subito a sbriciolare le difese di un’anima pura. Che senso ha distruggere questo mondo se poi tornerò ad essere di nuovo solo?” domandò.
Fissò a lungo Ariel, ma lei sembrava essere troppo terrorizzata per rispondere.
Sospirò di nuovo. “Basta così,” dichiarò, depresso,“io me ne torno a casa.”


*


PS random: vagando a caso per Tumblr, qualche giorno fa ho beccato su questo blog un fan edit che secondo me è la rappresentazione perfetta di Dean!Re del Limbo (dopo il panico iniziale ho lanciato un gridolino di gioia e ho inviato cuoricini all'autore, che suppongo mi abbia preso per scema):

D/S


  
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