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Autore: BlackBlueSoul    27/09/2014    3 recensioni
Sono passati quattro anni da quando Maka e Soul hanno sconfitto il Kishin Ashura, e ne sono passati tre da quando un incidente li ha portati a separarsi: lei è partita per il mondo degli umani, lui è rimasto a Death City.
Le possibilità si ritornare ad essere Technician e Weapon sono minime, e Maka lo sa benissimo, ma un terribile avvenimento sta per riportarli di nuovo sotto i grandi teschi della Shibusen...
Attenzione: la storia è basato sul manga, che ha un finale totalmente differente dall'anime. Provvederò a inserire uno spoiler non appena si renderà necessario che si sappiano i precedenti... Nel frattempo, buona lettura ;D
Genere: Azione, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Maka Albarn, Nuovo Personaggio, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le Mille Linee Delle Lunghezze d'Onda
 
Capitolo 11
 
 
 
 
 
«... C'è una cosa che devi vedere», aveva sussurrato Maka.
Soul rimase immobile, esattamente in mezzo al piccolo corridoio creato dagli scaffali della biblioteca, preso da una leggera claustrofobia.
La Technician aveva la faccia di una che aveva commesso un omicidio e lui aveva l’impressione che stavolta non si trattasse di una semplice scenata. Questa volta non avrebbe affrontato la sua depressione per un test andato "male" - avrebbe voluto ammazzarla quando si era lamentata di quel 99/100 - o la sua rabbia per le volte in cui aveva trovato la costa dei suoi libri di brossura spaccati in più punti… proprio da lui.
«Ho detto che riesco a controllare il mio sangue nero», continuò lei, deglutendo, e lui perse il filo dei suoi pensieri, catturato dall'espressione tesa della Tech.
Maka stese il braccio destro, chiuse gli occhi.
Iniziò dalla punta dai polpastrelli: il nero si stese come un guanto di colore lungo le dita, inghiottendo la mano, ricoprendo il polso, vestendo una parte del braccio sottile.
Soul pensava fosse tutto, poi, dopo una smorfia di dolore, le unghie di Maka si allungarono in artigli che si fusero con le dita e che crebbero leggermente ricurvi, arrivando a sfiorare il pavimento.
Non… non era possibile che la sua infezione si fosse estesa così tanto. Nemmeno lui era in grado di fare qualcosa del genere, e lui era stato infettato in modo diretto, una cicatrice che gli tagliava in diagonale il torace glielo ricordava ogni santo giorno!
A cosa era servito sacrificarsi, se non aveva potuto limitare i danni?!
«... Secondo Stein potrebbe essere iniziato tutto durante una battaglia. Dovevamo essere stati feriti entrambi e il nostro sangue deve essere entrato in contatto. La sincronizzazione ha fatto il resto. Da quella volta, ogni volta che sincronizzavamo le anime, il sangue nero nel mio corpo reagiva, e più tu lo usavi a nostro vantaggio più io diventavo sensibile».
Maka non lo aveva guardato negli occhi per tutta la spiegazione, lasciando trasparire soltanto una traccia di dolore dal modo in cui si stava tenendo stretta lo stomaco con il braccio sano, come avesse paura di andare in pezzi da un momento all'altro.
La ragazza ebbe un brivido che partì dalle dita nere.
«... La situazione è peggiorata quando ho iniziato a stare con Zoey, lei non riesce a controllare il sangue nero. L'infezione non è mai realmente aumentata, ma sospetto di aver risentito così tanto della vicinanza che anche se la mia infezione era minima ha finito per diventare di un genere molto più potente».
Soul non riuscì più a staccare gli occhi da quegli artigli. Qualcosa, e sapeva benissimo cosa, era attirato da quelle lame affilate. Lui, invece, ne era ripugnato. Era colpa sua. Era tutta colpa sua.
«Avrei dovuto dirtelo subito, non appena ti ho visto», singhiozzò lei, passandosi il braccio sano sulla faccia, nascondendogli per un secondo gli occhi. «Ma se Kidd lo scopre, non ci permetterà mai di tornare insieme».
«Maka…», la chiamò, senza sapere nemmeno perché, facendo un passo nella sua direzione.
«Fermo!», esclamò lei, salvo poi tapparsi subito la bocca con la mano.
Soul si bloccò.
Restarono in silenzio, in attesa. Erano in una biblioteca, in fin dei conti, anche se talmente arroccati e nascosti che ci avrebbero messo un po’ a trovarli e a riprendere il loro comportamento inappropriato. Non che a lui fregasse un accidente. Fosse stato per lui, in quel preciso momento avrebbe sfasciato ogni cosa fosse a portata di falce.
«Fermo», ripeté lei, sottovoce. «Questo sangue nero genera onde di pazzia altamente instabili. Non posso sapere che effetto potrebbero avere su di te».
«Beh, meglio scoprirlo adesso che davanti a Kidd», le fece presente con una lucidità con cui sorprese anche sé stesso, e più deciso che mai si avvicinò.
«Soul…». Lo stava davvero mettendo in allerta?
Le si fermò a un palmo dal naso. Il braccio con gli artigli le tremava.
«Come fai a fermarlo?», respirò il ragazzo.
Aveva i polmoni stretti in una morsa, la voragine che si allargava ogni secondo di più e una nenia insopportabile in testa: il suono della loro sincronizzazione.
«Di solito mi ci vuole parecchia concentrazione. Con la forza di volontà posso far regredire la pazzia», spiegò lei, con un volume di voce talmente basso che lui dovette piegare la testa in avanti per sentirla. «Oppure basta che Zoey mi tocchi. Le mie onde anti-magia si attivano di riflesso, e fermano anche il mio…».
Soul le afferrò il polso, di scatto, prima che lei potesse ritrarsi e scappare ancora. Sentì esplodere qualcosa dentro le vene, di ghiacciato e poi bollente, la pazzia vecchia nemica che infuriava all'improvviso e le onde anti-magia di Maka che combattevano per mantenerlo lì con lei.
Si fissarono.
Avrebbe ringraziato tutti i numi dell’universo quando fosse stato solo, poco ma sicuro.
«… Visto?», le disse, sorridendo a fatica. «Stesso effetto. Probabilmente anche più rapido, visto che io e te siamo stati sincronizzati completamente».
Maka era sconcertata. Pallidissima. «Funzionerà...», mormorò. Un attimo dopo, con un sorriso un po’ folle, ripeté: «Funzionerà».
«Certo che funzionerà», concordò Soul, senza lasciarle il polso. Doveva toglierle quell’espressione dalla faccia. Non le si addiceva neanche un po’. «Siamo io e te, come potrebbe non funzionare?».
Gli occhi della Tech diventarono lucidi. Il tono che gli era uscito era molto più dolce e molto meno strafottente di quanto non avesse voluto.
Il brontolio del suo stomaco riuscì dove lui aveva fallito, riportando entrambi a una realtà molto più pratica e meno preoccupante.
«Ritorniamo in mensa», Maka rispose con un cenno di assenso alla domanda che non le aveva posto, ora con un sorriso molto più umano a rasserenarle il viso.
Le lasciò il polso per permetterle di asciugarsi la faccia.
Da quel momento in poi, Soul non le staccò gli occhi di dosso. Temeva che lasciando Maka un altro minuto da sola avrebbe iniziato a pensare, a ragionare e poi a rimuginare, finendo in chissà quale circolo vizioso di logica masochista la cui conclusione postulava l'assoluta necessità di far rimanere lui all'oscuro di tutto quello che le stava capitando.
Quindi, nello stesso modo in cui non riuscì a non lanciarle continue occhiate di sottecchi mentre ripercorrevano i corridoi per tornare in mensa, così tenne le antenne ben ritte mentre Maka conversava come niente fosse con Zoey e con il fratello imbecille. Che imbecille Milo doveva esserlo davvero, visto che era arrivato a chiedere alla Tecnichian se stava bene, quando si vedeva lontano chilometri che lei stava cercando di evitare a tutti i costi ogni genere di riferimento a ciò che era appena accaduto. Non gli aveva ancora tagliato la testa perché sapeva che Maka se la sarebbe presa a morte, senza contare il danno che avrebbe arrecato alla falce mocciosa, la quale in fondo non gli stava nemmeno troppo antipatica. Gli ricordava Maka da piccola.
Non riuscì a restare calmo nemmeno per le due ore successive, mentre gironzolavano per la scuola, in esplorazione con Zoey, ormai decisa più che mai a iscriversi alla Shibusen, e seguiti a ruota da Milo, sempre più frantuma-palle.
La mattina le era parsa determinata a tentare la sincronizzazione, ma cosa avrebbe fatto nel momento in cui si fosse resa conto di quanto potesse essere forte la pazzia? Quante probabilità c'erano che Maka finisse per arrendersi?
Non le avrebbe permesso di arrivare a quel punto, e non le avrebbe permesso di affrontare il sangue nero da sola. Nessuno meglio di lui poteva sapere quali effetti avesse, e anche se l'infezione di Maka era stata colpa sua, il minimo che potesse fare era darle i mezzi per proteggersi dalla pazzia, da dovunque provenisse.
Con quei pensieri era riuscito a trovare la determinazione di agire che gli mancava da un po', e senza la quale probabilmente non si sarebbe mai davvero presentato al campo di allenamento con lei.
Kidd arrivò in uno svolazzo di mantello allo scoccare delle quattro, esattamente all'ultimo rintocco della campana della Shibusen che segnava la fine delle lezioni.
«Finalmente siete puntuali!», commentò, leggero, lo Shinigami, seguito dalle sue Weapon. «È andato tutto bene?».
Soul lanciò uno sguardo a Maka, e ne trovò gli occhi; si era voltata anche lei a guardarlo. La sua espressione era insondabile.
«Sì, tutto bene», si assunse lui la responsabilità di rispondere, con un tono volutamente distratto.
Se proprio dovevano mentire, tanto valeva che lo facesse lui, sicuramente più abituato di lei a mascherare la verità.
«Maka?», la interpellò Kidd.
Quella richiesta di conferma diede particolarmente fastidio a Soul.
«C'è scappata una litigata... Ma nulla di preoccupante», rispose lei, simulando una stizza facilmente riconducibile alle loro discussioni stupide, di quelle che costruivano solo per non farla spuntare all'altro.
Maka doveva aspettarsi la domanda, probabilmente: se Kidd l'avesse davvero colta di sorpresa, come minimo sarebbe arrossita. E invece era stata talmente convincente da stupire persino Soul.
«Bene», lo Shinigami si rilassò, ignaro dei fatti. «Manca solo il dottor Stein, e poi potete cominciare».
«Come mai stiamo aspettando il professore?», chiese Maka.
«Voglio avere un quadro più chiaro possibile delle vostre anime, mentre vi riavvicinate...».
A Soul stavolta scappò una smorfia: non era riuscito a dissimulare per una seconda volta il fastidio. Non gli piaceva venire controllato mentre faceva qualcosa di tanto delicato e incerto come sincronizzarsi con la sua Tech. Era una cosa tra di loro. Tra loro due.
«Scusate il ritardo... Jack stava facendo un po' di capricci». Stein, apparso come sempre dal nulla, stava fumando una sigaretta. Dalle piccole rughe d'espressione sulla sua fronte, non era molto tranquillo. «Direi che possiamo cominciare?».
Un cenno di assenso dello Shinigami e Stein assunse il comando. «Maka, gentilmente, liberati dal Soul Protect. Non penso sia necessario mantenerlo ancora...».
«Certo», annuì lei, senza esprimere emozioni né dal tono di voce, né con il viso.
Soul si concentrò sulla percezione della sua anima.
Da che si erano ritrovati, aveva captato l'anima di Maka a flutti deboli silenziosi, ma a poco a poco si trovò investito da un gigantesco tsunami.
Era diventata più forte. Molto più forte, e intensa, e devastante.
L'anima di Maka aveva sempre avuto un afflusso particolare su di lui, un richiamo irresistibile, quasi come se lui fosse una falena e lei un faro in una notte di buio pesto. Averla vicina non solo aiutava Soul a rilassarsi, ma lo costringeva a tirar fuori il meglio di lui, soprattutto quando lui non era nelle condizioni per perseguirlo, quel meglio.
In quel preciso momento era lo stesso. Forse erano cambiati, forse non erano più loro e lui continuava a non vedere la sua anima, ma la sentiva, e proprio come aveva fatto in biblioteca si avvicinò a lei. Stavolta, senza muovere un passo, senza spostarsi di un centimetro, perché l'anima di Soul si allungò istintivamente verso di lei, agganciandola. Il flusso aumentò di intensità, attivando lo scambio di informazioni che avrebbe processato soltanto dopo giorni, settimane, mesi. Forse mai. C'erano stati atteggiamenti di Maka che non capiva, ragioni profonde e idee a cui non riusciva ad accedere, ma di una cosa era sicuro: lei era lei. E nessuna, mai, avrebbe potuto prendere il suo posto.
Strizzò gli occhi, dolorante.
Perché gli pareva che ogni osso si fosse tramutato in gelatina?
«Soul..?».
Obbedì al richiamo della sua Meister, sollevando le palpebre.
Il viso di Maka era sopra di lui, preoccupato. Oltre di lei, pareva esserci solo nero.
Il faro nel buio.
«Stai bene?», gli domandò.
Lui abbozzò un mugugno di assenso, sollevando la schiena e mettendosi seduto. «Dove siamo?».
«Non lo so», rispose lei, guardandosi intorno. «Non sembra la Dark Room».
Al solo accennare quel luogo, l'ambiente intorno a loro iniziò a tremare.
Si tirarono in piedi in un solo, rapido movimento, aiutandosi a vicenda, e si coprirono le spalle, mettendosi al contempo in posizione di attacco.
Soul aveva già sfoderato la lama della falce quando iniziò a capire di che cosa si trattava.
Le linee fino a poco prima fumose presero definizione e consistenza. Erano in una grandissima stanza nera dal pavimento lucido e altrettanto livido, con un numero infinito di porte laccate di rosso.
«Queste sono tutte porte per entrare nella Dark Room?», le riconobbe anche lei. «Perché ce ne sono così tante?».
«Non lo so».
Non sapeva esattamente cosa fosse successo quando il sangue nero aveva dilagato indisturbato, così come non sapeva se il diavoletto che abitava la Dark Room fosse ancora effettivamente lì. Negli anni, le poche volte che si era permesso il lusso di rifletterci sopra, aveva pensato che se ne fosse andato -  dopo la partenza di Maka non lo aveva più sentito parlare - ma ora che lei era tornata Soul aveva ricominciato a sentire i tipici brividi che accompagnavano il momento in cui si lasciava sfuggire la situazione di mano, accogliendo la pazzia.
Cosa che, a costo di morire, non avrebbe mai più permesso.
«Dobbiamo provare ad aprirne una», dichiarò Maka.
Si mossero verso destra, in direzione della parete più vicina, scegliendo una porta senza bisogno di mettersi d'accordo.
La vibrazione che scuoteva l'aria non prometteva nulla di buono, e aumentava man mano che raggiungevano la porta. Il ronzio divenne così alto nei pressi della porta, che Soul divenne paranoico. Bloccò Maka quando lei fece segno di volersi mettere in prima linea.
«La apro io», dichiarò, duro. «Stai dietro di me».
Attese che lei si facesse da parte, ignorando la fulminata che gli aveva lanciato.
Maka poteva essere tutto, tranne che stupida. Sapevano entrambi che quello doveva essere un territorio dell'anima di Soul, e che sarebbe stato più sicuro che fosse lui a parare i primi colpi, se ne fossero arrivati.
La Tech chiuse gli occhi, evocò gli artigli neri e accennò affermativamente.
La Weapon afferrò bruscamente la maniglia, tenendo sollevata la lama della falce per mantenere una difesa alta.
«Pronta?», sibilò.
«Quando vuoi», replicò lei. Lo sentiva dal tono che aveva la mascella serrata dalla concentrazione.
«Al tre aprirò del tutto la porta», annunciò, perché si preparasse al meglio.
«Va bene».
«Uno...».
«Due».
«... Tre».
Ma fu lui, a rimanere interdetto, mentre un muro di mattoni rossi ricambiava innocente il suo sguardo.
Poi, solo il suono schioccante di un elastico, le ossa che erano tornate gelatina, e prima che potessero reagire, furono sbalzati via.
Riaprì gli occhi un attimo dopo.
Erano ritornati alla Shibusen.
«Cosa è successo?!», esplose Maka, dando voce anche ai suoi pensieri.
«... Vi siete sincronizzati... e dieci secondi dopo, vi siete respinti a vicenda», rispose Stein, con gli occhi socchiusi nello sforzo di studiarli, probabilmente.
«Cosa?!», sbottò Maka, perdendo del tutto ogni minima traccia del contegno che aveva mostrato prima di iniziare la sincronizzazione. «Ma non è successo niente! Non stava succedendo niente! Era tutto tranquillo!».
«... Forse stiamo correndo troppo», considerò Kidd, dopo aver analizzato i loro volti. «Non riuscite a controllare le vostre anime quando siete l'uno nei pressi dell'altra».
«Ma Shinigamisama..!».
«Maka, ha ragione». Soul abbassò la punta della falce e la ritrasmutò in braccio. Lo schiocco che aveva sentito era stato identico a quello con il quale si era desincronizzata da lui, con la strega Mirona. «Lasciamo perdere, per...».
Non conclusa la frase perché finì a terra, con un dolore inaspettato che si diffondeva rapidamente dalla parte sinistra del volto al resto della faccia. Si sentì il sangue in bocca.
Che diamine..?!
Gli aveva tirato un cazzotto di una furia inaudita!
«Finiscila di fare la vittima!», Maka gli urlò contro non appena rialzò lo sguardo, sbalordito e dolorante. «Sei una Weapon, l'ultima Death Scyte dello Shinigami, e se ci sono riuscita io a tenere a bada la pazzia, puoi riuscirci benissimo anche tu!».
Colpito e affondato. Letteralmente.
«Makasan...», tentò di intervenire Stein, ma la Technician era già partita in quarta, in direzione del bosco, evidentemente troppo infuriata per fare caso ad alcunché.
«Non ha perso nemmeno la vena violenta, vedo...», sospirò Kidd, scuotendo la testa affranto.
«Ne avevate qualche dubbio, Shinigamisama?», fece Stein, neanche tanto sottilmente ironico.
«Vado a recuperarla», borbottò Soul, facendo perno su una mano per rimettersi in piedi. «Datemi solo qualche minuto».
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


Dunque. Ok. Cioè, no, ok un corno! Le scuse, prima di tutto.
Non voglio guardare quanto tempo è passato dall'ultimo aggiornamento perché fondamentalmente so che ne è passato veramente troppo; ovviamente io e le mie promesse di essere puntuale e mantenere gli aggiornamenti regolari sono andati a farsi f… friggere.
L'unica cosa che posso dirvi è che mi spiace da morire; questa estate è stata abbastanza frenetica e esami, novità nella mia finora inesistete vita sentimentale e novità in casa hanno scombussolato me e la mia ispirazione. Spero possiate essere comprensivi, chiedo perdono in ginocchio in tutte le lingue che conosco (ne conosco cinque, vale qualcosa?), e cerco di rincuorarvi con l'idea che, succeda quel che succeda, andrò avanti è.é
 
Vi farà piacere sapere che è arrivato il momento di recuperare un giro che ho perso all'inizio della fic, tra il capitolo 3 e 4: il prossimo capitolo è un altro Soul-POV! Non avrete davvero pensato che mi sarei limitata a guardare questi due disgraziati perdere il controllo della prima sincronizazzazione senza spendermi in dettagli molto più specifici... ;D
Grazie mille a tutti quanti per leggere, seguire, preferire, commentare... man mano andiamo avanti diventate di più e io vi adoro tutti, sappiatelo ^-^
 
Un abbraccio!
 
 
- BBS
 
 
 
PS: che ne pensate di questo capitolo? Almeno un po’ vi è piaciuto? Fatemi sapere!
  
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