Sono nel mio letto. Stanco. Non ho mangiato nulla, non sono andato in palestra, non mi sono fatto la barba e non riesco a dormire.
Ho spento cellulare e computer, ma la paura non se ne va.
Socchiudo gli occhi e penso che non ho mai avuto la vita così appesa ad un filo
come ora: quella donna che ce l’ha tanto con me potrebbe arrivare da un momento
all’altro, tagliarmi la gola e trascinarmi in un incubo eterno. Mi tremano le
mani.
il sangue mi si gela nelle vene.
Qualcuno mi osserva nella penombra, riesco a percepire le sue inquietanti movenze espandersi sui muri.
Mi sveglio di colpo a causa della suoneria del telefono di casa. Non so perché, ma sento che devo rispondere nonostante la paura che mi affligge.
Alzo il ricevitore, con il fiato sospeso.
“Pronto?”
“Pronto, Tatsuya?”
“Chi parla?”
“sono io, Shizuka…ho scoperto una cosa agghiacciante…”
“Cosa?”
“Ho ritrovato una foto in cui mi trovavo ad una festa. E c’eri anche tu, c’era
anche Naomi e MegumI”
“Sì, anche io ne ho trovata una”
“Forse il giorno in cui hai umiliato Megumi c’ero anche io…ma non ho fatto caso
nemmeno alla tua presenza, quindi è quasi
impossibile che ricordi una tua
scenata”
“Senti…ma chi sono quelle ragazze che ballano con te?”
“A quanto pare quel giorno ero venuta alla festa con Naomi, Yoko, sua sorella
ed una amica di Yoko.”
“Mmmh..capisco…sai, Shizuka…vorrei tanto ricordare”
“Forse…hai avuto un rapporto con Naomi e…sua sorella era innamorata di te…forse
è per questo che l’hai fatta soffrire”
“ma come ho potuto avere un rapporto con una ragazza che non conoscevo?”
“Eri ubriaco…chissà quante te ne sei fatte quella sera…”
“Smettila, non sono quel tipo di ragazzo”
“Sì, che lo sei…comunque, ho appena avuto un incubo”
“Che specie di incubo?”
“Ero in una sorta di landa desolata e innevata, ma ero nuda. Riuscivo a sentire il freddo sulla mia pelle,
ma non sentivo aria, era come stare sott’acqua. Davanti a me, poi, all’improvviso
il ghiaccio si sciolse e prese vita una sorta di fiume dall’acqua verde. Al di
là di esso c’eri tu che mi salutavi e mi dicevi che se fossi riuscita a
superare il fiume mi avresti baciata. “
“Tu che hai fatto?”
“Non so perché, ma rimasi impassibile e immobile. Poi tu hai estratto dalla
tasca della giacca del legno e hai costruito un ponte per me. Io ero felice,
potevo raggiungerti, hai lanciato il ponte rudimentale verso di me. L’ho legato
alle mie estremità e tu alle tue.
Poi ho iniziato ad attraversarlo, ma proprio mentre ti stavo
raggiungendo, due mani attraversarono le cavità lasciate aperte del ponte e mi
trascinarono giù nell’acqua salmastra. Tu ti sei spaventato e hai cercato di
tuffarti per salvarmi, ma tossivi. Dalla tua bocca è cominciato ad uscire
sangue, poi capelli e infine dalla tua
bocca è uscita una ragazza ,nuda. Alzai lo sguardo e vidi che si trattava non
di Megumi, ma di Naomi e mi sorrideva. Continuava a ripetermi che saremmo state
amiche per sempre. Intanto quelle mani mi trascinavano sempre più in basso. L’acqua
mi penetrava in gola: stavo morendo. La mia testa vacillava e di fronte a me
riuscii a vedere Yoko e Hideo, ringraziandomi di averli raggiunti per far loro
compagnia”
“è terribile…”
“Poi tu, all’improvviso ti sei svegliato, ancora sanguinante, ti sei tuffato. Mi
hai portata in superficie e mi hai baciata. Mentre ciò accadeva la landa
scomparve e apparve della gente che ballava. Mi hai abbandonata, hai raggiunto
Naomi, l’hai baciata e l’hai portata in una stanza dalla porta rossa, il cui
numero era
“090?”
“Sì…”
“090 è un locale…”
“un locale?”
“Sì…lo conosco, ma non ci sono mai andato, è uno strip club in periferia…”
“Non lo so…magari…”
“Quella sera è successo qualcosa…qualcosa di terribile, e qualcosa sembra avere
a che fare con il fiume dietro casa mia. Dobbiamo ricordare. Dobbiamo
ricordare. Se non ricorderemo, non avremo nient’altro da fare, se non morire”
“Non parlare in questo modo, ti prego…mi vengono i brividi”
“Hideo e Yoko sono morti…ma che cosa c’entrano loro?”
“Non lo so…questa faccenda mi sta facendo impazzire”
“Anche a me”
“Hai da fare ora?”
“Sono le due di notte passate”
“Quel locale è aperto a quest’ora…forse il tuo sogno vuole essere un messaggio…”