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Autore: Imbranata09    02/01/2015    18 recensioni
Che dirvi? Una Isabella ed un Edward lontani dal solito. Lei un peperino che la vita ha cercato di spezzare senza riuscirci. Lui un ragazzo arrogante che la vita ha fatto crescere troppo in fretta.
Si scontreranno, si ritroveranno, si prenderanno, si lasceranno, ....
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Pov Bella

10 anni dopo ...


Sono passati dieci anni da quando sono giunta a New York, con un bagaglio carico di entusiasmo, speranze e curiosità. E ne sono capitate di cose nella mia vita, alcune belle altre molto meno. 
Ho tre bambini meravigliosi: Edward junior che il mese prossimo compirà otto anni,  Cory di sei anni e Carole che ha tre anni  ed è la cocca del papà!
Come ha sempre detto, Edward ha voluto tre figli. Adesso si dice soddisfatto ma non si preclude altre gravidanze! Ha sempre detto di volere la casa piena di bambini che giocano e scherzano. Ed è stato di parola. Sono tre pesti. Ma è colpa del padre che li vizia oltre ogni misura. Farebbe di tutto per loro. E non si risparmia in niente: quando rientra la sera a casa dal lavoro controlla i compiti di Ej e Cory e chiacchiera con loro su quello che hanno fatto a scuola. E, per non ingelosire la piccola di papà, controlla anche i disegni di Carole e li loda ogni volta. Assiste quasi sempre alle partite di basket di Ej e di hockey di Cory. Ed accompagna a lezione di danza Carole. È un padre fantastico.
Ed è bello vederlo rientrare presto a casa dal lavoro, solo per vederlo giocare con i figli e i nipoti. Perché i nostri bambini stanno crescendo insieme ai cugini a cui sono molto legati. E l’abitare vicini li aiuta a stare spesso insieme.
Rachel e Justin, due affermati medici, hanno avuto un altro figlio: Thomas che ha 8 anni. E nella loro attività filantropica si sono ritrovati ad adottare una bambina che oggi ha 3 anni ed è la migliore amica di Carole. Si chiama Mary ed è veramente un angioletto.
Rachel, da sempre, è la sorella che non ho mai avuto. Quella a cui confido tutto, anche i momenti no con Edward. Perché, come in ogni matrimonio, non si può andare sempre d’accordo. Non esistono le unioni perfette. E, forse, non sarebbe neanche bello avere la vita perfetta, tipo famiglia della pubblicità. Nella vita è anche bello avere opinioni diverse e battersi per far capire all’altro la propria opinione. È quello che stiamo cercando di far capire ai nostri figli. Perchè, anche se sono piccoli, in famiglia anche la loro opinione è importante.
Anche i nostri amici di sempre hanno messo su famiglia e si sono affermati sul lavoro. Siamo ancora molto legati fra noi. Gli unici che non riusciamo a frequentare con assiduità sono Mark e Vic. Per lavoro di Mark, si sono trasferiti in Germania. Con le moderne tecnologie riusciamo a sentirci spesso. Ma non riusciamo a vederci per più di un paio di volte l’anno.
Matteo e Pierre sono due zii fantastici e spesso lasciamo i bambini con loro. Hanno la nostra più totale fiducia e loro adorano gli zii. Matteo dopo un solo anno di permanenza a New York è stato assunto alla NYU con una cattedra in storia della filosofia. Il suo sogno realizzato. Mentre Pierre, oltre che a lavorare nella clinica, ha aperto uno studio. Si è specializzato nel lavorare con gli adolescenti ed è veramente bravo nel suo lavoro. Forse, proprio per questo, i suoi nipoti lo amano. Nel corso degli anni ha provato a riallacciare i rapporti con la sua famiglia. Da un paio d’anni c’è una bella novità nella sua vita ed in quella di Matteo. Con loro è venuto a vivere Lambert, un ragazzino di 9 anni, figlio della sorella di Pierre. Purtroppo, lei è morta per un tumore e il padre del bambino, che non lo ha mai riconosciuto, non ha voluto occuparsi di lui. I nonni sono troppo anziani per occuparsi di un bambino e quando gli assistenti sociali francesi lo hanno contattato, non ha esitato un momento a partire. I primi tempi a New York per Lambert non sono stati molto facili. Il primo problema lo ha avuto con la lingua. Fortuna che siamo in diversi in famiglia a parlare il francese. Lo abbiamo aiutato tutti ad ambientarsi. Gli aiuti più importanti sono arrivati dai nostri figli che lo hanno subito accolto come un cugino ed ora, a distanza di due anni, è perfettamente inserito nella realtà americana, in famiglia ed a scuola.
Ho un lavoro splendido. Alla fine ho scelto di lavorare con Edward. E lui ne è stato più che felice. Come mi aveva detto, non ha interferito nelle mie scelte. E così ho provato la carriera universitaria. Ma non mi ha dato le soddisfazioni che cercavo e dopo un paio d’anni ne ho parlato con Edward. E lui, dolcemente, mi ha solo detto che il mio ufficio era ancora vuoto! Mi ha sorriso e non ha aggiunto altro. Un paio di giorni dopo ho sottoscritto il contratto di assunzione con la sua società!
Lavorare per lui mi ha permesso anche di gestire meglio i bambini e di potermi assentare quando loro non stavano e non stanno bene.
Ancora oggi, comunque, la prof. Green mi chiama per tenere dei seminari all’università.
Mentre Edward ha fatto il percorso inverso al mio: da un paio d’anni ha un corso tutto suo alla NYU. E sono orgogliosa di lui.
Ho assistito alla sua prima lezione. Mi sono seduta in prima fila e con lo sguardo l'ho incoraggiato per tutto il tempo. Dopo un inizio tremolante, ha cominciato ad illustrare il programma del suo corso ed ha fine lezione sono stati decine i ragazzi che sono andati ad iscriversi. Oggi, Edward è tra i docenti più stimati, oltre che sexy, dell'università e molti suoi studenti sono ragazze. A cui, quando vanno nel suo ufficio per chiedere spiegazioni, mostra la foto dei suoi figli! Sostiene, infatti, che le ragazze di fronte alla foto della moglie non si sono mai fermate. Mentre quando vedono la foto dei tre figli, vanno via deluse!
Purtroppo la vita non è sempre stata generosa con me. Poco prima di sapere della gravidanza di Carole, i miei genitori sono morti in un incidente stradale. Per me, in particolare, è stato un trauma. E solo con la pazienza e la vicinanza di Edward, sono riuscita a riprendermi. Edward che non ha esitato a lasciare il lavoro per qualche mese per starmi vicino, insieme ai nostri figli.
Sono felice che abbiano passato gli ultimi anni di vita felici, insieme a noi figli e con gli amici di sempre. Erano orgogliosi di Matteo e di me, ma anche di Pierre e Edward. Papà stravedeva per Edward ed era evidente agli occhi di tutti. E mio marito lo ha sempre rispettato come il padre. E sono felice che papà abbia vissuto gli ultimi anni della vita nella sua città che ha sempre amato.
Poco dopo la morte dei miei genitori e dopo averne parlato con Matteo, ho chiesto ad Edward di vendere l’hotel dei miei. Lui ha preso tempo. Non ha voluto sentirmi. E abbiamo litigato tanto per la mia richiesta. Volevo venderlo perché mi faceva paura pensare di tornare a Rimini e non trovare la mia mamma e il mio papà. E allora  Edward ha affidato i nostri figli ai suoi genitori e, con la forza, mi ha fatto salire sull’aereo. Non mi ha detto la meta. Pensavo andassimo sulla sua isola.
Quando mi sono svegliata in Italia ho cominciato a piangere. Ma Edward non ha permesso che mi deprimessi. Anzi, mi ha fatto ridere ed emozionare tanto. Mi ha portato nella mia casa e ha cominciato a parlare. In ogni angolo mi raccontava un momento di vita vissuta. Alcuni suoi con mio fratello. Altri momenti vissuti insieme. Momenti allegri e romantici. Ha parlato per ore, finché ho capito. E mi ha fatto la domanda:
- Vuoi veramente che venda tutto questo? La nostra vita? – e l’ho abbracciato e ho capito. Non lo ringrazierò mai abbastanza.
Edward, anche in quella circostanza, si è dimostrato la mia forza e il mio punto di riferimento.
Ed è a Rimini che  abbiamo scoperto di aspettare Carole.

Pov Edward

Sono in riunione in ufficio. Oggi voglio andare via presto perché è il compleanno delle gemelle e voglio vederle tagliare la torta. Osservo Bella che sta illustrando ai nostri clienti i dati finanziari. È una bellissima donna ed è divenuta una brillante manager. Su lei posso fare affidamento più di chiunque altro.  Osservo che uno dei nostri interlocutori sta fissando mia moglie in modo un po’ troppo insistente e non sembra molto interessato ai dati. Sono le cose che mi fanno incavolare, queste.
Bella parla ancora molto. Diverse volte le faccio segno di stringere e pur accorgendosene, continua nella sua relazione. L’ho detto: è professionale!
Quando finalmente rimaniamo soli in sala riunioni, si avvicina.
- Com’è andata? – si siede sul bordo del tavolo e mi fissa. Controllo che la porta sia chiusa.
- Sei stata grande e sicuramente firmeranno. Ma il tizio era più interessato al tuo sedere che a quello che  avevi da dire – mi guarda come se non credesse alle mie parole.
- Questa gonna ti fa un culo meraviglioso! – rido mentre le mie mani cominciano a risalire sulle sue cosce.
- Edward può entrare qualcuno – e mi avvicino all’interfono.
- Venice sono in riunione con Bella. Non far entrare nessuno – probabilmente sa cosa stiamo per fare! Tranquillizzata  si avvicina e comincia ad allentare la cravatta e sbottonare la camicia. Mentre, senza spogliarla, le tolgo le mutandine e le alzo la gonna sui fianchi. Pochi istanti e mi metto in piedi. Entro in lei con poca difficoltà è già umida per me. Sorrido. E con poche spinte arriviamo entrambi all’apice del piacere. ci ricomponiamo in silenzio, ma soddisfatti.
- I bambini sono già da Rachel. Hai ancora da fare in ufficio o possiamo andare? – la guardo e rido. Conosce la mia agenda meglio di me! Anzi, spesso è lei che la modifica in base alle esigenze familiari.
- Sai benissimo che possiamo andare, miss perfettina –
- Ma non mi sognerei mai di dire al capo quello che deve fare! – sorridiamo e salutando Venice andiamo via.
A casa di mia sorella ci sono molti bambini. Non hanno più lasciato la dependance e la mamma l’ha fatta ristrutturare per renderla confortevole per tutti loro; abbiamo ceduto loro una parte del giardino che abbiamo in comune ed  è divenuta una casa bellissima. Non ricorda nulla della vecchia dependance. E così hanno avuto la loro bella casa senza doversi allontanare dai nostri genitori, a cui siamo tutti molto legati. Ci sono anche tutti i nostri amici e alcuni loro colleghi di lavoro.
- Ciao fratello, assaggia e dimmi se è buona – Rachel non mi da possibilità di scelta e mi infila in bocca un pezzo di pizza. E attende il mio responso.
- È buona, dottoressa. Ma non l’hai fatta tu, vero? – e la prendo in giro. Perché non sa cucinare. In casa loro lo chef è Justin. Ed evita spesso e volentieri che Rachel avveleni i loro figli!
- Me l’ha insegnata Maria. Non ti nascondo che ha dovuto spiegarmi i passaggi quattro volte – e ridiamo mentre la saluto con un bacio.
- Bella? –
- Si è fermata a lasciare il regalo sul tavolo in giardino – mi guarda e ride.
- Le tue nipoti non le hai ancora viste? Hanno una richiesta per il loro zio preferito! – la guardo ma non mi dice altro. E mentre mia moglie arriva verso di noi ridendo, Rachel la blocca prima di parlare:
- Eli e Mati ti hanno detto del regalo? – ridono entrambe mentre Bella annuisce. Poi, mi fissa dicendomi che le nostre nipotine mi cercano. Ma non faccio in tempo ad allontanarmi che sono loro ad arrivare.
- Ziooooooooo – e come mi volto le vedo correre verso di me. Apro le braccia per accoglierle e le stringo a me.
- Amori miei, buon compleanno – si allontanano e mi fissano.
- Zio, ci hai portato un regalo? – fisso Bella. E lei ride con mia sorella.
- Bimbe, forse dovreste dire allo zio cosa vorreste … - è Bella ad incitare le bambine a parlare.
- Zio, noi volevamo un regalo speciale per il nostro compleanno che solo tu puoi farci. Non ti facciamo neanche spendere soldi perché è tuo – le guardo e non capisco. Capisco solo che, forse, mi vogliono fregare.
- Ditemi … -
- Pensavamo che ci potevi portare qualche giorno al mare sulla tua isola … - e mi viene da ridere. Andiamo spesso in vacanza sull’isola di famiglia. Ed i bambini adorano stare li. Perché sono più liberi. Non hanno bisogno della guardia del corpo costante e non ci sono giornalisti che cercano di riprenderli.
- Principesse, mi metto d’accordo con il papà e la mamma e ci andremo per le vacanze? – e non c’è bisogno che mi rispondano perché mi saltano addosso.
Scappano via e Rachel va ad occuparsi dei suoi ospiti.
- Questa volta convinciamo anche i tuoi genitori a venire – e Bella mi prende per mano e mi trascina verso i miei genitori.
Loro, negli ultimi anni, sono invecchiati molto. Hanno risentito di tutti gli avvenimenti che hanno costellato la loro vita. Eppure, per tutti noi, sono sempre un punto di riferimento. Lo sono stati per Bella e Matteo quando sono morti i loro genitori. Per Pierre, quando è arrivato Lambert. Per me e mia sorella in ogni momento quotidiano. Ed anche per Alec e James che, nei momenti di difficoltà, trovano conforto a Villa Cullen.
- Siete arrivati finalmente – è la mamma  a venirci incontro.
- Scusaci mamma. Ma c’era una riunione e Bella ha dovuto fare la prima della classe. Ha voluto illustrare anche le clausole che nessuno legge mai – rido con mio padre. Sa perfettamente che scherzo e ammira Bella per tutto quello che riesce a portare avanti. Gli raccontiamo dell’idea che hanno avuto le gemelle e, per la prima volta, accettano di venire in vacanza con noi.
Osservo le bambine spegnere le candeline da lontano. Sono circondate da tutti i loro amichetti. Mentre Carole viene verso di me con il broncio. È vero quando dicono che è la mia cocca. Dopo due maschi è stato bello avere una principessa! Per tutti i miei figli e per mia moglie farei di tutto. Ma quando è Carole che mi guarda e sorride, il mio mondo assume i colori dell’arcobaleno.
- Piccola che succede? – mi guarda e allunga le braccia per essere presa. E passa le sue braccia dietro al mio collo. Proprio come fa la madre quando vuole fissarmi negli occhi.
- Nettuno gioca con me e Mary. Dicono che siamo piccole – la guardo e mi fa ridere.
- Posso giocare io con voi. Mi piacerebbe prendere il te con due principesse – e il sorriso torna sulle sue labbra.  Se i maschi assomigliano a me, Carole è la copia della madre. Stesso colore degli occhi. Stesso ovale perfetto. Solo il sorriso è il mio. Come ha sempre desiderato Bella: che tutti i nostri figli avessero il mio sorriso! Scende dalle mie braccia e corre a chiamare Mary. Sento dietro di me ridere mio padre.
- Allora hai voglia di te! Ed io che volevo offrirti un birra! – papà mi prende in giro.
- Vuoi una tazza anche tu? –
- No, ti porteranno in un posto speciale ed è solo per te l’onore. Io ne ho presi fin troppi quando era piccola tua sorella – e gli sorrido.  
- Non te l’ho mai detto, ma sei stato un papà meraviglioso. – e lo lascio a bocca aperta, mentre mi allontano ridendo!
Sento la mancanza di Charlie e Renee. Gli volevo bene come ai miei genitori. Ed ho imparato tanto da loro. E sto insegnando ai miei figli il valore dell'amicizia che mi ha trasmesso Charlie.  Spesso mi trovo a raccontare loro di quello che mi ha insegnato nonno Charlie. Quando sono morti non ho avuto il tempo di elaborare il lutto. Dovevo essere presente per Bella e per evitare che cadesse in depressione. Ma quando lei si è ripresa, ho pensato spesso all'uomo che mi ha insegnato ad essere un adulto. A Charlie che, in ogni momento della mia vita, mi è stato vicino.
Mi allontano per raggiungere le bambine e osservo tutta la mia bellissima famiglia.
I miei figli sono a giocare a calcio in giardino. Con loro ci sono Lambert e Thomas. Il che vuol dire che andrà per le lunghe. Perché quando loro si incontrano potrebbero giocare per ore intere. Sono molto amici e sono felice per loro.

Justin si è sistemato al barbecue e da lontano gli sorrido. Con il caldo di oggi, stare li vicino sarà un incubo. Mi alza una birra e gli rispondo indicando le bambine. Ha capito e ride di me.
Rachel sta tagliando la torta aiutata dalla mamma che distribuisce fette ai bambini e agli adulti. Quanto si somigliano!!!
Ci sono James e Alec impegnati in una conversazione con Matteo e Pierre.
Non trovo mia moglie e continuo a guardarmi intorno. Poi, sento due braccia avvolgermi il corpo. Mi ha trovata lei.
- Mi cercavi? – l’attiro avanti e la bacio.
- Ti cerco sempre. vuoi una tazza di te? – e sorride mentre mano nella mano ci avviamo verso il tavolo delle principesse che ci attendono per il nostro te!
- Allora isola questa estate? – sorrido.
- Non solo isola. Agosto a Rimini? – e il suo sguardo si illumina. Da quando quella famosa estate non l’ho raggiunta per dichiararle il mio amore, non c’è stato anno che non abbiamo passato lì alcuni giorni delle nostre vacanze.
E mentre camminiamo, senza accorgercene, ci avviciniamo e ci abbracciamo. Sorrido quando me ne rendo conto  e penso che poter camminare il resto delle nostre vite così, abbracciati l’uno all’altro, è il mio unico desiderio. E spero che il destino che a volte è stato beffardo con me, questa volta mi ascolti.
 
E così si conclude SEI IL MIO TSUNAMI. Ci ho messo il cuore in questa storia perché alcuni punti sono autobiografici.
Voglio ringraziare tutte le ragazze che in questi mesi sono sempre state presenti e a cui non sempre ho risposto alle recensioni: le ho sempre lette ma il tempo è tiranno e ho dovuto fare una scelta. Pubblicare nuovi capitoli o recensire i vostri commenti. Ho preferito il primo, sapendo di farvi contente.
Mi è stato fatto notare da qualcuna che non è da tutte le storie avere il numero di recensioni che tutte le mie storie hanno avuto. Per cui grazie ancora della vostra presenza.
Sono ancora choccata perchè ben 90 persone mi hanno inserito fra gli autori preferiti! Non ne capisco il motivo ma GRAZIE!!!
Penso che leggerete  ancora mie storie. Ma, per un pò, la vita privata prenderà il sopravvento. 
Per adesso vi auguro uno splendido 2015 ricco di soddisfazioni e di amore. Non vi dico di soldi: che farsene quando manca tutto il resto??????
Baciiiiiiiiii a voi tutte.
Tina
 
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Sei il mio tsunami 368 95 20 157
Anche il destino ci vuole insieme 216 141 79 208
Voglia di famiglia 219 154 99 210
Vicini di stanza 241 132 85 180
  
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