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Autore: Jessica Fletcher    20/01/2015    4 recensioni
Christian, i suoi fratelli, la sua famiglia.
Com'è andata veramente quando Christian ha parlato per la prima volta dopo essere stato adottato dai Grey? quali sono i suoi veri rapporti con Elliott? E come si inseriscono i loro genitori adottivi in tutto questo?
Ho fatto qualche ipotesi.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Carrick Grey, Christian Grey, Elliot Grey, Grace Trevelyan Grey, Mia Grey
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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cuccioli

Cuccioli



Non appena mio figlio mi ha chiamato per avvertirmi che sua moglie aveva avuto il bambino e che, quindi, ero diventata nonna, ho cercato in tutti i modi di liberarmi dal lavoro per potere andare a vedere mio nipote.
Ma, sfortunatamente, c'era un'intera scolaresca intossicata con delle merendine andate a male e ho dovuto rimandare.
Finalmente, dopo più di un'ora e dopo avere sistemato tutti i bambini e tranquillizzato tutte le madri, ho potuto  scendere nel reparto maternità per incontrare il mio primo nipotino.
Ero così elettrizzata: non stavo più in me dall'emozione.

Non appena sono entrata nella nursery, ho avuto davanti agli occhi un'immagine che credo porterò con me per tutta la mia vita: mio figlio seduto sulla poltrona a dondolo con il piccolino fra le braccia!
Il mio cucciolo che teneva in braccio il suo piccolo cucciolino!
Non avevo mai visto niente di più tenero, di più commovente e di più bello.

Lui, il mio Christian, era tutto intento a cullare il bambino, sembrava come affascinato e lo guardava  con uno sguardo amorevole come mai gli avevo mai visto, se non per Ana, sua moglie. E mentre lo cullava  gli parlava dolcemente:
"Benvenuto, piccolino. Sono il tuo papà" gli diceva "il tuo papà. Mi prenderò cura di te e farò in modo che non ti accada mai niente di male. Ti proteggerò sempre dalle persone cattive e non ti farò mai mancare nulla. Non soffrirai né la fame, né il freddo, né la solitudine. E di sicuro nessuno mai alzerà una mano contro di te, mai ...nessuno mai. Te lo prometto"

Immediatamente ho ripensato ai suoi primi anni di vita e mi sono venute le lacrime agli occhi.
Il mio povero bambino!

Ricordo ancora, come se fosse ieri, la prima volta che l'ho visto quando me l'hanno portato in ospedale per visitarlo. Era ridotto pelle e ossa, uno scheletro, e gravemente disidratato. Era piccolo piccolo, spaventatissimo, terrorizzato, aveva lividi e segni di maltrattamenti un po' dappertutto.
E poi aveva quelle cicatrici!
Mio Dio! Sedici cicatrici rotonde, sette sul petto e nove sulla schiena, sedici segni di bruciature da mozzicone di sigaretta.
Mi sono sempre domandata quale razza di animale possa avere fatto questo ad un bimbo così piccolo e mi sono sempre domandata quanto deve avere sofferto lui, povera stella, quanto male deve avere sentito.

Ricordo perfettamente com'era quando è finalmente venuto a stare con noi; non parlava e non sorrideva mai. Non piangeva mai; ed è strano questo per un bambino. Era sempre triste e non voleva essere toccato. Di notte aveva incubi che dovevano essere terribili, così immagino perché non mi ha mai detto cosa mai sognasse. Ma erano sicuramente atroci perché si svegliava sempre urlando e con la maglietta zuppa di sudore e tremava...oddio quanto tremava.
Ho passato tante notti in bianco a cercare di farlo riaddormentare; mi sedevo vicino a lui e gli cantavo una canzone o gli raccontavo una fiaba, gli prendevo la mano perché non si lasciava toccare da nessun altra parte.

E mai si è lasciato toccare, per anni. Crescendo si è trasformato da bambino problematico ad adolescente ribelle fino a diventare un giovane uomo di successo, sempre freddo e distaccato con tutti, anche con noi che siamo la sua famiglia e gli vogliamo bene.
Sembrava quasi non sapersene che fare del nostro amore, del nostro interesse nei suoi confronti.
C'era come una barriera, un muto di cinta che lui aveva creato e nel quale si era rinchiuso. Per evitare di soffrire, questo lo capisco. Ma negandosi la possibilità di amare ed essere amato.
Tante volte, quando lo vedevo più triste del solito, quando capivo che stava annaspando, lottando contro i suoi demoni, avrei tanto voluto abbracciarlo, stringerlo forte a me. Ma non potevo e questo mi faceva stare male. Molto male.

Christian ha cominciato a cambiare, seppure molto lentamente, da quando ha conosciuto Anastasia, sua moglie. L'ho visto mutare giorno dopo giorno davanti ai miei occhi, diventare più comunicativo, quasi solare, per certi aspetti felice. 

Finché un giorno, un bellissimo e terribile giorno, proprio in una stanza di questo ospedale, davanti a sua moglie in coma, ha finalmente esternato verso di me tutte le sue paure ed è scoppiato a piangere. L'ho tenuto stretto al mio cuore, come avrei voluto fare quando era piccino, e l'ho cullato per confortarlo. E, in una volta sola, ho confortato sia il giovane uomo che avevo davanti sia il mio bambino di ventiquattro anni prima.
Tutto in una volta.

Asciugo in fretta una lacrima che ha iniziato a scivolare giù dal mio viso e mi avvicino.
Mio figlio alza lo sguardo, mi vede e mi sorride.
Guardo il piccolo da vicino, sta dormendo. E' bellissimo, perfetto, meraviglioso.

"Oddio, Christian!" esclamo "è bellissimo!"
Lui mi sorride nuovamente, orgoglioso, poi mi chiede:
"Vuoi tenerlo?"
Annuisco e prendo la creatura che ha in braccio.
Mio nipote si agita per alcuni secondi, quasi infastidito dal cambio del braccio, poi, forse, capisce in un certo modo di essere in mani sicure e si riabbandona al sonno.
Mio figlio gli accarezza la guancia col solo dito indice, che sembra enorme, paragonato ai minuscoli lineamenti del neonato, poi dice:
"Mamma, ti presento tuo nipote: Theodore Raymond Grey"

Gli ha dato il nome di mio padre!

Ha dato al piccolo il nome di mio padre!
Resto qualche minuto fra l'incredulo e lo sconcertato, poi, con voce strozzata dall'emozione, mormoro:
"Oddio, Christian, gli hai dato il nome del nonno!"
"Sì, mamma" risponde "e l'ho fatto per te. Non credo che potrò mai ringraziarti abbastanza per avermi salvato la vita, adottandomi. Se tu e papà non mi aveste preso con voi adesso..." si ferma un secondo pensieroso, si passa un mano fra i capelli e posso scorgere come un brivido che gli attraversa il corpo, poi prosegue, con voce smorzata, rotta dall'emozione "adesso chissà dove sarei. Oh, mamma! Credo che non ti potrò mai ringraziare abbastanza, per tutto! Per avermi dato una casa e una famiglia; per avermi curato e sopportato in tutti questi anni. Soprattutto per avermi amato, anche se io non lo sapevo, anche se solo ora me ne sto rendendo conto."
Mi cinge le spalle in un gesto affettuoso stringendo anche Theodore, unendo così, in un solo abbraccio, le sue radici  e il suo futuro.

Adesso le lacrime scivolano copiose sul mio viso; mi appoggio al suo corpo facendomi stringere ancora più forte e mormoro commossa:
"Bambino mio, per niente al mondo ti avrei lasciato al tuo destino. Credo di averti amato sin dal primo momento che ti ho visto, col tuo lutto, il tuo dolore, la tua rabbia e la tua malinconia. Non ho pensato mai per un momento di abbandonarti, mi sei entrato dentro e ci sei rimasto. Lo sarai per sempre. Ti voglio bene, Christian, tanto";
"Ti voglio bene, mamma! Grazie ancora, grazie per tutto".

Ti voglio bene, mamma.
Erano anni che aspettavo queste parole e avevo paura che non sarebbero mai venute.
E ora che le ho sentite, finalmente ho il cuore in pace.
Temevo che mio figlio non avrebbe mai potuto esternare il suo affetto per me, ora so che non è così, che era solo questione di tempo.
E' stato abbattuto anche l'ultimo brandello di muro.

Sono qui, in una sera di primavera, fra le braccia di mio figlio e con  mio nipote fra le mie braccia e penso di non essere mai stata tanto felice.


E la mia long finisce qui!
Ho pensato di dare a Grace l'opportunità di esternare i suoi pensieri, rievocare il passato e assaporare il presente e il futuro.
Chiudo qui anche per non diventare ripetitiva e già questo capitolo riprende tematiche dei capitoli precedenti e assomiglia a una one-shot che ho scritto tempo fa (Father and son) sul rapporto fra Christian e Carrick, per cui meglio fermarsi.
Penso che scriverò altre cose, ho qualche idea che mi balena in mente, continuate a seguirmi.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguito,  chi ha recensito, chi mi ha messo fra le seguite, le preferite ecc. ecc.
Ho cercato di fare del mio meglio e spero di esserci riuscita.
Come sempre attendo recensioni
Baci

Love
Jessie





  
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