23.40
Sui muri molli di muschio passo le dita,
le pietre ficcate in ogni spigolo
sono scaglie di pesce.
Le mie mani compresse
contro pareti di edera marcita
spingono forte sulle foglie lisce,
dilatano lo spazio che svanisce
tra due vecchie case smesse
che non ospitan pių vita;
č buio e da qui non si esce.
***
Il vicolo scende o va in salita?
Dipende
da che parte lo si prende,
ma anche se agli occhi č dritto il passaggio
mi perdo ad ogni masso ed č un miraggio
la luce azzurra che vedo infondo?
Allora corro gių e poi su
e ad un tratto mi appare il mondo,
come l'avevo lasciato o perso nel mio viaggio:
il cielo di vetro, i tetti rossi e il sole di maggio.
***
Mi volto indietro e guardo il passo
che ho appena varcato
e sembra basso e adombrato,
schiacciato dai muri di quelle due case
dalle finestre rotte
e i muri di sasso.