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Autore: mischiri    08/09/2016    2 recensioni
Ciao a tutti! Eccomi qua con la mia prima storia su Versailles no
Bara! Dopo essermi ampiamente dedicata a Xena, ho deciso di
mettere a frutto un'idea particolare anche in questo caso!
Nessuno di noi fan ha mai apprezzato la morte di Oscar e così
mi sono chiesta: cosa sarebbe accaduto se Oscar fosse
sopravvissuta e avesse combattuto in prima linea con i ribelli? E
soprattutto come avrebbe gestito un sentimento che mai prima
di allora aveva provato? Riuscirà a voltare pagina? L'unico
modo che avete per scoprilrlo è LEGGERE! hahaha ovviamente
ogni commento o critica sarà accettata con piacere! Buona
lettura a tutti e mi raccomando recensite!!!
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Revolution of life Capitolo VI

Ciao a tutti! :3 Rieccomi con un nuovo capitolo corposo! Mi scuso in anticipo se troverete alcune frasi in caratteri più piccoli, ma non ho capito cosa è preso all'html e per quanto lo correggo ritorna uguale a prima <.< Comunque.. Ringrazio tutti coloro che hanno inserito la storia tra le seguite e le preferite e soprattutto invito abnormal a leggere attentamente per capire in che cosa sono stata da lei ispirata! Buona lettura a tutti e, mi raccomando, recensite!!!

Capitolo VI

"Partenze..."

Palazzo delle Tuileries

Maria Antonietta avanzava in fretta lungo il corridoio tetro e freddo, mentre il cuore le batteva forte nel petto e la mente cavalcava selvaggia.

Finalmente la buona sorte sembrava essersi ricordata di loro, finalmente uno spiraglio di luce, seppur fioco, era comparso davanti a lei, riscaldandola con i suoi raggi.

Era tutto reale, o forse si trattava di un magnifico sogno da cui si sarebbe risvegliata improvvisamente?

Inforcò senza la minima esitazione la porta della stanza da letto e, incurante del marito addormentato, spalancò le tende consunte, dirigendosi a rapidi passi davanti allo specchio sporco.

Un sorriso felice le adornava le labbra, formando quella fossetta che tanto le piaceva e che un tempo era invidiata da ogni dama di corte.

Siamo salvi, lo so.. Deve essere così.. Lei.. Lei ci salverà, come sempre ha fatto.. Oh sono così felice.. Così felice..”

Lacrime trasparenti cominciarono a scenderle lungo le guance, ben presto coperte dalle dita pallide.

Da quanto non si sentiva così?

Le pareva di essere tornata di nuovo giovane, di nuovo bambina.

Si sentiva come quando rincorreva le farfalle nei giardini di Schonbrunn, come quando nel lontano 1770, giunta finalmente in Francia, aveva visto una figura longilinea cavalcare accanto alla sua carrozza ed era rimasta incantata a guardarla...


Clop, Clop, Clop

Il passo regolare del cavallo era come una ninna nanna selvaggia che le accarezzava le orecchie. Era giunta da poco in quella terra straniera, ma già si era innamorata di quel paesaggio, a tratti brullo, a tratti verdeggiante, che circondava la sontuosa carrozza che la trasportava.

Non era tuttavia il paesaggio ad attirarla maggiormente, quanto un soldato, un meraviglioso soldato dai lunghi capelli dorati e dallo sguardo azzurro come il cielo primaverile.

Era rimasta tutto il tempo ad osservarlo, godendo della grazia e dell'eleganza dei suoi movimenti, della serietà della sua espressione, dei giochi di luce che i raggi del sole creavano illuminando le sue medaglie.

Ne aveva così tante, eppure pareva così giovane!

Vostra Altezza, siete piuttosto silenziosa, non è da voi..”

La voce gentile della sua accompagnatrice le giunse alle orecchie come se provenisse da un altro mondo.

Io.. Oh.. Mi dispiace.. Devo essermi distratta..”

Stavate osservando il capitano Oscar, non è vero? E' così tremendamente affascinante..”

La donna si lasciò andare ad un sospiro estatico, al quale Maria Antonietta non potè fare a meno di unirsi

Avete ragione.. Non ho mai visto un ragazzo così bello e delicato al tempo stesso..”

Un ragazzo.. vostra Altezza?” la dama scosse appena la testa, prima di abbandonarsi ad una risata, a stento contenuta dall'elegante quanto laborioso ventaglio. “Allora non sapete.. Il comandante Oscar è una donna! E' stata allevata da suo padre, il generale De Jarjayes, come un ragazzo ed ora è il comandante delle guardie reali. Si occuperà personalmente della vostra sicurezza, come siete fortunata! Non sapete cosa darei per poterla avere intorno tutto il tempo!”

Maria Antonietta spalancò le labbra a quelle parole e si portò una mano alla guancia color pesca “Una donna, dite..? Che delusione..”


Il russare rumoroso del marito la riportò bruscamente alla realtà.

Ricordava ancora quell'emozione, quella sensazione che le aveva fatto contrarre lo stomaco, quel giorno, e che la prendeva ogni volta che vedeva Oscar.

Nulla era cambiato nonostante gli anni trascorsi, anzi... l'affetto che nutriva nei confronti del capitano era aumentato a dismisura, alimentato dalla sua gentilezza, dalla sua devozione e dalla sua lealtà.

Quanto aveva sofferto quando si erano separate, quanto aveva sofferto quando le avevano confidato la notizia della sua morte.

E quanto era felice in quel momento, nonostante la difficile situazione in cui si trovava!

Oscar.. Quante altre volte mi salverai la vita? Quanto ancora dovrò ringraziarti? Quanto forte ancora batterà il mio cuore alla tua vista? Stamane mi hai sorriso, come mi sorridevi una volta, incurante dei miei capelli, delle mie mani.. Mi hai stretto con forza e io mi sono aggrappata a te come il naufrago alla sua zattera.. Oh Oscar.. Non sai quanto significa averti rivisto.. E' stato come una ventata di giovinezza, un'immersione nei nostri ricordi.. E' stato come tornare a Versailles, nella sala da ballo, e danzare sulle note del Minuetto di Boccherini. Ricordi quanto ci piaceva?

Era la nostra musica preferita...”

Un altro russare la fece sobbalzare, quasi fosse stata una ladra colta sul punto di rubare un gioiello.

Maria Antonietta si portò una mano al petto e con un respiro profondo cercò di calmare gli emozionati battiti del proprio cuore, imponendosi di concentrarsi su quanto era necessario fare in quel momento: svegliare suo marito e informarlo di tutto.

Luigi.. Luigi! Svegliati, Luigi!” esclamò con voce perentoria, avvicinandosi in fretta al letto.

Il lucchetto è troppo spesso, mastro fabbro, non vedete..?” bofonchiò il marito per tutta risposta.

Luigi! Insomma!!” esclamò ancora Maria Antonietta, cercando di sovrastare il rumore assordante e cominciando a scuotere il marito per le spalle senza la minima grazia.

A quel gesto, il pover'uomo scattò a sedere, gli occhi ancora semichiusi e i capelli arruffati

Antonietta! Cosa succede?”

Ho una splendida notizia da darti.. Una notizia magnifica..”

Hai ricevuto una lettera da tuo fratello?” tentò lui speranzoso, piegando poi le labbra in una smorfia di disappunto quando lei scosse la testa

No, ma una notizia altrettanto importante.. Oscar.. Oscar è venuta qui!”

Oscar...? Il comandante.. Oscar..?” ripetè il marito sconvolto, mentre le labbra si piegavano per la seconda volta, assumendo un'espressione perplessa.

Lei è viva! E ha organizzato la nostra fuga! Partiremo stanotte con i bambini e ci salveremo da questo inferno!!”

Fuga..? Stanotte? Ma di cosa stai parlando? Sei impazzita? Non possiamo fuggire.. Il popolo..”

Il popolo vuole la nostra morte, Luigi.. La nostra sconfitta non ha placato l'anima dei rivoltosi più agguerriti... Oscar...”

E non hai pensato nemmeno un istante che potrebbe essere una trappola?” la interruppe lui con voce tagliente, mozzandole il respiro.

Una trappola? Ma cosa stai dicendo, Luigi?”

Mi sembra di ricordare che il comandante Oscar ci ha tradito ed è passata dalla parte dei ribelli. Non ricordi forse che la Bastiglia è caduta grazie alla sua azione? E ora mi chiedi di seguire il suo consiglio e di fuggire dalla mia città come un codardo? Tu forse hai dimenticato il suo gesto disonorevole, ebbene, io no! Noi non ci muoveremo da qui, nemmeno se il fantasma del mio caro nonno comparisse davanti a noi!”

Maria Antonietta scosse la testa, le mani prese da un fremito incontrollabile

No.. No Luigi, tu non capisci.. Lei.. Lei è sempre stata mia amica. Lei è mia amica.. Non mi farebbe mai del male..”

Lei ti ha già fatto del male, Antonietta.. Ci ha abbandonato nel momento del maggior bisogno e ora ritorna con chissà quali oscuri propositi! Potrebbe essere agli ordini di Robespierre, non ci hai pensato? Forse vuole consegnarci direttamente ai ribelli..”

Tu vaneggi.. Lei non farebbe mai..”

SEI TU CHE VANEGGI!” urlò Luigi, facendo rimbombare la voce nella piccola stanza.

Maria Antonietta rabbrividì e indietreggiò di un passo. Non aveva mai visto il marito così risoluto, né l'aveva mai udito alzare la voce contro di lei o contro chiunque.

Antonietta, ti prego, non capisci che è una follia..? Se pure Oscar ha davvero intenzione di salvarci, come pensi che riuscirà nel suo intento? Parigi è controllata, i confini sono controllati..”

Io mi fido di lei come di nessun altro.. Lei salverà le nostre vite e con esse quelle dei nostri figli.. Non pensi a loro? Sono spaventati, terrorizzati e io non resterò con le mani in mano, aspettando che quelle bestie me li strappino via! Io devo proteggerli e se questo significa abbandonare quel briciolo di dignità che mi è rimasta, ebbene.. Lo farò senza rimorsi, né rimpianti, perché mia madre l'avrebbe fatto per me..”

Luigi XVI sospirò, alzandosi dal letto e raggiungendo la moglie che intanto si era voltata di spalle

Per i nostri figli..?” domandò con voce sottile

Per i nostri figli, Luigi.. Te lo chiedo in nome dell'amore accecante che nutro per loro.. Non voglio rivivere quello che ho vissuto con Louis Joseph..”

L'uomo si irrigidì al ricordo del figlioletto morto e sentì dissolvere dentro di sé anche il più piccolo impeto battagliero.

E sia.. Ci fideremo di lei ancora una volta, ma sia chiaro.. E' solo per la vita di Maria Teresa e di Louis Charles, non per altri motivi..”

Maria Antonietta si voltò parzialmente, gli occhi resi lucidi dalle lacrime imminenti “Grazie.. Non te ne pentirai, te lo prometto. Lei.. lei ci salverà ancora una volta come ha fatto in passato..”

Luigi XVI sospirò, scuotendo leggermente la testa “Prego che accada, altrimenti non ci sarà più nulla a salvarci dalla morte..”


Base ribelle
Robespierre guardava i fatiscenti palazzi di Parigi in perfetto silenzio, le mani conserte dietro la schiena e lo sguardo rilassato.
Era in trepidante attesa, certo che prima o poi Oscar si sarebbe fatta viva per annunciargli la riuscita della prima parte del suo piano.
Curioso quanto fosse stato facile portarla dalla sua parte.

Era bastato parlare della Francia e della morte presunta dei sovrani per convincerla.. Non era affatto la persona che i ribelli avevano idealizzato e inneggiato.

Era debole e i deboli non avevano posto nella società florida e forte che sarebbe nata sotto la sua guida.
Aveva bisogno di uomini e donne senza scrupoli, pronti a sacrificare tutto e tutti pur di andare avanti. Aveva bisogno di gente come lui, capaci di scavalcare persino il proprio sangue o i propri amici pur di emergere.
Nessuno avrebbe scommesso su di lui un tempo, eppure eccolo lì, il leader della rivoluzione, il padrone assoluto di Parigi.
"Robespierre! Robespierre!" Una voce concitata lo distrasse dai suoi pensieri.
"Cosa succede, Michel?"
"Il comandate Oscar è qui e chiede di vederti.."
Robespierre mascherò abilmente il suo ghigno dietro un'espressione falsamente incuriosita e fece cenno all'uomo di farla entrare.
Oscar inforcò la soglia senza cerimonie, squadrandolo con sguardo freddo prima di chiudersi la porta alle spalle.
"Ebbene comandante?"
"La regina ha accettato. Stanotte saranno pronti a partire."
Robespierre le rivolse un sorriso soddisfatto e battè appena le mani "Eccellente, davvero eccellente comandante. Sapevo di poter contare su di voi. Ordunque è tutto sistemato, non vi resta che aspettare la notte e recarvi lì. Riceverete mie istruzioni.."
"Un momento, prego, robespierre" Oscar lo interruppe con voce risoluta "ho accettato di portare a termine questa missione, è vero, ma questo non mi rende uno dei vostri galoppini. Voi mi direte tutto adesso. Non sono abituata ad agire senza avere prima un piano ben congegnato."
Robespierre sorrise "molto bene allora, comandante. Se è questo che desiderate.." Si spostò di lato, appoggiando i polpastrelli al tavolo alla sua destra e dispiegò una mappa
"Questa è Parigi, come vedete.. E qui.. Abbiamo Meux (nota 1). Qui vi aspetterà Jacques, il mio contatto, che prenderà i sovrani e li porterà a Varennes, dove rimarranno nascosti finché non si calmeranno le acque."
Oscar rimase qualche momento in silenzio
"E per quanto riguarda le guardie delle Tuileries...?"
"Non saranno un problema. Li conosco personalmente, non vi fermeranno. Ubbidiscono ai miei ordini. Questi sono i vostri documenti di viaggio" aprì un cassetto ed estrasse alcune pergamene.
"Vi fingerete il cocchiere della famiglia Korf. Non temete, la vera baronessa Korf si è trasferita oramai da diverso tempo in Russia per motivi economici e nessuno si ricorda più né di lei, né della sua famiglia, Avete degli abiti da adattare per l'occasione?"
Oscar annuì distrattamente, le dita che si muovevano lungo la mappa fino a fermarsi su una piccola macchia d'inchiostro
"Questa è una foresta, non è vero?"
Robespierre allungò il collo e annuì "non molto estesa, né intricata da quanto ricordo, conosco quelle zone personalmente.."
"Non mi piace.. Le foreste sono dei luoghi insidiosi, soprattutto in certe occasioni. Non c'è un percorso alternativo..?" Socchiuse gli occhi e una piccola strada attirò la sua attenzione "ecco.. Passeremo di qui, è molto più pianeggiante ed adatto ad un viaggio in carrozza."
Robespierre le rivolse un sorriso "come preferite, comandante. Siete voi lo stratega tra di noi.."
Oscar lo guardò per un lungo istante, per poi afferrare le pergamene e dirigersi verso l'uscita
"Voi.. Avete pensato a cosa fare qualora venissimo scoperti?" Domandò appena prima di aprire la porta
"Andrà tutto bene, comandante, glielo assicuro. E qualora accadesse qualcosa, parlerò io al popolo e gli spiegherò cosa è accaduto. Non avete da temere nulla né per voi, né per la regina.. So che le siete molto affezionata e che fareste di tutto per aiutarla, non è vero?"
Oscar si voltò e lo fulminò con lo sguardo "sono una persona leale, robespierre, lo sono sempre stata e sempre lo sarò.."
"Abbiamo un'altra cosa in comune allora, capitano. Prima o poi vi fiderete di me, ve lo assicuro. Vi sto rendendo un enorme servigio.."
"Lo spero, robespierre, altrimenti sarò pronta ad agire di conseguenza e non sarebbe piacevole."
Robespierre sogghignò e le fece un cenno di saluto con il capo, guardandola finché non svanì dietro la porta di legno scuro.
"Hai sentito tutto?" Mormorò poi, voltando il viso verso la libreria alla sua destra.
Si sentì un leggero schiocco e il mobile si spostò, svelando la figura minuta di

Saint-just.
"Naturalmente.. Dobbiamo modificare il piano?"
"Non molto.. La foresta era il punto perfetto per il nostro assalto e lì i ragazzi avrebbero potuto cavarsela anche da soli. Ma adesso.. devi partire anche tu e occuparti della questione..".
Saint-just portò indietro la testa e scoppiò a ridere "finalmente un po' di azione!" esclamò, estraendo un pugnale dalla cintura e cominciando a giocherellarci
"Devi ucciderla, hai capito? È un'occasione perfetta e non deve essere sprecata. Lei è sola, senza Bernard né alain e ha il braccio fuori uso. Non puoi fallire.."
Saint-just sorrise e gli si avvicinò, accarezzandogli piano una guancia "max.. Io sono il tuo angelo della morte.. Sono nato per uccidere chiunque tu voglia.."
Robespierre socchiuse appena gli occhi e coprì la mano pallida dell'altro con la propria, più grande e forte "ho la massima fiducia in te, infatti. Presto, insieme saremo i re indiscussi di questa città e della Francia intera.."
Saint-just annuì e poggiò le proprie labbra su quelle dell'altro in un rapido bacio.
Robespierre assecondò quell'effusione per un lungo momento, prima di allontanarsi leggermente "devi andare, hai molte cose da fare prima di partire.."
Saint-just mugolò appena, dirigendosi nuovamente verso il nascondiglio nella libreria.
Aveva già messo un piede all'interno, quando si voltò verso robespierre "max.."
"Mmm..?"
"Sta attento.."
Robespierre annuì rassicurante e quando la libreria si richiuse, sussurrò

"sta tu attento piuttosto, angelo mio... Va e torna vincitore.."


Rifugio dei ribelli


Non c'era altro rumore nella stanza fiocamente illuminata se non quello della corsa dell'ago attraverso la stoffa.
Rosalie sedeva su una delle polverose sedie di legno accanto al tavolo, intenta a rammendare uno dei calzini di Bernard

Come sei brava a cucire mamma!" La voce entusiasta della bambina fece piegare le labbra sottili di Nicole in un luminoso sorriso.
"Appena sarai più grande, lo insegnerò anche a te, piccolina mia.."
"Ma io sono grande mamma, guarda!" La bambina si sistemò in piedi sulla sedia e allungò le braccia verso l'alto "non vedi come sono alta?"
Il sorriso di Nicole si trasformò in una risata alla vista della figlia e della sua espressione risoluta "sei davvero un gigante! Ma vedi, rosalie, per certe cose serve esperienza, pazienza e tanta buona volontà.."
"Ma tu dici sempre che io sono la bambina più votenterosa del quartiere!"
"Volenterosa, Rosalie.." La corresse con un sorriso Nicole, guadagnandosi uno sguardo imbronciato.
"Votenterosa sì, come ho detto io!" Insistè rosalie, sistemando le manine sul tavolo scheggiato "se mi insegni, mamma, ti aiuterò e non dovrai sempre fare tardi la sera! Lo so che rimani sveglia per poter cucire sempre e comprare tante cose buone per me e Jeanne. Non voglio che ti stanchi tanto!"
Nicole rivolse un sorriso affettuoso alla bambina e le accarezzò piano una guancia "come farei senza la tua bontà, piccola rosalie? Vieni qui allora, ti faccio vedere.."
Spostò leggermente la stoffa e riprese a cucire più lentamente, in modo che la bambina potesse osservare i suoi movimenti "prima su, poi giù.. Prima su e poi giù. Prima su e poi giù e il buchetto non c'è più!" Canticchiò, facendo battere le mani alla piccola rosalie, che subito ripetè felice
"Prima su e poi giù, prima su e poi giù, prima su e poi giù e il buchetto non c'è più!"

Rosalie si riscosse da quei felici ricordi a malincuore.
Quanto tempo era trascorso da quei giorni difficili, ma che a lei parevano così spensierati?
Quanto tempo era trascorso dall'ultima volta che aveva abbracciato sua madre?
La figura dell'esile e al tempo stesso battagliera donna comparve vivida davanti ai suoi occhi, rendendoli immediatamente lucidi.
"Mi manchi così tanto, mamma. Soprattutto in momenti come questi. Tu sapresti consigliarmi e dirmi ciò che è meglio per me. Mi abbracceresti e io mi nasconderei nel tuo petto per dimenticare ogni tristezza.. Oh mamma, se solo potessi confidare a qualcuno i tormenti del mio cuore.. Ho così tanta paura.. Per Oscar, per me, per il nostro futuro, per questo domani così incerto e terribile!! Sono così confusa, così preoccupata.. Chissà cosa penseresti di me.. Avevi così tanti progetti.. Sognavi che sarei diventata una persona importante, che avrei sposato un uomo buono e gentile quando mi fossi innamorata.. Oh mamma.. Adesso sono innamorata come mai pensavo di esserlo, ma di lei.. Di lei che quando mi guarda mi fa impazzire..

Di lei che riempie ogni mio singolo pensiero, ogni mia emozione.. Di lei così sfuggente e così misteriosa. Di lei che è fuggita via senza avere il coraggio di sostenere il mio sguardo. Non era mai accaduto prima... Cosa voleva dirmi e cosa ha tenuto celato nel suo cuore? I suoi occhi, seppur per un breve momento, mi hanno parlato. Ho visto la luce, la fiamma che li animavano.. Se solo potessi essere certa, se solo potessi essere sicura che ciò che ho visto è ciò che è e non ciò che il mio cuore spera che sia.. Mi ero ripromessa di espormi, di dirle tutto ciò che provo per lei, ma

è inutile.. Ho troppa paura, troppa paura di sbagliare, troppa paura di stare vivendo un'illusione, troppa paura di perderla... Se solo fossi più coraggiosa, se solo fossi più simile a te, mamma.. Tu eri così forte, mentre io così debole.. Non so fare altro che piangere.. Non sono stata nemmeno capace di convincerla a non partire stanotte.. Già, stanotte.. Se solo ci penso tremo di terrore.. Come potrà affrontare un così grande pericolo..? È sola, è ferita.. Cosa accadrebbe se la attaccassero? No, non posso pensarci, non posso accettarlo.. Io.. Io devo fare qualcosa.. Io.. Io.. Io devo andare con lei! Sì, non c'è altro modo.. Partirò anch'io.. Non mi importa cosa mi dirà, non mi importa se si arrabbierà.. Io devo farlo.. Devo aiutarla.. In un modo o nell'altro.."
Il grattare della porta la fece sobbalzare e per poco l'ago non le punse il dito.
Oscar entrò stancamente in casa, quasi trascinando i piedi, il viso più pallido che mai.
"Ciao rosalie.." mormorò, rivolgendole un sorriso.
"Monsieur Oscar! Per fortuna siete già tornata a casa! Temevo che Robespierre vi trattenesse troppo a lungo! Avete bisogno di riposo, nelle vostre condizioni.."
"Mi sento bene, rosalie, non temere.. Devo solo.. Riposare un po'.." ebbe solo il tempo di rispondere Oscar prima di barcollare sul posto.
"Monsieur Oscar!” esclamò Rosalie preoccupata, affrettandosi ad affiancarla e ad accompagnarla verso la sua sedia.

Tremava di freddo e, con enorme probabilità, aveva anche la febbre.

Non dovete assolutamente muovervi.. Siete già così debole e ora tremate.. Non potete partire, non stanotte, bisogna avvisare gli altri, il piano..”

Il piano non verrà modificato e io partirò stanotte..” la voce di Oscar era gelida quasi quanto le dita che si erano strette intorno al polso di Rosalie in una morsa glaciale.

Non avremo un'altra possibilità e non sarà un po' di freddo a fermarmi..”

Rosalie scosse lentamente la testa, agitando la mano per liberarsi dalla stretta dell'altra.

Consentitemi perlomeno di prepararvi qualcosa di caldo o gelerete su quella sedia” mormorò, dandole le spalle e dirigendosi dall'altro lato della stanza.

Oscar sospirò, massaggiandosi lentamente la radice del naso, mentre un rauco colpo di tosse le piegava le spalle.

Si sentiva malissimo, era vero, ma non poteva tirarsi indietro, non dopo essere riuscita a convincere la regina, non dopo aver organizzato ogni cosa.

Allungò le gambe per dare un po' di sollievo alla sua schiena dolorante e socchiuse gli occhi, cullata dai rumori soffusi che Rosalie stava producendo.


Faceva freddo, tanto freddo e la neve, nonostante avesse già coperto il paesaggio circostante, continuava a cadere.

Oscar strinse le spalle nel sottile mantello e si guardò intorno.

Non c'era nulla, tranne lei e la neve.

Cos'era quel posto? E, soprattutto, perché si trovava lì?

Non ricordava nemmeno come vi fosse arrivata.

Era sul punto di iniziare a camminare, quanto meno per scaldarsi i piedi intirizziti, quando un urlo soffocato, proveniente dalle sue spalle, attirò la sua attenzione.

Oscar si voltò in fretta, appena in tempo per vedere due figure poco distanti, una più alta dell'altra, che sembravano discutere animatamente.

Chi erano..? Perchè erano in quel posto dimenticato?

Monsieur Oscar!!” il grido terrorizzato della più piccola ebbe il potere di paralizzarle il cuore.

Rosalie.. Solo Rosalie la chiamava in quel modo..

Rosalie! Rosalie!”

Oscar scattò in una folle corsa, totalmente dimentica del freddo pungente,il cuore che le batteva furiosamente nel petto.

Oscar!” gridò nuovamente Rosalie, mentre l'altra figura la afferrava per i polsi e li teneva sollevati davanti a sé.

Non toccarla! Lasciala stare!” ringhiò Oscar furiosa, accelerando l'andatura.

Erano così vicini, eppure sembravano tanto distanti..

Chi sei? Abbi il coraggio di mostrarti!”

La figura sconosciuta scosse lentamente la testa e altrettanto lentamente sollevò il capo.

Portava una maschera, una maschera inquietante: aveva il fondo grigio e su di esso era dipinta un'espressione talmente innaturale da far tremare Oscar di paura.

Chi.. Chi sei tu..?”


Monsieur Oscar! Monsieur Oscar!” la voce dolce di Rosalie le parve potente quanto un tuono.

Rosalie!” esclamò trasognata, rabbrividendo sulla sedia e agitandosi appena.

Perdonatemi se vi ho svegliata, ma è un peccato farlo raffreddare..”

Oscar allungò il collo curiosa e alla vista del liquido ambrato non potè fare a meno di spalancare gli occhi.

Non posso crederci.. E' quello che penso io..?”

Rosalie sorrise e annuì contenta “E' thè.. Ero sicura di farvi felice..”

Oscar lo afferrò immediatamente, portando la tazza vicino al viso per godere di quell'odore forte che da troppo tempo non percepiva.

Come hai fatto a trovarlo? E' rarissimo di questi tempi..”

E' stato il destino a volerlo.. Una signora me l'ha regalato per ringraziarmi di averla aiutata a curare il suo bimbo malato. Penso che fosse la cosa più preziosa che possedesse..”

Oscar le sorrise, prima di assaporare la bevanda e socchiudere gli occhi

Non ricordo nemmeno l'ultima volta che l'ho bevuto.. Non sai quanto mi hai reso felice..”

Ne ero certa.. So quanto vi piace. Vi sentite meglio?”

Mi sento rinata, è diverso.. Ne vuoi un po' anche tu?”

Rosalie annuì e, allungate le mani, si beò della leggera carezza che le regalarono le dita di Oscar nel passarle la tazza.

Rimasero qualche minuto in silenzio, Oscar con gli occhi socchiusi e un sorriso accennato e Rosalie che beveva, godendosi la vista dell'altra finalmente tranquilla.

Fu proprio lei a rompere la calma della stanza.

Ho preso una decisione, monsieur Oscar..”

Una decisione..? Riguardo a cosa..?”

Stanotte verrò con voi e vi accompagnerò per tutto il viaggio..”

A quelle parole il sorriso di Oscar svanì, sostituito da un'espressione di pura disapprovazione

E' fuori discussione. Tu rimarrai qui al rifugio e alcuni ragazzi guarderanno la casa. Mi sembrava di essere stata chiara.”

Lo siete stata, infatti, ma io non sono affatto d'accordo.”

Non sei d'accordo? E pensi che io sia d'accordo a farti venire con me?”

Non importa, perché verrò ugualmente, anche a costo di attaccarmi alle vostre caviglie..”

Oscar scosse la testa e si sollevò in piedi “Tu non verrai, è troppo pericoloso e io non permetterò che tu..”

Io verrò, perché non posso sopportare il pensiero di perdervi ancora!”

l'urlo di Rosalie riempì la stanza intera, facendola poi ripiombare in un silenzio assordante.

Rosalie...”

"No! Non dite altro! Nulla di quello che direte mi potrà convincere del contrario!"

"Ma non pensi ai rischi? Non posso permettere che ti accada qualcosa, non lo capisci?"

Rosalie a quella frase sollevò il capo, gli occhi lucidi di lacrime e di determinazione "se non mi portate con voi, morirò di paura al pensiero che possa capitarvi qualcosa. Siete già morta una volta, non posso sopportare che accada ancora.."

Oscar non disse nulla, ma voltò il viso, incapace di sostenere lo sguardo risoluto dell'altra.

Perché? Perché le stava chiedendo una cosa così difficile?

E perché lei non riusciva ad imporsi davanti a quegli occhi?

Il cuore le batteva talmente forte da farle male e le mani le tremavano per l'emozione. Non doveva voltarsi, non doveva guardarla, altrimenti, sapeva, lei avrebbe letto nei suoi occhi tutto l'amore che a stento il suo cuore stava cercando di trattenere.

"Monsieur Oscar.." La leggera carezza che rosalie le deposito' sul polso non fece altro che aumentare i suoi brividi.

"Vi prego.."

"E sia.. Ma sappi che se lo faccio è solo perché non posso sopportare di farti soffrire." mormorò Oscar senza voltarsi, agitando appena la mano per liberarsi dalla presa dell'altra.

Rosalie non rispose, mentre un sorriso felice le incurvava le labbra.

"Monsieur oscar, io.." cominciò, ma la voce secca e quasi aspra di Oscar

la interruppe bruscamente "Sbrighiamoci, c'è molto da preparare e ben poco

tempo da gestire.."

Place de le Revolution, quella notte

Il palazzo delle Tuileries si stagliava imponente e silenzioso di fronte a lei.

Non c'era nulla, in quella calma apparente, che lasciava presagire quello che di lì a poco sarebbe avvenuto.

Mancava poco, ormai, all'ora stabilita e Oscar si stupiva di essere riuscita a preparare tutto in tempo.

Mentre Rosalie si era occupata di trovare degli abiti consoni al loro travestimento, infatti, lei aveva trascorso gran parte del pomeriggio nei pressi del palazzo delle Tuilereis, per studiare con minuzia i movimenti delle guardie all'interno dei giardini.

Con suo enorme sollievo aveva scoperto che si muovevano in gruppi di due o di tre, compiendo costantemente lo stesso giro intorno al perimetro della struttura, per poi aprirsi ad arco in prossimità della fontana principale e tornare sui loro passi.

Con la giusta tempistica e una buona dose di fortuna sarebbe riuscita ad entrare nel palazzo senza farsi vedere da nessuno.

Sebbene Robespierre le avesse assicurato che le guardie non avrebbero osato contravvenire ai suoi ordini, infatti, Oscar si fidava ben poco delle sue parole.


Sarò io ad entrare nel palazzo di nascosto, mentre tu mi aspetterai con la carrozza nel luogo stabilito, uno degli uomini di Robespierre ti accompagnerà a destinazione..”

Entrare nel palazzo di nascosto? Ma, Monsieur Oscar, non capisco.. Che bisogno c'è di entrare di nascosto quando le guardie non faranno alcuna opposizione..? L'ha detto lui stesso che...”

Non mi fido di quello che dice quell'uomo. Avrò accettato la missione, ma non sono stupida al punto tale da prendere per oro colato ogni sua parola, Rosalie..

Svelta, preparati e recati in Rue de l'Universitè. In base agli accordi ti staranno già aspettando..”


L'espressione coraggiosa che Rosalie le aveva rivolto si mostrava ancora vivida di fronte ai suoi occhi stanchi.

Rosalie.. Così piccola e fragile, eppure così risoluta e determinata.. A volte credo di conoscerti, altre volte mi rendo conto di non conoscerti affatto.. Se penso a com'eri quando sei giunta al mio palazzo e a come sei diventata quasi non ci credo.. Sei cresciuta così tanto che quasi mi spaventi.. Non avrei mai, mai voluto portarti con me.. Tremo solo al pensiero di quello che potrebbe capitarti, ma al tempo stesso so che avrei sofferto enormemente sapendoti lontana da me.. Mai come stanotte credo di aver bisogno della tua forza..”

In lontananza un campanile battè le ore.

Mezzanotte meno un quarto, è il momento..”

Oscar raddrizzò le spalle e, dopo essersi sistemata meglio il cappuccio sul capo, silenziosa come un'ombra uscì dal cantuccio nel quale era rimasta nascosta, dirigendosi in fretta verso la propria destinazione.


Palazzo delle Tuileries, camera da letto

Maria Antonietta sedeva davanti al solito specchio, all'apparenza calma e tranquilla più delle altre sere.

Il suo cuore, tuttavia, fremeva di eccitazione al pensiero che di lì a poco Oscar sarebbe arrivata per condurli verso la libertà e la salvezza.

Oh Oscar.. Non sai quanto desidero vederti adesso.. Sono così felice, ma allo stesso tempo così preoccupata. Andrà tutto bene, non è vero..? Oh.. ma certo che andrà tutto bene se ci sei tu accanto a noi.. Oscar, oh Oscar.. Quando arriverai..? Non attendo altri che te, seduta in questa fredda stanza..”

Inconsapevolmente, le esili dita della mano destra corsero verso la manica sinistra dell'abito ormai consunto e ne estrassero una piuma, una singola piuma bianca che ancora riluceva, perfetta nella sua semplicità, alla luce della candela ormai morente.

Maria Antonietta sorrise, avvicinando la piuma al volto e socchiudendo gli occhi, mentre il ricordo del giorno felice in cui aveva preso quel piccolo oggetto, le pervadeva l'anima.


Buon compleanno, maestà!"
"Tanti cari auguri, vostra altezza!"
Quelle esclamazioni avevano riempito i lunghi corridoi della reggia sin dalla mattina presto, riempiendo di gioia il cuore di Maria Antonietta.
Era il 2 novembre ed era il suo compleanno.
Lo aspettava da più di una settimana ormai e giorno dopo giorno aveva vessato suo marito per scoprire in anticipo quali regali avrebbe ricevuto e quali sorprese sarebbero state organizzate
in suo onore. Era riuscita a scoprire quasi tutto ciò che desiderava, visto che il pover'uomo, suo malgrado, aveva dovuto gettare la spugna e raccontarle quello che sapeva del ballo, dei fuochi d'artificio e dei musici che sarebbero giunti direttamente dall'Italia solo per lei, tuttavia..

Tuttavia c'era qualcosa di quel giorno che ancora non conosceva e moriva dalla voglia di scoprire.
Sebbene fosse ormai giunta la sera, infatti, ancora non sapeva quale sarebbe stato il regalo di Oscar.. Il biondo comandante l'aveva ormai abituata al fatto di ricevere un piccolo pensiero da parte sua in occasione del suo compleanno. Non erano regali costosi, né fastosi, ovviamente, ma preziosi e riservati come lei: dei dolcetti fatti in casa dalla nonna di andré, dei ricami creati da madame de jarjayes e una volta un libro di poesie talmente bello da aver catturato persino lei che mai aveva amato la lettura.
"Avete visto il comandante Oscar quest 'oggi?" la sua voce ruppe il silenzio della stanza, facendo trasalire la cameriera che la stava aiutando negli ultimi preparativi per il ballo imminente.
"No, altezza, ma ho sentito dire che è stata molto occupata per la parata che si terrà domani in onore delle vostre maestà.."
"Capisco.. Molto bene, qui abbiamo finito. Puoi andare.."
"Sì maestà.." Mormorò la giovane, congedandosi con un inchino
Maria Antonietta sospiro' e lentamente si alzò in piedi, dirigendosi con calma attraverso il corridoio che portava al salone degli specchi, un solo pensiero a riempirle la mente "Oscar non ha trovato nemmeno il tempo di farmi gli auguri..

Non era mai capitato prima.."
Incredibile come quella semplice constatazione le avesse tolto l'entusiasmo che solitamente l'accompagnava prima di ogni ballo.
"Sua altezza reale, la regina Maria Antonietta!"

La voce del ciambellano la fece sobbalzare, mentre la calda luce dei lampadari di cristallo la costringeva a socchiudere gli occhi
"Altezza reale.."
"Vostra grazia.."
"I nostri migliori auguri.."
Maria Antonietta si premurò di regalare un sorriso ad ognuno di quei visi adoranti prima di lasciarsi andare ad un sospiro: sempre le stesse frasi, sempre le stesse facce, sempre la stessa routine.

"Forse non è stata poi una buona idea farmi raccontare ogni cosa da Luigi.. Per colpa della mia curiosità non avrò alcuna sorpresa stasera.." pensò delusa, avvicinandosi all'enorme buffet di fronte a lei.
Fu un improvviso brusio alle sue spalle però ad attirare la sua attenzione.
Incuriosita, si voltò immediatamente e quello che vide le fece battere il cuore

per l'emozione.

Non molto distante da lei, bellissima ed altera, se ne stava Oscar in alta uniforme:
il tessuto bianco le aderiva perfettamente al corpo esile e longilineo, facendo risaltare le spalle larghe, mentre i capelli biondi parevano fatti di oro puro paragonati all'argento delle medaglie.

Maria Antonietta spalancò le labbra e le mani le tremarono tanto da far oscillare pericolosamente il bicchiere di finissimo cristallo colmo di vino.

Oscar la stava osservando, il solito sorriso tranquillo ad incorniciarle le labbra.

Da quando i suoi occhi erano diventati così magnetici..?

Da quando il suo viso era divenuto così perfetto da sembrare irreale..?

Stava forse sognando o era tutto vero?

I miei omaggi, vostra Maestà. Vi porgo i miei più sinceri e affettuosi auguri di un felice compleanno.” la voce seria ed impostata di Oscar, inginocchiata di fronte a lei, la riportò bruscamente alla realtà.

Maria Antonietta le sorrise, iniziando a sventolare il ventaglio per calmare l'inspiegabile quanto irrefrenabile tremore alle mani

Comandante Oscar, finalmente vi vedo e per giunta in alta uniforme! Temevo vi foste dimenticato di me, non siete venuto a salutarmi stamane come vostra abitudine. Attendevo con ansia i vostri auguri..”

E il mio regalo, presumo..” aggiunse Oscar scherzosamente, facendo ridacchiare l'altra.

Precisamente, comandante. Devo dedurre che la sorpresa che ho provato vedendovi qui per danzare possa essere considerato un regalo sufficiente?”

Non esattamente, vostra Altezza. Vedete, se sono qui stasera è solo ed esclusivamente per una ragione..”

Non mi dite.. Avete già scelto la fortunata dama che vi accompagnerà nelle danze?”

Naturalmente, maestà... Quella dama.. siete voi..”

Per un attimo tutto intorno a lei svanì.

Voleva.. Voleva danzare con lei..? Era questo, dunque, il suo regalo?

Mi concedereste l'onore di danzare con me..?”

Maria Antonietta non rispose, limitandosi ad osservare la mano guantata dell'altra allungarsi verso di lei, le guance rosse come due ciliegie.

Io.. Io ne sarei enormemente felice..”


I ricordi svanirono così come erano giunti.

Era stata una serata magica, talmente indimenticabile da rimanere indelebile nella sua mente. Aveva danzato con Oscar per tutto il tempo, si era stretta a lei come mai era successo, l'aveva guardata negli occhi così a lungo da aver imparato a memoria ogni sfumatura di quel meraviglioso blu e alla fine della festa, senza nemmeno sapere cosa stava facendo, le aveva rubato quella piuma dal cappello, quella stessa medesima piuma che in quel momento stava stringendo al petto come il tesoro più prezioso che possedeva.

Antonietta.. Antonietta!” la voce ovattata di suo marito, proveniente dall'altra stanza, la fece rabbrividire, costringendola a riporre in fretta il piccolo oggetto

Cosa succede, Luigi?”

Antonietta, sbrigati, Oscar è qui, è ora!”


Nota 1: Meux. Come ho già spiegato nel capitolo precedente, non ho rispettato i reali eventi storici legati alla fuga di Varennes. Difatti la città di Meux era effettivamente presente nel tragitto originale, ma non so se mai si sono fermati lì xD Senza contare poi che nella mia storia Varennes è la meta finale, mentre nella storia la loro destinazione era Montmeady e l'episodio è noto come fuga di Varennes semplicemente perché i sovrani furono catturati a Varennes!

Per ulteriori delucidazioni, vi invito a leggere la nota 2 del capitolo 5!

  
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