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Autore: Anthy    04/12/2009    6 recensioni
La canzone "Gioca Jouer" rivisitata da Bella ed Edward.
In una serie di one shot, tra di loro scollegate, ma accomunate da un tocco di romanticismo, vedremo come i nostri protagonisti applicheranno le varie azioni presenti nella famosa canzoncina.
Azione 1 : Sciare.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Gioca Jouer






Azione 1: Sciare





Niente panico Bella, sei una vampira adesso.
Le probabilità che tu cada sono minime e, anche se cadessi, non sentiresti nulla.
Se tutto va bene, è più probabile che crei una valanga.
Sì, io faccio la valanga e travolgo tutti.

Questi erano i miei pensieri  mentre, seduta sulla seggiovia, mi apprestavo a compiere il mio primo giro sugli sci. Un’alternanza di ottimismo e pessimismo, ma il primo veniva il più delle volte stroncato dal secondo.
E non a torto.

<< Bella, tutto bene? Ti vedo tesa.>>  sobbalzai nel sentire la voce di mio marito e, contemporaneamente, la sua mano sulla gamba.
<< Tesa? Ti sembro tesa? Me che sciocchezza.>> scoppiai in una risatina, molto isterica e poco naturale. Accidenti, nervosa era un eufemismo!
La verità era che ero terrorizzata da quei due pali lunghi, stretti e piatti che avevo ai piedi: già il solo metterli era stato complicato!
Gli scarponi erano stati difficilissimi da indossare: insomma, dovevano farli così rigidi?! Avevo seriamente rischiato di romperli; visto che dosando la mia forza non riuscivo a mettermeli, avevo aumentato “leggermente” la pressione. Per poco non combinavo un disastro… Come se l’attrezzatura per gli sci costasse poco…

Tuttavia, l’occhiata che mi rivolse Edward mi  fece capire che la mia pessima abilità nel dire bugia era stata scoperta per l’ennesima volta. Ecco, una delle doti che possedevo durante la vita umana era sopravvissuta alla vampirizzazione: chi mi assicurava che la mia imbranataggine fosse un’altra capacità mantenuta, se non potenziata?
<< Tesoro, non devi preoccuparti, ci sono io con te. E poi quante volte te lo devo dire? Se cadi o sbatti contro un albero tu…>>
<< Io non mi faccio male, ma sicuramente farei un buco sulla pista o spezzerei l’albero a metà.>> terminai la filastrocca che mi stava ripetendo da ieri sera con una nota isterica, spazzando via con la mano un po’ di neve che si era accumulata sulla tuta.
Avevamo approfittato della giornata nuvolosa, con probabili precipitazioni a carattere nevoso (questa la descrizione della giornata da parte di Alice), per sperimentare lo sci.
Ovviamente Edward sapeva sciare perfettamente.
Ovviamente io no.
All’inizio mi era sembrata un’idea stupenda e tremendamente romantica. Io e lui, sulla neve. Per sbaglio, cadergli addosso e rotolarci poi insieme. Sentire il vento scorrere fra i capelli, come quando correvamo.
Solo che, una volta osservata la pendenza della pista, tutto il romanticismo era svanito. Era rimasto solo un profondo terrore.

<< Non capisco.>> sbuffò Edward, guardandomi imbronciato. << Sei assurda!>>
Aveva voglia di litigare? << Ma va? Ti ricordo che queste stesse parole me le hai pronunciate ancora prima di sposarmi, quindi sapevi a cosa andavi incontro.>> mi inacidivo quando mi diceva che ero assurda. Era un’altra mia peculiarità di base, non mi piaceva che me la rinfacciasse spesso. Io non gli rimproveravo che fosse… Fosse…
Sentii il suo braccio circondarmi le spalle per avvicinarmi a sé e la bocca premere contro la mia guancia, piegata in un sorriso.
<< Se non fossi stata assurda, non ti avrei sposata né mi sarei innamorato di te, mia Bella.>>
<< Non so se devo prenderlo come un complimento o no. Sembra quasi che ti sia innamorato della mia assurdità.>> ecco, non gli rimproveravo che fosse troppo persuasivo. Usava sempre ogni sua arma di seduzione contro di me. Ora, come potevo io rimanere anche mezzo minuto arrabbiata?
<< Che sciocca che sei!>>
<< Quanti complimenti… Era da tanto che non me ne facevi di così carini. A cosa devo la causa?>>

Per tutta risposta, si limitò a ridere prima di appoggiare le sue labbra sulle mie, in un bacio che divenne profondo fin troppo velocemente. Per istinto, mossi le mie braccia in avanti, per allacciargliele al collo. O meglio, le avrei allacciate se tra le mani non avessi avuto i bastoni da sci. Bastoni che non potevano passare a causa della protezione del seggiolino.
Lui non aveva invece problemi, le teneva con una mano sola. Esibizionista.

<< Accidenti.>> mugugnai infastidita, staccandomi dal bacio. << Vedi, è per questo che ho paura di sciare. Chi potrebbe dimenticarsi di avere tra le mani le racchette? Io. Non ce la farò mai Edward. Non arriverò mai sana e salva a fine pista.>>
<< Ti ricordo che sei una vampira amore.>> alzai gli occhi al cielo. La sua ironia era uno spasso.
<< Era un modo di dire. Anche se il senso non cambia…>>
<< Fammi capire cosa ti spaventa, allora.>> i suoi occhi mi fissavano ora seri, di quel colore dorato che mi faceva impazzire. E le sue labbra… Erano così sensuali. Anche con una tuta da sci Edward era perfetto. << Bella, riprenditi e spiegami. Velocemente ti suggerirei, visto che stiamo per arrivare.>> mi voltai terrorizzata, guardando di fronte a me. Aveva ragione, la stazione si faceva sempre più vicina!
Mi rigirai verso Edward. << Okay, ci proverò, ma non ridere.>> presi un respiro profondo, adocchiando la sue espressione: era palese che si stava sforzando di non sorridere. << Ecco, ho paura di cadere. Lo so, è una paura stupida, visto che non posso farmi nulla, ma è qualcosa di istintivo. Ho paura di cadere quando meno me lo aspetto, paura dell’impatto.  E paura di non sapermi rialzare. È stupido, è vero, però è una delle paure che mi sono rimaste, non avendo mai provato prima a sciare. Per me le parole “pista da sci” e “sedere per terra” sono sempre state collegate.>> ecco, l’avevo detto. Che scoppiasse pure a ridere.

Ma con mio stupore, sorrise dolcemente, prima di riabbassarsi a qualche centimetro dalle labbra.

<< E allora è giunto il momento di far passare questa sciocca paura.>> aspettai che unisse le nostre bocche, ma ciò non avvenne. Tentai di sporgermi io, ma, sorprendendomi, si scostò indietro.
Tutto d’un tratto la sua espressione si fece maliziosa. << Ah-ah. Questo è il premio che spetterà SOLO a fine lezione.>>
Lo fissai, allibita. << Ma… Cosa…>>
<< Se vedrò il tuo impegno, allora forse potrei baciarti.>> asserì  mantenendo quel suo ghigno così seducente ma così diabolico.
<< Non puoi farlo.>> mi resi conto che stavo piagnucolando, ma fu più forte di me.
Io avevo bisogno di avere un contatto fisico con mio marito. Molto fisico!

<< Sì che posso. Coraggio Bella, osserva là.>> mi indicò un punto dietro di me, perciò mi girai alla mia sinistra.  Davanti ai miei occhi, c’era la pista. << Guarda quei bambini, sono piccoli eppure non hanno paura di niente.>> un gruppo di bambini stava sciando seguendo il loro maestro. Ogni tanto qualcuno rimaneva indietro, qualcuno cadeva, qualcuno usciva fuori dalla fila… Però tutti sembravano contenti.
Ma non bastò a convincermi. << È diverso. Quando sei bambino, quasi nulla ti fa paura. Anzi, non c’è niente di più bello di rotolarsi nella neve. Inoltre, da piccoli si ha più predisposizione per imparare cose nuove. Invece quando si cresce si hanno più blocchi.>>
<< Ma quali blocchi!>> mi picchiettò la testa.
<< Ahi!>>
<< Su, che siamo arrivati. Ora solleverò la protezione. Mi raccomando, quando rallenta, appoggia gli sci per terra e le racchette tienile leggermente sollevate. Ci penseranno gli sci a farti scivolare avanti e, se non bastasse, ti spingerà la seggiovia.>>
C’era una cosa che non capivo… << Perché devo tenere le racchette sollevate?>>
<< Perché non vuoi rischiare di incastrarle nella neve vero? O peggio, di intralciarti.>> oh cielo, cosa stavo per fare?!
<< Edward, io…>>
<< Via li sci, che alzo.>> meccanicamente, lasciai penzolare le gambe.
Ora, gli sci avevano un peso insignificante. Tuttavia sentire le gambe penzoloni mi faceva venire l’ansia. Oltretutto sotto di noi c’era solo una rete. E se…


<< Bella concentratati!>> okay, appoggiare gli sci, sollevarmi e scivolare avanti. Racchette alzate. Non era difficile.
Potevo farcela.
Quando sentii il contatto con il suolo innevato, esultai. Ma mi alzai troppo velocemente e barcollai spaventosamente. Mi vedevo già per terra se Edward non mi avesse accompagnato avanti con una mano sulla schiena, per poi sorpassarmi con agilità.
Scivolai già, per la piccola discesina. Lentamente. Solo che… Come cavolo mi fermavo?!
<< Edward!!!>> ero in preda al panico, ancora qualche metro e sarebbe cominciata la vera pista. E io non sapevo come fermarmi!
Buttarmi a terra? Impiantare le racchette?

<< Metti gli sci a spazzaneve! Ricordi cosa ti ho spiegato prima? Con le punte che si guardano!>> a spazzaneve?
Ah.
Ora ricordavo.
Ripensai alle spiegazioni tecniche che mi aveva dato prima di salire e le applicai. Mi aveva detto che per frenare bisognava che le punte degli sci si osservassero, avvicinandosi ma senza toccarsi. Pian piano cominciai a rallentare.
<< Brava Isabella. Mi raccomando, non stare seduta, su il sedere, busto leggermente in avanti.>> la faceva facile lui.
Avevo le gambe che tremavano.
Oddio, ma i vampiri tremavano?!
Riuscii a fermarmi prima che la pista cominciasse. Edward mi fissava sorridente, gli occhi che brillavano. Beato lui che si divertiva.

<< Tesoro, ascolta...>> tentai di essere il più persuasiva possibile. Di solito, questa tattica funzionava... << Se tu vuoi sciare, vai pure! Non mi offendo. Io posso sempre correre, nessuno mi vedrà. Per favore, posso andare?>> spalancai gli occhi, cercando di utilizzare l'espressione più tenera che conoscessi.
<< Bella. Amore...>> oh accidenti. << Non vuoi sciare con me oggi? Passare la giornata insieme a me, all'aperto, normalmente?>> dimenticavo spesso di aver sposato un ottimo ricattatore.
<< Certo che mi piacerebbe, ma...>>
<< E allora rimani qua. Con me. Vedrai, ti divertirai pure te!>> certo, a cadere.
Misi il broncio. L'aveva sempre vinta lui, maledizione.
Scoppiò a ridere divertito. Rimasi affascinata, come mi accadeva spesso quando lo osservavo, dalla neve intrappolata nei suoi capelli. Gli occhi scintillavano felici. Nonostante ormai fossi abituata a vederlo con lo sguardo di una vampira, ogni giorno lo trovavo sempre stupendo.
Ogni giorno lo amavo sempre di più.

Sussultai nel sentire la sua mano accarezzarmi la guancia.
<< A cosa pensi?>>
<< Ti amo.>>
Sorrise dolcemente. << Anch'io ti amo.>>
Ora in teoria, avrei dovuto avere il mio bacio. Ma Edward non si mosse dalla sua postazione.
<< Non mi merito neanche un bacio sulla guancia?>> ed eccola, l'ennesima risata della giornata...
<< Non ancora.>> si spostò, mettendosi davanti a me, le racchette tenute su una mano. << Allora, pelandrona, pronta ad iniziare?>>
<< No.>>
<< Bene, allora cominciamo con le prime regole.>> la sua espressione si fece seria. Prevedevo guai. Tanti, tanti guai. Per me, era inteso. << Per prima cosa, le racchette ora non ti serviranno.>> lo osservai shoccata.
Cioè io non avrei dovuto usare l'unico sostegno che avevo? Voleva proprio vedermi a terra?
<< Ma, come farò poi...>>
<< Non ne avrai bisogno. Dovrai tenerle così.>> impugnò entrambe le racchette davanti a sé con entrambe le mani, orizzontalmente. << Questo servirà per l'equilibrio. Gli sci dovrai sempre tenerli a spazzaneve: se li mettessi paralleli, acquisteresti subito velocità. Capito fino a qui?>> annuii, non fidandomi della mia voce. << Bene. Per quanto riguarda il tuo corpo, dovrai sempre cercare di stare piegata in avanti. Cerca di non sederti, sennò rischi di cadere. Il busto deve guardare verso valle, quindi dovrai essere anche leggermente piegata a seconda della direzione in cui stai andando.
Quando devi fare una curva, devi sollevarti un pochino con il busto e girare gli sci verso la nuova direzione e poi ripiegarti di nuovo. Aiutati con le braccia per voltarti, come se avessi un volante tra le mani. Cosa dici, tentiamo?>> la faceva facile lui, ma io avevo capito neanche la metà delle cose che aveva detto.
Come facevo a girarmi? A detta sua, avrei dovuto indirizzare gli sci verso la nuova direzione.
Bene.
Ma in pratica come facevo? E poi, se avessi preso velocità?


<< Avanti Bella! Mal che vada, se non ti fermi, buttati per terra.>>
<< Grazie, amore, grazie. Sul serio.>> forse ce la facevo a scappare. Mi osservai velocemente intorno, ma c'erano troppi testimoni. Oltretutto non passavamo di certo inosservati: alla nostra destra, c'era un gruppo di ragazze che si stavano mangiando con gli occhi mio marito.
Ci mancava solo questa, per farmi sentire meglio. La mia mancanza di amor proprio.
La mia tuta era bianca e blu, due pezzi, scelta ovviamente da Alice;  avevo una sciarpa e un berretto coordinati, tanto per far scena, e guanti compresi. La maschera mi ero rifiutata di metterla: sarebbe stato fastidioso vedere tutti i puntini causati dalla polvere o le goccioline che si formavano a causa dell’umidità. Secondo mio marito e sua sorella, stavo benissimo; secondo me, sembravo un fagotto informe, sebbene riconoscessi l’aderenza degli indumenti.
<< Cosa stai guardando, signora Cullen?>> sentii soffiare queste parole direttamente nell’orecchio, provocandomi una serie di brividi a causa del tono sensuale adoperato.
Ancora una volta, mi stupii della velocità di Edward: non mi ero accorta del suo movimento, nonostante avesse gli sci.
<< Quelle ragazze ti stanno fissando da più di dieci minuti.>>  mormorai, concentrata sulle sue labbra che si stavano muovendo sul mio collo.
Mugugnai deliziata quando sentii i denti di mio marito mordicchiare la pelle lasciata libera dalla sciarpa.

<< Edward, non puoi dirmi di non volere un contatto fisico, pretendere che io non faccia nulla e poi… questo!>> non che mi dispiacesse quello che stava facendo, solo che i suoi gesti stavano accendendo in me la parte mai sazia di lui.
Volevo di più, ora.
<< Mmm… Io mi stavo preoccupando per l’allieva, che sembrava intimorita. Ma se lei non ha bisogno di incoraggiamento, allora la smetto.>> rilasciai l’aria in un sospiro di piacere quando mi morse il labbro inferiore.
<< No, continua. Sono molto intimorita…>> bastava poco, bastava allungarsi un poco e…
Edward si spostò, il sorriso sulle labbra.
<< Avanti, signora Cullen, non vorrà far aspettare suo marito tutto il giorno!>>
<< Mi fai sentire vecchia, se usi signora.>> borbottai a mezza voce.
Eppure, notai che aveva alzato il tono di voce nel dire quelle parole e con la coda dell’occhio, vidi le ragazze confabulare concitate. All’orecchio, mi giunsero pezzi di frase come “non può essere sposato!”, “avremo frainteso, sarà solo il suo maestro.”.

No, frainteso un accidente. << Vedrò di muovermi, signor Cullen.>>

Il suo sorriso si ampliò, prima di tornare serio.
<< Ora io vado un po’ avanti, tu fa quello che faccio io.>> scese con gli sci, le racchette tra le mani davanti a sé. << Così, piegata in avanti, busto a valle, sci a spazzaneve. E poi giri.>> mentre lo diceva, aveva alzato il busto, orientandolo leggermente a destra mentre voltava a sinistra. << Tocca a te.>>
Okay, non sembrava proprio difficile.
A parte che mi sentivo impedita.
Mi misi in posizione ma… << Come faccio a partire senza racchette?>>
<< Scivola un po’ con gli sci.>> scivolare con gli sci.
Uhm.
Trascinai un po’ i piedi in avanti e finalmente, complice la discesa, mi mossi, acquisendo velocità.
Velocità non prevista. << Bella, sci a spazzaneve!>>
Giusto. Tentai di mettere le punte vicine ma… Mi ritrovai per terra.
Mi osservai confusa intorno: come diavolo avevo fatto a cadere?!
<< Bella?>> Vidi Edward tornare indietro, facendo quella che mi aveva spiegato essere la “scaletta”.
<< Io… Non so come sono caduta.>> non riuscivo a capire. Io avevo avvicinato le punte come mi aveva detto!
<< Tesoro, le punte non vanno incrociate una sopra l’altra. Questo è stato il tuo errore.>>
Ah, non me n’ero accorta. Notai che si stava sforzando di non ridere. Sospirai, abbattuta.
Ero un disastro, anche da vampira.

Sotto i miei occhi apparve la mano guantata di mio marito. << Forza, è presto per riposarsi!>> era inutile discutere, non avrebbe mai accettato una mia ritirata.
Afferrai la sua mano e mi issai. Rischiai di perdere l’equilibrio ancora, ma trovai l’abbraccio di Edward a sostenermi.
<< Non abbatterti! Qualche caduta è normale. Hai visto? Ritrovarsi con il sedere per terra non fa così male.>> no, al fisico no. Ma all’orgoglio sì.
Mi schioccò un bacio sulla guancia, prima di allontanarsi.
<< Su, riproviamo!>>

***

Avevo perso il conto delle volte in cui ero caduta. Sapevo solo che, verso fine pista, avevo sperimentato ogni modo per cadere. Ad un certo punto ero stata addirittura sorpassata da un gruppo di bambini, che mi guardavano ridendo mentre io ero per terra.
Assurdo!
Ora mancava poco alla fine del mio primo (e ultimo) giro. Ero riuscita a fare tre curve di continuo, senza cadere. Ero orgogliosa di me.
Edward mi attendeva a bordo pista, gli sci paralleli e le racchette in una mano, sorridendomi.
Fu il suo sorriso ad accendere in me un’idea.
Un’idea che credevo di dover accantonare.
Speravo solo di farcela e di non cadere prima. Pian piano avvicinai gli sci, quasi paralleli; sentii subito l’aumentare della velocità, ma cercai di non preoccuparmi. Lascai le racchette in una mano sola, mentre la figura di mio marito si faceva sempre più vicina. Il suo volto era preoccupato.
<< Bella? Cosa stai…? Bella rallenta!>>
Per una volta, non lo ascoltai.
L’impatto fu naturale, ma sentii le sue braccia che cercavano di attutirlo. Non riuscì però ad impedire la nostra caduta sulla neve fresca.
Mi ritrovai a cavalcioni di Edward, disteso sotto di me e pieno di neve addosso. Gli sci si erano staccati nell’impatto.
Ce l’avevo fatta! Scoppiai a ridere, divertita, mentre osservavo la sua faccia guardarmi prima confusa, poi consapevole che avevo perso il controllo apposta.
Mi avvicinai al suo viso, il sorriso ancora sulle labbra.
<< Ora merito il mio bacio?>> avevo vinto! Non poteva non concedermelo dopo tutto quello che avevo sopportato! Era un premio più che meritato.
Solo che…
Troppo velocemente mi ritrovai distesa, affondata nella neve, con Edward nella posizione che IO avrei dovuto avere.
<< Oh, non saprei.>> soffiò ad un passo dalle labbra. Non sopportavo più quei mezzi centimetri che ci separavano, dovevano essere aboliti per legge. << Sai, ho scoperto che la mia allieva è parecchio disubbidiente.>>
<< Povero maestro, che allieva cattiva.>>
<< Già.>>  mormorò suadente, deviando verso il mio orecchio e mordicchiandolo. << Proprio cattiva. Forse andrebbe punita.>>
<< Mmm…>>
<< Hai qualche idee su come punirla?>>
<< Oh, sì. Ne ho giusto qualcuna…>> sussurrai, prima di portare una mano dietro alla sua nuca e avvicinarlo a me.
Finalmente, le nostre bocche entrarono in contatto. Un bacio profondo, pieno d’amore. Uno di quei baci che adoravo. Si staccò, sorridendo alla mia espressione contrariata.
<< Mi piacciono le tue idee.>> e di nuovo, le sue labbra furono sulle mie.
Non importava se ci avessero visto, non importava se eravamo pieni di neve.
Eravamo solo noi due ed il nostro amore.

Alla fine, sciare non era stato poi così male…




Note: siete arrivati fino in fondo? Bene… Allora, io avevo deciso di fare solo una shot su una giornata in montagna fra Bella ed Edward. Poi però ho storto il naso: e se poi mi fosse venuta voglia di allungarla? No, non potevo permettermi un’altra long. Però mi è venuta in mente la canzoncina del Gioca Jouer: i miei (pochi) neuroni hanno ruggito (sapete, sono del Leone u.u) e si sono messi in moto.
Risultato?
Raccolta di one shot su Edward e Bella, tra di loro scollegate, basate sui verbi della famosa canzoncina. Non hanno un filo logico comune. Ora erano vampiri, la prossima potrebbero essere umani.
Su questa…  A me ha fatto ridere. ^^ Io mi immaginavo una Bella vampira e spaventata dagli sci! E un Edward come maestro *_*
Spero vi sia piaciuta, fatemi sapere!
Un bacione
Anthea.


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