«.¢αитαитє.υgυαĿє.αмσяє.»
«.¢αριтσĿσ. νєитι: тυттι мєяιтαиσ υи ℓιєтσ fιиє.»
Bella's Thoughts
So cosa sta succedendo, stento ancora a crederci ma sono abbastanza cosciente. Mi rendo conto che il mio corpo sta praticamente andando a fuoco. Non sento più il sangue nelle vene, mi sento “semplicemente” bruciare. Non so quanto tempo sia passato, non so esattamente cosa mi stia accadendo accanto, però sento la presenza di qualcuno accanto a me, non so dire chi sia ma so che per una parte di me è importante che ci sia.
Una parte del mio cervello – che tutto un tratto è estremamente spazioso – sta cercando d’identificare i passi – non molto vicini – ma ugualmente udibili. Non sento molto bene gli odori ma il mio udito si è molto sviluppato. Non urlo, non parlo... probabilmente nemmeno mi muovo; lo faccio per... per... non ricordo il nome, ma so esattamente che lo faccio per qualcuno, perché non voglio che soffra. Sto perdendo la memoria? Non voglio scordarmi un pezzo importante della mia vita umana. Ricordo i miei genitori, e so esattamente che non potrò più vedere Charlie, troppo rischioso. Ora sono un vampiro, o qualcosa di simile visto che sono ancora in via di “trasformazione”.
<< Non manca molto, penso sei ore. Non vedo molto con le mie visioni. Il suo potere – come ha detto Elazar – si sta rafforzando. Mi sa che quando saprà usarlo, io potrei non vederla più. >> Riconosco questa voce, conosco la persona che la possiede, ma il nome mi sfugge... perché? << E’... complicato vederla così inerme. Mi sento in colpa, poco importa che so di aver fatto la cosa giusta. >> E’ possibile che il mio cuore abbia aumentato i battiti sentendo questa voce? No, sarà stata una mia impressione... aspettate, ma il mio cuore batte ancora? Sì. Sì, batte. Una parte della mia mente sta cercando di contenere il dolore che provoca tutto ciò, sento i miei vasi sanguigni stringersi, prosciugarsi; i muscoli, i tendini, le ossa quasi disintegrarsi. Cerco di reprimere un brivido e un gemito di dolore e mi concentro sul calore che sento, non quello del fuoco, ma quello del mio corpo che mi sta molto velocemente lasciando. I battiti del mio cuore sono lenti, irregolari, quasi assenti. Manca poco.
Non so quanto tempo sia passato da quando ho ricevuto un proiettile nel petto come regalo, ma ora riesco a sentire gli odori, so perfettamente che potrei muovere le dita delle mani e dei piedi, ma non lo faccio. Ho paura del dolore. Anche se in questo lasso di tempo il dolore non è mancato.
Miele, lillà e... sole? Conosco questo odore ma a chi appartiene? Lo sento vicino. So per certo di non averlo mai sentito così nitidamente ma lo riconosco, so con certezza che appartiene a qualcuno a cui tengo in particolar modo. Curiosa, inspiro aprendo la bocca e gemo di frustrazione quando non riesco a fare chiarezza. Sento una presa delicata stringere la mia mano, m’irrigidisco ma mi calmo quando quella deliziosa e armoniosa voce mi parla, rassicurandomi. << Manca poco Bella, stai tranquilla. Adesso passa. >> Non so se perdo coscienza, non ho la minima idea se sia una mia sensazione, ma “poco dopo” non sento più nulla. Non respiro, non mi muovo e percepisco che nella stanza ci sono almeno cinque persone. Inspiro piano. Non riconosco gli odori, tranne uno. Non parlano e non respirano. Sono immobili quanto me. Una mia mano è bloccata, sì la presa non si è sciolta nemmeno per un secondo. Bum. Bum – Bum. Bum. Silenzio, nella stanza non c’è nessun rumore. Non ho sentito dolore, il mio cuore mi ha lasciato, ha smesso di battere ma io sto... bene.
<< B-Bella? >> Appena mi sento chiamare, sbarro gli occhi e mi concentro sul soffitto e i piccoli granelli di polvere che mi fluttuano davanti. Mi volto e incontro i lineamenti delicati e armoniosi di un ragazzo con dei capelli bronzi e gli occhi dorati. Sbatto le palpebre – non so perché, so esattamente che è un gesto inutile – e tutto un tratto mi ricordo il suo nome. << Edward. >> Sorride e automaticamente rimango abbagliata dalle sue labbra, e i suoi denti bianchi e letali. Rammento tutto, il perché della trasformazione, il mio passato e soprattutto capisco che per tutto questo tempo Edward mi è stato accanto. Sorrido e gli sfioro delicatamente una guancia. E’ caldo, è strano sentirlo così ma ora mi sento una sua pari, anzi ora siamo sullo stesso livello. Mi osservo attorno e noto il resto della famiglia, so che sono innocui ma temano una mia reazione. Sono tranquilla: li riconosco, so che non mi vogliono fare del male. Alice, titubante, mi si avvicina sorridente. << Mi riconosci? >> Annuisco e cerco di non fare caso alla sua voce che sembra un coro di campane. << Allora alzati e splendi! >> Batte le mani e saltella sul posto troppo euforica, però mi fa divertire e rido, mi blocco – meravigliata, e ascolto - o almeno riporto alla memoria – il suono della mia risata. Edward mi sfiora un braccio e lo guardo stupita. << Ero io a ridere? >> Sorride e annuisce ma Alice sbuffa e mi afferra per un gomito facendomi alzare. Vedo subito irrigidirsi tutti ma io sorrido. Osservo Edward che ride e posso giurare di non aver mai sentito niente di più melodioso. << State tranquilli, sta bene. >> Osservo il resto della “truppa” e mi chiedo perché sono così tesi. Carlisle, forse decifrando il mio sguardo curioso ma nello stesso timoroso, me lo spiega. << Vedi Bella, sei appena stata trasformata quindi sei una neonata... solitamente un po’ di memoria si perde e non si riesce a controllarsi. >> Annuisco. << Sì, ne avevo sentito parlare, ho sete, una parte di me freme per dissetarmi ma so controllarmi. Non voglio che ad Alice venga una crisi di nervi. >> Tutti ridono – anche Alice – ma non molto apertamente. Sbuffando mi afferra la mano – mi è così strano sentirla calda – e mi posiziona di fronte allo specchio. Ecco perché freme così tanto, dovevo immaginarlo. Sposto i miei occhi dalla sua figura al vetro riflettente e automaticamente faccio un passo indietro. Smetto di respirare e guardo attentamente la “donna” che mi si pone di fronte: è identica a me, almeno un po’. Rivedo i miei tratti – anche se appena accennati – non pensavo che sarei mai potuta diventare così, non che ci abbia mai pensato molto. La cosa che mi destabilizza maggiormente sono gli occhi: rossi rubino. Lentamente prendo a ispirare ed espirare, non tolgo lo sguardo dalla mia figura, percepisco Edward avvicinarsi e tutto un tratto vedo anche lui nel lungo specchio. E’ stupendo, magnifico come sempre ma accanto a me – adesso – fa un’altra figura. Mi sento come... se fossi giusta al suo fianco. << Sei bellissima. Non preoccuparti per gli occhi, nel giro di qualche mese diventeranno come i miei. >> Annuisco e continuo ad ammirarlo tramite lo specchio; mi sorride e automaticamente abbasso lo sguardo imbarazzato. Quando non mi sento le guance andare in fiamme, alzo il viso e Edward ridacchia, girandomi verso di lui e prende ad accarezzami i capelli. Il gesto è semplice, dolce ma in me fa nascere mille sensazioni, tutte contrastanti ed estremamente forti. << E’ strano non vederti arrossire. >> Annuisco.
<< E’ strano non poterlo più fare. >> Vedo il suo volto diventare triste e automaticamente alzo una mano per accarezzargli la guancia. So perché si sente così.
<< Hai fatto la cosa giusta, non preoccuparti. >> Cerca di sorridermi ma non ci riesce, mi avvicino lentamente e sento gli altri che sono con noi nella stanza agitarsi – ma probabilmente è tensione più che preoccupazione. << Posso baciarti? >> Se non sapessi che non posso arrossire, non lo avrei mai chiesto. I suoi occhi incontrano i miei e le sue braccia mi circondano la schiena mentre il suo viso si avvicina al mio. Ricordo tutto: i nostri momenti, le nostre piccole liti, i suoi gesti seppur involontari, i suoi lineamenti... tutto. Ricordo perfettamente cosa provo quando lo bacio, ma ora – qui tra le sue braccia e in attesa che le nostre labbra si sfiorino – mi sembra che sia la prima volta. Le sensazioni sono uniche e forti mentre i miei sentimenti continuano ad aumentare verso questo vampiro estremamente pazzo e bello. Per me, ha affrontato Victoria, i Volturi e per di più, ha dovuto accettare di trasformarmi, come posso non amarlo? Lo amo con tutto il mio essere. Le nostre bocche si sfiorano e si assaporano è incredibile, è bello non sentirlo trattenersi, è magnifico percepire così nitidamente il suo odore e i suoi piccoli gemiti. Non ricordo dove siamo, perché e quanto tempo sia passato... ci siamo solo noi. La mia sete può aspettare.
Epilogo:
Edward's Thoughts
Il sole splende sulle finestre della casa. Le mie dita accarezzano delicatamente i tasti del piano riproducendo la ninna nanna che tanto tempo fa composi per Bella. Già, Bella. Ancora stento a crederci. E’ stato un duro colpo dire a Charlie che la sua piccola non ce l’ha fatta. Non so – ancora tuttora – che cos’abbia raccontato Carlisle, presumo un incidente d’auto con me. Cento anni e ancora mi sento in colpa verso quell’uomo. Apro gli occhi e vedo Bella – fuori dalla grande vetrata – venire verso di me con un costume e la sua bellissima pelle luccicosa, è bellissima. Quando faccio questi pensieri, non posso non sentirmi in colpa, era suo padre e gli abbiamo quasi fatto venire un infarto quando abbiamo dovuto mentirgli. Sua figlia – tecnicamente – è sempre stata bene, ma era una vampira. Bella lo ha rivisto più volte quando aveva il pieno possesso delle sue capacità. Non gli ha mai parlato, gli sarebbe veramente venuto un coccolone se l’avesse vista dopo che sapeva che era morta. Quando mi sento posare un leggero bacio sul capo, mi ridesto aprendo nuovamente gli occhi. << Edward, tu pensi troppo. >> Sospiro, ha ragione. Mi volto e la guardo in modo malizioso. << Signora Cullen, vuole per caso farmi morire? >> Ride e mi tira un buffetto sulla guancia. << No, vorrei la sua compagnia in acque profonde, signor Cullen. >> Sorrido e alzandomi dallo sgabello mi sfilo la maglia. << Adoro L’isola Esme. >> Annuisco alle sue parole mentre sbottono i miei jeans. << L’ho notato. >> Rido, ogni anno veniamo in questo posto e trascorriamo almeno un mese, proprio com’è accaduto per il nostro viaggio di nozze. E’ rimasta incantata da questo posto, per cui veniamo appena ne abbiamo le possibilità e poi è bello stare un po’ per conto nostro, soli e soprattutto in pace. Mi ridesto e noto che sono da solo nella stanza, rido quando la vedo correre – in modo umano – sulla spiaggia. Vuole giocare. Non me lo faccio ripetere e prendo a rincorrerla. Ridiamo e ci prendiamo in giro come due perfetti innamorati. Alla fine anche noi abbiamo avuto il nostro lieto fine.
... The End ...
So perfettamente che un Grazie non è niente
ma mi sento in dovere di dirvelo e ripetervelo all'infinito:
grazie, grazie, grazie, grazie.
Un grazie immenso a chi ha solo letto, a chi ha sempre
commentato e chi mi ha spronata ad andare avanti.
Grazie. 195/190 preferiti e seguite, grazie.
JessikinaCullen