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Autore: IsaMarie    03/01/2011    17 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Cap. 59 Buongiorno a tutte!
Eccoci qui dopo i bagordi di fine anno!
Speriamo con tutto il cuore che il vostro nuovo anno sia iniziato all'insegna dell'allegria e della serenità!
Ora vi lasciamo subito al chappy!
BUONA LETTURA da Manu e Sara!


Vi ricordiamo la nostra nuova fiction, per chi volesse dare uno sguardo!
Segreti e Inganni



CAPITOLO 59

Spiegazioni


Pov Jasper

Mi stavo ancora crogiolando nella sensazione di pace e felicità che mi stava facendo volare ad alte quote, quando la richiesta di Alice, mi fece ripiombare immediatamente con i piedi per terra!
-Ma… non mi hai ancora spiegato il perché del nostro abbigliamento…- domandò, con una scintilla di maliziosa curiosità nello sguardo. Arrossii: ecco, ora pretendeva una spiegazione… accidenti, ora sì che mi avrebbe preso per un pervertito!
-Ti prego non pensare male di me… ma quando sei svenuta e ti ho portato in casa, ho dovuto per forza toglierti quei vestiti fradici perché stavi gelando e…- raccontai imbarazzato, ma mi interruppe.
-E tu?- mi indicò, sogghignando. Ecco, lo sapevo io che mi aveva preso per un maniaco!
-Bè… sai, anche i miei vestiti erano bagnati, ma non ho voluto salire a cambiarmi perché non volevo lasciarti sola neanche un minuto… ti giuro che non ho approfittato della tua situazione per… per…- cercai di giustificarmi, ma di nuovo prese la parola, sedendosi di scatto e mettendomi una morbida e piccola manina sulla bocca per zittirmi.
-Jazz, basta! Non devi assolutamente darmi alcuna spiegazione in merito! Non potrei mai pensare che tu abbia approfittato della situazione… so quanto sei onesto e corretto e non ti devi crucciare in nessun modo, ok?- mi rassicurò, togliendo, con mio sommo dispiacere, il palmo dalla mia bocca… ma io la afferrai di getto e baciai lentamente ogni singolo dito di quella manina così piccola e delicata, senza staccare gli occhi dai suoi, completamente concentrati sulla mia bocca. La vidi fremere ad ogni mio contatto e questo mi eccitò ancora di più.
Dio quanto la desideravo! Più dell’aria che respiravo! Feci un grosso respiro per cercare di calmare i miei ormoni impazziti: non era certamente quello il momento per pensare a quel genere di cose...
-Vuoi cambiarti?- le chiesi, sperando in una sua risposta affermativa. Se l’avessi avuta ancora un po’ vicina al mio corpo così svestita… non avrei resistito oltre! Scoppiò in una risata divertita.
-Che c’è? Cosa ho detto di così esilarante?- chiesi, confuso.
-Niente… è che… sei proprio un gentiluomo d’altri tempi, lord Jasper Swan! Ci fossero stati i miei fratelloni al tuo posto non so se sarebbero stati altrettanto accorti, data la loro esuberante passionalità!- dichiarò, divertita.
Cosa?! Il mio cuore perse un battito e il mio orgoglio virile ebbe un sussulto. Pensava che non fossi un ragazzo passionale? Eh no! Le avevo chiesto di rivestirsi proprio per non saltarle addosso!
-Signorina Cullen! Lei sta ferendo il mio orgoglio di uomo!- esclamai, e in un gesto teatrale mi tenni stretto il cuore. Spalancò gli occhi, sorridente per la ridicola scenetta messa in atto dal sottoscritto, ma cercò di trattenersi dallo scoppiare a ridermi in faccia.
-La passionalità dei suoi fratelli non è nemmeno paragonabile alla mia! Lei non ha idea di quello che ha il potere di scatenare solo con un suo sguardo, con un suo gesto… per non parlare del suo magnifico corpo, che ricoprirei di attenzioni in ogni maniera e modo possibile! Se le chiedo di rivestirsi, mia cara signorina, è proprio perché la sua vicinanza e il calore che si infrange sul mio corpo mi stanno facendo agitare così tanto che non credo che riuscirò a trattenermi ancora per molto… e vorrei anche precisare che prima, quando l’ho spogliata, solo l’ansia e la preoccupazione mi hanno distolto dalla perfezione e dalla bellezza straordinaria del suo corpo, degno di una dea!- le spiegai, lasciando scemare, man mano che parlavo, il tono scherzoso con cui avevo iniziato per lasciare il posto ad una tonalità di voce sempre più calda e roca, mentre il fuoco che si agitava nelle mie vene iniziava a diffondersi ovunque. Ad ogni mia parola, i suoi occhi si spalancavano sempre di più, lasciandola basita, e facendola arrossire come mai l’avevo vista. Era deliziosa e la sua bocca era talmente rossa e dolce, un richiamo così invitante che non potei esimermi dall’affondare nuovamente le mie labbra sulle sue, lasciandole tanti piccoli e dolcissimi baci su tutto il viso, sapendo benissimo che se avessi approfondito il bacio, non sarei più riuscito a trattenermi e non sarebbe mai arrivata in camera per cambiarsi. Il desiderio, che tanto a lungo avevo trattenuto, ora stava ardendo così prepotentemente, che pensavo di diventare pazzo…
Mi staccai a forza e i suoi grandi occhioni blu, mi fissavano caldi e lucidi di desiderio…
-Sarà meglio che saliamo a infilarci qualcosa di comodo, ma decisamente più coprente- mormorai, sospirando.
Chiuse gli occhi e sospirò forte anche lei, poi li riaprì e sussurrò: -Mi fai impazzire Jazz…- con una voce calda e sensuale. Le sorrisi, capendo perfettamente cosa si agitava dentro di lei… ma non volevo che forzasse la caviglia in alcun modo: non sarei mai più stato egoista con lei… i miei desideri potevano aspettare, avremmo avuto tutto il weekend… non potevo ancora credere a cosa avevano fatto quei fantastici, pazzi dei nostri fratelli!
Una piccola risata maliziosa mi scappò a quel pensiero e ora nei suoi occhi potevo leggere una spiccata curiosità. Scossi la testa, divertito…
-Stavo ripensando a quello che ha organizzato quella banda di matti, pur di farci riappacificare…- mormorai, lasciandole una delicata carezza sulla guancia, mentre cercavo di capire come avevano fatto a far coincidere tutto in maniera così perfetta.
-Sì, effettivamente non ho ancora capito tutta la storia… Tu che ci fai qui, non dovresti essere a La Push con i ragazzi?- mi chiese, cercando anche lei di raccapezzarsi in tutta quella complicata faccenda.
-La Push? No… noi maschietti dovevamo passare un weekend soli uomini qui…- le spiegai. Perché pensava che fossi a La Push? Rise divertita.
-Anche noi dovevamo passare un weekend per sole donne qui! E mi avevano riferito che voi ragazzi sareste andati a La Push!- dichiarò; tutto si stava chiarendo.
-Ora capisco tutto… siamo arrivati qui ieri sera e stamattina mi hanno buttato giù dal letto all’alba, con la scusa che la colazione era pronta… poi, quando sono andato a farmi la doccia, devono essersi intrufolati in camera mia, per sequestrarmi il cellulare… infine mi hanno chiuso a chiave in camera, così che non potessi accorgermi che loro se ne stavano sgattaiolando via!- affermai, ripercorrendo con lei le varie fasi del loro astuto piano.
-Invece noi, con la scusa della paura di rimanere bloccate per la neve, siamo partite da casa prestissimo… poi, arrivate qui, Rosalie si è accorta di aver dimenticato le chiavi del garage…- mi raccontò; la interruppi con una risata sonora. Mi guardò stranita.
-Ah ah! Dimenticata?! Impossibile! Le chiavi sono attaccate a quelle di casa e poi il garage ha il telecomando… ogni auto di famiglia ne ha uno installato sul cruscotto… basta schiacciare un bottone… anzi a proposito bisognerà farne installare altri anche nelle vostre auto… vabbè vai avanti- le chiarii, invitandola a proseguire.
-Quelle… piccole imbroglione! Certo che se la sono studiata proprio bene!- esclamò, ancora più sorpresa, ma anche compiaciuta di tutta quella attenzione nei nostri confronti.
-Comunque con quella scusa, hanno chiesto a me e Leah di entrare in casa e di aprire il garage dall’interno… Leah, intanto, ha proposto di ripararci la testa con il mio borsone e di lasciare la mia borsetta Prada in auto, così che non ci fosse il rischio che si rovinasse per la pioggia… Ecco perché anche io sono senza cellulare! Poi mentre la aspettavo, lei deve essere scappata dalla porta del garage…- finì di spiegare.
-Eh sì… hanno creato un capolavoro degno di 007… ma ho come l’impressione che ci sia lo zampino anche dei due vecchietti di casa…- aggiunsi, sorprendendola ancora di più; -Sì, perché mio padre ed Esme, sono venuti in settimana a sistemare la casa, nel caso noi ragazzi fossimo rimasti bloccati, senza luce e gas, per la tempesta… quindi dovevano sapere per forza!- dichiarai, sempre più convinto.
-Chissà mia madre… sarà stata molto preoccupata…- mormorò, improvvisamente triste; -…vedi… lei è una persona che non si intromette mai… è molto rispettosa dei nostri spazi… e se stavolta si è sentita in dovere di intervenire è perché mi sono comportata come una stupida egoista!- si denigrò.
No! Non potevo sopportare che dopo il modo in cui l’avevo trattata io, si desse la colpa… ero io che l’avevo portata verso quel comportamento… io che avevo fatto preoccupare tutti!
La abbracciai di slancio, accarezzandole i suoi morbidi capelli, cercando di risollevare un po’ il morale di quel piccolo angelo, che in poco tempo era riuscito a conquistare tutto di me: la mente, il cuore, l’anima, il corpo... era diventata il centro esatto del mio mondo, la sola e l’unica scintilla di vita che dava un senso alla mia esistenza… sì, era lei, l’amore della mia vita…
-Amore mio…- sussurrai; e un brivido percorse il mio corpo, trasmettendosi al suo… era così bello poter pronunciare quelle parole davanti a lei… la scostai per guardarla negli occhi e vi lessi pura felicità… anche lei era emozionata nel sentirmi pronunciare quella parola…
-Amore mio…- ripetei con un sorriso, un modo per ribadire che il mio appellativo non era stato una parola casuale e momentanea;  -…non devi fartene una colpa… sono io che ho dato il via a tutto questo enorme pasticcio… ho fatto stare male tutti quanti, non solo tutti coloro a cui voglio un bene dell’anima, ma soprattutto la creatura più meravigliosa di questo universo… che amo più di ogni altra cosa al mondo… non voglio più vederti triste, perché se tu sei infelice o addolorata lo sono anch’io… lo so, piccolina mia, ormai non si può più tornare indietro e disfare tutti i casini che ho combinato… ma ti propongo questo patto: cerchiamo solo di goderci il presente e pensiamo al futuro… ti giuro che farò ogni cosa in mio potere per farmi perdonare e non farti più ripensare a questa bruttissima storia! Mi credi, tesoro?- domandai, accoratamente.
-Come potrei non crederti Jazz… anche io ti amo tanto e mi fido ciecamente di te!- affermò convinta. Stavo gongolando come non mai, perso in una pura bolla di felicità! Dopo tutto quello che le avevo fatto passare, lei si fidava di me! Non potevo credere di essere così fortunato!
-Posso chiederti solo una cosa?- aggiunse, timidamente.
-Certamente piccola… tutto quello che vuoi!- cercai di rassicurarla.
-Vedi… prima quando mi hai dato della stupida… l’hai fatto veramente solo per cercare una reazione in me o…- volle sapere; la interruppi immediatamente, era giusto che le spiegassi la mia strana reazione… come poteva pensare che io la ritenessi veramente una stupida?
-Scusami ancora, Alice… hai ragione a chiederlo, voglio essere sincero con te… non l’ho detto per farti reagire… quello era accaduto poco prima, quando ti avevo stuzzicato prendendoti in giro… ma giuro che non lo penso… è successo tutto molto in fretta… quando mi hai raccontato quello che avevi in mente di fare, mi è montata una rabbia assurda… l’idea di saperti in pericolo, mi ha fatto infuriare e le parole sono uscite prima che mi rendessi conto di quello che stavo dicendo…- rivelai; lei spalancò gli occhi confusa, e mi affrettai a spiegarmi meglio.
-Vedi, quando mi hai riferito che pensavi di essere andata incontro ad un possibile ladro, non ci ho visto più! Pensavo solo al fatto che se fosse stata una situazione reale tu saresti stata in gravissimo pericolo e anziché comportarti in modo, a mio avviso, sensato, scappando e chiedendo aiuto alle ragazze, ti sei comportata scioccamente, gettandoti dritta dritta nelle braccia di colui che avrebbe potuto farti del male… ti giuro che il pensiero di te in pericolo mi fa svalvolare completamente… anche se, purtroppo, lo sei già stata…- aggiunsi all’ultimo, ripensando alla tentata violenza del suo ex. Questa cosa mi faceva nascere una rabbia inaudita… e il fatto che io non la conoscessi ancora a quel tempo, non mi aiutava affatto a farla scemare…
Mi sentii accarezzare il viso e riportai il mio sguardo, che avevo abbassato per non farle vedere la furia che celava, su di lei.
-Ora capisco tutto… ma, ti prego, vorrei non affrontare più quell’argomento… preferirei buttare tutto nel dimenticatoio e ti giuro che d’ora in poi cercherò di contenere i colpi di testa come quello di prima, ok?- mi promise, cercando di rassicurarmi. Ero più che felice di non parlare più del suo ex e di quello che le aveva fatto… ora volevo solo concentrami su noi due. Io ero lì per lei, avrei dedicato tutto me stesso a cercare di renderla felice! Questa era l’unica cosa che avrebbe potuto rendere felice anche me…
-Ok… ora pensiamo però a te! Forza… porto su in camera il tuo borsone e poi ti vengo a prendere- affermai, alzandomi in piedi.
-Guarda che ce la faccio a camminare da sola…- dichiarò determinata, cercando di alzarsi, ma non glielo permisi. Accarezzai i suoi setosi capelli per tentare di farla ragionare.
-Senti piccola mia… probabilmente hai solo preso una storta, ma è meglio ancora per qualche ora non sforzare la caviglia, così guarirai prima… e le scale non mi sembrano il modo migliore per tenerla a riposo… quindi per favore, fidati di me e aspettami qui che torno subito… ti prego, permettimi di occuparmi di te, come ancora non ho avuto occasione di fare! Ti da così fastidio farti coccolare un po’ da me?- le chiesi, con un tono malizioso.
Arrossì di nuovo… era bello vederla imbarazzarsi in modo così evidente per una mia semplice frase… negli ultimi giorni, gli unici rossori sul suo viso a me riservati erano quelli che si diffondevano a causa della rabbia.
-Va bene… mi lascerò coccolare e vezzeggiare signor Swan, ma sa… io sono molto esigente- dichiarò divertita, facendomi ridacchiare.
-Mmm… vedrò cosa posso fare per lei… ma sono sicuro che non la deluderò, signorina Cullen! Almeno… non più!- le promisi, convinto delle mie parole. Le diedi un bacio sulla punta del naso e mi diressi all’entrata, per afferrare il borsone e avviarmi in fretta al piano superiore: non vedevo l’ora di tornare da lei!

Pov Alice

Jasper era appena salito in camera a cambiarsi ed io mi sdraiai nuovamente sul divano e chiusi gli occhi, beandomi delle sensazioni meravigliose che mi avvolgevano… ero così felice che avrei urlato dalla gioia… sì, ero gongolante e avevo una voglia matta di urlare al mondo intero che finalmente tutto si era chiarito… tutto il male, le incomprensioni, il cieco egoismo e il dolore che avevamo riversato l’uno sull’altra erano scomparsi, svaniti nello stesso istante in cui le nostre bocche si erano ricongiunte in un bacio allo stesso tempo dolcissimo e passionale. Lui era davvero un ragazzo fantastico… e anche il fatto che prima, durante quel bacio sensazionale, quando invano avevo tentato di dissimulare il mio dolore alla caviglia, si fosse preoccupato così tanto per me, mettendo al primo posto il mio benessere, non poteva fare altro che compiacermi. Mi facevano persino male le guance, da quanto stavo sorridendo…
Mi ama! Lui mi ama!! Jasper Swan ama me!!
Felice, felice, felice, felice! L’unica parola che continuava a girarmi vorticosamente nella testa, un pensiero fisso, rendendomi incapace di considerare qualsiasi altra cosa…
Ad un tratto percepii un lieve fruscio, come dei passi felpati accanto a me… e mi riscossi dai miei sogni ad occhi aperti; quando aprii le palpebre, mi ritrovai davanti quel magnifico pezzo di figliolo. Si era cambiato e ora stava indossando dei jeans chiari a vita bassa, stretti al punto giusto, che gli fasciavano le lunghe gambe muscolose; inoltre un leggero maglioncino color blu scuro con scollo a V gli metteva in risalto la perfetta muscolatura del suo largo torace… era eccezionale… e da ora in poi sarebbe stato solo mio! Wow! Il solo pensiero mi mandava in fibrillazione!
Il mio desiderio per lui era come minimo sconfinato e se quella maledetta caviglia non mi avesse fatto mugugnare per il dolore, ero sicura che avremmo finito per fare l’amore in quell’istante… sì, ne ero certa: avevo visto i suoi meravigliosi zaffiri scintillare ardenti e bruciare dalla fiamma della passione…
Maledizione a me e alla mia monumentale testardaggine… e a quando avevo deciso come una stupida di correre sotto l’acqua, in mezzo al fango!
Senza neanche rendermene conto, mi ritrovai tra le salde braccia del mio angelo biondo; come risposta gli strinsi le braccia al collo, per addossarmi maggiormente al suo possente busto e reclinai la mia testa nell’incavo tra il collo e la sua spalla, perdendomi nelle note speziate del suo profumo virile; ero convinta che mi portasse al piano di sopra, ma invece che avviarsi alle scale, ci dirigemmo verso le ampie vetrate del salone.
-Voglio farti vedere una cosa…- mi sussurrò con un tono roco all’orecchio, facendomi rabbrividire. -Guarda fuori, Alice…- aggiunse con un sospiro, accarezzando con estrema tenerezza il mio nome.
Con molta fatica e uno sforzo che assorbì tutta la mia determinazione, staccai gli occhi da quell’intenso e splendido viso e quando posai lo sguardo sull’esterno della casa, il fiato mi si mozzò in gola per l’incantevole spettacolo che quel panorama mi stava offrendo.
Il paesaggio che mi si prospettò davanti era talmente sublime che non avevo parole per descriverlo… tutto il giardino, ma soprattutto l’intera spiaggia, erano già ricoperti da uno spesso manto di neve. Il mio sguardo venne calamitato dal turbinio dei cristalli ghiacciati e dallo spumeggiante oceano: le onde del mare si infrangevano furiose sulla riva, arrivando a lambire la neve che ricopriva la sabbia sottile.
Si trattava di una visuale fiabesca, come se due mondi, entrambi reali ma molto diversi, si fossero incontrati, decidendo di unirsi in quel momento per formare un universo a parte...
Per fortuna che avevo portato con me il mio album con i carboncini: avrei potuto immortalare quella magica e meravigliosa scena, magari ritraendo anche Jasper, mentre guardava fuori dalla finestra…
Sì, ne ero certa: sarebbe venuto proprio un bel disegno! E non vedevo l’ora di realizzarlo… avevo già qualche maliziosa ideuzza al riguardo… lui a petto nudo, con indosso solo i jeans… oddio, che visione da urlo!
-Bello, vero?- mi domandò il mio amore, ridestandomi dalla miriade di pensieri poco casti sul quel corpo mozzafiato...
-Oddio Jazz… è uno spettacolo meraviglioso… dà un senso di quiete e pace assoluta… nonostante il mare così agitato e l’infuriare della tempesta, sembra quasi che fuori stia regnando un totale silenzio…- sussurrai appena, attenta a non spezzare quel delicato equilibrio.
Restammo in assoluto silenzio per qualche minuto, mischiando i nostri respiri e i battiti dei nostri cuori, persi, rapiti nella contemplazione di quel sogno ad occhi aperti, mentre l’allegro scoppiettare della legna nel camino faceva da colonna sonora a quel nostro momento intimo e unico.
Non ci potevo ancora credere! Io, Alice Cullen, ero tra le braccia del mio angelo e insieme a lui mi stavo godendo quella vista favolosa, quel miraggio emozionante…



ANTEPRIMA CAPITOLO 60

-E tu… tutto bene con Bella?- mi domandò, a sorpresa, lasciandomi stupito. Oddio… in quel momento, nella mia immaginazione, non stavo più confidandomi con l’uomo che aveva sostituito mio padre e che voleva confortarmi… ma avevo di fianco il burbero padre della mia ragazza, nonché il temibile capo della polizia... in un istante mi ritrovai con la salivazione completamente azzerata…
Il suo ampio sorriso nel frattempo si era allargato a dismisura, sfociando in un ghigno trionfante, di chi aveva appena beccato con le mani nel sacco un pericoloso criminale…
-S-sì… tutto bene… Ch…arlie… perché… me lo chiedi?- balbettai, con il cuore che mi batteva all’impazzata. Deglutii rumorosamente, sperando che non volesse farmi prediche sul sesso con sua figlia… o, peggio ancora, che tentasse di dissuadermi dallo scottante argomento con pericolose tecniche di convincimento, gravemente nocive per la delicata salute del mio bassoventre… ero terrorizzato anche solo all’idea… Oddio, nessuno veniva a salvarmi?


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