"Merlin è tornato da Avalon e non è più lo stesso. [...] Ma quello che c’è scritto in mezzo ai lineamenti sofferti ed esangui non è mai stato così chiaro".

Una breve storia, un viaggio attraverso la LORO storia

Nei sotterranei del museo Avalon, protetto da una bara di vetro, un giovane dai capelli corvini giaceva da secoli su un letto di Agapanto. Nessuno sapeva chi fosse o come il suo corpo avesse fatto a rimanere intatto, ma tutti lo chiamavano Il Principe. Arthur l'aveva visto per la prima volta a dieci anni, e da quel giorno era andato a trovarlo ogni volta che poteva, sperando di riuscire a svelare il mistero della sua morte. Nel profondo del suo cuore però, Arthur sognava di riuscire a svegliarlo, come in una favola.
"Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"
[FavolaModerna] [Ispirata alla Bella Addormentata]

Arthur è un giovane grifondoro alla ricerca di avventure. In un giorno di noia s'imbatte in una vecchia porta rossa mai vista prima, la tentazione è troppo forte.
"Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it!

"Se solo avesse saputo che quella sarebbe stata la loro ultima estate insieme, avrebbe speso più tempo al suo fianco consumandogli le labbra per i troppi baci. Ma ormai è troppo tardi per i rimpianti e l’unica cosa che può fare è pregare di restare vivo solo per potersi specchiare ancora nei suoi occhi.
Fuori dalla tenda le urla della guerra incombono."
[Prince Merlin!AU]

“Che cosa cazzo ci fai tu qui?”
Merlin si svegliò all’improvviso, i sensi intorpiditi, la testa ridotta ad un unico ammasso di dolore. Si coprì la faccia con un cuscino, tentando di morire. “Spegni il sole” bofonchiò in risposta.
Emise un lamento non appena le coperte gli vennero strappate di dosso. Si mise a sedere di scatto, accorgendosi contemporaneamente di tre cose: quello non era il suo letto, lui non indossava i vestiti e di fronte a sé aveva Arthur dannato Pendragon. Nudo.

Draco Malfoy, in seguito a un'azione degli Auror contro i Mangiamorte superstiti, diviene cieco per via di una maledizione.
Harry Potter, roso dal senso di colpa per non aver saputo aiutare il collega, si trasferisce a Malfoy Manor per assisterlo con le cure.
[Dal testo]: Harry Potter è una sensazione ben precisa, dietro la pelle: ruvido come una cicatrice, sbuffa quando gli passa la pezza sopra gli occhi, cambiandogli la medicazione – Draco ne sente il disagio, quando cerca di rimettergli le bende toccandolo il meno possibile.
[Draco/Harry | Partecipa all'iniziativa "Regali di inchiostro" organizzata sul gruppo Facebook "L'Angolo di Madama Rosmerta"]
Per Mati e Fede.

Quando Harry aveva trovato quel grazioso appartamento a Godric’s Hollow, non avrebbe potuto immaginare che nel suo stesso pianerottolo, proprio di fronte alla sua porta di casa, vivesse Draco Malfoy.
|Draco/Harry| Vigilia di Natale | OS | Partecipa al "Calendario dell'avvento" indetto sul forum "Writing games" | Regalo d'inchiostro per Asmodeus e Koa
[Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2023 indetti sul forum "Ferisce la penna"]

Se chiedeste alla brava gente di Bradsbury chi sia Thomas Evans, quella vi risponderebbe che Thomas Evans non è che un giovane e capace dottore che vive tranquillo in un cottage arrampicato su una collina in compagnia dei suoi animali.
Direbbe questo perché nulla sa del nome che quel ragazzo si è lasciato alle spalle, dell’immensa magia a cui ha rinunciato né dei mille anni passati ad aspettare il suo re, l’uomo che amava, in nome di una profezia che non si è mai avverata e nella quale non crede più.
Alex Wright è un rugbista senza passato e senza ricordi, risvegliatosi ferito sulle rive di un lago. Un uomo solo che nessuno ha mai cercato, che certo non immagina di essere stato un re, né che un ragazzo dallo sguardo antico ha atteso il suo ritorno fin quando ne ha avuto il cuore.
Questa è la storia del loro ritrovarsi. Del loro riscoprirsi. Del loro innamorarsi. Tra fraintendimenti e sotterfugi, accese speranze ed indimenticate emozioni, animali cocciuti e vecchi attaccabrighe, sogni, incubi ed una voce misteriosa ad incombere da lontano, questi due ragazzi apparentemente distanti scopriranno di essere sempre stati l’uno la casa dell’altro, due metà, ora finalmente riunite.

“Non posso farlo” mormorò Draco. Con orrore si accorse che stava tremando. Si tirò indietro I capelli umidi. “Non posso sposare Astoria Greengrass” aggiunse con voce un po’ più decisa.
“Draco” mormorò Pansy, sedendosi sul bordo della vasca davanti a lui. “Che cosa succede? So che Astoria non ti piace… non può piacerti… ma non ti ho mai visto così. C’è… c’è un altro motivo per cui non vuoi…”
“Oltre al fatto che sono gay?”
Pansy serrò appena le labbra, prima di annuire. “Sì, oltre a quello… mi sembravi convinto di…”
“Lo amo” sussurrò Draco con voce così irriconoscibile che per un istante pensò che fosse stato qualcun altro a parlare.
“Chi? Di che cosa stai parlando?”Draco fece una smorfia carica di dolore, gli occhi pieni di lacrime mentre guardava la sua migliore amica. “C’è qualcosa che non ti ho raccontato…”

(Pubblicato su Ao3 per il prompt "A voice in my head")
Arthur Pendragon é un giovane di successo. Ha tutto: una fidanzata, una vita quasi perfetta, una carriera di successo, un'eredità di famiglia invidiabile.
Ha però un problema di cui può parlare solo con gli amici più stretti: una fastidiosa voce nella sua testa che gli dice cosa deve o non deve fare, che gli dà del testa di fagiolo, ma che è sempre con lui nel momento del bisogno.
Dal testo:
"Perfino nel mondo dei maghi sentire voci non è un buon segno" diceva un proverbio che Arthur aveva sentito dire da una signora mentre passeggiava per le stradine di Diagon Alley con i suoi genitori, quando era piccolo.
Lui, che aveva quello che sua madre definiva "amico immaginario" da quando ne aveva memoria, non vi aveva dato peso.

11/06/2017| Royai Day| 50 prompts scelti da me| Pre!Canon
I bagliori della nostra esistenza creano il fuoco della nostra anima.
One-shot legata ad Hallelujah, ma si può leggere separatamente.

Un colpo in testa inceppa i parametri linguistici del Mind Palace di Sherlock, che si ritrova costretto a parlare solo in francese. Il che pone John - cioé Jean - in una condizione parecchio spinosa.

Raccolta di sette brevi one shot.
1) La notte prima del trasferimento a Central, sotto la luce impietosa del neon, in un locale anonimo dell'Est...
2) Quando qualcuno nasce sfortunato, è inutile cercare di cambiare le cose. Bisogna solo saper stringere tra i denti una sigaretta...
3) Quella sera avevo cominciato a costruire questo muro tra me e l’amore che provo per lui.
4) Fissando lo sguardo a un brutto soffitto si possono prendere decisioni che segnano una svolta. O almeno tentano.
5) Ho sperato che le parole che ha detto una volta che m’ha issato in macchina sarebbero state le ultime.“Puoi dormire mentre guido.”
6) L’aspro del fumo mi invade le narici e mi penetra nella pelle come un cancro.
7) Forse è questo che mi impedisce di dormire, il mio nome sussurrato come una maledizione.

"Le venne in mente il piccolo Hayate: a chi lo avrebbe lasciato? Nessuno era in grado di accudirlo, o almeno Havoc e Roy non ne sarebbero stati in grado.
Ed il colonnello? Chi si sarebbe preso cura di Mustang?"
Altra Fic pubblicata sul mio blog anni ed anni fa ed ora postata qui.
Buona lettura!