-Come mai questo completino?- ridacchia il liscio mentre la bocca dell'altro lo bacia su ogni angolo di pelle.
-Perchè devo cucinare, mio caro, e non volevo sporcarmi..- risponde mentre succhia un lembo di ventre che sta diventando velocemente violaceo. Louis ride per il solletico che gli provoca e per la risposta senza senso del suo ragazzo. I pantaloni sono per terra e i boxer sono rimasti da soli a dover svolgere il duro compito di coprire l'erezione quasi fastidiosa di Louis. Da soli con i calzini, ma quelli non servono a molto al momento.
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[Louis/Harry] [PWP]

-Sai, Harry- dice continuando a fissarlo insistentemente con il suo sguardo malandrino – ero solo, di là. Ero molto solo e mi annoiavo tanto. Poi ho pensato "Aspetta, Louis, ma il tuo ragazzo, quella bomba sexy, quel fico della madonna che ti fa venire anche solo guardandoti, è di là, nell'altra stanza!". Così, mi sono detto che forse, sarei potuto venire da te per parlare...- ridacchia ad un passo dal riccio.
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[Louis/Harry] [PWP]

"Amami, senza un domani, senza farsi del male."
Iris e Nora sono innamorate, e se lo confessano la prima volta dopo aver mischiato i loro sapori, i loro segreti, il loro amore. A Iris e Nora non importa che sia strano, il loro amore è puro. Il loro amore è travolgente. Il loro amore è vero.

"Adesso sono io a sorridere. Harry non sa quanto amo essere il suolo che assorbe la pioggia, i lampi, che sopporta il fango, ma che comunque non si spezza mai. Sono quel suolo che aspetta la pioggia per tornare vivo, per respirare. Ed Harry è la mia pioggia."
Questa one-shot potrà sembrare banale, in realtà descrive la quotidianità di due ragazzi che sono follemente innamorati l'uno dell'altro.
Non obbligo nessuno, scrivo solo perchè mi piace farlo, ma se volete leggete e recensite.

Improvvisamente la porta si apre, e una piccola bambina di dieci anni entra nella stanza.
I suoi occhietti vagano per qualche istante, poi, leggermente intimorita, si avvicina al letto su cui sono sdraiata inerme e mi accarezza una mano.
«Ciao tesoro.» dico lentamente guardandola negli occhi, quegli occhi che mi ricordavano tanto quelli di Niall.
«Ciao Bisnonna Rose.» dice la bambina, e il suo visino si apre in un sorriso. «Come stai?» chiede preoccupata.
«Sto bene, piccola. Vieni a sederti qui vicino a me.» La chiamo con un cenno e le sue scarpette rosse trotterellano fino al mio letto. Si siede con un sorriso e mi prende la mano.
«Nonna..» comincia insicura. «Mi racconteresti la storia del Titanic?»
Sorrido, prendendo un bel respiro profondo e ricacciando indietro le lacrime che minacciano di inondarmi le guance. «Certo piccola mia. Ti racconterò tutto dal principio, dal maledetto giorno in cui mia madre decise di imbarcarsi sul Titanic.»

“Forse dovremmo solo andare a casa.” aveva aggiunto subito dopo poggiando le mani al lato dei suoi fianchi per tentare di alzarsi. Ma non era riuscita a farlo perché con uno scatto rapidissimo, Perrie era balzata in piedi e si era riseduta a cavalcioni sulle gambe di Jade stringendo le ginocchia intorno alle sue cosce per impedirle di muoversi. “Oppure potremmo provare anche noi.” aveva ribattuto, finalmente con un’affermazione, un attimo prima di poggiare le sue labbra su quelle dell’amica.
[Attenzione. La storia contiene Perrie/Jade esplicito.]

Forse aveva passato troppo tempo a guardare telefilm per adolescenti, ma Louis ricordava perfettamente di aver sentito da qualche parte che, ad una certa distanza, lo scattare del bacio è inevitabile. E mentre guardava quegli occhi verdissimi ancora circondati dalla maschera, intenti a scrutarlo, si stava chiedendo se quella regola valesse anche con gli sconosciuti. Forse l’alcool gli aveva dato alla testa. O forse era semplicemente ancora troppo eccitato per la piega che la serata aveva preso, ma in quel momento, senza pensare alle conseguenze, si era avvicinato all’angolo destro della bocca che gli stava di fronte, e, chiudendo gli occhi, l’aveva baciato.
[Attenzione. La storia contiene Louis/Harry.]

[Jason/Alison - DiLaurentiscest]
Alison non saprebbe dire quando di preciso sia iniziato l'eterno dissidio tra lei e Jason.
Da che ha memoria, ricorda di averci sempre litigato, fin dai tempi della culla.
Probabilmente è una di quelle cose che cominciano da lì – con la gelosia per la sorellina minore che cattura ogni affetto ed attenzione degli adulti.
Poi si cresce tra spintoni e tirate di capelli non appena mamma e papà voltano lo sguardo, con gli scherzi un po' cattivi e le parolacce imparate dai ragazzini più grandi.
Certo, ogni fratello e sorella che si rispettino possono raccontare di aver vissuto tutto questo, ma Alison è sempre stata convinta che quello tra lei e Jason fosse altro.
Come una malizia mischiata nel sangue, una voglia continua di darsi sui nervi a vicenda, perfino ora che entrambi hanno superato da parecchio l'età dei dispetti infantili.

[...] Shannon ne sembra consapevole e ne è anche compiaciuto. Chiamando a sé tutte le forze, ti spinge contro il muro. Ti lascia qualche secondo per respirare, andando a chiudere la porta con ben cinque mandate. Di certo nessuno sarebbe mai venuto a disturbarvi. Ritorna da te con un sorrisino maligno. Ti sbottona la camicia buttandola da qualche parte e incomincia a baciarti tutto il petto.