EFP Fanfiction, storie preferite di Bauklotze

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Bauklotze

Membro dal: 07/12/14
Nuovo recensore (6 recensioni)

Bauklötze (ex Tallulah Hetfield).

Un quarto fangirl, un quarto giappominchia, un quarto coreaminchia, un quarto vegetale.

Quattro quarti: un'idiota.

Regina della Noia e anche della Pigrizia, della Capacità di Procrastinare Senza Vergogna, dell'Insicurezza e della Sociopatia.

La musica è la sua concubina, il pc il suo legittimo consorte mentre serie tv, libri, film, anime e manga sono la sua diletta progenie.

Bizzarro essere umano con il cervello pieno di malsane idee che grazie a questo sito possono essere messe nero su bianco.

*****

(Bauklötze gestisce anche questo profilo dove ha pubblicato la sua prima e ultima traduzione)

(◡‿◡✿)

Ali di Cenere

[JeanMarco Week] Day 5: Ash
Prima di pronunciare le parole che gli balenano in testa, Marco attende qualche secondo. Sa che quello che sta per dire probabilmente cambierà irrimediabilmente il loro rapporto, ma non può e non deve trattenersi. Non di nuovo.
- Vorrei non averti mai dato retta, quando mi hai chiesto di unirmi alla Polizia Militare. - sussurra appena; forse Jean non lo sentirà. Forse potranno continuare a fingere che vedersi solamente tre, forse quattro volte in un anno non sia malsano per entrambi. - Vorrei averti seguito là fuori. -

Fix You

[JeanMarco Week] Day 4: Candlelight
- Jean. - ripete quella, la voce carica di sincera preoccupazione. - Quella è la mano con cui combatti. -
- È anche la mano con cui ti ho ordinato di andare a crepare come un idiota, e solo. - mormora; la fiamma sta scavando nella sua pelle e lacrime iniziano a formarsi agli angoli dei suoi occhi. Il dolore rende difficile mettere le parole una dietro l'altra, dare loro un senso logico. Non sa perchè Marco si trovi lì, ma più la mano affonda verso la cera della candela, più lui gli appare nitido e visibile. Ogni dettaglio si fa più chiaro, e lui è di nuovo vivo e intatto, tanto vicino che Jean potrebbe allungare l'altra mano e toccarlo.

I Don't Mind

[JeanMarco Week] Day 3: Homecoming
[Midquel di una mia precedente one-shot, No Light No Light. Se non l'avete letta, vi basti sapere che Marco è sopravvissuto alla battaglia di Trost ma ha perso la vista]
Jean ride di nuovo, quella risata che riserva soltanto a lui. - Ok, mi ha quasi portato via metà faccia. Ma sono qui. - la sua mano si sposta sul volto di Marco, sui suoi occhi e sulle cicatrici che li percorrono. È un vizio, un'abitudine che Marco gli concede senza timore. - E ora mi sento molto meglio. -

Orfeo ed Euridice

[JeanMarco Week] Day 2: Olympus
- Mancava solo una donna da amare, nella sua vita. E la trovò in Euridice, driade che divenne sua sposa, ma solamente per poco: ella, fuggendo dalla minaccia di un altro pretendente, non si accorse del morso velenoso di un serpente, e morì. -
Marco si era spostato dal fianco del ragazzo per posizionarsi appena dietro di lui e ammirare ciò che stava creando; i suoi bozzetti si erano discostati dal ritratto originale per prendere una strada tutta propria, fatta di lire e profili di donne di una bellezza fuori dal mondo. Entrambi tornarono a rivolgere la loro attenzione alla storia.

Upside Down

[JeanMarco Week] Day 1: Zero gravity
Marco si avvicinò a Jean e alzò una mano per sfiorare la sua guancia pallida. Nonostante il suo essere a testa in giù – causato dalle diverse gravità e leggi fisiche che regolavano i loro mondi gemelli – poteva chiaramente notare che la sua espressione era più spaventata che realmente arrabbiata. Premette le sue labbra contro la fronte di Jean, sorridendo quando i capelli della sua frangia bionda gli solleticarono il mento.

Passive

- Che ci fai qui? - chiese, poggiando una mano al muro e rialzandosi. Si voltò verso Levi abbastanza perchè lui lo vedesse in volto, abbastanza perchè la luce della locanda illuminasse il suo volto e la tumefazione che faceva bella mostra di sé sulla sua guancia.
Pessima decisione; la vista di quel livido sembrò innescare una reazione di Levi. Prima ancora che Erwin potesse protestare o farlo ragionare, il pugno chiuso di Levi era sulla sua guancia – l'altra, quella ancora sana – ed Erwin stava ricrollando a terra, il dolore pulsante rapido a prendere possesso di tutto il suo corpo.
- Che cosa ci faccio qui?! - ripetè Levi; lo sovrastava. - Che cazzo ci fai tu, Erwin! -
Si chinò; Erwin non oppose resistenza, mentre le dita di Levi si chiudevano sul collo della sua camicia e lo sollevavano verso sé. La sua espressione – che Erwin aveva poi riconosciuto come disgusto, puro e semplice – era crollata, sostituita da un dolore più profondo e meno egoistico. Erwin lo guardò cercare le parole da pronunciare, e trovarle.
- Avresti potuto dirmelo. - ansimò Levi. Annuì appena, prima di rialzare la testa e fissarlo negli occhi. - Avresti dovuto. -

: Azzurro :

"Non posso disegnare il mare senza l'azzurro."
~
Salve, io sono Kii ^-^ questa è la mia prima shot in questo fandom, quindi accetto ogni tipo di critica c: una DaiSuga abbastanza angstosa(?)
Mi piace pensare che quei due abbiano la passione per il disegno, ecco.
Buona lettura c:
Kii♥

Pietra

- Ultimo capitolo

- Betulla sequel -
«Vedo che anche oggi ti sei dato da fare. Trascorri più tempo rinchiuso lì dentro, piuttosto che nella Sala del Trono, mio Re.»
Thorin fece una smorfia ironica. «Sai bene quanto non mi piaccia stare con le mani in mano.»
«Ebbene, non sarò certo io a trascinarti lontano dalla fucina tirandoti per un orecchio!» Balin strizzò un occhio, porgendogli una pergamena. «Ma forse c’è qualcuno, là fuori, che avrà il potere di osare ben oltre.»
L’altro si voltò per guardare l’anziano Nano, che aveva ora tutta la sua attenzione. Prese il rotolo di carta ancora chiuso ed osservò con interesse la cera che lo sigillava: era un albero incorniciato da sette stelle, con una corona alata in alto.
Era lo stemma di Gondor.
(tratto dal secondo capitolo)

No Light, No Light

Lo ha condannato alla vita di un infermo, uno storpio, un cieco; e tutto questo per puro e semplice egoismo. Per paura di perdere l'unica spalla contro la quale sia mai stato in grado di appoggiarsi, l'unica mano che sia mai stato in grado di toccarlo senza farlo scappare.
- Come va? - sussurra.
L'indice della mano destra di Marco sfiora uno zigomo; le altre dita si allungano fino a sfiorargli la nuca, dove i capelli sono corti, quasi del tutto rasati. Il sorriso che il solletico provoca in Marco è tanto sincero da sembrargli doloroso.
- È strano. - risponde. - È come...imparare a leggere, da bambini. -

Count the Stars

Germania 1941, Jean ha qualcosa di molto importante da dire a Marco, ma cosa? E come reagirà l'altro?
"Tutti ci conoscevano come Jean e Marco, migliori amici fin dalla nascita"
[Traduzione]

Still Into You

[Tumblr Prompt] SOURIN: baci sul collo e gelosia. Voglio del Pornfluff a palate come se ne andasse della tua sanità mentale, sister!
- Sou. - sussurrò, cercando di non spingerlo via per non offenderlo o urtare la sua sensibilità. - Rispondimi sinceramente. -
Sousuke attese che la domanda fosse posta; Rin fece ricorso alle sue forze per pronunciare quelle poche parole. Aveva sempre avuto il timore che fosse così, sin da quando Sousuke era tornato; era arrivato il momento di fare chiarezza sull'argomento.
- Sou, sei...geloso di Haru? -
Sembrò che la temperatura si fosse abbassata di svariati gradi, nella stanza. Rin ebbe a malapena il tempo di pentirsi di aver posto la domanda, prima che le mani di Sousuke si posassero sulle sue spalle nude, prima che Sousuke si spingesse avanti a intrappolarlo contro il muro con un bacio.

An Unexpected Journey

- Ultimo capitolo

"Edith amava il campeggio. Amava la natura, sentire il profumo dei pini, immergere i piedi nei rivoli d’acqua, godersi i suoni della campagna, o ancora meglio del bosco.
Ma se c’era una cosa che Edith trovava insopportabile erano i suoi compagni di classe. Spocchiosi, antipatici, egocentrici. Insomma, delle persone da sposare. "
Così inizia il viaggio ai limiti della follia di Edith Sanders, una ragazza come altre, che si troverà a vivere la più grande avventura di sempre.

There and Back Again

- Ultimo capitolo

"Non è il tuo amore che voglio,
voglio soltanto saperti vicina
e che muta e silenziosa
di tanto in tanto, mi tenda la tua mano."
Garcia Lorca

Baby, Can I Hold You?

È l'ultimo anno del liceo. Jean vuole disperatamente invitare Mikasa al ballo di fine anno, e Marco è la sua ultima speranza di imparare a ballare decentemente.
Ma forse ciò che Jean crede di desiderare e ciò che desidera realmente sono due cose completamente diverse.
Le mani di Jean si strinsero sui suoi fianchi; Marco lo sentì affondare il volto nell'incavo tra spalla e collo con ferocia. Jean faceva tutto con ferocia, pensò all'improvviso, senza una ragione apparente. Non lo aveva mai visto davvero tranquillo, in dieci anni.
- Non voglio che tu te ne vada. - sussurrò piano.

Proditus

Per tutta la vita aveva avuto l’orribile sensazione di essere continuamente tradito da chiunque lo circondasse e diceva di amarlo. Era una consapevolezza che spesso tornava a schiaffeggiarlo durante le sue lunghe notti insonni, quando l’unica cosa contro cui poteva sfogare la sua rabbia erano le lenzuola del letto e l’innocente cuscino.
[Sir Guy di Gisborne]

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