Katsuki torna a casa con delle calze, pronto all'azione. Izuku è più che felice di dargli quello che vuole.

E' impulsivo. E' sbagliato. Perseguiterà Katsuki nei sogni per settimane, mesi, anni. Sarà come una spada di Damocle, soltanto ad un pelo dal tagliarlo via dal futuro che si era immaginato di vivere per tutta la sua vita.
Ma Izuku era disperato, ferito e non c'era altro modo per salvarlo. Non c'era nient'altro che poteva fare. Quindi Katsuki aiuta come può, nell'unico modo che gli riesce, più a lungo che può. Si aggrapperà forte a questo momento, sapendo che alla fine sarà tutto distrutto.
Le cose tra di loro non sono destinate a durare.

[OMEGAVERSE! KatsuDeku (KatsukixDeku)]
Dalla storia: (perchè si sa, non sono brava con le introduzioni)
«Più che altro, Midoriya, si sentiva terribilmente strano. Non sapeva neanche dire se era “strano bello” o “strano brutto”.
Si sentiva soltanto strano.
Ma era ancora più sbalordito, o meglio sconcertato, dal fatto che percepiva su di sé, da tutta la mattinata, lo sguardo tagliente dell'Alpha seduto dietro di lui: Bakugou Katsuki.»

Salve sono Izuku Midoriya, e sono quì per raccontarvi come sono diventato l'eroe più grande di tutti i tempi!
... O meglio è quello che direi solitamente. Ma c'è una parte della mia storia che non ho mai raccontato fino ad adesso.

[Katsuki/Izuku] [Canon!Verse] [Future!Fic] [Bottom!Katsuki]
“Scommetto che non riusciresti mai a farmi pregare.”
Izuku alza lo sguardo per incontrare i suoi occhi e il ghigno strafottente di Katsuki si amplia ancora di più.
Midoriya, però, non sembra divertito.
“Sei proprio sicuro di voler scommettere?” chiede tutto serio e composto di fronte al sorriso sguaiato del fidanzato.
“Ma fammi il favore...” Katsuki ride e incrocia le braccia al petto. “Non sapresti neanche da quale parte cominciare per farmi iniziare a pregare.”
Izuku si lecca le labbra e inarca un sopracciglio. “Scommettiamo, allora.”
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★ Questa storia partecipa al contest “Reverse Week” a cura di Fanwriter.it! ★

Izuku impiegò due minuti e cinquantasei secondi a materializzarsi davanti alla porta di Katsuki: aveva battuto il proprio record di ben quattro secondi. Bussò una volta, due, tre, e ad ogni bussata sentiva il proprio corpo farsi più teso e impaziente. Quando Kacchan aprì la porta, Izuku percepì nettamente i propri muscoli rilassarsi di botto, ma durò solo un secondo.
Indossava gli occhiali, Kacchan.
Izuku lo aveva sempre sospettato, ma finché erano stati al liceo si era trattato di un puro presentimento. Poi, qualche anno prima, l’innegabile conferma: Katsuki era leggermente miope da entrambi gli occhi, e per tutta l’adolescenza aveva ovviato al problema indossando perennemente le lenti a contatto.
Non gli piaceva portare gli occhiali; a Deku, invece, piaceva un sacco quell’aria seria che gli conferivano. Quel fare quasi intellettuale, o per meglio dire maturo. Gli piaceva un sacco.
- Deku, smettila di fissarmi come un imbecille. – grugnì il diretto interessato - Che sei venuto a fare? -
("Tonight we honor the hero" shameless sequel)

- Lo specchio… come si è rotto? –
Sbuffò - E adesso perché vuoi saperlo? –
- Perché porta sfortuna rompere uno specchio. Sette anni di disgrazie. –
- Da quando ti conosco saranno almeno venti anni di disgrazie. – borbottò lui, e Deku aprì un occhio probabilmente solo per guardarlo male.
- A volte non capisco se dici sul serio o se è solo il tuo modo di fare. –
Katsuki si sarebbe tagliato una mano, piuttosto che rispondere a quella domanda.

Izuku si trovava nello spogliatoio della scuola, uno dei tanti, ed era intento a mettere il costume per la festa. Si era sentito così euforico durante la preparazione che, guidato dall’entusiasmo, aveva deciso di accettare l’aiuto di Ochako per il suo vestiario. In fondo, pensava, la sua amica aveva buon gusto e sapeva che non l’avrebbe fatto andare in giro come un idiota. Almeno così pensava fino a quel momento.
Quanto aprì la scatola, inizialmente non realizzò che quell’agglomerato di balze rosa e bianche era il suo costume. Lo tirò fuori con cautela, credendo che l’amica avesse accidentalmente scambiato le scatole, ma quando lesse il suo nome nella lettera che era assieme al vestito capì che, innanzitutto, doveva indossarlo e, soprattutto, che era fottuto.

Quando la campana suonò tutti si incamminarono presso la bacheca, tra urletti e sguardi d’ammirazione. Midoriya con gli occhi sbrilluccicanti cercò il suo nome, allargando di più il suo sorriso scoprendo che avrebbe passato del tempo in un asilo, con tanti bambini.
Lui in fondo adorava i bambini e sapeva si sarebbe divertito, in più All Might avrebbe sicuramente preso gran parte del pubblico. Il suo sorriso si smorzò appena quando vide che il suo compagno per quei giorni sarebbe stato il suo migliore amico e rivale, Bakugou Katsuki.

Ciao a tutti!!! Questa sarà una divertente Chat tra Sakamaki pervertiti!! Scopritelo ora!! ^^
Bacioni dalla vostra scocciatrice Rin-chaaaaan

"Era una cosa strana vedere Hinata e Kageyama nella stanza del club finiti gli allenamenti. Di solito loro si esercitavano fino a tardi, ma adesso che hanno da studiare per gli esami devono sacrificare un po' del loro tempo. [...]
Sto già pensando a come dargli fastidio inventandomi un altro insulto quando il moro inizia a spogliarsi togliendosi la maglia.
Di solito non ci cambiamo quasi mai insieme perché lui e quel piccolo gamberetto si fermano fino a tardi per allenarsi..."

«Chiedi al ragazzo che ti piace di uscire e non pensi a un posto dove andare insieme? Sei veramente il peggio.»
[Oikawa/Kageyama]

Kageyama e Hinata. Alzatore ed esca. Ombra e luce. Opposti, ma complementari. Compagni, solo di squadra? Il tempo trascorso insieme e l'affinità tra i due giocatori faranno a poco a poco sorgere un nuovo sentimento nel cuore del Re del campo, ma come può un sovrano dispotico trasmettere i propri sentimenti? Soprattutto se ad interessargli è un suo compagno di gioco ed il suo esatto opposto?

-La prossima volta vinceremo-
-La prossima volta vinceremo noi. Intanto però devi scontare la tua penitenza-
Detto ciò fece segno al minore di avvicinarsi e il suo ordine fu eseguito senza proteste.