Anno 2013. Il mondo è lacerato dalla lotta segreta tra due razze il cui destino ultimo non è ancora stato scritto. Gli umani e i vampiri.
Elena è umana e vive in un piccolo paese ai margini di Atlanta. Un oasi di pace che non è ancora stata scalfita dagli immortali. Ha una vita normale, fatta di cose semplici. Una laurea da festeggiare e un futuro tutto da scrivere.
Damon è un vampiro. Sulle spalle 150 anni di dissolutezza passati a scappare da se stesso.
Il loro incontro cambierà per sempre le vite di entrambi.

ATTENZIONE! STORIA INCOMPIUTA!
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[Olicity]
Oliver e l'Arrow Team sono alle prese con il traffico di essere umani. Nel tentativo di portare a termine la missione le cose non andranno come previsto, ma sarà Felicity a pagarne il prezzo più alto.
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"Non era il primo bacio, non era il primo amore.
Eppure era amore, e i suoi baci le facevano battere il cuore. E lei era felice, perché voleva amare di nuovo, perché voleva essere amata.
Nel momento in cui si incontrarono lei teneva il proprio cuore in mano, ferito e malconcio, ma palpitante di vita, ansioso di tornare a battere per qualcuno.
E lui lo prese gentilmente fra le proprie mani, nel proprio grembo. Lo tenne al sicuro, lo scaldò insieme al proprio, e lo amò più del suo."

Elena Gilbert è una specializzanda in chirurgia del primo anno. Suo padre è il primario e anche sua madre lavora lì.
Qui ritrova i suoi vecchi compagni e amici e scopre con gioia che saranno i suoi nuovi colleghi.
Tutto sembra andare bene finché, la sera del ricevimento per i nuovi arrivati, compare qualcuno dal passato di Stefan ed Elena.
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Dal testo: «Ehi, Stefan? Terra chiama Stefan!» gli dico ridacchiando.
Lui sposta lo sguardo più in là e non mi guarda. «Damon.» dice freddo.
«Ciao fratellino.» risponde sarcastico l’uomo.
Aspetta, cosa? Quel Damon? Il fratello che se n’è andato quando avevamo dieci anni? Che cavolo ci fa qui? Non si fa vedere da sedici anni ed ora si presenta nel nostro luogo di lavoro?

[AU - tutti umani]
Elena ha ventotto anni, è una donna, ha una figlia con gli occhi azzurri - Damon se n'è andato una notte e non è più tornato, ma il suo migliore amico sta per sposarsi e il testimone non può mancare.
Dalla storia:
[...] «Dormi, Elena?» ti agiti ancora, la notte, il sonno straziato da quei tuoi incubi di fumo e grida e occhi troppo scuri?
Capisce il sottinteso con un secondo di ritardo, come una comunicazione radio disturbata – deglutisce, sbatte le palpebre, non ricorda come parlargli.
La conferma le esce di bocca senza che ci pensi, senza che rifletta su quanto può permettersi di essere sincera (è una rassicurazione, un qualcosa di pre-impostato – non è quasi mai la verità; non lo ingannerebbe mai).
«Sì.»
Non sa a quale domanda ha risposto. [...]

Attenzione spoiler su tutta la terza stagione!!
Raccolta di missimg moments ispirati alle varie puntate della serie.
Dal testo:Perché lei non aveva baciato Oliver Queen, no, lei aveva baciato Arrow.
Arrow, l’ombra dell’ uomo che fu Oliver Queen, la parte di se che lui aveva deciso di essere. Non era giusto, per entrambi.

C'era una strana calma nell'aria quella notte.. Starling City sembrava addormentata, Felicity aveva appena cambiato casa. Con lo stipendio che le dava Palmer aveva deciso di prendere un attico.
Attenzione ⚠ SPOILER per chi segue la programmazione italiana.

Ambientata appena dopo l'episodio 3x05.
Damon ha fatto una promessa a Elena, non lascierà mai più sola.
Dopo il ritorno di Stefan a Mystic Falls, Damon a paura che il fratello possa fare del male a Elena, nonostante la debba tenere d'occhio per Klaus. Pochi giorni dopo Damon trova Elena priva di sensi e capisce che è opera del fratello. Così, per proteggere Elena decide...Elena riuscirà a resistere a Damon e all'amore travolgente che silenziosamente prova per lui?

Parte dalla 3x19
Dalla storia:
“ Ecco- continuò Elena spostando gli occhi verso il camino- una volta mia madre mi disse che non si capisce niente della vita finchè non si comprende la morte, e anche se io mi sono trovata faccia a faccia con la morte milioni di volte, non ho mai capito che cosa significasse vivere. Forse perché ho visto più morti che vite, non ho mai avuto un esempio completo di chi sia vissuto fino alla fine e sia morto in un letto circondato da nipoti e nipoti di nipoti. Ma quando ieri abbiamo condiviso un momento così significativo, ho capito che devo vivere ciò che mi è dato di vivere e non avere paura del futuro, perché del doman non c’è certezza.”
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"Non ci provare Elena- le disse il vampiro con aria minacciosa- giuro che se le dai fiducia, ti soggiogo con le mie mani.” Assottigliò gli occhi in un’aria severa e intimidatrice. Elena non se ne curò, e cercando di sciogliere la presa dal vampiro gli disse: “ Non lo faresti mai, Damon, ti odierei a morte dopo”.
Il vampiro sorrise sghembo, e avvicinando il volto a quello dell’umana, gli sussurrò, così che solo lei potesse sentirlo: “ E poi mi amerai a morte nel mio letto, non è vero, Buffy?”.

[Joseph/Claire + Ian/Nina]
Joseph non ha la più pallida idea di come sia finito in quel posto, circondato da ragazzine esaltate che ballano al ritmo di una musica forsennata e accompagnata da testi alquanto imbarazzanti.

Dal primo capitolo [Elena è scomparsa.
Ero stato io l’ultima a vederla, quindi.
- E se provassi a chiamarla di nuovo? – mi chiede la bionda con un velo di acuta speranza a velarle la voce, puntando i suoi occhi chiari su di me e spostando il peso da un piede all’altro.
- Hai ragione, non ha risposto alle altre seicento chiamate magari alla seicentunesima risponde – affermo acidamente sarcastico, una smorfia a piegarmi le labbra.
........
Il mio cellulare squilla improvvisamente, rompendo il silenzio e i miei pensieri con la sua tipica musichetta allegra.
Elena. È il nome che fa bella mostra di se sullo schermo .]
spero vi piaccia. ff DELENA.

Cosa sarebbe successo se Nina Dobrev non avesse ottenuto il ruolo principale, ma soltanto una posizione marginale all'interno della crew di vampire diaries?
Se le cose fossero andate diversamente avrebbe comunque ottenuto il lavoro e il ragazzo dei suoi sogni?
Per la maggior parte delle persone qui sono soltanto la ragazza che porta i caffè, non mi considerano nemmeno un essere umano, penso che se dovessero incontrarmi al di fuori di qui non mi riconoscerebbero nemmeno. Molti di loro non mi guardano nemmeno in faccia, ma non Ian lui è sempre cordiale e quando gli porto il suo caffè, mi porge un sorriso. Soltanto un piccolo sorriso e un cenno. Dev’essere dovuto al fatto che non conosce nemmeno il mio nome e comprendo che sia solo un piccolo gesto dettato dalla cortesia, ma non mi importa il momento in cui gli porgo la sua tazza di caffè rimane nonostante tutto il mio momento preferito della giornata perché posso ammirare il suo splendido sorriso ed ho la consapevolezza che sia tutto per me.
Probabilmente per lui non sarò mai niente di più che la ragazza del caffè, ma per me può bastare.

Alzo lo sguardo e, fermo sulla porta che non chiudo mai, un ragazzo in sneakers, jeans strappati, maglietta bianca con scollo a V, zainetto nero appoggiato ad una spalla, mi osserva incuriosito.
Dio sia lodato... Questo deve essere il mio assistente.
“Tu devi essere Edward.” Sentenzio alzandomi e precipitandomi allo schedario dove conservo la copia madre della dispensa.
“Sì… sono… Edward…” Mi risponde confuso.
“Avresti dovuto essere qui almeno dieci minuti fa!” Lo rimprovero mentre recupero i documenti che mi servono.
“Chiedo scusa?”
Porca miseria, ma chi mi hanno mandato? Un deficiente?
È il suo primo giorno, è in ritardo, quasi non si è presentato, ed invece di scusarsi, chiedermi se ho bisogno di qualcosa, darsi da fare insomma, se ne sta lì, impalato sulla porta con lo sguardo da ebete.