"Frank?" Chiese, incerto, per poi alzarsi lentamente dal letto, portandosi dietro il lenzuolo.
Frank scosse la testa, continuando a ripetere "No, no, no, non può essere, no, cosa cazzo significa, no..." fissandosi nella superficie riflettente, toccandosi i tatuaggi ed i capelli. Gerard lo raggiunse e quasi gli venne un colpo quando si vide nello specchio.
Quello non era lui.
Solo che... Era indubbiamente lui.

Nella sua tragedia aveva trovato uno spiraglio di luce, una misera spiegazione a tutto il suo dolore. Forse tutta quella sofferenza lo aveva portato a questo, a quel gruppo, a quella canzone. Forse un giorno sarebbe davvero stato meglio, in pace con sé stesso e tutte le altre parole vuote che per lui non avevano ancora un minimo di significato. Forse un giorno avrebbe ripensato alla sua giovinezza e avrebbe sorriso. Forse non sarebbe mai arrivato a quel giorno e si sarebbe consumato prima come una candela, una delle tante su quell'enorme candelabro che era il mondo.

***Leggimi, leggimi, sono importante!***
*Aggiornato al 31/10/2015*
Oh cazzo, dev’essere lo stress, sì, sicuramente, colpa dell’esame, colpa della White, dormo poco e bevo troppi caffè, è colpa della mia immaginazione, colpa della suggestione, devo smetterla di guardare quegli stupidi film horror con Mikey, assolutamente, da stasera basta televisione, a letto presto, e senza caffè!

« Così tu saresti la mia groupie... eh? » aveva commentato una voce melodiosa e leggermente accattivante alle sue spalle. Si era voltato incontrando in carne ed ossa quel ragazzo che aveva visto solamente in foto patinate.
« Non sei una rock star, sei un modello. » aveva commentato riprendendo il suo tono freddo e glaciale.
« Canto anche... sono una rock star e tu sei la mia groupie. » aveva commentato sorridendo maliziosamente.
« Ti sfugge il fatto che sono un ragazzo? » aveva chiesto scocciato. Il comportamento malizioso e zuccheroso - ai limiti dello sturbo- di quel ragazzo gli dava fondamentalmente al cazzo.
« Qui non devi sfoggiare quell'aria da cattivo ragazzo, non ti si addice. Qui puoi essere te stesso, senza fingerti qualcos'altro. » aveva commentato avvicinandosi fino ad annullare la distanza che gli separava.
« Che ne sai che non mi si addice? E poi mi paghi per scopare non per psicoanalizzarmi. » aveva commentato acido, togliendo la maglietta del più grande.
« Ed i preliminari? Sulla tua parcella ci sono anche quelli. » aveva commentato leccandosi il labbro inferiore. Ma Frank non l'ascoltava, Frank fissava quel paio d'addominali scolpiti che aveva di fronte ai suoi occhi.
[Capitolo 1 di 3]

“Spogliati”
Frank sbattè le palpebre, credendo di aver capito male “Ma io..c-cosa?”
Gerard ridacchiò nel suo orecchio mandando brividi sulla schiena di Frank “Hai capito benissimo” Mormorò facendo scorrere una mano sul suo ventre vestito “Spogliati”
*Frerard Sconcia*