"In quegli occhi, da così vicino, riuscivo a vedere l’abisso, il vuoto, la solitudine, tutto. Erano un libro aperto, un libro che tradiva la sua corazza, il suo essere violento. Improvvisamente, per qualche istante non sentii più niente, lo guardai soltanto restando in silenzio, pensando, per un attimo, se fossi stata in grado di tirarlo fuori da quell’abisso "

La sfiga è la mia compagna di vita. Sono quel tipo di persona che se schiacciasse nell’opzione “hai dimenticato la tua password?” otterrebbe come risposta “cazzi tuoi”. Mai vinto nulla, mai eccelso in qualche disciplina, mai arrivata ai traguardi che mi sono imposta. Tanto che mi sono stancata e ho smesso di sperare nelle cose.
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Tiro fuori il telefono dalla tasca, proprio nello stesso esatto momento in cui lo sento vibrare. Un nuovo messaggio.
Numero sconosciuto: Ash, c’è una grandissima gnocca davanti a me con un culo che porca troia, ci farei bungee jumping!
Rimango interdetta qualche secondo. Cosa?

«Hai mai fatto sesso telefonico?» domandò all’improvviso. La ragazza si sentì arrossire e, d'istinto, si coprì col lenzuolo, come se lui potesse vederla.
”Ti chiamerò tutti i giorni alla stessa ora e parleremo insieme” le aveva detto lui, questa era la storia.
Ma, presto, le loro conversazioni si erano riempite di parole poco innocenti, momenti di silenzio colmati da sospiri e confessioni che mai, nella vita, avrebbe pensato di poter fare.
«No, ma mi piacerebbe che tu fossi qui con me» replicò, dando il via a quel gioco perverso e pericoloso. Non avrebbero mai dovuto spingersi così in là.
***
«Dobbiamo smettere di sentirci, Jordan. Non chiamarmi più. Questo gioco è diventato troppo… pericoloso.»
***
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=5BfZV-3QNg8

Mi chiedo se sarebbe più adatto nel ruolo di angelo o di diavolo, certo sarebbe un bellissimo angelo con quel viso, così simmetrico, dai colori così chiari,
ma non è pur vero che il diavolo è un angelo caduto?
In quel momento apre gli occhi, il suo sguardo cade su di me, sorride, non dice nulla, si limita a sbattere le palpebre e ad attirarmi verso di se.
Mi sposto contro il suo busto caldo facendo sobbalzare il materasso, Luke appoggia il mento sulla mia testa, sento il suo respiro tra i capelli e infilo il viso nell'incavo del suo collo, godendo di quel semplice intimo contatto

La domanda invadente del moro lo fece alterare abbastanza da rispondere a denti stretti:"Chiuderai mai quella fottuta bocca?"
Lo vide ammiccare dallo specchietto retrovisore, leggermente ammaccato, ma non meno dannatamente bello, ed avrebbe tanto voluto fermare di nuovo l'auto, scaraventarlo in mezzo alla strada, ed investirlo ripetute volte.
"Credevo che la volesse spalancata, agente Irwin." cantilenò con voce suadente e fin troppo innocente per combaciare con le parole che avevano appena lasciato le labbra del ragazzo.
 
[Cashton] [Officer!Ashton]

«Vino e Linkin Park prima di andare a dormire?» chiede intanto il più grande, bevendo ancora un sorso ed alzandosi dal divano per poi raggiungere l’altro, sperando che arrivino presto al punto, perché proprio non ce la fa più a resistere, a tenere buona quella voglia che – ben lo sente – sta per esplodergli dentro.
«E chi ha detto che voglio dormire?» domanda Luke a sua volta, con tono divertito e serio allo stesso tempo, finendo in un sorso quel poco vino che si era messo nel bicchiere, con un sorriso malizioso sulle labbra che convince Michael ad agire e a liberare entrambi di quel poco contegno che avevano usato fino a quel momento.

Per un attimo i nostri occhi si incontrano, è uno sguardo così intenso che mi sento priva di vestiti, scoperta davanti a lui.
Poi io dirigo la mia attenzione ad altro, cercando il simbolo del bagno. Lo trovo e percorro un corridoio scuro tappezzato di mosaici fino a trovare il cartello che reca la scritta “signore” sorrido e spingo la porta per entrare.
Il locale è enorme, curato in ogni aspetto, dai lavandini lucidi, allo specchio a figura intera, alle piante ordinate negli angoli, perfino le cabine con i water sono enormi e dotate di ogni comfort.
Mi specchio sistemando l’abito stretto, sento la porta aprirsi alle mie spalle.
Luke entra e si appoggia al muro mordendosi il labbro, ha uno sguardo avido, le pupille leggermente dilatate.

-E' presto Hemmings, non so se ne sei al corrente, ma non sono facile come ragazza da conquistare.- ghignai, tra un sospiro e l'altro. Il suo braccio si intrecciò sotto al mio ginocchio, facendomi sollevare la gamba.
-Credi che non lo sappia? Ho avuto più erezioni insoddisfatte con te in tre giorni che erezioni soddisfatte nella mia vita.- mi fece notare, staccandosi.

Scosse la testa e si concentrò soltanto sul silenzio pesante intorno a lui, cosa gli era preso?, andare a dormire nella cuccetta di uno dei suoi migliori amici era stata la cosa più stupida che avesse mai fatto, non che fosse la prima volta ovvio, ma dormire in quel modo con Zack non era da amici, sentire il bisogno di stringere ancora il corpo massiccio dell'altro non era da amici, niente era da amici.
Fu però un piccolo singhiozzo, scappato al controllo ferreo del moro, a fargli portare l'attenzione su di lui, che era a pochi centimetri da sé con la testa bassa, nascosta dai capelli lunghi e neri, ma le mani tremolanti, che ancora reggevano il bavero della sua camicia, erano la prova che quel ragazzo grande e grosso stava piangendo, lì, con le mani pronte a fargli male, mentre in realtà aspettava soltanto di essere raccolto come un micio dalla strada, sotto una pioggia torrenziale e col pelo tutto arruffato.
“Brian forse...”
“Tu non capisci vero Zachary?”

E' proprio questo lo scopo del sesso telefonico. Conoscere e conoscersi. Superare la distanza. Mascherare la timidezza. Accettarsi. Eccitarsi. Rivelare i più profondi e nascosti e perversi segreti che ognuno di noi tiene gelosamente celati agli altri, persino al compagno, per paura che questo possa non accettarli o rimanerne sconvolto.
–Vorrei essere lì–
–Lo vorrei anche io–

«Woah, fermo» Michael bloccò Calum e si nascosero dietro l’angolo di un muro «chi è quello?»
Capelli biondi –biondissimi- raccolti in una cresta altissima, cravatta rossa ed oro –Grifondoro sicuramente-, skinny neri con lo strappo sul ginocchio, pelle perfetta, e due occhi azzurri fuori dal normale nascosti dietro occhiali neri dalla montatura spessa.
«Luke Hemmings, nuovo acquisto australiano dei Grifondoro» lo informò il moro «è arrivato due giorni fa.»
Michael lo guardò con estremo interesse. Quel biondino era da urlo. Lo osservò attraversare il castello con i libri al petto, guardandosi attorno, per poi vederlo scomparire nell’aula di Pozioni.
«Chi se ne importa se i Grifondoro e i Serpeverde sono nemici da secoli,» esordì «lui sarà mio.»
*
«Vuoi?» chiese, leccandosi le labbra.
Il biondo annuì vigorosamente, sorridendo malizioso. Michael avvicinò la fragola alla bocca dell’altro, lasciandogli assaporare tutto insieme; l’altro addentò il frutto, masticando per un po’.
«Questo frutto è un po’ duro da mandare giù.» commentò, a bassa voce.
«Si, ma se lo succhi un po’, poi si ammorbidisce.» gli consigliò quello verde, venendo subito assalito dal Grifondoro.
Muke: MichaelxLuke | Os Rossa Slash | AU!Hogwarts | Accenni Narry e Cashton |

Kellin Quinn ha sedici anni –quasi diciassette- e vive la sua vita tra una famiglia distrutta, la scuola che va sempre peggio e quel grande baratro nero che minaccia di risucchiarlo ad ogni respiro. Vive spostandosi tra un libro di testo e uno spartito, un colpo del padre e una chiacchierata tra amici.
--- Crossover--- || KELLIC || ||ANDLEY|| ||TAYLEY|| ||JALEX|| //e altre coppie che ora non mi vengono in mente.//
Notate bene: fanfiction A.U. high school version. Non sarà narrata tutta dal punto di vista di Kellin.

Contiene SPOILER su COHF, non leggere se non si è finita la saga.
"Se fosse morta ne sarebbe valsa la pena, almeno lo avrebbe fatto a testa alta, non in ginocchio in mezzo alla cenere e ai corpi delle persone che aveva amato. Preferiva morire a Edom, tra le braccia di suo fratello. Sola, senza che nessuno potesse vederla o piangerla, senza che il mondo dovesse pagare per il suo egoismo."

«Ritroveremo la tua ispirazione. E sai che quando mi punto, devo riuscirci» concluse. Scossi la testa, stancamente.
«Non questa volta, riccio. Ti stai imbarcando in qualcosa di troppo grande per te».
«Yasmin, non ho altra scelta. Il mio tempo qui è limitato, e non so con esattezza quanto avrò a disposizione» disse, sedendosi sul tavolo, poggiando i gomiti sulle cosce e fissando il pavimento. «Se non ti sbrighi a scrivere la conclusione del libro e a rimandarmi nel mio mondo… morirò».
~
Pensai di avere le allucinazioni, di essere ancora nel più assurdo dei miei parti onirici.
E invece no.
Perché Harry Styles, il personaggio della storia che stavo scrivendo, era appena uscito fuori dal computer.
Letteralmente.
E mi fissava sorpreso dall’altra parte della stanza.
Iniziai a sentire le vertigini.

Zacky scrollò le spalle ed entrò nella sua Audi nera metallizzata, era sempre attento alla sua piccolina, la curava e la lavava due volte al mese, accese il riscaldamento e il motore, sistemò lo specchietto e si diede una rassettata ai capelli scuri.
Curvò a destra e si fermò al semaforo rosso, in lontananza vide una figura nera crollare a terra inerme, rimase in bilico sul ciglio della fossa poco profonda al lato della strada, lo vide cercare di rimettersi in piedi ma tutto ciò che ottenne fu cadere nel fosso senza forze. Zack infranse una buona parte del codice stradale, accostò vicino al ciglio della strada in contro senso, scese dall'auto e andò a controllare se poteva essere d'aiuto in qualche modo, per fortuna quella strada era poco frequentata di notte.
Il ragazzo allungò la mano martoriata, Zack la vide piena di sangue e tremante, lo trascinò fuori dal fosso con qualche difficoltà dato che il ragazzo non collaborava, lo fece sedere sui sedili in pelle, rabbrividì alla vista del viso martoriato, aveva vari taglietti su tutto il mento, il naso sanguinava come un rubinetto lasciato aperto e la bocca era livida e sporca di sangue."