Un suono sottile, appena accennato, che scivolava sulla stoffa bianca delle lenzuola come una carezza. Il respiro di Rayflo era regolare e abbandonato, segno di un sonno tranquillo che non dava spazio alla minima preoccupazione – tra le braccia del suo amato, sembrava aver trovato un poco di pace.

E mentre lui gli pettinava i capelli corti, Chris guardava quel fascio di luce sottile, che si scontrava contro il muro e formava una linea verticale. Il pulviscolo danzava piano, nell’aria immobile della stanza, ma sembrava l’incanto di un secondo.
La notte stava terminando e così anche il loro periodo di veglia. Alzare la mano poteva essere pericoloso ormai, le sue dita sarebbero bruciare alla luce dell’alba. Sembrava così strana, quella consapevolezza del pericolo, perché per decenni non aveva mai avuto alcun limite.

Il giorno di san valentino è alle porte!

Cherry era seduto sulla propria sedia, rigido, freddo e fermo come un palo, immobile come solo un cyborg riusciva a essere, nella sua natura meccanica ed estraniante.
Guardava il suo padrone con quell’espressione di superiorità e di mascolina forza che mostrava sempre a Johnny, quasi non fosse toccato da cose materiali e vanesie come la fame o la tentazione più basse – e che non fosse mai, mai caduto per esse, rinunciando alla propria coerenza e al proprio orgoglio.
A Johnny piaceva davvero tutto di Cherry, anche quell’espressione imbronciata e sostenuta, ma solamente perché era così divertente e così facile farla sgretolare pezzo dopo pezzo e piegare i lineamenti del giovane in smorfie di ben altra natura.

Il mondo poteva andare avanti, seguendo il ritmo degli uomini, e loro, ogni tanto, si potevano concedere un walzer a quel passo, illudendosi di farne.
Per chi è destinato ad una vita eterna, il futuro perde di significato.

Chris ansimò, pesantemente, contro il collo del suo Master, mentre questi gli accarezzava il collo e saliva fino al mento, arrivando quindi a toccare con i polpastrelli le labbra sporche di sangue rosso. Sorrideva, pago nel vederlo così provato da tutto quello. Il ragazzo ebbe un altro sussulto, inarcando la schiena in un movimento doloroso – ma il vampiro lo trattenne a sé, senza lasciarlo sfuggire.
-Stai tranquillo,

Gli voleva bene, questo era assolutamente indubbio.
Lo aveva realizzato dapprima a livello inconscio - per quanto lui e quell'uomo che abitava solo l'ombra non si conoscessero da anni e neppure da mesi interi, al bimbo davvero non era servito molto per sentire il suono della parola "padrone" come qualcosa di familiare ed estremamente caro.
Dopotutto, non aveva bisogno dei motivi che servono agli adulti per amare una creatura a tale maniera.
Come aveva intuito ciò che lo legava a Rayflo, intuì anche che una semplice parola non sarebbe loro bastata affatto.
[Raccolta di quattro baci - CherryFlo]

"Ricorda chi sei".
Cherry non ha bisogno di pensare a Chiesa e preti, a croci e preghiere perché la coscienza gli impedisca i movimenti e fermi il suo morso, a bocca aperta, quando ancora il peccato non è stato commesso e non c'è davvero nulla da perdonare.

Un fiocco candido fece qualche piroetta in aria, volteggiando leggero e privo di ogni possibile preoccupazione nel mezzo delle gentili correnti di brezza ghiacciata di quel rigido inverno.
Poi, con grazia, arrivò al capolinea, atterrando sul palmo aperto del cyborg che, con sguardo severo, ne scrutava il cadavere che si trasformava, lento, in una piccola goccia d’acqua.
Osservò in un soffio di vapore opalescente, con il tono triste di chi si è accorto per la prima volta della miseria della vita.
-Sta nevicando…-

Fame. Aveva fame. Era stato un pazzo a partire senza Rayflo, affare Vassalord o meno.
Aveva fame. Una dannatissima fame che gli impediva di pensare.
Perché non poteva essere come tutti gli altri? Perché non era rimasto umano?
(Altrimenti non saresti rimasto al fianco del Master.)

Cherry non lo sta guardando; è voltato verso la porta socchiusa, e si sta sistemando la camicia con gesti fin troppo misurati. Si sofferma ad osservare quelle spalle, quelle spalle che fino a poco fa stava stringendo con tutto se stesso, mentre il sangue gli veniva portato via da labbra voraci e calde.
Sono belle le spalle di Cherry alla vista, ma deve dire che al tocco sono ancora meglio; decisamente meglio.
[Dedicata a Rota]

L’acqua calda al punto giusto. Il leggero alone di vapore che si dipana nella stanza. Il calore che scalda la pelle e penetra fino alle ossa…
[Rayfelle]

L'alfa e l'omega. L'inizio e la fine.

Il bambino tese le piccole mani verso di lui, con un’espressione in viso capace di commuovere anche il suo cuore morto, rinsecchito.
-Mi racconti una fiaba, padrone?-
[Jhonny + Cherry]

A Rayflo piaceva tutto quello, godeva nel sentirsi preso senza rimorsi in quell’impeto di passione. D’altro canto, poco sopportava la faccia più fredda del suo Cherry, quella con cui lo maltrattava e rifiutava caparbiamente ogni tipo di approccio con lui. Lo detestava quando si comportava a quella maniera, sancendo una distanza secca e impenetrabile, sicuramente fastidiosa.
Ma sapeva anche che, dopotutto, era solamente apparenza: Charles difficilmente gli poteva resistere a lungo, benché si sforzasse di alzare difese e muri tra loro due. La chiamava “fame”, lui. La chiamava necessità, quella voglia che lo spingeva a cercarlo sempre e comunque, anche se faceva fatica ad ammetterlo persino a sé stesso.
[Vassalord - JohnCherry]