Questa shot è ambientata in un difficile periodo della vita di Vegeta, un periodo purtroppo trascurato ma essenziale per portare il principe dei saiyan a compiere scelte che altrimenti non avrebbe mai affrontato. Buona lettura! ^^

Ci sono degli attimi in cui bastano pochi elementi per ricordare il passato: una pianta, un po' di sole che riscalda il cuore e soprattutto i rumori di quel mondo che finalmente cominciava a rinascere. Mirai Bulma ripercorre così alcuni momenti della sua vita, partendo da quando era solo un piccolo seme per poi diventare una donna adulta e dalla forte corteccia. [Mirai BulmaxMirai Vegeta] La storia partecipa al contest di Nihila: What's my Destiny?

[Ambientata dopo la saga di Majin Bu]
Il mare calmo e increspato si rifletteva nei suoi occhi azzurri, fondendosi con essi in un abbraccio ancestrale e portatore di serenità. Bulma ricercava quella tranquillità, quella pace, da molti giorni. La brezza leggera e il fruscio rilassante delle onde avevano gradualmente ripulito i suoi pensieri dall’angoscia e dall’inquietudine. Si trovava seduta su quella spiaggia da ore, inconsapevole di essere osservata.

« Io sono qui per mio padre », mormorò, con un flebile tono di voce che pareva potersi estinguere da un momento all’altro, « Tu, invece? ».
Vegeta s’irrigidì. Fu solo per un fugace istante, ma sufficiente perché la maschera di perfezione e rigidezza dietro alla quale era solito nascondersi s’incrinasse visibilmente. Chi era realmente Goku, per lui? Solo un rivale? Un amico? Un fratello? Un compagno? Ora come ora, dinanzi a quel pezzo di pietra muto e freddo come la morte stessa, a Gohan sarebbe davvero piaciuto poter avere una risposta.
Nuovamente, Vegeta si voltò verso di lui. Il suo fu un vero e proprio scatto ferino che lo fece sobbalzare. Gli occhi dardeggianti di ira e frustrazione, le labbra strette e sottili pressate violentemente l’una contro l’altra, nel tentativo di celarne il tremore.
[Prima classificata al contest "Gohan and the Others" indetto da Lady Nazzumi]

[Ottava classificata al contest: FANDOM’S WARRIOR, indetto da Calbalacrab e Bluemary]
Un segno, un solco slabbrato le arrossava il collo. Veldock aveva affondato le sue fauci nella sua pelle. Il sangue le colava lungo la schiena, lungo il petto. Aveva tentato in principio di scacciarlo, poi però qualcosa l'aveva bloccata e il suo istinto le aveva suggerito che sì, in qualche assurdo e strano modo, lei e Veldock erano nati per esser compagni.
Nella vita di un Saiyan ci sono due cose importanti: la battaglia e la prole. E lei avrebbe dato vita al più forte dei Saiyan.
In un susseguirsi di eventi vediamo i genitori di Vegeta, incontrarsi e distruggersi, per poi dar vita, al più feroce degli assassini, che alla fine ha saputo anche cambiare.

"Tuo padre lo guardavi con indifferenza, per celare la delusione di insegnamenti non ricevuti.
Lo odiasti perché avrebbe dovuto dirtelo, che le tinte su delle corazze facevano la differenza."
Perchè vedere un solo colore, significa non vedere niente. E non avere speranza.
Questa storia è arrivata prima nel contest "FANDOM'S WARRIOR" di Bluemary e Calbalacrab.

La Morte è la più pericolosa delle puttane. Per un saiyan, soprattutto, una tentazione invincibile.
[...] “Posso sapere che intenzioni hai?”
Un sorriso di sfida, provocazione gratuita e fin troppo compiaciuta.
“Ammazzarlo, mi sembra evidente.”
“È già morto.”
“È un dettaglio non rilevante.”
“Dovevo immaginarlo. Tu sei un saiyan. La morte ti piace più di tutto il resto, vero?”
“Sì. Direi che sia così.”
“Bene. Attento che non tocchi a te, perché se così fosse, non credo che potrei perdonartelo.” [...]

La drammatica fine del Cell Game non manca di produrre effetti anche sui fragili equilibri della famiglia Briefs. Per un'intraprendente scienziata si apre dunque l'ennesima sfida: costringere Vegeta a restare per ragioni diverse dal bisogno.

[...] Non era gentile: quello era il punto. Non fingeva, non aveva schermi, non si vergognava di sfidarlo e non lo temeva abbastanza da tremare al momento opportuno. Lo faceva sentire completamente indifeso, perché non c’era replica potesse avere ragione dell’ariete spietato di una simile determinazione [...]

Raccolta di Drabbles dedicate alla coppia Vegeta/Bulma.
1.Non è gioia l'amore, non per chi ama il principe dei saiyan.
2.Basta il suo colore a ferirgli lo sguardo.
3.La passione più luminosa sboccia solo tra le tenebre.
4.Tutti incontrano un avversario contro cui vincere è impossibile.
5.Il suo principe azzurro è macchiato di sangue.
6.Non avrebbe mai creduto di poter perdere il suo egoismo.
7.Un cammino arduo e pericoloso, alla ricerca di un cuore che forse nemmeno esiste.
8.Quella invisibile è l'unica cicatrice che ancora lo tormenta.
9.Il coraggio di entrare nell'oscurità.
10.L'alba è l'unico timore del buio.
11.Ogni bambina sogna il principe azzurro.
12.A ogni centimetro di pelle sfiorato perde una parte di se stesso.
13.Il nero ha mille diverse sfumature.
14.Prima la debolezza l'aveva sempre disprezzata.

[...] Nessun tremito, nessuna esitazione. Gioca tra le tue gambe con la sua bocca e con il suo cuore. Il tuo sesso la riconosce, la vuole, la penetra. La Vita diventa qualcosa di concepibile all’improvviso. Il tuo seme cerca una strana eternità fatta d’incontri e non separazioni, questa volta.
Quasi non ti accorgi che tuo figlio sta nascendo. In quell’istante. Nel tuo abbandono.
Tra nove mesi sarà solo inverno e neve. Ma non ci pensi. Ora vivi e godi. Non t’importa dell’orgoglio della tua razza, perché l’orgoglio che cerchi è tutto qui. Tra le sue cosce [...]

[...] Era stato in quel momento che aveva trovato il coraggio di dirsi la verità: Vejita-sei non sarebbe mai stato vendicato. Non era quanto interessava a Vegeta, perché la logica dell’Olocausto e della Soluzione Finale e dello Sterminio Totale era anche la sua. Gliel’avevano inoculata presto e aveva trovato terreno fertile: un terreno di pochi ricordi, in cui i miseri lampi residui erano una voce troppo flebile per contrastare quella delle infinite vittime di una smisurata ambizione [...]

[...] Il problema è che a volte la verità non esiste. Uno tenta di convincersi che ha qualche certezza, qualche punto fermo, qualche postulato fondamentale e inamovibile: poi si sveglia da quel gran bel sogno che è l’innocenza e annega in un oceano di grigio. Esattamente. Niente bianco e nero e limiti netti e confini definiti. Solo un magma informe e monolitico, qua e là spruzzato di rosso [...]

[...] La follia era esplosa a giugno, quando, sebbene con una timidezza che non si sposava alla sua essenza prevaricatoria, scostante e feroce, Bulma aveva posato i polpastrelli su un livido ancora troppo vivo, lasciato da labbra voraci, e aveva scoperto di sentirsene fiera.
Non deturpata. Non umiliata. Non sfigurata.
Quel che la tormentava era forse non sapere come chiamarlo, se non era un uomo, né una bestia, perché oltre la rabbia di un istante, Bulma Briefs nemmeno dimenticava la bellezza assassina di quegli occhi.
E mentre ritta e fiera camminava lungo il viale che conduceva agli uffici della compagnia, il suo sguardo si perdeva in dettagli inutili, sfocati come i confini di tutto quel che prescindeva dall’improvviso punto fio del suo Universo.
Un saiyan. Una scimmia. Un amante [...]