Rieccomi qui! Si vede che l’alternativa a leggere la tua storia è studiare, vero?
Scherzi a parte, oggi ti devo un po’ fustigare, anche se so che non è completamente colpa tua. Ma procediamo con ordine, come sono solita fare o ci perdiamo.
Complessivamente, posso ritenermi abbastanza soddisfatta di questi due, sono passati i problemi con la collocazione temporale e inizio davvero a capirci qualcosa di trame e luoghi, ma, soprattutto, personaggi (e, date le new entry, per fortuna!). Non può che farmi piacere, ovviamente, ma è ancora troppo presto per giudicare questi aspetti, tanto più che finora potrebbe essere visto come una sorta di enorme e lunghissima premessa, un approcciarsi alla storia necessario dal momento che ci muoviamo in un mondo che tu stessa hai inventato (e continui a creare giorno dopo giorno).
CAPITOLO 10:
Iniziare il capitolo con l’immagine tipica dell’uomo tormentato (la versione dark del celebre quadro di Friedrich, per intenderci) mi ha fatto pensare bene, ma, poi, scorro la pagina e mi trovo, subito sotto, un TUO commento. Ora, da una storia del genere e da te non me lo sarei mai aspettato, tanto più quando mi hai confermato che non si trattava di una svista, ma di un qualcosa di voluto. Intendiamoci, Hime, quella frase è completamente fuori luogo e non ci fai una bella impressione con i tuoi lettori, soprattutto dal momento che ci si aspetta da te una certa serietà. Certe cose lasciamole alle note d’autore e lasciamo a chi legge la libertà di farsi un’immagine nella testa e – perché no? – di commentarla, ok?
Tuttavia non è certo per questo che ti sei beccata la seconda neutra nel giro di poco, non sono così puntigliosa da guardare a simili dettagli. La ragione, infatti, sta, ancora una volta, nella forma: non tanto negli errori, spesso stupidi (!), ma nella punteggiatura, con cui talvolta è stata una vera e propria lotta. In particolare, nell’11 mi sono ritrovata a doverti segnalare delle frasi perché la posizione attuale delle virgole (quando ci sono, sia chiaro) impediva di rendere la frase nel modo corretto, con le giuste pause ad effetto. Ancora una volta ti ripeto quale è l’unica soluzione: revisione, revisione e ancora revisione. Ma ora, non alla fine, però.
Passando ad aspetti legati alla trama, invece, non posso che applaudire di fronte al tuo talento, sia per la tua capacità di giostrarti nelle descrizioni, sempre perfette, impeccabili, vivide e... realistiche, ma soprattutto perché credo di poter definire questo il mio capitolo preferito. Sei stata talmente abile nel descrivere il tormento di Ledah e la sua estenuante lotta interiore con l’altra parte di se stesso (e questo ci dovrebbe far riflettere già), che ho sofferto con lui, mi ci sono immedesimata, ho condiviso il suo tormento e, infine, il suo cedere al loro subdolo potere, la sua metamorfosi. Come se, ancora una volta, la speranza fosse solo una vana illusione, troppo impegnata con altri per badare a lui, a noi (e qui il richiamo alla frase di apertura è fortissimo).
“L'amore è l'arma che le donne usano per sottometterci a loro, per poi strapparci il cuore senza ripensamenti”. Queste sono le parole del generale sull’amore e ciò che io mi sono chiesta, semplicemente, invece di condannarlo o cos’altro, è stata “Perché?”. E’ una visione talmente forte e definitiva, netta, che penso che tutto il resto, tutte le altre questioni siano superflue. La storia di Ignus ci permette di avere una panoramica più generale sui personaggi e ci ricorda ancora una volta, come se fosse necessario, che tutti abbiamo una storia che ci influenza, che le ragioni di ciò che siamo e facciamo vanno ricercate nel nostro passato e, soprattutto, che nulla è fatto per nulla. “Manifestum est nihil fieri, nihil factum esse, nihil futurum esse sine causa”.
Ma, in realtà, penso che il pezzo migliore sia il finale. Quello è l’apice grandiosa di una capitolo splendido (e per questo ti ho bacchettato più del solito per la forma!); il cambiamento dell’elfo ci lascia senza parole, perché ci ricorda, ancora una volta, quanto sia labile il confine fra il Bene e il Male. So che non tutti i tuoi lettori hanno apprezzato questa tua visione “dark” degli elfi, ma io, personalmente, ritengo sia un altro dei tuoi colpi di genio, dei tuoi memento su quanto questo mondo sia illusione.
CAPITOLO 11:
Ti segnalo per prima cosa che, fra la frase e l’inizio del testo, manca lo spazio.
Poi, i frammenti di memoria sono degli ottimi spezza-trama e ci permettono al contempo di dare uno sguardo al passato e capire le ragioni dietro le cose (vedi papiro qui sopra sul dieci), ma anche di staccarci un momento dalle vicende e costruire pian piano, gradualmente, tutto il mondo di Fuoco. Dopotutto, quella di Ledah e Airis è soltanto UNA storia in mezzo a miliardi di altre, per quanto importante ed è bene, ogni tanto, ricordarcelo. Certo, a differenza dell’altro, questo è un po’ più difficile da collocare, ma sono sicura che, prima o poi, troveremo la risposta a tutto. Ci sono anche flashback nel passato di Airis, giusto?
I problemi con la punteggiatura sono i medesimi già segnalati per il capitolo precedente, quindi non sto a ripetermi. Piuttosto, mi preme segnalarti come tu qui, probabilmente a causa del fatto che stiamo dando uno sguardo al passato, faccia spesso confusione con i tempi verbali fra passato e presente, come puoi evincere più sotto da quelli che ti ho segnalato. Fai attenzione, è un errore molto grave!
Notevoli in questo capitolo, invece, sono i discorsi del Padre, che intuisco essere una tua “intromissione” (se così si può dire), un dire la tua mettendo le tue parole, le tue idee, la tua visione del mondo e delle cose, in bocca a questo personaggio abbastanza vecchio da poter essere saggio, ma abbastanza umano da poter essere peccatore e da commettere errori, anche gravi. Indubbiamente l’uccidere (e il suo senso o non-senso), la guerra, la crudeltà sono temi centrali di tutto il romanzo e penso che avremo modo, col tempo e i capitoli, di vedere anche altri punti di vista “teorici”, oltre a una bella visione di come stanno le cose in realtà, in modo da farci un’idea completa. Sei abbastanza abile, matura e brava da non lasciare spazio soltanto a un punto di vista, per quanto possa somigliare al tuo.
Interessante anche la panoramica che hai iniziato a fare sul mondo in cui si muovono i personaggi, ci aiuta a collocare tempi e situazioni nello spazio, ora che il materiale accumulato inizia a essere un po’. So che ti è già stata chiesta da molti, ma sarebbe possibile avere (o c’è già) nei prossimi capitoli una cartina? Sarebbe molto utile a chi ha bisogno di immaginare e vedere le cose per capirle al meglio. Ti ringrazio.
Come sempre, nel post scriptum trovi qualche segnalazione.
Ti auguro una buona giornata,
Lady Viviana
p.s. Ch. 10
"provando disperatamente di afferrarla" (ad afferrarla)
"E' come se le forze l'abbiano improvvisamente abbandonata." (l'avessero)
"al volere per proprio futuro principe?" (del)
Ch. 11
"Sembra che hai fatto la lotta con un gatto" ("Sembra tu abbia fatto")
"quella donna grassottella e dai capelli neri come la notte" (al posto della "e" ci vedo molto meglio una virgola)
"Ne guardò le mani callose, che con una solerzia simile a quella di un cuoco professionista tagliavano le rape e le melanzane" ("Ne guardò le mani callose che, con una solerzia [...] professionista, tagliavano [... ]")
"prima però vai a prendere" (ci vedo meglio "devi andare a prendere")
"granché dalla loro opinione" (la loro)
"Se non fosse per quella zazzera rossa, sarebbe una bambina normale." (fosse stato, sarebbe stata)
"Prense l'elastico" (Prese)
"la pace su tutta Esperya." (in tutta Esperya)
"mentre addentano voraci" (addentavano)
"Ad accoglierla c'è lo spettacolo" (c'era)
"a perdita d'occhi" (d'occhio)
"si stense accanto a lei" (si stese)
"un'azzurro" (un azzurro)
"Ma di che parli, papà!" (non sarebbe meglio "ma di cosa stai parlando, papà?")
"la loro avanzato" (avanzata)
"di un un altro uomo." (parola ripetuta!)
"nessuno di loro sa davvero cosa significa" (espressione ripetuta! Prova a rivedere, in modo da trovare un sinonimo!!!)
"Prense un bel respiro" (Prese) |