Recensioni per
With or without you
di kk549210

Questa storia ha ottenuto 98 recensioni.
Positive : 98
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
11/11/13, ore 19:04

Le Condizioni sono critiche, i sensi sconvolti, Jordan, virgilianamente, "ora si sente fragile e spaurita come un uccellino implume caduto dal nido". E riaffiora alla mente turbata un agghiacciante passaggio del finale della Nona Sinfonia di Beethoven, vero frullo spaurito di un implume caduto dal nido in preda al "sogno incubo" di flauti dissonanti e di sistri infuriati di Baccanti - ma poi erompe l'inno al Cosmo, il martyrium di Beethoven... Missione compiuta! E compiuta è anche la missione investigativa di Jordan e di Woody... e di Harm. George Hefkin, lo "schifoso"... Il caso è risolto. Ergastolo! Ergastolo! Mattie deve essere avvertita, il cuore è una statua di dolore. Bud

Recensore Junior
11/11/13, ore 19:04

La scelta di narrare il "punto di massima tensione" al presente è al contempo un omaggio alla retorica classico-barocca e un dirompente palpitare di romantica tragedia, anzi un erompere violento della catastrofe, vibrante orrore, spalancarsi di occhi sbarrati innanzi al mysterium iniquitatis. Ah, Figlio dell'Uomo, tu vero homo humanus, sei morto anche per George Hefkin, lo "schifoso", che ammanettato, non potrà trovare conforto, perché He gives (You give) no answer to the sons of disobedience...Mysterium iniquitatis... tremo, rabbrividisco. La terra trema sotto i piedi. Si spalanca l'Averno, si palesano i suoi eterni orrori... Ma intanto, sallustianamente, "poco lontano, Harm giace a terra privo di sensi". Tum vero cerneres... Ma chi osa vederlo, chi osa guardare in volto ad Harm, the conqu'ring hero, nuovo Saul e Giuda Maccabeo. Handel, Musa dei poveri d'immaginazione, porgi la cetra, aiutaci a guardare il Suo volto! Divino Maestro, piango con te: see, the conqu'ring hero comes (Judas Maccabeus), The ways of Sion do mourn (omonimo Anthem, tra l'altro latore, dopo la Sinfonia introduttiva, alla prima strofa, dell'esatto schema armonico dell'incipit del Requiem di Mozart, scritto, com'è noto, di fretta, "in giorni oscuri e tra genti crudeli" /libm. adattato da Milton/). Bud

Recensore Junior
11/11/13, ore 19:01
Cap. 12:

Molto intelligente e colto è il paragone tra la divisa di Mac e la "veste avvelenata di Deianira": il mito rivive con spontaneità nel quotidiano ed è funzionale alla descrizione dello stato d'animo della protagonista, che si trova "in uno stato di confusa sospensione". Ruth O' Connor, deuteragonista, riesce a compiere il miracolo con la diretta e schietta semplicità del suo offrirsi, del suo non indossare casacche né divise di alcuna specie. La temibile comunista si è tramutata in una "figlia dell'Uomo". Che questo mio commento non sia eccessivamente "rabdomantico" lo dimostra ampiamente la citazione biblica che è come il Leitmotiv principale, la "cellula" da cui, con sorprendente e magistrale capacità compositiva, si origina il tutto: "La sterile ha partorito sette volte, e la ricca di figli è sfiorita". Davvero eccellente, ottimo tutto: è tra le tue cose migliori. Bud

Recensore Junior
11/11/13, ore 19:00

La Spannung del seguito di Cuore di padre, "With or without you", è estremamente ricca e complessa e si intitola proprio Cuore di madre, anche perché quel "With or without you" non riguarda solo il rapporto Harm-Mac, ma anche e soprattutto il rapporto di Mac con sua madre. è il sorgere di una nuova intuizione d'uscita, della speranza di una difficile palingenesi. Certo è sempre Harm, il padre, a muovere il primo passo, ma Mac ora si presenta molto più sensibile e intelligente di quanto si potesse, prima, credere.
Bud

Recensore Junior
10/11/13, ore 18:58

Segue, parzialmente ristoratore, il Cap. X, Danni collaterali. I due amici conversano ancora, fedeltà e giustizia ancora esistono a questo mondo. Harm vuole sfogarsi, cerca la consolazione dell'ascolto di Bud. E Bud è ancora una volta, nonostante i suoi limiti, all'altezza della situazione. La famiglia Roberts distrae per un attimo palingenetico l'attenzione di Harm. AJ è vivace e simpaticissimo. AJ chiede a Bud: "Che cosa sono i danni collaterali, papà?": le sue parole risuonano oltre le porte fiammeggianti del cosmo, in aeternum, nella coscienza eterna, nell'eterna malacoscienza dell'uomo. Ma come rispondere a quella domanda? Harm viene in aiuto al suo amico: "Persone che non combattono. La loro casa crolla per sbaglioe loro non ci sono più -". Essenziale, esplicito, atroce - ancorché rispettoso della sensibilità del bambino. E AJ, che un giorno farà tutt'altro, confessa alla madre, mentre questa gli rimbocca premurosamente le lenzuola: "io da grande non voglio fare la guerra. Non voglio uccidere nessuno". Ach, AJ, hai colto il punto... Nel frattempo Harm riesce a dire quanto ha nel cuore, catulliano, umano: "Non so vivere né con lei, né senza di lei". Anche questo è bellissimo. Buddy C

Recensore Junior
10/11/13, ore 18:55

Il Cap. IX, Il crollo di casa Rabb, ove nel titolo omaggi Poe, esordisce con una esposizione colma di prezioso acume: "Ma quella momentanea calma dopo la tempesta durò poco. Le subentrò una tristezza cupa..." brahmsiano. E Mac non ha ancora bevuto! E poi la cura paterna di Harm: "iniziò ad asciugarla con paterna cura". E la privatissima, epifanica considerazione: "Mac, l'incompleta, la donna irrisolta..." Mac, l'incompiuta, la specialmente incompiuta, anche se siamo tutti incompiuti, incompleti. Mac, dunque, anche immagine della condizione umana? Tremo, non oso. E Harm: "è meglio chiuderla qui, prima che ci facciamo dell'altro male". E una tristezza infinita si stende sulla fine del capitolo. BC

Recensore Junior
10/11/13, ore 15:24

Il Cap. VIII, La bufera infernale, si arresta sapientemente al rientro di Harm, consolato almeno dal fatto che Mac è tornata dal "folle volo", dalla corsa pazza e suicida. Ma non sa quello che lo aspetta... Mi ha colpito particolarmente la frase di Mac a Harriet: "Prenditelo pure, il bel capitano Rabb, il sogno proibito di ogni casalinga disperata...". Una ripresa variata - un bel po' variata - del passo del Cap. VII: "Harriet, la matriarca. La casalinga tutt'altro che disperata". La bufera infernale di Mac capovolge caleidoscopicamente ogni cosa. BC

Recensore Junior
10/11/13, ore 15:21

Una vera sorella è davvero Harriet per Mac: agisce come la migliore delle sorelle... la migliore delle sorelle possibili! Supera in docile e ferma virilità - d'abbandono al fratello - la stessa Maria Pascoli, descritta da Gabriele, nella Contemplazione della morte, "ferma e virile come Caterina da Siena". Al Mito, al Mito sia consegnata la docile ed umile Harriet, "Harriet, la matriarca, la casalinga tutt'altro che disperata", Harriet "donna mite e comprensiva, ma anche forte e risoluta quando le circostanze lo richiedevano". Ed ora le circostanze lo richiedono, senz'altro. La forza e la risolutezza di Harriet si mostrano - subitaneo ed emozionante il virile, anzi l'umano fulgore - nella decisione già presa, nella tempestivissima risposta all'amica, risposta quant'altre mai di carne e sangue, non certo semplice Lippenbekenntnis, non certo mera blandizie e lusinga di parole, risposta che è offerta, Opfer, offerta e sacrificio insieme. E che cos'è mai il sacrificio, se non il sacrificio che "non pesa", che si fa spontaneamente, senza alcun residuo pathos di sofferenza e croce? O vero sacrificio grato all'umanità, o vera misericordia, misericordia vera, non mero sentimento, ma attraverso il vigile logos, già risposta, attuazione! Mi perdoni Harriet se un po' troppo indulgo al misticismo, lei "dalla fibra robusta", che non ha bisogno di alcun sublime richiamo, di alcun sussurro spirituale (ma chi conosce il suo cuore?), per agire eroicamente e sublimemente. Mi perdoni. Io sarei rimasto bloccato, bloccato e inerte innanzi alla "rivelazione terribile", all'"utero in affitto", soluzione estrema, improbabile conforto medico per la spaurita, confusa, terrorizzata Sarah... "Harriet... Tu?" chiede Mac "sorpresa", mentre il cuore ancora ondeggia nel tumulto. Sì, io... sì, eccomi! Ecce: la vera sorella, la vera madre, la Jovis alma parens. A questo punto il racconto volge al bachofeniano, omaggia il veggente della storia: Harriet è "una delicata propaggine della natura naturans, una creatura generosa che vuole donare la sua fertilità per la gioia altrui". O Magna Mater, o Jovis alma parens, o uomo all'estrema, più alta potenza! "E l'una l'altra abbracciava"... BUD

Recensore Junior
10/11/13, ore 15:17

Cara KK, il Cap. VI, Madre surrogata, entra molto a fondo nella psicologia di Mac, e ce la mostra confusa, embrionale, aurorale. Possibile che questa donna debba essere sempre e soltanto un'aurora nebbiosa e nuvolosa? Purtroppo sì, è possibile, è così. Ma tu hai fatto i passi necessari per riscattarla, sebbene Mac abbia già mandato in fumo infinite occasioni di maturare. Ma repetita iuvant, non sempre ma talvolta, e può venire il momento in cui il ferro, riscaldato, finalmente si piega, e assume la sua forma, la forma cui era destinato. Il faut le battre le fer, il faut le petrire... L'incubo di Anna Karenina mi è nello spirito e non so decidere, riguardo a Mac, se farmi prendere da un giustificato sdegno per la sua - quasi inconcepibile - immaturità o propendere piuttosto per il posare su di lei uno sguardo pietoso. Prevale infine la seconda opzione, perché ho rispetto per il suo vissuto e soprattutto perché non ho motivo di arrogarmi il diritto di giudicarla. Ti passo la "patata bollente", ben sapendo che hai trovato il modo di "pelarla" senza scottarti troppo le mani. Miracoli culinari dell'arte narrativa! Bud

Recensore Junior
10/11/13, ore 10:47

Ma gli occhi del nobile, intrepido Harm si aprono solo al Cap. V, in cui nemmeno tutto lo psicodramma messo in scena e in o-scene parole dalla sua Mac riesce a distogliere la sua lucida intelligenza di padre dal cuore d'oro dal punto focale: "non credevo di essere la tua banca del seme..." (cito a memoria). Poi con grandioso, magniloquente sfoggio del proprio sacrosanto istinto di conservazione, saluta e se ne va a dormire. Bravo Harm! Brava K! mi hai fatto veramente divertire... I wished I had done better... potresti dire con Handel. Difatti avete fatto meglio di così, Mr. Handel, Ms KK. Bud

Recensore Junior
10/11/13, ore 10:46
Cap. 4:

Cara KK, l'ossessione gelida, meccanica di Mac assume contorni grotteschi nel Cap. IV, dove pure è molto divertente l'episodio di Harm che si fa la barba... ed alzando pian pianino... la confezione... dal bauletto... scopre... il bombardamento ormonale cui si sottopone, a rischi elevatissimi, la sua Sarah! A presto, BC

Recensore Junior
10/11/13, ore 09:58

Il cap. 3 è incantevolmente raffinato, lo definirei un "intermezzo": meraviglioso è l'episodio da Midsummer night's dream, romanticamente elfico e incantato, del "bacio" di AJ e Mattie sotto il vischio... bellissimo! In questo capitolo emerge anche tutta la bonaria superficialità di Bud, quasi brutale nella sua cafonesca schiettezza, peraltro animata dalle migliori intenzioni... Per fortuna Harriet gli vuole davvero bene, e riesce a sistemare tutto. Ovviamente gli altruisti e cordialmente umani coniugi Roberts sono a disposizione della nuova (nuova?) coppia (nuova almeno legalmente e "ufficialmente"), opportunamente ripromettendosi la massima discrezione... La narrazione procede! A presto, BC

Recensore Junior
10/11/13, ore 09:57

Cara K, questi capp. 2 e 3 costituiscono tutto sommato un blocco unico. Il cap. 2 è di pretta marca vacanziera e cicisbeesca, ma non mancano lievi ombre a variegare la marina... quel Vukovic è un vero asso di picche dell'inopportuno, un autentico campione dell'intrusione, anche quando non è presente di persona!
A presto, Bud

Recensore Junior
10/11/13, ore 09:54

Cara K, il tempo è Andante comodo, come Wagner insegna si addica ai Vorspiele, sebbene la sua aggiunta secondo la quale solo l'Andante sarebbe il tempo propriamente "tedesco" sia una vera e propria buggerata. Avrebbe fatto meglio a rinunciare al pathos nazionalistico che radicalizza la sua riflessione, e ad attenersi all'oggettiva lentezza di tempo di ogni incipit sinfonico, al bisogno di tempo ch'è necessario ad ogni grande cosa, che è la condizione di crescita di ogni buona cosa; lentezza oggettiva circa la quale io pienamente convengo con lui. Tuttavia il tuo incipit è solo in parte e solo imperfettamente un Vorspiel wagneriano, è piuttosto un Andante che si anima subito, in medias res, in discorsi briosi, che dopo il necessario raccordo con la "prima giornata", vive di una sua autonoma vita elegiacamente familiare, di un suo disteso e invitante: loquimini! Un attacco prevalentemente dialogico, che comunica la gioia di narrare, l'entusiasmo del gioco espositivo. Mi rammento, forse sulla scorta delle suggestioni wagneriane (giustificate peraltro dalla caratteristica ampleur del tuo dettato), il bellissimo e comodo incipit del Fuoco dannunziano. Aldilà di questi paragoni di carattere strettamente personale, la scioltezza disinvolta dell'attacco, di gran buon gusto, è forse più simile al misurato lirismo di un Hemingway, di un Fitzgerald, di un Faulkner (ma senza l'oscurità dell'ultimo). Un triplice Evoè propiziatorio per la nave che prende il largo, che scioglie gli ormeggi e affronta spavalda l'insidioso elemento di Nettuno! Valeas. Buddy

Recensore Junior
07/11/13, ore 16:59

Finalmente ce l'ho fatta a finire di leggere queste due lunghe ff! A volte, stare a casa ammalati, ha i suoi vantaggi!

Le due storie mi sono piaciute: bei sentimenti, belle emozioni, interessante e ben fatto il cross-over con un altro TF... mi piacciono anche diverse introspezioni psicologiche che fai.

Trovo un unico difetto nel tuo modo di approcciarti alle ff: a mio parere metti un pò troppo di personale nei personaggi. In certi casi li "snaturi" un pò, rendendoli troppo tuoi. Ben caratterizzati anche, ma troppo personali. Il che non sarebbe male per un qualunque racconto d'altro tipo, che non fosse una FF, perchè una ff, proprio per ciò che è, dovrebbe rispecchiare il più possibile i personaggi per come sono delineati nel TF.
Quando scriviamo mettiamo sempre del nostro, è normale ed è anche giusto. Ma scrivere una ff ci costringe a "prendere in prestito" personaggi creati da altri e utilizzarli così come sono, senza modificarli (o senza modificarli troppo). Bisognerebbe "entrare nel personaggio" e poi farlo vivere delle nostre parole, ma come le direbbe e come agirebbe il personaggio stesso. Ci stanno poi delle varianti (un Bud, ad esempio, sempre tenero, che si arrabbia: ma si deve arrabbiare "alla Bud Roberts", non ad esempio alla Harmon Rabb).
Lo so, è difficile... bisogna comprendere il più possibile la psicologia dei personaggi e cercare di immaginare come sarebbero, come si comporterebbero in determinate situazioni. Io stessa, a volte, credo d'aver sbagliato o di non averli centrati al meglio.
Ma tu a mio avviso li trasformi un pò troppo. Magari sono più belli, più come li avremmo voluti vedere... ma non sempre sono loro.
Nel racconto mi sono piaciuti molto di più, ad esempio. i personaggi del cross-over, perchè quelli io non li conosco e tu li hai delineati bene: magari sono anche questi diversi dall'originale, ma non sapendo io come sono nell'originale... i tuoi mi sono piaciuti.
Harm e Mac, invece... un pò meno: meno rispetto a come sono nella "realtà" del telefilm. Quelli che hai descritto tu sono bei personaggi, ma non li riconosco più di tanto come Harm e Mac. Non mi vedo un Harm così latte e miele, neppure se sposato con Mac, con prole e maggior maturità. E' sempre stato schivo nell'esprimere sentimenti ed emozioni... lo sarebbe sempre. Magari un pò più aperto, ma meno sdolcinato.

Ovviamente è una mia considerazione personale, senza nulla togliere alla potenza emozionale della tua vicenda che, ripeto, mi è piaciuta. Scrivi bene e questo è un dato di fatto!

Ciao
A.