Allora. ALLORA.
Non è semplice, davvero non lo è. Perchè ho seguito questa storia sin dai primi virgulti, quei teneri germogli che hanno gettato radici in quel tuo "cervellino", nella prismatica visione di una storia che riunisse le tue due veementi passioni: l'arte e la Johnlock XD (ma come darti torto? Del resto, la Johnlock stessa è un'opera d'arte). E' trascorso un anno, denso come un lacrima, verace nella sua folle corsa, ed i primi capitoli vedevano lentamente la luce. Giubilio nel sentirti annunciare, nel varcare la porta di quell'aula grigia, "Ale, ho aggiornato Arte contemporanea!". Risate complici e scleri folli, negli intrighi caleidoscopici della capitale parigina. Mesi di silenzi e sorrisi, di abbracci e sguardi che catturano, istantanee di un'amicizia che porto sempre con me, anche ora che sei via, e non c'è il tuo sorriso dolce ad illuminare la nebbia di queste giornate. Ma questa storia resterà sempre un filo sospeso, la certezza che alcuni legami non si possano spezzare, perchè destinati ad essere. Perchè connessi ad un vissuto, un intrigo complesso, che nella tratta Foggia-Roma s'ammanta di amore e sincerità. Notti insonni a pianificare, giornate bolognesi a minacciare e messaggi in maiuscolo per far sobbalzare, un cocktail esplosivo per darti la scossa, per darmi una mossa, e cercare con sguardo bramoso l'avviso "lady dreamer ha aggiornato". E non è facile accettare che sia finita. Perchè, nella tua immensa genialità, hai dato vita alla ricetta perfetta. Perchè le tue dita flessuose sono carne e sangue sulla tastiera, e sudore sulla pagina bianca, ed il tuo cuore s'intravede dietro ogni parola. Mi sento sopraffatta dalle emozioni ed incapace di esprimermi, uno stato di confusione e tristezza ad opprimermi. Sei riuscita laddove nessuno poteva, ed hai scardinato i fortini delle mie convinzioni, demolendoli nella scia della tua penna sinuosa. Sei riuscita a farmi shippare Sherlock con qualcuno che non fosse John. E prepotentemente, soggiungerei. Non ci sono complimenti sufficientemente lusinghieri per esprimere la maestria con cui hai delineato questa vicenda dagli echi sofoclei. Un amore sofferto, cercato, una fuga disperata, una corsa affannosa, due anime che arrancano in un buio denso come pece. L'intensità prepotente e bruciante, eppure ingenua, che solo il primo, grande amore è capace di conferire. Nel flusso di sguardi che s'incrociano e lingue aggrovigliate, di pensieri taciuti e sentimenti imbrigliati, il tempo scorre e la vita allontana. Ma Carl e Sherlock resistono oltre le mura del pianto, e si ergono maestosi sulla risacca della vita. Si cercano oltre il tempo e le incomprensioni, si cercano senza volerlo, senza pensarci, perchè è l'istinto del cuore a guidare i loro passi. L'implacabile necessità di proteggersi a qualunque costo, ammantandosi di segreti, rivestendosi di bugie, nell'abbagliante splendore di una notte d'amore. Ogni singolo lessema pareva nato per essere lì, nella straziante descrizione del loro ultimo incontro. L'eco vuoto e gracchiante della perdita, che graffia la mente e strema le membra, forgia Sherlock nel silenzio della sua mente bloccata. Il ricordo intangibile della loro notte più pura, dove i cuori si sono congiunti più delle carni, ed hanno sfiorato con mano l'essenza stessa della felicità. La cieca condiscendenza al rimorso della perdita conduce Sherlock sulla strada di John, ed è lì che ogni cosa cambia per sempre. Perchè John è cielo, acqua e pioggia. E' sicurezza e stabilità, appoggio, abbraccio ed approdo. Perchè non dimentichiamo mai il nostro primo amore, ma possiamo imparare a guarire ed a lasciarci curare. A spalancare gli occhi stanchi e provati sul futuro al di là del vetro, la mano stretta attorno ad un punto fermo. Dopo tanto peregrinare, due anime raminghe nella carcassa del mondo s'incontrano e si scelgono, e dissipano le nubi nel soffio attutito di labbra che si sfiorano. "Anch'io". Non sarà sempre perfetto, nell'ombra dell'incomprensione, del passato, della tentazione. Nell'ingombrante orma delle parole non dette, dei silenzi parlanti, in una casa piena di quadri. Ma è la promessa più vera, che sgorga e s'avvera. E' il sorriso lieve che incontra i riccioli scuri, nella tenue luce di una nuova speranza. E' la storia di John e Sherlock,intensa come un romanzo e pregna d'emozioni come un dipinto, e non potrebbe essere diversa.
Come già affermato da Fiamminga, sono intenzionata a rileggere certosinamente la storia, per cogliere tutti i dettagli che potrei aver rimosso, ma di una cosa sono certa: nulla è affrettato, compromesso, avventato o imposto. Tutto in questa storia fluisce liberamente, nel dinamico intrecciarsi dei flussi dei vari personaggi, che mutano e corrono senza mai annoiare, nel tortuoso labirinto della loro mente, nel travagliato incastrarsi di passato e presente. Mi hai stupita, emozionata, incuriosita ed infine annientata. Non c'è un'imperfezione, una macchia, non un errore da condurre alla luce. Sei stata magistrale, amica mia, e questa storia è un capolavoro. Mi commuovo, ritornando con la mente a cinque anni fa, quando lessi per la prima volta Frammenti. Ne è passato di tempo, tra quei banchi scalcinati. Nella girandola del liceo, ci siamo incontrate e fatte scudo a vicenda, sullo sfondo intangibile delle tue storie. Non ti sei mai arresa dinnanzi agli ostacoli, ma hai lottato ferocemente e lavorato alacremente per migliorarti, ogni giorno. Non contavano i sacrifici, nè le notti insonni o la momentanea sfiducia. Oggi sono qui, dinnanzi alla summa (per ora) del tuo percorso come scrittrice, e non posso che dichiararmi fiera ed orgogliosa di esserne stata testimone. Di aver visto fiorire il delicato bocciolo della tua arte, ora trasformato nel fiore più delicato (la mia immancabile ossessione per i fiori), in uno stile funzionale e versatile che non conosce rivali. Sono i tuoi personaggi,e non potrebbero appartenere ad altri neppure volendo, perchè li hai marchiati a fondo col fuoco sacro della tua penna, pur nell'impalpabile anelito che li riconsegna a sè stessi. Ed è tramite loro che ci fai dono di te, della tua anima candida, nella prosa più sopraffina. Grazie di questo gioiello che hai consegnato ai miei occhi avidi ed insaziabili, di avermi resa pregna della tua magia e della tua arte. Sei impareggiabile, cara, non scordartelo mai. Per questo e per tutto, ieri come oggi, ti voglio un mondo di bene. Tua,
Blue Lady
Ps Una menzione d'onore spetta indubitabilmente all'astioso commento di Sherlock "Non sono mica una detective!" Sarà scontato, ma non posso che ripeterlo: GRANDE :') (Recensione modificata il 05/04/2016 - 12:27 am) |