Buongiorno!
Ho letto questa storia dietro suggerimento di una tua amica, che mi ha parlato davvero tanto bene del tuo modo di scrivere, e gliene sono veramente molto grato perché, altrimenti, non avrei probabilmente mai avuto la possibilità di imbattermi in un racconto tanto profondo e scritto così splendidamente. Ammetto, infatti, che pur essendo appassionato di tutto ciò che concerne l’antichità - compresa, dunque, la mitologia, in particolar modo quella del mondo classico - non bazzico mai molto nella sezione del sito ad essa dedicata. Fortunatamente, però, sono stato indirizzato fin qui e ho potuto deliziarmi con questa perla.
Mi voglio innanzitutto complimentare per il tuo stile narrativo: anche se scrivi in prosa sembra veramente di essere alle prese con un poema, perché il susseguirsi di immagini e sensazioni, unito al magistrale utilizzo delle parole, che non sono mai fuori posto, restituisce davvero la sensazione di star leggendo una poesia. È una capacità davvero rara quella di saper trasmettere attraverso la scrittura in prosa la leggerezza e la leggiadria della poesia, ma tu la possiedi e la sai utilizzare davvero al meglio.
Un altro complimento che non posso non rivolgerti è legato alla tua grande conoscenza dei miti greci, nonché alla tua capacità di alleggerirli e renderli attuali fino al punto da farli diventare fruibili anche a chi, solitamente, non è propenso a leggerli: credo, infatti, che chiunque potrebbe leggere questo tuo racconto e restarne veramente affascinato. Da quello che hai scritto nella storia, oltre che dalle note a margine, si capisce che padroneggi molto bene la materia, al punto da saperla rielaborare tanto perfettamente, trasformando in una storia unitaria quelli che, solitamente, vengono narrati come vari episodi; anche le parti inventate da te per colmare quelle lacune che ogni tanto compaiono nei miti greci - penso, in particolar modo, ai presagi che annunciano l’imminenza della guerra di Troia, che ricordano parecchio i coloriti passi che si leggono nel Libro dei Prodigi di Giulio Ossequente, che immagino tu conosca - sono contestualizzate davvero così bene che non sorge alcun dubbio sul fatto che anche gli antichi possano aver letto il mito in quella maniera.
Ma penso che ciò che più di ogni altra cosa mi abbia colpito - e che dovrebbe positivamente colpire chiunque - sia stata la tua grande capacità di saper restituire gli eroi del mito - spesso freddi, cinici, privi di qualsiasi sentimento, semplici strumenti nelle mani degli dèi - ad una profonda umanità, donando loro sentimenti di amore, di paura, di gioia e di tristezza: Clitemnestra non è più solo la donna che attende di uccidere il marito perché questo è ciò che un antico fato ha stabilito debba accadere, Agamennone non è solamente il re vittorioso e privo di qualsiasi paura che non si piega mai di fronte ai propri doveri e non rinuncia mai alle proprie conquiste, Ifigenia non è la giovane donna priva di paura che offre senza battere ciglio la gola al coltello del sacerdote… al contrario, Clitemnestra è una donna normale, posta però di fronte alle continue atrocità che la vita le ha riservato, fino al punto da non poter ambire ad altro che a cercare una soddisfazione, la quale non potrà che essere sanguinaria; Agamennone, è vero, rimane un guerriero baldanzoso e privo di paura, ma sa anche provare amore, e trema di fronte alla prospettiva di dover sacrificare la prima figlia; e Ifigenia grida, si divincola, non accetta il fato, ma fino all’ultimo rimane saldamente attaccata alla vita, quella vita che, proprio come a sua madre, le è stata negata. Insomma, i protagonisti della tua storia sono sì quelli del mito, ma sono anche perfetti esseri umani, molto più vicini a noi che agli dèi, e questo non è che un pregio aggiuntivo per la tua storia: rendere tanto attuali racconti probabilmente risalenti, nella loro prima elaborazione, ad almeno tre millenni e mezzo fa, non è cosa che si possa fare tutti i giorni, ma tu ci sei riuscita con grazia e infinita bravura.
In definitiva, non posso che farti veramente tantissimi complimenti - e te li meriti tutti, dal primo all’ultimo - per questo magnifico racconto; l’ho letto con calma - non penso si possa fare diversamente, nel trovarsi davanti a qualcosa di simile - e penso proprio che non potrò mancare di leggere anche altre delle storie che hai scritto e pubblicato dedicate alla mitologia antica, perché, se sono state tutte realizzate con la stessa ispirazione che hai messo in questa - e sono certo che sia davvero così - allora veramente meritano di essere lette. Ringrazio Alessia per avermi fatto conoscere questo racconto meraviglioso - perché, lo ripeto ancora una volta, se non fosse stato per lei con ogni probabilità non lo avrei mai trovato - e te per averlo scritto… a volte ci sono davvero delle perle nascoste molto vicino ma non si riesce a rendersene conto.
Mi scuso se mi sono dilungato un po’ troppo con la recensione, solitamente cerco di essere un po’ più conciso per non rischiare di diventare noioso, ma in questo caso, sul serio, non ho potuto esimermi dal scrivere un po’ di più rispetto al solito, spero che mi perdonerai!
Ancora una volta grazie e complimenti per questo racconto!
Un saluto e a presto!
Alessandro |