Recensioni per
Di attimi perduti, mai avuti
di EsterElle

Questa storia ha ottenuto 30 recensioni.
Positive : 30
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
[Precedente] 1 2 [Prossimo]
Recensore Master
07/01/23, ore 20:57

Ciao!
Finalmente riesco a passare a lasciarti il commento che ho scritto per la challenge, spedando che ti possa fare piacere!

Devo ammettere che la coppia presente in questa storia non è affatto fra le mie preferite, ma ho cercato di leggere in maniera oggettiva, senza farmi influenzare troppo dai gusti personali che, qui, hanno ben poca ragion d’essere.
Nel complesso ho apprezzato la storia: si ambienta in un momento molto preciso, e anche se in apertura, anche a causa di un piccolo cambio di focalizzazione nelle prime frasi, ho avuto un po’ di difficoltà a orientarmi subito, alla fine le azioni dei personaggi e le loro motivazioni sono estremamente chiare. La disperazione di Alice, che ormai ha sulle spalle qualche esperienza di vita in più rispetto a Sirius e ha quindi una consapevolezza diversa di che cosa significhi davvero rischiare tutto, va a scontrarsi in modo molto interessante con l’ingenuità di un ragazzo che nonostante tutto è giovanissimo, che dalla guerra non è ancora stato ferito, e che riesce ancora ad aggrapparsi alla speranza. È interessante come quella tra di loro non sia una relazione, ma sia solo un attimo di debolezza, il bisogno di un po’ di conforto che però si interrompe subito quando Alice riprende in mano la situazione.
Non ho dato un voto pieno perché il pacchetto mi è sembrato usato più che altro come punto di partenza per sviluppare una situazione un po’ distante, ma non proprio al centro di tutta la storia, ecco (cosa che però non toglie niente al valore della storia in sé).

Recensore Master
03/01/23, ore 19:03

Ciao, cara!
Ora che è finita la challenge, ti lascio anche qui il mio giudizio. Ti ringrazio intanto per aver partecipato!
Parto col dirti che la storia nel complesso non mi è dispiaciuta, ma purtroppo ho riscontrato davvero troppi problemi, anche alla luce delle richieste del pacchetto, che mi hanno impedito di darti la sufficienza.
Sicuramente il problema principale di questa flash è la poca chiarezza. Sembra un estratto da una storia più lunga, o un prologo. Questo impedisce di contestualizzare con immediatezza (che è essenziale in testi di questa lunghezza) la scena: cosa sta succedendo? Perché Sirius è in casa di Alice? Come ha fatto a entrare? Certe cose mi sono state più chiare dopo aver letto le note, ma purtroppo un testo deve reggersi da solo, senza l’ausilio di frasi chiarificatrici.
Un altro problema che ho riscontrato sono state le caratterizzazioni. Passi Alice, che comunque mi sembra più isterica che sfiancata dalla vita (non vedo rassegnazione in lei, ma disperazione), perché non si sa nulla del suo personaggio, e dopo aver scoperto della morte dei cugini può anche essere giustificata nell’avere un crollo nervoso, ma Sirius? Il tuo Sirius ha poco o niente di canon, e certo non risponde alle richieste del pacchetto: non è spregiudicato, non è ammaliante, non è nemmeno incosciente. Hai inserito questi tratti sostenendo che solo un ragazzino può non cedere davanti alla disperazione in circostanze così tragiche, ma io non credo sia stata una mossa azzeccata – e nemmeno una mossa da Sirius.
Inoltre, non mi sono piaciute le interazioni tra i due. Sirius che prende in braccio Neville – nella mia opinione, Sirius è più il tipo che un bambino lo lascia piangere in culla finché non si addormenta sfinito, lo immagino paterno solo con Harry e solo perché è il figlio di James – per darlo a una madre che è chiaramente non nelle condizioni di occuparsene. Lei che lo prende e soffoca un urlo nel corpo del bambino… poi Neville schiacciato tra i due mentre loro si abbracciano e c’è questo tentativo di bacio da parte di Sirius. Non so, non mi ha convinta, e ho trovato la scena anche leggermente disturbante, anche se credo che nei tuoi intenti dovesse suscitare tenerezza.
Per quanto riguarda il titolo e lo stile, invece, ti faccio i complimenti: il primo mi è piaciuto, triste e lapidario come il loro amore senza speranza, e il secondo l’ho trovato apprezzabile, di scorrevole lettura e piacevole.

Un bacio,
Mary

Recensore Master
16/11/21, ore 21:48
Cap. 6:

Recensione premio per il contest "Come to the dark side? Ehm..." 3/3

Ciao Ester! Eccomi qua a recensire anche questa storia (in realtà ne ho lette anche altre per scegliere quale recensire, ma alla fine ho deciso di lasciarti una recensione a questa flash che è il prequel di "Oggi, resta" e che effettivamente mi ha dato degli insight interessanti sul modo in cui hai caratterizzato Asteria. Ribadisco l'originalità della caratterizzazione e mi piace come proprio questa sua alternatività al mondo di persone schierate, vincitori e vinti, abbia fatto breccia nel cuore di Draco che è uscito rotto dalla guerra.
Asteria ha ragione nel dire che il suo comportamento diffidente non ha agevolato le amicizie, ma in quel mondo era anche difficile fare amicizie, affezionarsi, senza schierarsi, ed infatti è quello che accadrà con la nascita di Scorpius ed è interessantissimo vedere come i semi della crisi futura fossero già ben presenti in questa storia!
Ti rinnovo i complimenti come autrice e spero di leggerti nuovamente.
Un abbraccio,
Sev

Recensore Master
14/11/21, ore 21:42

Recensione premio "Come to the dark side? Ehm..." 2/3

Ciao cara, rieccomi!
Di solito mi sento un po' a disagio a recensire flashfic, ma mi hai chiesto di non andare troppo indietro nel tempo e che c'erano originali di cui non eri soddisfatta, così, nel dubbio, mi è rimasto da scegliere tra le drabble e le flash e ho scelto questa raccolta.
Allora, cosa dire? Parto dalla premessa che io adoro i trii/triangoli/threesome in qualsiasi sfumatura li declini. Ho una long in corso in cui Rose è abbastanza confusa e al momento la situazione è piuttosto affollata tra un fidanzato che non molla il colpo, uno spasimante capitato all'ultimo e addirittura Albus e Scorpius (lo so, qui dirai, WTF?) e quindi capirai quanto mi sia piaciuta vederla in questa situazione. Mi si è stretto il cuoricino perché non dovrebbe essere lei a fuggire e lasciare la bambina, che colpa ne ha la piccola? Se la figlia è di tutti e tre, che la gestiscano tutti e tre, perché lei deve sparire? Non possono superare il tutto come persone civili?
In questa flash esce tutto il rimpianto di Rose, mentre sullo sfondo rimangono le figure di Scorpius e James e il lettore è curioso di sapere se loro hanno fatto qualcosa, com'è possibile che li abbia persi entrambi? Nessuno dei due vuole lottare per lei e la bambina? ç__ç
Questa storia è veramente triste e capisco che il pacchetto richiedeva un bad ending e quindi non poteva essere altrimenti.
Ti mando un abbraccio e confermo che sei un'autrice originale e interessante! Torna a pubblicare che il tuo profilo è fermo da troppo tempo!
Un abbraccio,
Sev

Recensore Master
01/12/20, ore 11:50

Recensione premio per il contest "Storia di un matrimonio" 3/3

Ciao Ester!
Eccomi qui a terminare la consegna dei premi.
Questa flashfic mi è piaciuta molto, sia come contenuto (per quanto non sia un fan della saga, Helena rimane il mio personaggio preferito), sia per l'atmosfera oscura e quasi misteriosa che sei andata a creare. I riferimenti alla fede in un universo come quello di Harry Potter rischiano sempre di risultare forzati, nonostante l'epoca storica, e in effetti ne sono rimasto molto sorpreso, anche perché sei riuscita ad inserirli tutto sommato armonicamente all'interno del racconto. Sicuramente l'avversione per Helena ha avuto origine anche dal fatto che la madre sia stata ripudiata dalla famiglia, e il fatto che il sacerdote abbia aizzato la folla una volta certo di non poter più essere colpito da Rowena (onestamente avrei preferito uno dei nomi italiani), quasi a volersi distaccare dalle due donne, è stata un'immagine molto azzeccata.
Salazar rimane più sullo sfondo, nonostante per Helena la sua presenza sia centrale, ma la sua caratterizzazione austera e rigorosa nel seguire i suoi doveri è riuscita a spiccare nella seconda parte della flash, quasi togliendo un po' di luce alle emozioni di Helena: lo stupore per la visione della sua "cattedrale", la camera dei segreti, e il dolore e la confusione dovute all'abbandono dell'uomo di cui si era ingenuamente innamorata.
Lo stile è denso e piacevole e la citazione è stata inserita molto bene, tant'è che alla prima lettura non l'avevo nemmeno notata come elemento estraneo. La storia avrebbe beneficiato di qualche parola in più, ma devo davvero farti i miei complimenti perché è riuscita a coinvolgermi.
Alla prossima!
mystery_koopa

Recensore Master
17/11/20, ore 18:30
Cap. 6:

Recensione premio per il contest "Storia di un matrimonio" 2/3

Ciao Ester! Eccomi di ritorno :)
Vedendo la coppia protagonista, la stessa della oneshot che hai presentato al contest, ho pensato di passare qui immaginando di trovare la stessa atmosfera, il che è accaduto ma non completamente. In effetti, questa flash sembra essere il prologo della storia successiva, ma al tempo stesso il ritratto che emerge dei due protagonisti è analizzato da tutt'altro punto di vista, come se più che le differenze tra i due volessi mostrare i punti di convergenza (come esprimi nelle note) e per farlo avessi avuto la necessità di cambiare la prospettiva narrante, passando da Draco ad Astoria.
Lui, in particolare, mi è apparso molto a fuoco e IC: non è facile caratterizzarlo al meglio in questa sua fase di transizione tra gli eventi narrati nei libri/film e la vita adulta, soprattutto se lo spazio concesso è ridotto, ma sei riuscita, con pochissime frasi, a far emergere i lati più significativi della sua personalità, tratteggiandolo fedelmente anche quando il punto di vista era quello di Astoria. Di lei, invece, conosciamo pochissimo, e anche se molto probabilmente avrai un head canon ben definito è stato per me possibile riscontrare delle differenze rispetto all'altra oneshot nella caratterizzazione e proprio nel modo in cui la mostri. Tuttavia, non so se mi spiego bene, ho trovato che tu sia rimasta coerente con te stessa, non stravolgendo nulla ma quasi dando l'impressione di una crescita e di un'evoluzione che hanno condotto naturalmente Astoria da un comportamento all'altro, ma con la necessità di stare in disparte e di essere liberta da determinati vincoli come filo conduttore sempre presente.
Ho apprezzato molto il tono confessionale, in particolare nelle prime righe. Il racconto mi è arrivato più crudo, vero, senza perdersi a causa di complicazioni stilistiche che qui, vista la natura intima e riflessiva del testo, avrebbero stonato e mi avrebbero anche distratto dai punti principali dell'elaborazione dei pensieri della protagonista prima e (brevemente) di Draco poi. Il corsivo avrebbe potuto essere evitato, visto lo stacco grafico e l'impaginazione centrata, ma tutto sommato non ha guastato la lettura.
Complimenti, il racconto mi ha convinto ed è stato molto piacevole.
Alla prossima!
mystery_koopa

Recensore Master
14/11/20, ore 12:28

Recensione premio per il contest "Storia di un matrimonio" 1/3

Ciao Ester!
Perdonami per averti fatta attendere, in questi giorni rilascerò anche gli altri due commenti rimanenti. Come ben sai Harry Potter non fa molto per me, per cui ho scelto la nuova generazione per poter considerare i personaggi come originali, anche su comunque non ci ho capito moltissimo :)
A linee generali la trama è chiara: Rose stava contemporaneamente con Scorpius e con suo cugino James (probabilmente, visto il rapporto di parentela e la riflessione iniziale, "l'amante" era proprio quest'ultimo), ha avuto una figlia di nome Vera e, scoperta da entrambi, è fuggita per poi ritornare dopo la nascita della bambina, pare morente. Tuttavia diversi punti del racconto non mi sono chiarissimi: per esempio, perché l'ha privata dell'amore dei padri? Si sono suicidati tutti e tre? Ho apprezzato molto il tuo coraggio di condensare in sole 500 parole un frammento di una storia molto complessa, e ci sei anche riuscita abbastanza bene, ma forse con un paio di note in più il tutto mi sarebbe stato più chiaro: leggendo il pacchetto da cui è tratta la storia posso però dire che il contenuto e l'atmosfera richieste sono riprodotte alla perfezione nel tuo racconto. Il tuo stile, lo sai, è uno dei miei preferiti, molto ricco nella sintassi e nell'enfatizzare le emozioni, più che le azioni vere e proprie, ma senza mai esagerare con imbellettamenti di sorta che lo appesantirebbero inutilmente. Alcune descrizioni mi hanno stupito positivamente.
L'unico personaggio davvero caratterizzato è Rose, di cui emerge in primo piano l'egoismo, che l'ha portata a compiere certe scelte, e il rimorso per il passato, che tuttavia non può bastare a rimediare ai suoi errori.
Con solo 100 parole in più sono sicuro che la storia avrebbe assunto una vera completezza, ma hai fatto comunque un ottimo lavoro di scrittura. Complimenti e alla prossima!
mystery_koopa

Recensore Master
17/09/20, ore 23:17

Recensione premio

Ciao, cara!
Eccomi qui a rilasciare la recensione premio che hai vinto nell'All Together Contest 2.0 - VII edizione!
Questa storia - che avevo già letto ai tempi del contest di Rosmary - mi è sempre piaciuta, la trovo davvero piacevole (seppure racconti sentimenti per certi versi sgradevoli) e incisiva, rimane impressa. 
Quello che ho apprezzato di più è il modo in cui hai deciso di mostrare Petunia, che per quanto mi riguarda è estremamente originale: in piedi nel cuore della notte a cullare Harry che piange. Dai libri non diresti mai che abbia fatto una cosa del genere, così materna, eppure deve averlo fatto per forza (se non per amore, anche solo per esasperazione!): mi ha molto colpito questo scenario, e non ho trovato fuori luogo i pensieri cupi che Petunia ha mentre stringe tra le braccia quel figlio "che figlio suo non è". Penso che tu ci abbia azzeccato quando la descrivi tormentata dai ricordi, che gli occhi di Harry sicuramente non aiutano, e dai rimpianti, fors'anche dai sensi di colpa. Ci hai mostrato una Petunia debole, molto umana, che amava la sorella ma la detestava anche, perché ne era profondamente gelosa; una Petunia infelice, ligia al suo dovere, ma frustrata e insopportabilmente incapace di affezionarsi a un bambino la cui unica colpa è poi quella di ricordarle quanto abbia sbagliato nel voltare le spalle alla sorella e quanto non sia stata capace di perdonare, non in tempo. Un'introspezione che ho trovato davvero sublime, complimenti.
A presto!


Un bacio,
Mary

Recensore Master
18/05/20, ore 03:52

6 - “Di fervidi candori e salvezze illegittime” di EsterEFP.
Totale: 37.1/45.

1) Grammatica e ortografia: 4.6/5.

La grammatica va bene, ci sono solo un paio di sviste.
“Tuttavia, rammendo assai bene le visite domenicali di padre Joseph”: penso intendessi “rammento” (- 0.20).
“potesse agire tra folla come scintilla sulla stoppia”: “tra la folla” (- 0.20).

2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 9/10.
Mi è piaciuto molto lo stile che hai utilizzato: l'ho trovato consapevole, ben calibrato, piacevole, né troppo semplice né eccessivamente ricercato. Io poi amo molto la prima persona, ma non tutti sanno gestirla come si deve: tu in questo sei stata molto, molto brava, hai reso benissimo il punto di vista di Helena – un po' a discapito di quello di Salazar, ma ci può stare.
L'unico motivo per cui non ti ho dato il punteggio pieno è la resa emotiva, che non mi ha convinta al massimo. Diciamo che immedesimarsi nei personaggi è stato un po' difficile, nonostante la prima persona. Splendida però la sentenza finale.

3) Titolo: 2/5.
Il titolo non mi piace, non penso sia un granché riuscito. A parte che, te lo giuro, non mi resta in mente e ancora non l'ho memorizzato, nonostante ormai l'abbia letto e scritto diverse volte, ma soprattutto lo trovo troppo lungo e “complesso”. Ci sono troppe parole non di uso comune – anche se non mi spingerei a definirle ricercate – che creano un po' di confusione, andando a far perdere di incisività al titolo. Già senza “fervidi” lo avrei preferito di più, anche se io avrei scelto qualcosa di totalmente diverso e non impostato sulla forma “di...” ecc.

4) Caratterizzazione dei personaggi, sviluppo della coppia e attinenza ai contenuti del bando: 9/10.
I tuoi personaggi mi sono piaciuti tantissimo. Salazar, anche se compare meno, è il mio preferito: fiero, fermo nei suoi ideali di sangue, autorevole. Ho amato che negasse l'attrazione per lei fingendo di considerarla “sangue del suo sangue”: non inganna nessuno, né Helena né noi lettori. L'idea che abbia costruito la Camera anche per lei è favolosa, come l'idea che il Basilisco la considerasse un'amica.
Helena, poi, è così carina, ingenua quasi in contrapposizione alla madre brillante e indipendente. Mi è piaciuto il fervore con cui cerca protezione nella fede e il cieco ardore del suo amore per il proprio protettore, amore purtroppo senza alcuna speranza.
Il motivo per cui non ti ho dato il punteggio massimo è il contesto religioso. Io capisco la tua scelta ed è sensata e coerente, soprattutto visto il periodo storico e considerate le tue note, ma non mi ha convinta del tutto: nell'universo potteriano non si accenna mai una volta alla religione, per cui mi stranisce e non riesco mai a trovarlo del tutto centrato. L'idea che Rowena fosse stata ripudiata dalla famiglia e salvata da Salazar che la porta a Hogwarts perché aiuti a fondare la scuola è più convincente, ma servono le note per cogliere questa spiegazione, dalla flash non si intuisce minimamente – infatti avevo trovato strano Helena venisse disprezzata così apertamente, dato che è figlia di una donna così potente – e questo è un problema.

5) Attinenza ai contenuti del pacchetto: 4/5.
Il pacchetto che hai scelto era: “10) Coppia: Helena Corvonero/Salazar Serpeverde.
Indicazione: “Vorrei saper pregare con le mie dita scure: forse, puoi farlo tu per me.” – Subsonica, Tra le labbra.”
Del modo in cui hai utilizzato la citazione mi piace che l'atmosfera della tua storia si basi su di essa: hai costruito uno scenario coerente a quel “pregare” ed è qualcosa che ho apprezzato – nonostante le note negative che ti ho esposto nel parametro precedente.
Tuttavia, credo che, a parte questa suggestione generale, avresti potuto rendere la citazione più pregnante e maggiormente presente. L'inserimento nel testo non mi è sembrato del tutto armonioso.

6) Gradimento personale: 8.5/10.
La storia mi è piaciuta molto, sia la coppia sia per come hai sviluppato il rapporto tra i due, il fatto che la natura dei loro sentimenti resti ambigua – non si capisce se lui la ricambi, se abbiano avuto una relazione o meno – l'ho trovato estremamente intrigante.
Peccato per il titolo e per la presenza, a mio gusto, eccessiva degli aspetti religiosi, se no mi sarebbe piaciuta ancora di più. Comunque una bella storia.

Giudizio dell’Autrice del pacchetto, Liberty_Fede: 10/30.
Sono stata molto combattuta sul voto da dare all’utilizzo del prompt. Ci sono molti spunti sulla fede e la religione che trovo interessanti, soprattutto dato il contesto che tu hai sottolineato e la citazione stessa. Tuttavia, la penalizzazione è dovuta al fatto che dell’incapacità di pregare Salazar, e dei motivi per cui non riesce a farlo non c’è praticamente nulla. Dato che hai scelto di attribuire a lui questa frase, sarebbe stato molto più pregnante, dal punto di vista dell’uso del prompt, incentrare la narrazione sulla sua concezione di fede (o mancanza di essa) piuttosto che su quella di Helena. La frase sembra quasi buttata a caso, proprio perché era necessaria per la costruzione della storia, piuttosto che effettivamente presente in essa.
 

Recensore Master
15/04/20, ore 12:40

Valutazione del contest Citazioni in cerca d'autore (Oscar edition)! – II edizione

Grammatica: 9/10

Ottima, solo un paio di sviste:
“Duddley”: -0.50; la grafia corretta è “Dudley”.
“intorno a se”: -0.50; quando non è seguito da “stessa/o”, è indispensabile l’accento, dunque “sé” anziché “se”.

Stile e lessico: 9/10
Dal punto di vista stilistico, la tua storia mi parsa una sorta di zibaldone dove ogni stralcio, isolato dagli asterischi, è a sé. A collaborare a queste sensazioni sono stati la prima persona narrante e l’autonomia di ogni stralcio, che ha un significato compiuto anche se isolato dal contesto. In tal senso, nel tuo caso non potrei parlare di coesione interna né di cornice narrativa, ma di una serie di episodi rievocati dalla memoria del personaggio-narratore che se messi insieme ricostruiscono una certa visione del personaggio stesso – a riguardo, emerge chiaramente l’animo con cui hai scritto questa storia e anticipato nelle note d’autrice, perché è evidente che lo scopo ultimo di questo collage di ricordi autobiografici sia restituire una certa immagine di Petunia.
È una struttura stilistica che ho trovato molto interessante, oltre che poco utilizzata e per questo degna di nota: l’ho chiamato zibaldone perché non è neanche un “diario” auto-riferito, bensì una serie di riflessioni, ricordi, idee che Petunia sembra aver voglia di mostrare a qualcuno, ma timorosa di farlo si rivolge a un bambino di poco più di un anno, incapace di capire la complessità di quei pensieri.
Ancora, è interessante il modo in cui alterni questi stralci: un ricordo affossato nel passato e una riflessione radicata nel presente. Petunia un istante è bambina e adulta un istante dopo, relazionandosi con quel bambino che con la sua sola presenza la scaraventa nei ricordi più antichi e la costringe a rivivere tempi di cui ormai non resta alcuna traccia.
Questi frammenti che cuci insieme hanno comunque, come anticipato, una coerenza interna, perché procedono tutti nella stessa direzione. L’unico “non-frammento” a distaccarsi dagli altri è quello conclusivo, dove riflessioni, ricordi, idee cedono il passo all’emozione, a una debolezza che fa da chiave di lettura per tutto ciò che l’ha preceduta: è la mancanza a disturbare il sonno di Petunia, è la mancanza ad aggrovigliarle i pensieri. Efficace, a riguardo, che questo “non-frammento” sia messo in evidenza dall’allineamento al centro e da una sintassi frammentata in capoversi: quasi come una piccola poesia conclusiva, che parla di emozioni e di un io messo a nudo.
I tempi verbali, in coerenza allo “zibaldone”, variano a seconda dei momenti narrati: è come se il personaggio parlasse, ed è dunque coerente e giusto che oscilli anche il tempo della narrazione.
Gli unici momenti che a livello stilistico ho trovato meno efficaci sono i seguenti:

• “Cosa mi costringe qui in piedi alla finestra a stringere un figlio che figlio mio non è?”: in questo caso, la sequenza un figlio che figlio mio non è? a livello di ritmo mi è parsa inefficace. L’accentazione della “è”, il tono dell’interrogativo e l’inversione in “che mio non è” (anziché “che non è mio”) restituiscono un ritmo che, letto a voce alta, sembra quello di una filastrocca. Credo di interpretare bene il tuo intento dicendo che volessi replicare la sintassi del parlato, ma in questo specifico caso messa su carta funziona poco, e anziché cogliersi il senso dell’espressione, si coglie questo ritmo da filastrocca che stranisce.

• “Fu talmente bello che quando la mattina dopo a scuola mi addormentai sul banco, non ebbi alcun rimpianto”: sono stata indecisa se segnalarti la situazione in questo parametro o in “Grammatica”, ho optato per questo perché credo sia stata una scelta dettata dal ritmo che hai inteso dare alla frase. Dopo “che” dovrebbe esserci una virgola, perché “che” regge “non ebbi”, verbo allo stato attuale isolato rispetto alla congiunzione che lo regge dall’unica virgola presente (che spezza il periodo in due). Se ai fini del ritmo trovi controproducente inserire la pausa, è preferibile omettere anche quella che segue “banco”, così da ovviare al problema.

Arrivando al lessico, ogni singolo vocabolo, e la costruzione sintattica stessa, sembra riprodurre il linguaggio dell’oralità: è una voce narrante che parla e come tale si esprime, ricorrendo a vocaboli di uso quotidiano e a modi di esprimersi che nella loro semplicità riescono a essere straordinariamente diretti, malgrado ci troviamo nella “mente” del personaggio.
A riguardo, ho solo due piccoli appunti da fare: in “sottoporla ad un’operazione” ricorri alla d eufonica, sconsigliabile in un testo in cui è riprodotta l’oralità (poco dopo non la utilizzi, e a ragione!); e in “anch'io li ebbi” dove il passato remoto, che apre lo stralcio, risulta poco coerente a un registro orale: è più istintivo dire “li ho avuti” – che tra l’altro sposa bene con la frase che precede: “Nell'età in cui bambini sono soliti avere incubi”.

Concludendo, in questo parametro hai fatto un ottimo lavoro, motivo per cui malgrado i momenti a mio parere meno efficaci messi in evidenza il punteggio resta alto: 9/10.

Titolo: 5/5
Culla, stanotte, la mia malinconia, ispirato a un componimento di Ungaretti, è un titolo molto evocativo, musicale, in grado di calamitare l’attenzione e molto “personale”, nel senso che non è uno di quei titoli associabili a più storie, ha ragione di essere se associato a quella per cui è stato ideato.
Anche il rapporto titolo-contenuto è pienamente rispettato: la metafora trova spazio nel testo, dove il personaggio – malinconico – culla lei stessa la propria malinconia, e lo fa cullando materialmente, sia pure controvoglia, il bambino che ha scatenato i ricordi responsabili dello stato d’animo.
Non ho davvero nessun appunto da fare in questo parametro, 5/5.

Utilizzo del prompt: 6/10
Hai scelto il prompt C’erano giorni in cui a malapena s’alzava, erano quelli in cui la mancanza pulsava prepotente, sviluppandone soprattutto una parte e trascurando un po’ l’altra. La mancanza è chiaramente il motore che aziona i pensieri della protagonista, e di conseguenza è il concetto su cui poggia l’intera narrazione: una mancanza palesata solo alla fine, in conclusione, ma che pressa lungo tutto l’arco narrativo, inducendo Petunia a indugiare su ricordi e pensieri che non fanno altro che acuire questo sentimento.
Il motivo per cui il punteggio non è superiore a 6/10 è legato all’assenza dell’altra sfumatura della citazione, che nel dire “c’erano giorni in cui a malapena s’alzava” presuppone una mancanza che fiacca, che aliena, che induce in uno sconforto tale da indebolire anche fisicamente il personaggio coinvolto – una mancanza che divora. Nel tuo testo, però, queste sensazioni sono del tutto assenti, la tua protagonista è lucida, vigile, presente a se stessa – sia pure impigliata in queste riflessioni che la disturbano – e questo fa sì che lo sviluppo della citazione scelta appaia parziale.
Il prompt, quindi, è sicuramente presente, ma non nella sua totalità, motivo per cui ho reputato corretto assegnare 6/10 in questo parametro.

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 8/10
Il solo personaggio del tuo racconto è Petunia, che essendo anche voce narrante ci consente di entrare in stretto contatto con i suoi pensieri e le sue emozioni. Trovo che tu abbia sviluppato un’introspezione inedita e credibile di questo personaggio, motivo per cui preferisco soffermarmi prima sul motivo per cui il punteggio non è superiore a 8/10.
Ciò che leggendo mi è mancato, e che ha generato una sensazione di perplessità, è la voce di Petunia: nonostante abbia compreso e apprezzato l’idea alla base della caratterizzazione della protagonista, nel suo modo di esprimersi non sono riuscita a cogliere – se non tra le righe e in qualche caso – lo sprezzo, l’invidia e in generale le zone d’ombra di Petunia. Anche in un momento di debolezza in cui si parla a se stessi, trovo poco convincente che il tono e la voce del personaggio in questione non tradiscano modi d’essere che fanno parte di lui in maniera quasi viscerale. Anche i momenti in cui parla a Harry tradiscono più una dolcezza repressa che un istinto di rifiuto. È come se nell’intento di mostrare “l’altra faccia” del personaggio, abbia perso un po’ di vista gli elementi che lo caratterizzano in quanto tale.
Ad ogni modo, malgrado la perplessità espressa, il punteggio resta alto perché, come anticipato, ho compreso e apprezzato la tua prospettiva, che tenta di andare oltre e di mostrare i sentimenti di Petunia, il legame con una sorella perduta da anni, le sensazioni suscitate in lei dal dover crescere proprio suo figlio. Ho apprezzato molto il paragone che fa tra Harry e Dudley, è uno dei momenti – riprendendo il discorso precedente – in cui accenni alla sua ostilità, sia pure con parole che non sono di netto di rifiuto, ma di malinconica accettazione.
La conclusione, dove riesce finalmente ad ammettere la mancanza, sia pure trasportandola su Harry, è il vero climax del racconto e di conseguenza dell’introspezione, dove le parole cadono nel vuoto, i pensieri si ammutoliscono e non resta altro che una consapevolezza scomoda.
Nel complesso, dunque, trovo che sia stata brava e anche originale!

Totale: 37/45

Recensore Master
04/07/19, ore 14:09
Cap. 6:

Seconda recensione premio per il contest "Catene".




Ciao Esther! Perdona il ritardo con cui ti lascio questa recensione, sono secoli che non nemmeno tempo per scrivere, quindi ho fatto fatica a trovare un attimo libero per EFP, mi spiace!
Passando alla recensione vera e propria devo dire che mi hai sorpresa con questa flash. Astoria in genere mi lascia indifferente e in un testo così breve raramente riesce a incuriosirmi. In questo caso l'ha fatto, mi ha sia fatto desiderare di saperne di più su di lei sia pensare che non ci fosse altro da aggiungere. Perché nei periodi finali si condensa tutto in frasi brevi, dirette, senza veli. Frasi dal significato letterale, ma pregne di innumerevoli sottintesi capaci di riassumere i motivi per i quali Draco ha scelto Astoria come sua sposa. Li ho trovati plausibili, davvero. Sei stata incisiva, per questo la flash finisce in modo perfetto e lascia l'impressione che non si debba dire altro, ma al tempo stesso hai fornito motivazioni così coerenti per spiegare la nascita della loro relazione che mi sarebbe piaciuto leggerne di più. La relazione di cui parli non corrisponde al classico rapporto di amore reciproco, ma non è nemmeno un rapporto finto, è qualcosa che sta nel mezzo, "fluido" proprio come Astoria. Convenienza, conforto, quiete: sono queste le parole chiave che associo ai Draco e Astoria della flash. Sei stata bravissima a descrivere tutto questo in poche righe, mi hai permesso di andare oltre i significati del testo e immaginare innumerevoli momenti della loro vita, da quelli più insignificanti e noiosi a quelli più piacevoli e sereni. Astoria nei Corvonero non l'avevo mai immaginata, ma è una bella idea! Complimenti per questa flash, come sempre originale!
(Recensione modificata il 04/07/2019 - 02:10 pm)

Recensore Master
14/05/19, ore 14:53
Cap. 6:

Ciao :-)

La storia è carina, specialmente ho apprezzato l'impostazione a monologo che la rende piacevolmente focalizzata sull'introspezione. Inoltre Astoria è un personaggio interessante di per sé visto che nella saga appare praticamente all'improvviso per giunta sposata con Draco Malfoy (non uno qualunque insomma) e sono spesso incuriosita dalle storie dedicate ai personaggi secondari della saga.
Come te, però, di solito immagino Astoria come un personaggio positivo in grado di dare una scrollata a Draco (che sì, anche per me ha abbassato la cresta dopo la guerra e coraggioso non è mai stato veramente), quindi la descrizione che ne dai in questa storia mi ha un po' spiazzato visto che la sua indifferenza la fa da padrone. Comunque mi piace che anche in questo caso Astoria e Draco si competono a vicenda.

Il pacchetto che hai scelto non era proprio facile, quindi ti faccio i miei complimenti ;-)

A presto,
Carme93

Recensore Master
12/05/19, ore 15:50

Terza Recensione Premio per il contest "La magia delle parole - II Edizione"

Eccomi.
All'inizio avevo scelto tutt'altra storia per questa terza recensione, sempre di una delle raccolte su Harry Potter, poi ho trovato questa.
Credo che sia la seconda storia che leggo con questa struttura - una storia composta essenzialmente solo dai dialoghi. E la prima mi aveva affascinato così tanto da voler provare a leggere anche questa tua.
Trovo che sia molto complesso riuscire a dare qualcosa - qualsiasi cosa - al lettore solo attraverso i dialoghi. Sarebbe facilissimo non trasmettere niente, non far capire il contesto, non far trasparire espressioni ed emozioni, rendere sterile il tutto. Ci siamo già confrontati su questo punto, credo: nei dialoghi si deve sentire la voce del personaggio, il modo in cui parla, si esprime, la sua inflessione di voce, il suo ritmo, la sua personalità.
In questo caso è doveroso fare una premessa: Frank e Alice non sono attivamente presenti nei libri, e non possiamo quindi sapere com'erano, come parlavano, come si relazionavano tra di loro e con il mondo. Ma abbiamo piccoli dettagli, dall'amore per il loro figlio, al loro lavoro e alla loro condizione attuale dopo la caduta di Lord Voldemort. Riferimenti e particolare che tu hai secondo me sfruttato al massimo per poter creare ex novo le voci di questi due personaggi. La parte più difficile, poi, trovo che sia renderli attraverso un processo di riscoperta di loro stessi, a partire da una condizione complessa e delicata come quella in cui si trovano loro: torturati fino a diventare folli, privati del senno, del controllo di sé, della loro memoria e della loro indipendenza di adulti. Sono bambini che però hanno reminescenze, momenti in cui è chiaro quanto meno la loro età, un'età che comunque non combacia mai con quella effettiva, come tu stessa chiarisci dalle loro battute.
E questo è il primo segno doloroso di questa storia (in senso positivo, intendo): loro ricordano i loro anni a Hogwarts, il loro percorso all'accademia per auror, della loro casa e del loro figlio di un anno (che ora è cresciuto, ma questo loro non lo possono sapere, o comunque non ne hanno consapevolezza) ricordano il proprio marito/moglie, ma non si riconoscono. Sei stata bravissima a creare questo doppio velo: il primo che separa loro dal mondo; il secondo che separa l'uno dall'altra. Si vedono, ma non si rendono conto. E' triste, fa male, hai saputo colpire bene.
Il Signore e la Signora siedono l’uno di fronte all’altra: intorno, solo un gran bianco, grandi pieghe, puzza, bisbigli. -> Mi piace il fatto che non sveli i loro nomi: è la storia che ce li rivelerà. Ma con quel "signore" e "signora" chiarisci la loro età e il loro stato; inoltre conferisci a questo quadro un decoro e una formalità che in qualche modo si arricchiscono di una forma di infermità, o comunque di malattia, nel momento in cui accenni al bianco, alla puzza e ai bisbigli. Bisbigli che sembrano confabulazioni senza senso, un ronzio che alimenta l'insolito ambiente in cui si trovano.
Un'altra cosa che mi ha colpito è il fatto che loro non trovano strano trovarsi lì. Questa shot chiarisce nelle ultime battute che si tratta di un momento di lucidità prima che il buio cali di nuovo sulle loro menti. Eppure fin dalle prime battute c'è una continuità tra questo lungo attimo e la vita di vuoto che vivono loro, come se fossero comunque consapevoli sempre del fatto che quella sia la loro nuova casa. L'ambiente quindi è qualcosa di onnipresente, che rende l'attimo di lucidità opaco, accompagnato sempre da una calma e un'apatia che non abbandona mai i personaggi. Anche loro sono asettici nei modi.
Anche i loro movimenti sono infantili e contrastano con la loro età: lei mangia una gomma bollente (roba di adolescenti, mi vien da pensare) lui liscia le coperte in un gesto vuoto, meccanico. Non mi sembra di percepire imbarazzo, ma appunto una sorta di tranquillità che fa paura, dà angoscia al lettore, è come se si perdessero di nuovo nel vuoto.
E riprendono a parlare: lei con quel tono quasi timido, sempre rispettoso, da signora per bene; nella voce di lui si sente invece oltre all'educazione del gentiluomo, un tono più forte, un vigore mascolino, con esclamazioni che accompagnano il suo parlare (eccome, sa, ebbene sì). Sei stata davvero brava.
Infine ho trovato speculare l'inizio e la fine di questa os, con quel formale "Buonasera Frank" e "Buonasera Alice". Sa di vecchio, sa di persone che la vita l'hanno tutta alle spalle, sa anche di una distanza che è difficile colmare con il vigore dei giovani perché è quasi più importante concentrarsi su tutti i segni che il tempo ha lasciato su un viso che l'altro non ha mai imparato a memoria, come dovrebbe fare un innamorato. Eppure eccolo il tocco, un abbraccio, un bacio. Uno solo, non c'è tempo per altro. Suona tanto di addio, di stanchezza, di un conforto malinconico, sospirato. Gli "arrivederci" finali, per giunta, non profumano come quelli di chi si promette che si rincontreranno presto, a tutti i costi, perché hanno una vita intera davanti; ma suonano come il saluto di chi spera in un'altra vita, in un altro mondo. E quei veli che calano e si rialzano in effetti sono questi: altri mondi, perché ogni volta loro iniziano daccapo.
Questa os mi ha fatto un buco nello stomaco, te lo dico. Complimenti!
A presto!

P.s.
Ti lascio con gli unici refusi trovati:
Gridfondoro
Una cosa che hai dimenticato poi sono i punti a fine frasi.

Recensore Master
25/04/19, ore 21:34
Cap. 6:

Valutazione del concorso "Nella mia libreria"

Stile e lessico: 8.75/10
Devo dire che mi è piaciuta molto la pulizia del tuo stile: è lineare, semplice, arriva in maniera molto diretta e non si perde troppo in costruzioni esagerate che rischiano di far perdere il filo del discorso.
Questo si intona perfettamente a quella che è la struttura di base della storia, pur rendendosi la cosa evidente solo alla fine: è un monologo, un lungo discorso diretto, lo sfogo senza veli di una ragazza tutto sommato giovane. Qualcosa di più articolato sarebbe stato, probabilmente, un po’ fuori luogo. Il fatto che si tratti di un monologo si intuisce solo dopo la metà, quando Astoria (scusami, per abitudine la chiamo così…) si rivolge direttamente a Draco. All’inizio la cosa mi aveva un po’ stranita, ma riflettendoci meglio – e soprattutto riflettendo sui pensieri in chiusura di Draco – la cosa ha effettivamente senso.
Pur utilizzando per tutta la storia uno stile molto lineare e un lessico piuttosto semplice, ho apprezzato che ci fosse una cura di fondo che fa capire che ogni parola è scelta con attenzione, nonostante l’effetto finale sia quello di un discorso fatto un po’ a ruota libera.
Ho apprezzato molto che, nonostante la semplicità dello stile e della costruzione delle frasi, il discorso di Astoria risulti molto ritmato, brillante, venato appunto di quel velo di sarcasmo pungente di cui lei ci parla: trattandosi di un personaggio che nella saga viene a stento nominato, è bello trovare degli accorgimenti del genere per imparare a conoscerla non solo attraverso quello che dice, ma anche per come lo dice. Oltretutto, questo dà ritmo e aggiunge interesse ad una storia che, fondamentalmente, non ha una vera e propria trama formata da avvenimenti.
Riesci secondo me a mantenere un giusto equilibrio fra quello che è lo stile colloquiale di un discorso diretto (con i riferimenti a delle interruzioni solo supposte di Draco, o con espressioni molto dirette, come “questa cosa del matrimonio…”), e il ritmo generale della narrazione: non è facile includere tutta la narrazione in un unico monologo senza rischiare di risultare fin troppo diretti, e dunque poco curati, oppure al contrario impostare il discorso in maniera fin troppo artificiosa, togliendo sincerità alla prima persona narrante. Tu non cadi in questo errore, e tutto ciò che Astoria dice, viene detto con il giusto mix di formalità (del resto, per quanto senza veli, si tratta pur sempre di un incontro “accordato” fra gli eredi di due famiglie altolocate) e spigliatezza.
Inoltre, ho apprezzato molto il cambio di registro nel momento in cui ci presenti le impressioni di Draco: il cambio si avverte, ma non c’è alcuno scarto brusco, è un cambiamento armonico, che non disturba minimamente il lettore. Cambia il ritmo, cambia leggermente il registro stilistico, e questo fa comprendere bene sia il cambio di punto di vista, sia il cambio di “stile narrativo” (non è più un discorso diretto, ma si tratta della messa a fuoco di pensieri e impressioni).
Soprattutto nella parte iniziale, ho trovato un po’ ripetitive alcune frasi che presentano lunghe giustapposizioni di virgole, come ad esempio “lei, Serpeverde, le amicizie giuste, una bella, sana popolarità. Io, quella strana, la Corvonero col cuore di serpe, l’ombra silenziosa, la spia.”, oppure, poco dopo “non averlo reso solido, capace d’incutere rispetto, timore. Le lunghe notti insonni, i pasti solitari, i piagnistei nei bagni”. Non è sbagliato, ma a lungo andare, soprattutto in una storia breve come una flash, risulta un po’ poco fluido, almeno al mio orecchio.
Non ti ho poi dato un punteggio pieno in questo parametro perché, nonostante io abbia apprezzato questo stile molto semplice (soprattutto in accordo alla struttura della tua storia), ho un po’ avuto l’impressione che fosse uno stile in un certo senso “trasparente”. Non mi ha particolarmente colpita, non si è molto distinto… è corretto e funzionale, ecco, ma senza qualche guizzo in più. La tua storia (che mi è piaciuta molto, sia chiaro!) non mi è rimasta impressa per lo stile, ecco, ma questo non significa che non sia curata o ci siano grossi difetti.

Sviluppo del pacchetto: 9.5/10
A.Nothomb – Né di Eva né di Adamo, Astoria Greengrass
Questo era, secondo me, un altro di quei prompt decisamente tosti, uno di quelli che fino all’ultimo sono stata indecisa se inserire o no, per paura di dare un’indicazione troppo fumosa. Sono stata quindi molto contenta e curiosa, sapendo che qualcuno aveva deciso di provare a scriverci sopra qualche cosa.
Ammetto di aver sempre interpretato questa espressione come una negazione di colpa (cioè una colpa che non ricade né sull’una né sull’altra parte), quindi sono stata piacevolmente sorpresa di trovare qui una interpretazione un po’ diversa ma altrettanto (se non più) valida.
All’inizio potrebbe sembrare che il tema centrale del prompt nella tua storia passi un po’ in sordina, ma rileggendola è chiaro che, in realtà, tutto è improntato all’ignavia di Astoria (e, in un certo senso, del Draco adulto).
Mi è piaciuto molto come l’indifferenza di Astoria sia stata svelata pian piano: il tutto sembra nascere da una sua riflessione sulla sua adolescenza, sembra quasi prendere una direzione diversa, ma poi, piano piano, emerge la verità: Astoria non si è mai schierata, non ha preso parte a nessuna fazione, e questa è stata una scelta consapevole maturata già in tenera età. Che poi anche il suo matrimonio diventi una scelta presa senza davvero troppo investimento emotivo, facendo un calcolo delle convenienze, ma con molta serenità (non so, Astoria mi dà l’impressione di non essere poi così interessata alla risposta di Draco: se anche lui dovesse mandare a monte il tutto, non credo lei si struggerebbe nel rimpianto) è particolarmente interessante: non le interessa Draco, non le interessa ciò che ha fatto durante la guerra o perché lo ha fatto. L’unica cosa che davvero sembra premerle è conservare la sua libertà e la certezza che, in futuro, potrà continuare a sfuggire a ogni schieramento.
Ho apprezzato tanto anche la parte finale: Draco ha un po’ uno sguardo esterno su Astoria, uno sguardo freddo e sincero, e riconosce forse con più schiettezza e con meno peli sulla lingua di lei la sua totale mancanza di coscienza. Attraverso i suoi occhi vediamo tutta la natura di Astoria: una ragazza furba, che tiene più alla vita e alla sua serenità che a qualsiasi morale. Questo è ciò che davvero lega Draco e Astoria, il grande elemento che hanno in comune, il punto cardine che farà funzionare la loro relazione, ed è significativo che anche la loro unione sia, sostanzialmente, un calcolo per la sopravvivenza.
Era un prompt davvero difficile, ma tu te la sei cavata egregiamente, anche se, effettivamente, bisogna riflettere un po’ per comprendere a pieno il legame tra la storia e il prompt (non che questo sia un difetto, tutt’altro!).

IC/Caratterizzazione: 9.5/10
Non è facile, in una flash, caratterizzare al meglio quello che è, sostanzialmente, poco più di un personaggio orignale: nella saga Astoria non compare mai, e le informazioni che abbiamo, anche da Pottermore, sono pochissime.
Io sono incline a pensare che Astoria sia arrivata nella vita di Draco a portare un po’ di luce, riuscendo ad andare oltre gli orrori della guerra, e convincendolo a lasciarsi alle spalle il suo passato. Mi immagino la loro come una storia d’amore sincera, nata lontano dalla guerra e da qualsiasi cosa potesse ricordarla, ma mi rendo conto che questo è sostanzialmente soltanto un Headcanon.
Secondo me tu qui sei riuscita a costruire molto bene il suo personaggio, e lo hai fatto sia facendola raccontare in prima persona, facendole esprimere senza remore tutte le sue confessioni su quelli che sono stati gli anni della guerra, sia mostrando direttamente il suo comportamento.
Il ritratto che ne esce è quello di una persona fragile, che ha dovuto sopportare un’adolescenza complicata e attraversata da eventi che, a ben pensarci, nessun adolescente dovrebbe mai sopportare. La sua difesa in questo mondo folle è stata proprio quella di non scegliere, di nascondersi, di non prendere mai una posizione evidente che potesse esporla più di quanto fosse necessario. C’è anche un po’ di sfacciataggine nel modo in cui mette Draco di fronte alle verità scomode del loro incontro (non ha problemi a riconoscere che Draco potrebbe trovare spiacevole il loro matrimonio, né ha paura di mettere in campo liberamente quelli che sono gli aspetti negativi della loro unione).
Più di tutto, emerge il suo bisogno di continuare a credere di poter restare indifferente a qualsiasi guerra, la sua libertà di scappare e di nascondersi.
Tutto ciò è confermato anche in maniera “obiettiva” dalle impressioni di Draco, che sembra quasi fare caso a lei per la prima volta. Draco, è vero, compare poco, ma credo che tu abbia colto benissimo la sua vena vigliacca e portata più che altro all’autoconservazione: i Malfoy in generale, e Draco in particolare, a mio parere non hanno mai aderito alla causa per vera devozione o profonda convinzione, ma soprattutto per convenienza. E sono abbastanza sicura che il Draco adulto avrebbe voluto solo vivere defilato, restare ai margini di qualsiasi guerra, non dover prendere alcuna posizione.

Titolo: 3.5/5
Il titolo è quello che mi ha convinta un po’ meno: in realtà, capisco perché tu lo abbia scelto, e trovo che si adatti molto bene alla storia, ma già a una prima lettura mi aveva colpita poco, passando un po’ inosservato. È vero che l’intera flash è una confessione da parte di Astoria, una confessione che però è intrisa solo di sincerità e di apertura, è priva di qualsiasi rimorso. Lei si confessa quasi volesse solo mettere in campo tutte le sue carte, mostrare a Draco che cosa accetterebbe sposandola. Non è tanto la confessione di un peccato, ma più la voglia di aprirsi ed essere completamente sincera.
Mi rendo conto che, in questo campo, entra un po’ in gioco anche il gusto personale, ma devo ammettere che, a dispetto da ciò che si dice di solito, raramente i titoli brevissimi mi colpiscono appieno (a meno che non si leghino al testo con qualche meccanismo particolare). In questo caso, più che altro, l’ho trovato un titolo un po’ debole, poco affascinante: leggendolo così, da solo, non mi avrebbe incuriosita poi tanto ad aprire il testo, ecco.

Gradimento personale: 4.25/5
La storia, nel complesso, mi è molto piaciuta. Soprattutto quando si tratta di flash o comunque storie piuttosto brevi, a me piacciono molto le storie con poca sostanza a livello d’azione, ma più concentrate sull’indagare le motivazioni di un personaggio. E, in questo caso, il personaggio indagato è anche molto interessante, perché lo conosciamo pochissimo. Apprezzo particolarmente il fatto che tu sia riuscita a dare molto spessore ad un personaggio quasi sconosciuto, costruendo un parallelo con le vicende di Draco.
Mi affascina sempre molto immaginare l’immediato futuro dei personaggi, il modo in cui si è evoluto il loro rapporto con la guerra, come siano riusciti a diventare adulti nonostante le esperienze che sicuramente li hanno segnati in giovane età. In questo caso, poi, mi è piaciuto molto che tu sia riuscita non solo a mostrare la condizione al presente di Draco e Astoria, ma anche a ricostruire andando a ritroso la storia di Astoria (che brutto gioco di parole, scusami XD).
Infine, ho apprezzato tanto che, su tutto, regnasse comunque un tono brioso, che mi ha proprio fatto pensare alla conversazione leggera e brillante di una giovane donna intelligente e precisa.
La tua “versione dei fatti” si discosta un po’ da quello che a me piace immaginare di Draco e Astoria, ma non è per nulla in contrasto con le informazioni canoniche, dunque va benissimo così: il bello di queste occasioni è proprio incontrare punti di vista diversi dai nostri ma ben argomentati.

Totale: 35.5/40

Recensore Master
24/04/19, ore 23:51
Cap. 6:

Recensione premio

Ciao, cara!
Passo per lasciarti la recensione premio per il contest All Together Contest 2.0 - VI edizione.
Che bella storia! Di sicuro non nel senso più convenzionale del termine, ma di sicuro una lettura interessante, e passo subito a spiegarti perché. Ciò che mi ha davvero catturata di questa storia è che francamente non ne posso più di vedere Asteria descritta come un agnellino sacrificale, perciò vederla descritta finalmente con un suo carattere ben definito, una sua morale - benché piuttosto dubbia - e una sua personalità mi è piaciuto davvero molto. Mi piace anche questo suo non essere "né di Adamo né di Eva", questo suo non essere "buona", ma "nemmeno cattiva", perché alla fine "se non ti schieri, vinci sempre". Una caratterizzazione molto originale e anche ben fatta: Asteria è perfettamente nel mezzo, non senza scrupoli, non immorale, ma nemmeno un'ingenua, una sciocca. E' consapevole di ciò che vuole e di ciò che può avere, e fa un'analisi piuttosto analitica - forse un po' impietosa - dei pro e dei contro che dovrà affrontare sposando un Malfoy.
Anche Draco mi è piaciuto, sebbene compaia meno. Mi è sembrato molto IC, il che non è semplice con questo personaggio. Lo spaccato che hai descritto è senz'altro interessante: il matrimonio combinato, lo spettro della guerra sullo sfondo... Tutti temi un po' cliché, ma sei comunque stata molto originale, e questo è l'importante, secondo me. Avrei voluto leggere di più di questa coppia, devo dire.
Vorrei spendere due parole anche sullo stile: mi piace molto la distizione tra il tono della prima parte e quello della seconda. Non solo perché permetti al lettore di immedesimarsi nel punto di vista di entrambi i personaggi - cosa di per sé non da poco in una flash! -, ma anche perché lo stile varia proprio, in relazione al personaggio che vuole rappresentare. La prima parte ha le fattezze di una confessione, è quasi intima, anche se traspare solo razionalità, una sincerità quasi disarmante, dalle parole di Asteria. Nella parte relativa a Draco invece si percepisce ammirazione, sembra quasi affascinato da lei, ma allo stesso tempo la vede con un occhio attento che ne inquadra pregi e difetti in egual misura, e così Asteria ci viene descritta come "bassa, smorta", ma anche "fluida", e soprattutto "perfetta". Mi piace molto che nelle due parti ci sia questa duplicità di punti di vista: nella prima è Asteria che racconta e si svela, ma attraverso i suoi pensieri intuiamo anche Draco - il suo Draco, quello che vede lei -; allo stesso tempo, nella seconda parte è Draco a parlare e a rivelare qualcosa di sé - il terrore di un'altra guerra, il desiderio di sopravvivenza, il bisogno di pace, anche a costo di un matrimonio senza amore ma non senza speranza - e a dipingere una Asteria diversa da quella che abbiamo visto poco prima, anche se coerente con la stessa. Un ottimo lavoro davvero, a livello di intreccio tra introspezione e stile!
In conclusione, davvero brava.
A presto!

Un bacio,
Mary

[Precedente] 1 2 [Prossimo]