Recensioni per
Le occasioni
di blackjessamine
Ciao cara, qui ho deciso di lasciarti la seconda recensione premio. Come sempre mi ha colpito la scelta di questo personaggio molto poco trattato nei libri, di cui si sa poco e niente. Ma nonostante ciò tu hai fatto un ottimo lavoro. Dico sul serio. |
Valutazione del contest Sfida alle 100 parole – V edizione
L’interlinea che separa i due paragrafi è di certo un segnale sul tempo del racconto, purtroppo ciò che ne indebolisce l’impatto sul lettore è il fatto che il primo capoverso del secondo paragrafo è strutturato in maniera identica ai capoversi precedenti, e anche dal punto di vista del significato ne è la naturale evoluzione. È come se l’interlinea marcata separasse visivamente qualcosa che è sintatticamente coeso. Il vero “scossone” alla narrazione arriva con il cambio di tempo verbale: dall’imperfetto al passato remoto – è lì che la scena cambia sul serio, che la narrazione passa dalle riflessioni all’azione; in coerenza a questo, quindi, la pausa forte rappresentata dall’interlinea bianca sarebbe dovuta cadere dopo “cravatta di Ted”, evidenziando così i tre blocchi di cui è composta la drabble: il passato (il discorso diretto), le riflessioni che intrecciano passato e presente, il presente che agisce. Isolare il capoverso “Aprì gli occhi eccetera” avrebbe avuto il pregio, tra l’altro, di mettere il rilievo la conclusione con la sua portata emotiva: la protagonista sceglie la sua strada, a dispetto di tutto e tutti. Inoltre, isolandolo, il passaggio dall’imperfetto al passato remoto (da riflessione ad azione) sarebbe parso più lento e ponderato (l’interlinea è una pausa e come tale rallenta il ritmo), di conseguenza meno improvviso di quanto appare ora – a una prima lettura, si ha la sensazione che manchi qualcosa nell’intervallo tra “Ted” ed “Aprì”, come se fosse stata omessa una parte di testo.
Gli unici termini che, associati, ho trovato meno efficaci sono “sete e broccati”, che richiamano la stessa immagine (inoltre, il broccato originale è esso stesso un tessuto di seta). In un testo di sole cento parole, dove è necessario “fare economia”, suggerisco sempre di evitare ripetizioni di concetti laddove non aggiungano sfumature al testo. Nel tuo caso, se vi fosse stato uno solo dei due termini, l’impatto dell’espressione non sarebbe cambiato e avresti guadagnato due parole. Concludendo questa lunga analisi, valutando i pro e contro esposti ho ritenuto che 7.5/10 fosse il punteggio più giusto. Hai delle ottime capacità di scrittura e, a mio avviso, notevoli margini di crescita nell’ambito della brevità. La drabble, al di là delle perplessità espresse, è un testo di piacevole lettura e immediata comprensione, ha solo degli aspetti “strutturali” meno efficaci, per tale motivo il punteggio assegnato è comunque molto alto! Titolo: 4/5 “Anilina”, che titolo particolare! Devo innanzitutto ringraziarti di esserti dilungata in una nota esplicativa su questo titolo, perché confesso la mia ignoranza e ti dico che non ero a conoscenza del significato né dell’esistenza di questo termine. Fatto questo passo, ho potuto analizzarlo in relazione alla storia. Partendo dai pregi e dal motivo per cui il punteggio non è inferiore a 4/5, trovo che sia un titolo molto personale e a suo modo intrigante: chi ne conosce il significato immagino possa esserne incuriosito, chi lo ignora suppongo possa esserne incuriosito al pari perché attratto da un termine così insolito (eppure armonioso, sembra quasi un nome femminile). Inoltre, non posso che lodare la cura che hai messo nella scelta di questo titolo, che evoca con un gioco di “luci colorate” gli affetti della protagonista. Il motivo per cui il punteggio non è superiore a 4/5 è che di pari passo con la particolarità viaggia anche la cripticità: è un titolo che non dice nulla a priori sulla storia, né a chi ignora il significato del termine né a chi lo conosce – rimanda a dei colori, ma i colori in sé non possono dir nulla, si rivelano solo a lettura ultimata. Tuttavia, i pregi detti in precedenza sono tali che non ho ritenuto di dover penalizzare troppo questo titolo, che a mio avviso – e in ultima analisi – riesce a fare il suo dovere: attrarre i lettori. Nel complesso, dunque, brava! Utilizzo del prompt: 7/10 Il tuo prompt era “Ho messo via”, un titolo non semplice da tramutare in filo conduttore per una narrazione, ma hai fatto davvero un ottimo lavoro. Hai interpretato il prompt in maniera apparentemente letterale, in realtà tra le tue righe affiora una metafora interessante: la protagonista mette via un abito – un gesto in apparenza semplice –, ma il lettore scopre immediatamente che quell’abito messo via è metafora della vita stessa della protagonista, quella vita cui era stata destinata per nascita. Allora il prompt assume un sapore tutto diverso, perché “Ho messo via” diventa il punto di svolta, l’atto di coraggio che cambia una vita intera. Il motivo per cui, nonostante i pregi ora detti, il punteggio non è superiore a 7/10 è che nella seconda parte della storia (il paragrafo finale) il prompt sparisce totalmente: la narrazione evolve in coerenza al gesto della protagonista, ma nel suo evolvere mette da parte il prompt, che non resta filo conduttore sino alla fine, ma abbraccia la drabble parzialmente. A parte questo dettaglio, comunque, l’utilizzo è stato veramente ottimo e il 7/10 è più che meritato (oltre che giustificato dal fatto che, malgrado in conclusione il prompt sparisca, la conclusione stessa è tale perché il “mettere via” ha condotto la protagonista sino a quel punto). Caratterizzazione e IC dei personaggi: 10/10 L’unico personaggio della tua storia è Andromeda, tuttavia intravediamo anche uno scorcio di Druella e di Ted, partirei quindi da queste due piccole comparse indirette. Iniziando da Druella, la madre delle celebri sorelle Black, non posso che lodarne la caratterizzazione appena accennata, che traina con sé la caratterizzazione dell’intera famiglia di Andromeda. Nel semplice interrogativo che pone alla figlia emergono sia le sue priorità (il riferimento all’abito d’alta sartoria) sia il suo temperamento (la figlia evoca un unico ricordo e quel ricordo è un implicito ordine). Inoltre, grazie alle riflessioni di Andromeda, possiamo intravedere l’atmosfera che doveva respirarsi in questa famiglia così votata al sangue puro e alla esclusività. Un ritratto più che convincente dei Black! Al lato opposto troviamo Ted, con questa cravatta così inadeguata nel giorno del suo matrimonio. Un dettaglio rivelatore di una personalità fuori dagli schemi con cui è cresciuta Andromeda: un giovane che non bada alle apparenze, che è libero di fare ciò che crede giusto (anche se questo significa indossare una cravatta fucsia!). Anche in questo caso, una finestra ben fatta su questo personaggio. Arrivo finalmente alla protagonista della storia, la tua Andromeda. Questa Andromeda che nella prima parte del racconto appare ancora un po’ bambina, timorosa di dire alla madre che a lei di quell’abito non importa niente. Questa Andromeda che in cento parole esatte fiorisce dinanzi al lettore, che mette via tutto ciò che la famiglia Black ha rappresentato per lei e indossa un abito tutto bianco, inaspettatamente in grado di calamitare tutti i colori dell’arcobaleno – primo fra tutti quel magenta indossato da Ted. Questa Andromeda che sceglie di vivere a modo suo, che sceglie chi amare. Questa Andromeda su cui, in fondo, aleggia una sottile amarezza per essere stata obbligata a rinunciare al proprio passato pur di essere libera. In conclusione, una Andromeda assolutamente coerente alla controparte cartacea. Bravissima, 10/10! Totale: 38.5/45 |
Ciao! |
Non posso che provare grande stima e un pizzico di invidia per qualcuno che in così poche parole riesce a catturare un'immagine così dettagliata e profonda! |
Ciao :) |
Jess! |
Ciao Jessamine! |
Ciao! |
Davvero molto bello questo "cambio d'abito" (inteso sia letteralmente, con l'accantonamento dei tessuti cupi, si metaforicamente, nel senso di habitus) da parte della coraggiosa Andromeda. |