Ciao!
Cercavo una fic a tema fantasmi, e ho incontrato la tua; la descrizione mi ha incuriosita, l’ho iniziata… e ho letto tutti i capitoli di fila e ora sono qui curiosissima di sapere come continua. I misteri da svelare, l’evoluzione dei personaggi… ahhh!
Mi piace molto l’ambientazione, e dalle tue descrizioni pare di percepire il freddo e l’umidità dell’isola, e mi intriga il protagonista. A un primo, breve, impatto, Lloyd m’era sembrato “semplicemente” un ragazzo un po’ schizzato, con un pessimo carattere; ma è durato poco, il tempo di leggere di gente buttata dal balcone o ustionata… e quindi un tipo pericoloso davvero, non uno che si limita a sbraitare e a tirare quale cazzotto (che sia contro una scrivania o contro una faccia altrui). Questo ha proprio catturato tutta la mia attenzione!
È carico di ostilità, di violenza, di disagio mentale; direi che trascende la categoria dei sociopatici per finire in quella degli psicopatici, e sarebbe difficile provare simpatia con lui se sotto a tanta oscurità non si percepisse un’antica sofferenza, la solitudine… il fatto che è diventato ciò che è anche a causa di tutto ciò che ha subito nell’infanzia. Quando penso al berretto di Planet Hollywood, e al perché se lo porta sempre in giro… povero ragazzo, povero bambino! È un tocco delicato ma potentissimo, questo che hai inserito, credo che dica davvero tanto sul personaggio. Sulla sua sofferenza, sul macello che ha dentro. Sono toccanti i momenti in cui tutto ciò affiora, portano alla compassione e al chiedersi se potrà mai, in qualche modo, ‘guarire’.
Grazie a Kenny, magari. Ah devo dire che è stato fantastico il loro primo incontro, fantastico come Lloyd abbia preso la faccenda in maniera molto easy ^^
Dicevo, Kenny: è meraviglioso; è generoso, compassionevole e pieno d’amore; non c’è rancore in lui, non giudica né accusa. Forse l’essere morto gli regala una visione più ampia e profonda di quella riservata ai vivi. Mi mette malinconia, Kenneth; avrebbe meritato un sorte più felice, e in sorte non ha avuto solo un prematuro decesso, ma anche l’essere circondato dal senso di colpa di quelli che erano come figli suoi, e restare a guardare, impotente, mentre vivono una vita che non mi pare certo felice. Per non parlare della sua figlia biologica. Che terribile frustrazione, quanta solitudine.
All’inizio, vedendo i tre ragazzi filtrati dagli occhi di Lloyd, non avevo pensato granché di loro, ma dopo averli conosciuti un po’ meglio e aver visto il loro dolore, non posso che augurare loro il meglio. Mi riesce difficile pensare di poter rivalutare la madre, invece.
E il rapporto tra Lloyd e Kenneth è così particolare, delicato eppure già profondo. Sì, Kenneth potrebbe davvero salvare Lloyd, ma dopo? Saranno destinati a separarsi? Perché Lloyd prima o poi dovrà tornare a Londra, e Kenny non può lasciare l’albergo, e io sono in ansia per loro. Faccio ipotesi cercando di conciliare una soluzione ragionevole con un lieto fine che non sia troppo improbabile.
Mi è anche piaciuto il tuo stile: è incisivo e molto efficace, soprattutto quando si parla di tratteggiare personaggi ‘acuminati’ come Lloyd, e i capitoli non eccessivamente lunghi donano alla storia un ritmo che la fa volare. Complimenti! Odio dire agli scrittori ‘aggiorna presto’ (perché io sono l’ultima a poter parlare XD), ma quando lo farai sarò di certo molto felice!
Scusa se lascio un solo commento generale, e pure un po’ caotico: mi sarebbe piaciuto farlo capitolo per capitolo, ma mi trovo in un periodo in cui sono allo stretto coi tempi, e ho scritto di getto. Dai prossimi capitoli commenterò singolarmente, però.
Ciao, a presto, e buona scrittura!
Ps: non conosco proprio "Two Thousand Acres of Sky" , ma questa storia funziona benissimo come original, direi. |