Recensioni per
Undici solitudini
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 62 recensioni.
Positive : 62
Neutre o critiche: 0


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Devo dire che questa storia mi ha piacevolmente sorpreso. Visto il tema della raccolta e il personaggio di Severus mi aspettavo qualcosa di molto più angst! Indubbiamente è lui in tutto e per tutto, con tutte le sue difficoltà e insicurezze a inserirsi a Hogwarts e l'onnipresenza di James e Sirius che lo bullizzano fin dai primi giorni di scuola. Anch'io ho avuto un periodo a scuola in cui ci sono passata e lo capisco...
Mi è piaciuta molto la seconda parte quando comincia a scoprire il fascino del preparare pozioni insieme a Lily, aprendo uno spiraglio nel manto opprimente di solitudine descritto nella prima!
Davvero una bella lettura!
Alla prossima!
Barby

Recensore Veterano
20/06/20, ore 22:17

Ciao, eccomi qui per lo scambio a catena del Giardino.

E come ti avevo anticipato, ho proseguito con questa lettura. Come sempre non mi sono pentita: capitolo ben scritto, non ho riscontrato neppure un errore. Per quanto riguarda lo stile è molto scorrevole, è un piacere immergersi nelle tue storie perchè, come forse ti ho già detto, riesci a fare immergere il lettore nell'atmosfera della storia ed a fargli quasi provare i sentimenti del personaggio.

Mirtilla non mi è mai piaciuta tanto come personaggio, se devo essere sincera. Tuttavia la sua storia mi ha sempre messo una tale tristezza! In fondo è morta davvero giovanissima, aveva una vita davanti: quella vita che purtroppo, ora non potrà più godersi. Non potrà mai diventare una donna, conoscere le gioie e, com'è inevitabile, anche i doloori della vita. Tutto ciò non sarà più possibile e questo, a mio parere, è veramente triste.

Detto questo: ti rinnovo i miei più sonceri complimenti, davvero. Continuerò a seguirti anche al di là degli scambi, perchè questa storia merita davvero molto ( come sono sicura, tutti gli altri tuoi lavori ). Spero avremo altre occasioni di rileggerci, ti mando un abbraccio ed alla prossima!

Recensore Veterano
17/06/20, ore 09:27

Ciao, ed eccomi qui per lo scambio: ti chiedo scusa per il ritardo.

Sono passata da questa storia perchè i protagonisti mi hanno incuriosita parecchio, e devo dire di non essermene pentita per nulla. A mio parere Petunia è sempre stata un personaggio un pò sottovalutato e poco considerato, anche dalla Rowling stessa che non si sofferma particolarmente a spiegarci molto circa questo personaggio ed il suo passato. Credo che dietro la sua acidità verso Harry ci sia qualcosa, un qualcosa accaduto con la sorella e che l'ha profondamente segnata. Infatti, in questa storia scopriamo un pò di più su questo personaggio, sempre comunque vissuta all'ombra di lily: la bravissima e eprfetta strega, la migliore insomma. Sinceramente, anche io mi sarei un pò inacidita se i miei si fossero comportati in quel modo ahah.

Storia comunque molto ben scritta, sicuramente non smetterò di seguirti. Ti faccio i miei complimenti, spero ci leggeremo presto!

Recensore Master
10/06/20, ore 15:28

Ciao!
Riesco a tornare su questi lidi dopo un po’ di tempo e mi pareva più che doveroso continuare da questa raccolta che avevo già cominciato.
Come prima cosa ti dico che non ho mai letto né conoscevo l’Encomio di Elena (santa Wikipedia), come seconda cosa ti dico: wow *o*
Questa, al momento, è la shot che preferisco in assoluto. Diamine, è meravigliosa.
Il susseguirsi dei pensieri di Priscilla, alternati a ciò che è stata e ai nomi con cui verrà o potrebbe essere chiamata funzionano alla perfezione e sono una stoccata micidiale, una dopo l’altra.
Il nascere femmina trascina con sé tutte le colpe del passato, non importa quanto una donna possa essere intelligente e, magari, anche rispettata: qualsiasi cosa un uomo decida di fare con lei, se qualcosa va storto, sarà di sicuro colpa sua. Sarà sempre lei la puttana e mai la vittima, lui non avrà mai grosse colpe. E sappiamo bene, quanto questo argomento sia tristemente sempre attuale anche nella nostra vita di tutti i giorni. Ogni donna – e ogni persona sana di mente – non può che essere toccata da questo argomento che ci cade sulla testa dai tempi di Eva, praticamente da sempre.
Le colpe del mondo scorrono tutte nelle nostre vene di donna.
Sebbene, chiaramente, non si possa far di tutta l’erba un fascio: negarlo risulta, comunque, quanto mai fazioso.
Priscilla ancora non sa che darà alla luce una bambina ma fa della sua maternità il suo diadema – scelta di termini decisamente non a caso, immagino – e, nonostante gli insulti che le pioveranno addosso, decide di non piegarsi all’uso comune e di lasciare crescere quella che, poi, sarà sua figlia nella libertà.
Alla luce di questa shot, il nome Helena si accende di un significato decisamente importante.
Ti faccio i miei più sinceri complimenti perché questa shot è a dir poco un gioiello **
Un saluto e alla prossima
Cida

Recensore Master
02/06/20, ore 19:13

Eccomi qui per lo scambio a catena!
Analogamente al primo capitolo, ecco che qui ci concentriamo su un altro personaggio della saga tristemente ignorato.
Penso che siano davvero poche le persone che si rendono conto di quanto la storia di Mirtilla sia tragica, se paragonata a quella di molti altri personaggi della sua età nel Potter-Verse.
Questa bambina ha vissuto tutta la sua vita bullizzata, respinta e ignorata dagli altri, per poi essere uccisa per caso e costretta a vagare nello stesso luogo che le ha causato così tante sofferenze. Non penso che esista destino più tragico del suo, non ha neppure avuto il lusso della morte.
Proprio per questo, sei stata bravissima nel rappresentare il suo tormento interiore e mostrare la sua deprecabile situazione. Di solito, è un pg ignorato a favore di altri più popolari, ma secondo me ha sempre avuto un grande potenziale.

Recensore Veterano
23/05/20, ore 20:10

Ciao!
Pian piano sto recensendo praticamente tutto quel che trovo di tuo. In realtà, questa è stata una delle prime storie che ho riletto quando, dopo anni di assenza, sono tornata su EFP. Mi è rimasta impressa e sono poi tornata a cercarla.
Non so per quale ragione ma a me Petunia Evans Dursley fa sempre una infinita tenerezza. Credo che inconsciamente sia il personaggio della saga che mi suscita più di ogni altro questo sentimento: logorata dalla gelosia per la sorella cui ha voluto così tanto bene da piccole, che ha perso senza mai riuscire a dirle addio e che non ha saputo perdonare neppure dopo la morte fino ad ammorbidirsi, ma solo un po', nell'ultima fase della saga in cui teme che il nipote condivida il destino della sorella.
Questo racconto, però, l'ho trovato perfetto. Potrebbe essere perfettamente uscito dalla penna della Rowling: la ricerca della perfezione di Petunia per quella serata speciale, l'attenzione ai particolari (tacchi, parrucchiere, vestito nuovo, il rispetto per le regole formali e la rabbia per le sue aspettative che vanno in frantumi. E mi è piaciuto particolarmente che nemmeno Vernon, in questo caso, la capisca e comprenda questa rabbia, probabilmente perché legata a quel complesso rapporto tra sorelle che lui non può proprio capire.
Lily sembra letteralmente perseguitare Petunia, anche quando cerca rifugio nel luogo della loro infanzia, ed è struggente la differenza che descrivi non solo nel sentimento che lega James e Lily e quello che lega Petunia a Vernon ma anche nel diverso legame che si instaura con i genitori Evans, che non riescono mai ad empatizzare con Vernon ed accolgono, invece, James come un figlio tanto da sorvolare sui baci appassionati in salotto e sul fatto che Lily dorma spesso fuori.
Il contrasto tra le due sorelle emerge in qualsiasi cosa e, per quanto sia tangibile la gelosia di Petunia, alla fine è veramente impossibile non empatizzare con questa ragazza che alla fine vede tutti i suoi sogli di normalità infranti dalla vita scapestrata e "anormale" della sorella minore e che non riesce nemmeno a far legare i suoi genitori con l'uomo che ha deciso di sposare.
Nei pensieri di Petunia c'è tutta la distanza che ha messo tra sé e sua sorella per quel mondo a cui ha scelto di non credere e di disprezzare.
Mi ha colpito davvero tantissimo questa storia, al punto da ritornarmi in mente svariate volte dopo averla letta ormai qualche mese fa. Poi una volta "conosciuto" il tuo stile, è stato relativamente facile ricordarsi chi l'aveva scritta!
Scusami per lo sproloquio ma pensavo dovessi sapere quanto meritasse (per il mio stramodestissimo parere) questa storia.
Un abbraccio,
Fede

Recensore Master
22/05/20, ore 09:01

Eccomi di nuovo dalle tue parti!
E visto che se ne parlava nei giorni scorsi, questa storia capita al momento giusto!
Mirtilla è un personaggio particolare, spesso risulta quasi una macchietta con il suo atteggiamento, anche volendo è difficile empatizzare con lei a causa del perenne atteggiamento lagnoso.
Quando si è adolescenti tutto sembra andare storto ma poi per fortuna si cresce e con il tempo le cose migliorano. A Mirtilla però è stata negata questa possibilità, e si rende conto di aver sbagliato tutto, di aver perso la vera libertà con i suoi muri mentali che si è costruita prima di morire. Fa quasi sorridere come ironizza sul tempo all'inizio e poi rattristano le sue riflessioni più profonde nella seconda parte della storia. Mi è piaciuta molto la frase finale "Eterno Purgatorio e neanche un peccato da espiare", che mostra come sia stata involontariamente vittima di se stessa e degli eventi che l'hanno travolta.
Un'altra solitudine, per di più di un personaggio secondario, descritta davvero benissimo!
Alla prossima!
Barby

Recensore Master
20/05/20, ore 15:27

Cara Blackjessamine, da dove comincio?
Mi ha fatto bene leggere questa shot facente parte di una raccolta non solo perché è scritta benissimo e molto profonda, ma anche perché ha risposto alla necessità di evasione della narrativa: mi ha fatta distrarre ed è stato un bene. Adoro le storie che usano un PoV esterno per raccontare un amore. È un modo per spiare qualcuno che spia e gli affascinanti non detti che il narratore non coglie o la sua sbagliata interpretazione, come in questo caso, sono invece acclarati per chi legge. Il punto di vista di Petunia è chiaro e così il suo rapporto con la sorella, che la ragazza rimpiange. Lei voleva bene a Lily – vuole bene a Lily – ma detesta tutto il mondo magico perché gliel’ha portata via. È un miscuglio di invidia e gelosia e rancore e affetto difficilmente districabile (ma i rapporti personali e familiari sono così, non c’è niente da fare). Al contrario degli Evans, che hanno chiara la situazione di Voldemort e accettano James Potter (l’ho adorato, l’ho amato come mai in questa shot), per Petunia l’intera questione mondo magico è una stramberia in cui non vuole entrare e che la rendono cieca e sorda. Il punto è che Petunia interpreta il mondo della sorella secondo i dettami di quello babbano e quindi tutto viene liquidato a una ridicolaggine. Non c’è, in Petunia, un’accettazione del diverso (un esempio è Potter, che viene considerato uno spiantato, quando sappiamo che è ricco da fare schifo, tanto che Harry camperà di rendita a Hogwarts).

L’altro aspetto è la diversità tra Petunia e Lily e la loro specularità, che si riferisce alla trama. La shot parte dal fatto che la sera in cui Petunia voleva che Vernon chiedesse a suo padre il permesso di sposarla, la cena minuziosamente preparata venga rovinata dal medesimo annuncio fatto dalla più moderna sorella minore. Si apre così un’attentissima e coinvolgente introspezione tra noi e loro, tra Petunia che organizza minuziosamente ogni dettaglio e progetta e Lily che irrompe nel salotto senza suonare. Tutto ciò che circonda Lily sa di freschezza e l’immagine di lei che vediamo attraverso le parole spesso ingloriose di Petunia ci riportano le immagini di una ragazza giovane, forte e coraggiosa, innamoratissima del suo fidanzato cui è legata da una passione che riluce. Lily è radiosa, perennemente entusiasta, spontanea e naturale e tutto ciò che ottiene (l’affetto, il permesso di vivere anche in maniera più moderna e spensierata) le viene concesso senza che lei debba chiederlo. Petunia osserva con dispetto come Lily vestita di stracci sia più bella di lei, come James Potter, nonostante la sua stranezza e gli evidenti segni caratteristici che erediterà Harry, sia più benvoluto rispetto a Vernon, solido, stabile e sicuro.

È impossibile non innamorarsi di Harry e Lily, leggendo questa storia (oh, ma lo spin-off su Sirius che esce dalla torta ci sta!?
Occhio che al prossimo obbligo/verità ti tampino XD – no, scherzo, ma te la leggerei molto, molto volentieri), ma è difficile non sentirsi un po’ Petunia. Che è amara e miope, ma si trova schiacciata da una personalità più affascinante e rimpiange l’amicizia perduta con la sorella. È crudelmente vera l’analisi finale. Sono due estranee che non hanno nulla da dirsi e che non si capiscono, che si contendono senza saperlo – Lily, perlomeno, non lo fa mai con intenzione ed è questo che più fa infuriare Petunia: che dal suo punto di vista se ne frega e basta – un palco che, però, Lily non ha mai chiesto e che ottiene naturalmente. Harry per Petunia sarà sempre la magia, James, e quel mondo che le ha impedito di avere una sorella, una confidente, un’amica. È bellissima. <3
Shilyss

Recensore Master
19/05/20, ore 13:42

Ciao :-)
Wow. Bellissima! Sinceramente non ho parole: è scritta benissimo, commovente e originale (non credo di aver mai letto delle sensazioni di Mirtilla dopo la sua morte, meno che mai del tentativo di Helena di guidarla).
Mi è piaciuto molto anche perché sembra incastonarsi perfettamente con la saga: è come se finalmente avessi compreso le strilla e i pianti continui di Mirtilla nei libri, una verità dolorosa che la Rowling ha a malapena accennato. La sorte di Mirtilla mi causa una profonda tristezza: non è stato il bullismo a ucciderla, ma lei non sembra interrogarsi su Riddle e il basilisco, perché quello che l'ha uccisa nel profondo è stata la sua compagna. Ed è una tristessa infinita. Sarebbe interessante scoprire la reazione dei compagni: Olive ha capito? Si è sentita in colpa? E gli altri? Naturalmente negli anni '40 del '900 non ci si ponevano certe domande, così come i professori non si saranno sentiti toccare se non dalla fatalità (o forse Silente era abbastanza sensibile).
Ho apprezzato molto l'uso anaforico di piove che ha contribuito a creare un'atmosfera tetra e di profonda mestizia.
Complimenti!
In bocca a lupo per il contest ;-)
A presto,
Carme93

Recensore Master
18/05/20, ore 18:59

Ciao cara Greta, ho puntato questa tua storia appena ne ho visto la pubblicazione e ora che torno ad abbracciare il tempo libero ho deciso di passare di qui come prima cosa!
Sul tuo stile di scrittura e sulla tua capacità di introspezione non ci sono dubbi: ti riconfermi eccezionale in entrambe le cose. I fantasmi non sono nuovi per te - e non lo sono in questa raccolta: Mirtilla era già comparsa come protagonista, mentre qui ha un ruolo distinto ma indiretto, mentre quello principale è retto da Helena. Trovo che tu abbia parlato della morte e della condizione speciale di essere fantasmi con una delicatezza degna di nota: le emozioni non sono esasperate, sembrano galleggiare in una nostalgia senza nome e in un'incapacità di comprensione che segna quel limbo in cui gli spiriti sono intrappolati.
Colpisce il percorso di maturazione che i fantasmi hanno dopo la morte: Helena ci ha messo tempo prima di accettare il suo ritorno a Hogwarts - luogo che è descritto meravigliosamente come casa e insieme prigione per lei; e Mirtilla si nasconde, sfugge allo sguardo perfino degli altri fantasmi, non ancora consapevole del tutto del fatto di essere morte, del fatto che il diploma per lei che non ha futuro non ha appunto significato. Ho adorato questa porzione di vita post portem di Mirtilla: è un fantasma spiritoso e dispettoso, ma si nasconde e credo che per lei sia stato difficile accettare la sua nuova nuova - anzi in un certo senso lo è ancora. Il rapporto che hai creato tra le due è stato interessante e secondo me originale.
Questo è allora il viaggio degli spiriti - l'ho inteso leggendo più come interiore - e si esplica in una frase con cui hai saputo rendere davvero bene la peculiarità della condizione: Tutti noi vogliamo essere visti, a un certo punto: forse non lo ammetteremo mai, ma se decidiamo di compiere un viaggio al contrario è proprio perché speriamo di essere visti. I fantasmi in fondo sono quelle anime che decidono di restare perchè non erano pronte ad andarsene, perchè credono di avere ancora altro da dire, perchè vogliono vedere e sì essere viste. Incisiva questa idea del diventare fantasmi come quello di compiere un viaggio al contrario, dalla morte alla vita - sebbene poi il ritorno sia inevitabilmente sbarrato.
E poi cos'altro dire? Per chi sta leggendo la tua raccolta "La morte è la curva della strada", quell'ultima frase con la metafora della morte come curva che i fantasmi non hanno il coraggio di svoltare è un vero colpo al cuore. Insomma, complimenti per questa storia: mi è piaciuta davvero molto. 
In bocca al lupo per il contest e alla prossima! Baci!

 

Recensore Master
15/05/20, ore 19:41

Ciao <3
Guarda, ti dirò che questa storia mi è piaciuta un sacco. So – leggendo dalle tue note – che non era quello che avevi in mente, ma secondo me hai fatto un bellissimo lavoro davvero. Tra l’altro hai scritto di due personaggi che non vengono trattati spesso, io ne ho letto raramente.
L’aria malinconica che permea la one shot è molto azzeccata dato che stiamo parlando di fantasmi. In particolare il punto di vista è quello di Helena Corvonero, che poveretta è il mai na gioia continuo. Una cosa che mi è piaciuta molto è la presenza costante della pioggia che da a tutto un’aria ancora più “spenta”. Per farti capire, è come se fosse tutto grigio, ed è ironico come la pioggia, che è acqua e quindi dovrebbe rappresentare la vita, qui venga accostata alla morte o al fatto che i fantasmi non sentirebbero le gocce cadere loro addosso. Come hai descritto Helena mi è piaciuta tantissimo: questa figura leggera ed effimera (e grazie tante, lo so, è un fantasma) che all’improvviso si ritrova a dover fare i conti con una “nuova arrivata”. Attraverso i suoi occhi mi è piaciuta tanto anche la caratterizzazione di Mirtilla, che è stata strappata alla vita troppo presto e che inizialmente cerca di nascondersi. Ed è interessante perché Helena vorrebbe avvicinarsi, dirle qualcosa, ma allo stesso tempo rimanere distante (che è poi quello che effettivamente succede quando le due si ritrovano a dialogare. E non lo so, io adesso ho quest’idea di loro BROTP fortissima, anche perché voglio dire, vivono nello stesso castello, quattro parole se le saranno scambiate, no?
Quindi inizialmente Helena sta un po’ sulle sue, ascolta i lamenti di Mirtilla che è sola e sperduta e mi ha fatto un sacco tenerezza, anche perché come personaggio mi sta simpatica, quindi. Il loro dialogo, ovviamente, è stato tristissimo e malinconico. Dimenticheranno, certo che dimenticheranno, Mirtilla dice che sarebbe ovvio con una persona “noiosa” come lei. Ma pure Helena mi ha dato la sua bella botta di angst. Di solito i fantasmi nei libri, film ecc sono fantasmi perché hanno diciamo dei conti in sospeso. Poi vabbé, in Harry Potter se non sbaglio chi muore può decidere se essere un fantasma o andare oltre, ma di solito chi rimane legato al mondo terreno è per qualcosa di triste, altrimenti non avrebbero motivo di rimanere. Penso che l’idea di essere un “nulla”, un’ombra che aleggia e si tormenta deve essere terribile. Tutti vorrebbero trovare la pace, ma i fantasmi non ce l’hanno. Più di una volta Helena si sofferma a pensare a sua madre o a quello che credeva essere il grande amore che poi invece l’ha uccisa.
Poi è tristissimo il fatto che anche se Mirtilla volesse lasciare Hogwarts, non potrebbe andare a trovare la madre, visto che quest’ultima non crede ai fantasmi e le verrebbe un colpo di sicuro.
A quel punto Helena fa un punto indietro. Mirtilla dovrà imparare a fare i conti da sola con l’eternità che si è scelta e lei se ne rimarrà un po’ per i fatti suoi (e devo dire che questa cosa è molto IC).
“Resterò fino al diploma, e intanto le darò il tempo di dimenticarmi. E poi la seguirò, e la troverò, e le sussurrerò ogni notte le parole che mi hanno uccisa ”. – OKAY, questo è molto creepy, però è anche questo è IC, nel senso è una cosa che direbbe/farebbe la Mirtilla che noi tutti conosciamo. Quando Helena vede quel velo di follia nei suoi occhi, non può che rassegnarsi e basta. Perché vivere eternamente come fantasmi significa per forza di cose anche “dannarsi”, tra i sensi di colpa, il ripensare continuamente a ciò che non è stato/ciò che potrebbe essere.
E direi che i fantasmi in Harry Potter hanno sempre quel qualcosa di comico (tutti tranne Helena, lì lei è comunque #mainagioia) e invece se ci si pensa è una condizione così triste. Da amante dell’angst ho apprezzato tantissimo, e poi anche lo stile mi è piaciuto, è un po’ diverso, non so perché ma l’ho trovato musicale (io e i miei termini belli, mannaggia).
Che dire, mi è piaciuta tantissimo questa storia, in bocca al lupo per il contest tra l’altro 

Nao

Recensore Veterano
15/05/20, ore 13:23

Ciao. Lo so che non ci conosciamo come autori ma sai... passavo di qui. Sono nuovo del fandom, mi sono lanciato da poco nella stesura di una storia, e sto cercando di entrarci in punta di piedi. E niente, per me qui tu sei un po' "un mostro sacro", ovviamente senza offesa e quindi niente, sono passato a leggere qualcosa di tuo. Perché questa storia in particolare? Perché mi piacciono le storie melanconiche, piene di introspezione. Insomma, meglio di Mirtilla non potevo cercare. Mi piace modo il tono che sei riuscita a dare alla tua storia, il messaggio che si nasconde e quello che invece cerca di mettersi in luce. Un parallelo tra vita e morte che perdura con un unico denominatore comune: la prigionia. Da viva, la Mirtilla prigioniera delle sue insicurezze ma che in fondo viene reclusa dietro muri che non ha generato ella stessa. No. Il pregiudizio che costruisce ostacoli invalicabili e che può portare all'isolamento, come succede in questo. Malcontenta sì, ma non solo di sé stessa, vittima sacrificale degli scherni dei compagni. Quasi mi pare di vivere la scena: gruppetti d'aloscenti che bisbigliano e ridacchiano alle sue spalle, gettando galloni di benzina sul fuoco delle sue insicurezze. Che poi, già l'adolescena in sé è un periodo in cui ci si pone mille domande, in cui lo specchio può restituire un'immagine deformata dagli occhi di chi cerca conferme. Abbandonati i pensieri innocenti dei bambini, cominciano a emergere i primi quesiti in ambito sociale. Sarò accettato? Sarò abbastanza? E qui veniamo alla seconda retta che viaggia parallela: la prigionia che Mirtilla vive anche dopo la morte. Reclusa in un corpo che non può maturare e con esso non cresceranno nemmeno i suoi pensieri. Relegata a una giovane e insicura adolescente per l'eternità. Malcontenta sì, d'una condanna che senza dubbio appare sbilanciata e priva di senso. Non riesco proprio a pensare a una colpa tanto grande da meritare un giudizio del genere.
Insomma, come avrai intuito mi è piaciuta molto questa storia. Uno stile pulito, ricercato e aggraziato che spinge a pensare.
Chapeau.

Ti saluto,

ci leggiamo presto.

Recensore Master

Ciao!
Comincio subito col dire “Aaaaaaah!” le streghe di Macbeth - un punto forte della nostra prof. d’inglese - direi un’associazione perfetta con Severus Piton. L’introduzione è quanto mai curiosa, davvero il Principe Mezzosangue - che era persino più bravo dell’autore del libro di pozioni – non amava questa particolare materia? Decisamente accende subito la curiosità di voler sapere il perché.
Rispondendo alle tue note, non ti so dire se hai reso bene questo Piton appena adolescente: la Rowling ci mostra talmente poco di lui che, non si riesce a cogliere più di tanto, a parte la sua solitudine e questa cosa, qui, si percepisce molto bene. Per cui mi pare una caratterizzazione fattibile.
Forse non mi sarei aspettata che si sarebbe difeso in bagno, ho sempre avuto l’idea che abbozzasse passivamente le angherie di James e la sua cricca. Comunque sia la scena era valida.
Il rapporto fra Severus e Lily è decisamente molto tenero, il fatto che siano in due case diverse – da sempre acerrime rivali – non ha intaccato la loro amicizia e il loro cercarsi che già, aveva preso campo, ben prima di trasferirsi ad Hogwarts. Permettimi di dirti che Lumacorno è semplicemente perfetto e ho internamente gioito un bel po’ quando la pozione di James si è rivelata un totale fallimento.
Durante la lettura, ovviamente, si capisce perché il giovane Piton non amasse Pozioni: perché ancora non aveva cominciato a seguirla veramente, non aveva ancora scoperto il suo talento naturale, non aveva ancora ricevuto l’abbraccio di Lily 😉
Mi ha fatto particolarmente sorridere sul finale Sirius che segue Potter come un cagnolino, decisamente evocativo XD
Come sempre, niente da dire sullo stile e la scrittura che ho trovato ancora una volta coinvolgente e corretta.
Alla prossima
Cida

Recensore Master
12/05/20, ore 19:24

Recensione premio per il contest "Citazioni in cerca d'autore! - Mary Special Edition"

Ciao, cara! 
Eccomi finalmente qui a rilasciare la recensione premio che ti spetta!
Dev dire che questa è una delle storie che ho preferito nel contest di Rosmary, anche se preferisco quelle di coppia solitamente. Eppure questa storia mi ha intrigata fin da subito, a partire dal titolo, che trovo davvero riuscito e calzante, per finire con lo stile, incisivo ma fresco e scorrevole come tuo solito (non so se te l'ho mai detto ma mi piace molto come scrivi! **).
L'introspezione di Barty, poi, è qualcosa di meraviglioso, davvero ben riuscita. Si intravede la sua vena instabile, si intuiscono le motivazioni che l'hanno portato a scegliere e seguire una strada così sbagliata, il rapporto tenero con la madre e quello conflittuale col padre, che finisce per rovinargli la vita. Uno scorcio interessante su un personaggio che mi ha sempre affascinata, brava davvero!
Ancora complimenti, a presto!

Un bacio,
Mary

Recensore Master
01/05/20, ore 22:22

Ciao, eccomi qui a commentare il secondo episodio di questa raccolta atta a scoprire i personaggi delle ultime file.
Nonostante sia una flash, penso tu sia riuscita a dar un ottimo spaccato su Mirtilla e la sua solitudine. Derisa nel mondo babbano, derisa in quello dove pensava di aver trovato la libertà, non le è restato che proteggersi alzando muri da cui, morendo, non ha potuto più liberarsi: eternamente costretta nella sua adolescenza.
Mi è davvero piaciuto come hai reso il primo prompt dell'accorgersi improvvisamente di essere sempre stati in gabbia, soprattutto il momento in cui Mirtilla comprende che i muri che ha alzato attorno al suo cuore, sì, la proteggevano ma allo stesso tempo la isolavano, non la facevano vivere davvero. Comprensione che arriva, purtroppo, troppo tardi, ora che è di nuovo imprigionata in un limbo per l'eternità.
Per quanto riguarda la forma l'ho trovata assolutamente corretta, così come lo stile. Ho apprezzato moltissimo l'accentuare in corsivo di quelle frasi e parole chiave che ha saputo dare ancora più profondità al tutto.
Non mi resta che rinnovarti ancora una volta i miei complimenti.
Alla prossima
Cida