Ciao tesoro!
Oggi niente spiaggia causa temporali e vento freddo. Il lato positivo è che ho tutto il tempo per scrivere una bella recensione all'ultimo capitolo della tua mini-long. ;)
Allora, prima di tutto ti rassicuro di nuovo a proposito dell'OOC: non l'hai sfiorato neanche di striscio e il perché ti sarà chiaro man mano che leggerai.
Cominciamo subito con la parte tenerissima del risveglio. Ti dirò che ero molto curiosa di scoprire come Aziraphale avrebbe vissuto l'esperienza del dormire: Crowley avrebbe dovuto svegliarlo per strapparlo a un brutto sogno? Chi dei due si sarebbe svegliato prima e come avrebbe reagito alla vista dell'altro ancora addormentato al proprio fianco? Ci sarebbe stato imbarazzo al risveglio? Insomma, come vedi mi ero immaginata gli scenari più svariati dopo la dolcissima conclusione del capitolo precedente.
Nessun incubo per il nostro angelo, fortunatamente. Crowley che deve svegliarlo a cannonate è tenero e divertente al punto giusto, soprattutto quando lo rimprovera, e a ragione, di aver fatto tante storie per provare una notte di sonno per poi dormire come un ghiro al mattino. Mi è piaciuto come hai reso il graduale risveglio di Aziraphale, che pian piano prende coscienza di trovarsi nel letto del demone e di aver trascorso la notte con lui. Tuttavia l'imbarazzo è mitigato dall'atteggiamento di Crowley, che è sempre il solito beffardo e spavaldo e non gli fa assolutamente pesare questo fatto, evitando di enfatizzare la situazione e mettere ulteriormente a disagio l'amico. A proposito, ecco un primo snodo dove hai centrato l'IC per entrambi i personaggi: Aziraphale ha la tendenza, come suo solito, a lambiccarsi di più su ciò che gli accade, a considerarne tutte le possibili implicazioni e a sentirsene quasi sovrastato; Crowley, dal canto suo, tende invece a farsi scivolare addosso gli avvenimenti, specialmente quelli importanti per lui. Ovviamente ne comprende il peso e la portata ma evita accuratamente di manifestare i propri sentimenti a riguardo, anche se tu sei bravissima a trasmetterli al lettore anche senza usare il suo PoV e senza bisogno di esplicitarli. E quello che mi hai trasmesso qui è la felicità del demone per la notte appena passata con Aziraphale al proprio fianco e anche per il fatto che l'angelo non abbia avuto incubi. Credo che, se questo fosse successo, Crowley avrebbe finito per sentirsi in colpa, dato che la proposta di provare a dormire era partita proprio da lui. Comunque, è ormai mattina e Aziraphale deve fare i conti con la quotidianità e tornare alla libreria.
Ho apprezzato molto che Crowley l'abbia accompagnato e che poi abbia deciso di tornare da lui (con una scatola di cioccolatini appositamente per l'angelo). Avresti potuto benissimo far prendere l'autobus ad Aziraphale, oppure farlo accompagnare in auto da Crowley per poi dividerli magari fino al giorno dopo, invece hai scelto di farli rimanere insieme e questo ci fa capire come ormai la presenza reciproca sia un bisogno insopprimibile di entrambi che non può essere ignorato e che deve invece necessariamente essere soddisfatto. Entrambi ne sono consapevoli ma evitano naturalmente di parlarne, semplicemente sono felici di godere della reciproca compagnia senza nemmeno averla dovuta richiedere.
Azi che mette in pratica il consiglio del demone di replicare i libri è perfettamente in linea con quella parte più bastarda di sé che abbiamo imparato a conoscere e che ora, non essendo più vincolato alle leggi angeliche, emerge più facilmente e con meno sensi di colpa da parte sua. Tuttavia, anche qui sei stata eccezionale nella gestione della caratterizzazione perché hai inserito l'espediente del regalare i libri invece che farseli pagare. Alla fine, il suo buon cuore prende il sopravvento, anche se è consapevole di stare infrangendo la legge.
Carinissima e ben costruita anche la scena dei cioccolatini: il demone ha compiuto un gesto gentile per Aziraphale ma lo fa passare come una sciocchezza e finge un'indifferenza che non prova assolutamente. Lo scambio di battute tra i due è perfetto, così come la gestualità e contribuisce ad accentuare ancora di più l'aderenza ai personaggi originali che riesci a mantenere in ogni momento della narrazione.
Mi è piaciuto tantissimo come hai descritto il modo di Crowley di continuare a circolare intorno all'angelo, senza mai invadere troppo il suo spazio ma evitando di allontanarsi da lui più dello stretto necessario. Ma ecco che arriva la prima “bomba” di feels!
Aziraphale che, del tutto inconsciamente, parla dell'appartamento di Crowley come “casa”. Un passaggio così delicato avrebbe potuto essere molto difficile da costruire senza cadere nel banale o nell'OOC, ma tu hai magnificamente evitato entrambi i rischi dandoci una panoramica perfetta sia della situazione vista dall'esterno (con la reazione attonita dei clienti a sottolineare l'eccezionalità di quell'affermazione), sia dell'elaborazione mentale e tardiva che Aziraphale compie rispetto alle parole che ha pronunciato senza pensarci.
Proprio qui emerge anche uno degli aspetti imprescindibili di tutta la tua mini-long, ovvero il fatto che il cambiamento nella relazione tra i due sia avvenuto in maniera molto lenta e graduale ma inesorabile. La presa di coscienza di questa evoluzione e la sua conseguente accettazione da parte di entrambi è ciò che caratterizza maggiormente questo capitolo e l'ho trovata una scelta più che adatta a chiudere questo cerchio aperto una settimana e un giorno prima ma che in realtà ha avuto inizio secoli fa e che gli eventi dell'ultima settimana hanno accelerato. Come hai scritto, Aziraphale non ha idea di quando esattamente sia avvenuto questo spostamento di prospettiva, sa solo che, in qualche modo, è successo e ormai lui si trova oltre un ipotetico confine dove l'amicizia di Crowley non è più qualcosa di facoltativo, un diversivo piacevole che lo distolga un po' dalla sua vita sulla Terra, bensì un elemento che è entrato a far parte della sua esistenza in maniera fissa e del quale non potrebbe più fare a meno, tanto da arrivare a pronunciare quella frase come se fosse la cosa più spontanea e naturale del mondo. Se casa è dove c'è chi ami e ti ama, allora la casa di Crowley è davvero anche quella dell'angelo e viceversa.
Sei stata bravissima a formulare i suoi pensieri e i timori rispetto al rischio che Crowley possa deriderlo o sminuire il legame che li unisce, mandando in frantumi le speranze che, inconsapevolmente, l'angelo si è creato negli ultimi giorni. Il PoV di Aziraphale ti riesce magnificamente, riesci davvero a capirlo e reinterpretarlo in ogni situazione senza mai uscire dall'IC, anche nei contesti che gli sono meno famigliari e gli suscitano più dubbi e perplessità.
La risposta di Crowley, semplice e concisa ma comunque affermativa, è proprio da lui. Non abbiamo accesso al suo PoV ma possiamo capire quanto le parole dell'angelo, sebbene inaspettate, gli abbiano fatto piacere. Ma quella stessa risposta è un ulteriore elemento destabilizzante per Aziraphale che, nella sua mente ancora aggrappata ai vecchi schemi, si era già figurato un rifiuto da parte del demone. Nonostante tutto ciò che è successo tra loro, non sembra ancora pronto a concepire l'idea che l'altro possa ricambiare i suoi sentimenti, e invece... SORPRESA!
Ma non basta: con quel: “Quelli mandali a casa.” Aziraphale ha la conferma che non solo Crowley non ha nessuna intenzione di prenderlo in giro, ma che, d'ora in poi, è più che disposto a considerare casa propria anche come la casa dell'angelo. <3
Il pomeriggio, con l'ambientazione che torna ancora una volta a St. James's Park e chiude la storia al Ritz, ovvero proprio nei due luoghi dove, idealmente, era iniziata, è stato l'apice dei feels!
Innanzitutto, complimenti per come hai presentato il clima di tensione e imbarazzo tra i due. Li vediamo in un contesto che per loro è abituale, ma stavolta c'è qualcosa di diverso, come se fossero due estranei e non sapessero bene come comportarsi l'uno con l'altro, segno evidente che sia Aziraphale che Crowley hanno ormai capito di essere diventati qualcosa di più di ciò che sono stati fino ad ora e devono “prendere le misure”.
Anche qui hai orchestrato la narrazione e i loro scambi in maniera perfetta, rispettando le caratterizzazioni in tutto e per tutto e riprendendo il tono comico e leggero che smorza, ma senza sminuirla, la portata dell'introspezione. Aziraphale e Crowley sono adorabili nel loro tentativo di fare conversazione senza cadere nell'imbarazzo (impresa nella quale l'angelo non è certo una cima). Mi ha fatto ridere tanto il commento sulle orecchie delle anatre, sei stata un genio ad inserirlo. Sembra una piccolezza che avrebbe potuto esserci o no nel capitolo senza fare alcuna differenza, invece è un dettaglio che indica ancora una volta quanto l'angelo tenga a Crowley e a tutto ciò che esce dalla sua bocca, anche quando sono nonsense totali. XD
La reazione di Aziraphale all'invito al Ritz è molto... umana. Hai fornito una visione davvero realistica e credibile dei sentimenti che scaturiscono nell'angelo in quel momento. Riconosce questi sentimenti e sa che non dovrebbero appartenere ad un angelo, ma non se ne cura poi molto. Non è importante la ragione, non in questo particolare frangente. Invece ciò che conta è l'emozione, l'istinto, l'euforia che sente prorompere dentro di sé e che lo guida in quel suo atto genuino e spontaneo che di più non si può e per questo motivo ancora più bello da leggere. *.*
Ma quando la razionalità torna a prendere il sopravvento, ecco sopraggiungere anche quel panico che Aziraphale ha già sperimentato nel corso della settimana e non ha idea di cosa aspettarsi da parte di Crowley.
Adoro il modo in cui l'hai fatto reagire. Il demone che scoppia a ridere di felicità un po' incredula è una visione liberatoria, che ha reso felice ed euforica anche me.
Ma il fatto è che Crowley non ha ancora ben chiaro che Aziraphale si è lanciato in quel gesto seguendo solo ed esclusivamente la propria volontà, senza influenze esterne che possano averlo indotto a baciarlo.
La sequenza di battute che segue è quantomai azzeccata. Una volta appresa la verità sulle intenzioni di Aziraphale, Crowley vuole assicurarsi che quel bacio non sia stato solo un lampo di follia, un'illusione pericolosa per lui che potrebbe svanire in qualsiasi momento. La rassicurazione dell'angelo in questo senso ci indica come egli abbia finalmente trovato il coraggio di ammettere la possibilità che lui e il demone siano diventati più che semplici compari. Si tratta di un'ammissione coraggiosa da parte sua perché, in tal modo, l'angelo si assume tutti i rischi che il caso comporta e io mi sono sentita molto fiera del nostro angioletto.
Crowley, come sempre, non poteva che fornire una risposta laconica e per nulla soddisfacente almeno a livello verbale, ma basta quel tocco sul viso di Aziraphale per conferire a quel misero “va bene” un mondo di significati che egli non saprebbe esprimere a parole.
La chiusura al Ritz riprende il primo capitolo ma quelli che abbiamo davanti ora sono un Aziraphale e un Crowley completamente diversi, cresciuti, evoluti, più coraggiosi, più cosapevoli. Questa tua scelta evidenzia il filo conduttore che accompagna il lettore durante tutti i capitoli, cioè l'evoluzione della loro personalità, contaminata da quella dell'altro, e della loro prospettiva riguardo al rapporto che li lega. Il modo in cui si toccano le mani senza vergogna, senza ritrarsi, senza inutili timori che l'altro possa tirarsi indietro o rifiutare il contatto è qualcosa di magnifico nella sua semplicità. Come sempre presenti la componente fisica con una sapienza e una maestria che trasforma un gesto apparentemente semplicissimo e innocuo in qualcosa di magico, un vettore di emozioni, sentimenti, messaggi impliciti di impatto notevole.
Come ti ho scritto, hai dato vita ad una mini-long splendida con una conclusione che condensa in ogni sua parte il risultato di tutti quei passi avanti effettuati dai nostri Ineffable Husbands che, capitolo dopo capitolo, si sono avvicinati l'uno all'altro e hanno preso coscienza di se stessi, affrontato i propri demoni (non quelli veri, quelli psichici ovviamente) sostenendosi a vicenda e imparando lentamente a fidarsi reciprocamente e quindi ad aprirsi e confidarsi, mostrarsi vulnerabili finché, guarda un po', qualcosa è cambiato per sempre.
Non prenderò mai in considerazione nessun'altra versione della settimana e un giorno subito successivi alla fine del libro della serie: per me questo è ciò che è successo, punto. A meno che Gaiman non decida di darci un sequel, ma la vedo dura.
Oddio, spero che questa recensione non ti sia risultata troppo confusa o superficiale rispetto al solito. In tal caso ti chiedo scusa ma è difficile scrivere fuori casa, a un tavolino scomodissimo e con continui problemi di connessione. :( Però tenevo troppo a lasciarti un commento a questa meraviglia.
Questa mini-long è una vera perla rara, Tam: ricca di feels ma anche di momenti leggeri e spassosi, con personaggi IC in ogni parola. Sullo stile ti ho già detto tutto ma ti rinnovo i complimenti per la correttezza, la scorrevolezza, la piacevolezza, la godibilità... tutto, insomma!
Non posso metterla di nuovo tra le preferite ma se ci fosse la categoria delle “preferitissime”, sta' certa che la inserirei immediatamente.
Bravissima, tesoro! Non vedo l'ora di leggere altri tuoi lavori nel fandom! Per ora ancora un mare di complimenti! <3
Un abbraccio fortissimo e... baci baci!
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