Recensioni per
Il giustiziere dei poveri
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 51 recensioni.
Positive : 51
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/10/19, ore 03:41
Cap. 2:

Eccomi anche qui^^
Luca si sta rendendo sempre più conto che il sistema è fallato, che è in corso una vera e propria guerra tra poveri (o meglio, tra poveri e parassiti) e che né lui, né nessuno dei suoi colleghi o delle forze dell'ordine può fare nulla di concreto per risolvere la situazione. È un senso di impotenza che non fa altro che buttare altra benzina su un fuoco già indomabile.
Fa rabbia sapere che ci sono parassiti come Tudose (a proposito: ben gli sta) e la Wasylyk, abituati a campare abusivamente sapendo che tanto hanno il culo parato, mentre gente come Rocca o la Bergamini sono costretti a fare una vita di merda (perdona il francese) perché non sono tutelati in niente. E fa ancora più rabbia sapere che certe situazioni sono praticamente all'ordine del giorno, perché come giustamente dici, l'unica cosa inventata sono i nomi dei personaggi. Ma qui mi fermo perché non vorrei partire per la tangente con uno dei miei rant...
Una storia cruda e cinica, che ti sbatte la realtà dei fatti in faccia e ti fa riflettere. Il tutto senza paraocchi ideologici, senza retorica politicamente corretta o geremiadi di vario genere. Era ora che qualcuno la scrivesse^^
Vado al prossimo capitolo!

Recensore Master
14/10/19, ore 14:38
Cap. 3:

Il nostro eroe è salito su una giostra di cui non ha il controllo e non di cui non conosce i meccanismi.
Quando una persona onesta, limpida e rispettosa delle leggi si trova a commettere qualcosa di male penso che reagisca esattamente come Luca: con attacchi d'ansia, nervosismo e paranoia.
Dovrebbe prendere esempio da alcuni dei suoi assistiti per imparare a destreggiarsi nella jungla del crimine!

Per ora però non c'è niente che lo ricolleghi alla morte del romeno, ma non ha nemmeno il tempo di rilassarsi che subito gli viene servita una nuova ghiotta occasione di agire.
Certo, anche il secondo soggetto non brilla come esempio di virtù; anche lui succhia risorse preziose senza alcun titolo, lasciando altri più bisognosi a bocca asciutta, ma stavolta Luca sceglie di esporsi molto di più, di rischiare di più. La Fortuna aiuta gli audaci, ma è anche una dea capricciosa, fino a quando continuerà a favorirlo?

Menzione d'onore per i discorsi deliranti di SIlvia; mi viene da chiedere dove vive e lavora la dottoressa Merisi, se nel mondo platonico delle idee o in un avamposto di frontiera di una guerra tra poveri.

Recensore Master
14/10/19, ore 07:47
Cap. 3:

Mi piacerebbe strangolare Silvia, l'assistente sociale della condivisione. Una gretta idiota che descrive lo spaccato attuale, senza capire che delle persone, se c'è, si condivide il positivo. Se manca, non si condivide ma è un contagio mortale di barbarie. Come dire, condividiamo una bella broncopolmonite, che è tanto bello!!
Io con 'sta gente assolutista ci lavoro e vorrei davvero emigrare sull'isola giapponese di Aoshima. Così condivido con i 200 gatti che ci abitano e fine.
Luca inizia a fare quanto avevo pensato. Passa da spettatore ad attore. Caputo è un dannato parassita e temo sia il primo ad essere giustiziato. Ma il Gandolfi non è un professionista, suppongo che qualcuno mangerà la foglia, anche se spero di no.
Bravissimo e graffiante come sempre.

Recensore Master
13/10/19, ore 10:49
Cap. 3:

Cazzarola, Luca, ma datti una calmata. Sei troppo ansioso. In questi momenti bisogna essere freddi e fare come se fosse tutto normale, altrimenti poi ti beccano e...

...ehm, ma cosa sto dicendo! Torniamo a noi.

Prosegue dunque la vicenda del nostro assistente sociale trasformatosi imprevedibilmente in giustiziere. Qui mi viene da dire solo una cosa: bravo, Luca! Ce ne vorrebbero di più di persone così. Magari non sarà proprio eticamente corretto farsi giustizia da sè, ma che diamine, quando è troppo è troppo! Un sistema marcio e fin troppo politicamente corretto (qui rappresentato da Silvia, una che definirla rincoglionita è anche poco), che privilegia certe categorie a scapito di altre effettivamente bisognose, gestito da persone che evidentemente hanno le fette di salame sugli occhi. Poi dice che uno si butta a destra!

Divagazioni a parte, sono felice che Luca stia prendendo un pò alla volta un ruolo più attivo, e spero sinceramente che questa sua crociata finisca bene.

Al prossimo capitolo!

Recensore Master
12/10/19, ore 19:17
Cap. 3:

Ciao OF, ave di nuovo, il nostro Luca pare averla scampata, risponde solo alla mamma, il suo compagno dorme e può recarsi tranquillamente al lavoro! L’attesa diviene spasmodica e lacerante.. ripeto tratti temi delicati, scottanti, senza nessuna ipocrisia o sentimentalismo, apprezzo assai, come le battute che Luca legge a doppio filo… e la polizia, che fatica mantenere l’aplomb ed ecco l’ennesimo caso da narrare/seguire … il senegalese che si impiega nello spaccio invece che al centro per l’impiego, tant pis.. Tuttavia giunge la lieta novella che la ha scampata, la caduta accidentale libera tutti, dal condominio a Luca, i commenti di Silvia appaiono tendenziosi preconcetti, avulsi dalla realtà fattuale. Citandoti, non vi è chi non veda come “..laddove Forze dell'Ordine, Servizi Sociali, psichiatria e Tribunale non erano arrivati, il mero caso aveva chiuso per sempre la questione e una decina di famiglie avevano ricominciato a stare in pace a casa loro”, almeno questo. Luca è già cambiato rispetto a come era e un delinquente, qualunque sia la razza, è uno s… e ben ne venga il decesso.

Ed il siparietto sul reddito di cittadinanza, ahimè, ci è ben noto, ecco la richiesta, C. vuole la grana, mica il vile amore, è una vita che il furbo sfida i cavilli e vive di beata rendita, nuove idee si fanno strada nel nostro, che decide di agire, ecco il giustiziere dei poveri di cui alla storia narrata, basta poco, due pillole e una visita, a la prochaine JQ .

Recensore Master
06/10/19, ore 19:33
Cap. 2:

Carissimo leggo questo capitolo e mi sembra di vedere il TG delle 20, di un giorno qualsiasi di questi ultimi anni.
Un bollettino di guerra in pratica; solo che morti e feriti rappresentano la parte inerme e debole della popolazione: chi si trova a vivere situazioni drammatiche nelle case popolari (magari OKKUPATE abusivamente), chi è costretto a dormire in macchina per una somma allucinante di circostanze, ma ancora non ha perso la sua dignità.
Il rovescio della medaglia è rappresentato da grassatori opportunisti che trovano il modo di succhiare la mammella dell'assistenzialismo e non solo di tirare a campare, ma di viverci alla grande.
Poi accade che l'universo si ricorda di guardare dalla parte giusta e l'opinabile inquilino molestatore passa a peggior vita. Il nostro eroe ha avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma ora, giustamente, ha paura di essere scoperto e accusato.
La fortuna continuerà a girare dalla sua parte?
Io incrocio le dita :3

Recensore Master
05/10/19, ore 19:18
Cap. 2:

Ave OF, torno a recensire dopo essermi goduta la lettura un paio di volte.. Interno ufficio, ove ecco una telefonata su un aspirante suicida, che invece di adire i tempi della giustizia, ben pensa di buttarsi da una gru, a scopo dimostrativo, ma vallo a dimostrare.. vi è del marcio in Danimarca, cit. Compare il signor Rocca, pieno di problemi di salute, che dorme in auto perché non riesce a lavorare, la moglie con la casa e guai se non passa il mantenimento, che è passibile di denuncia querela.. qualcuno ci marcia, ma non sempre.. è grato di avere un letto, acqua per lavarsi e buoni pasto!! In diretto contrasto con l’utente del primo capitolo.. ecco una altra telefonata, sapessi come comprendo il signor D. E, ha ragione, si lavora una vita e uno manco a casa sua può stare tranquillo!! Ecco l’ispezione sui luoghi e l’incidente, bene, uno di meno.. Ed ecco le riflessioni, questo credo sarà l’evento che darà fuoco alle polveri, Luca si avvierà a divenire il giustiziere dei poveri, lui che citandoti “.. si era sempre creduto una persona attenta, responsabile, che aveva a cuore il benessere degli altri. Faceva volontariato, era iscritto a Greenpeace, non mangiava carne per una sua scelta etica contro la crudeltà..” Ed ecco questo. E tuttavia dallo scambio con Gianfranco capiamo che vi è ben donde..

Storia senza inutili moralismi o che, avvicente, a la prochaine JQ

Recensore Junior
05/10/19, ore 16:18
Cap. 2:

Grazie grazie grazie per questo aggiornamento che aspettavo con ansia e che purtroppo non ho il tempo materiale di recensire adesso, l'ho dovuto leggere in fretta e in furia - e sono riuscita comunque a commuovermi per il signor Rocca - ma tornerò per gustarmelo meglio e modificare queste due righe striminzite e frettolose.
Intanto, GRAZIE!! :)

Eccomi qua!
Prima di tutto ti farei i complimenti, ripetitivi ma doverosi, per lo stile perfetto. Quel giro di telefonate iniziale, l'ingresso del signor Rocca - che pena e che rabbia - le note per le colleghe... tutto raccontato con maestria e naturalezza, mi hai catapultata in quell'ufficio. Sei bravissimo.
E poi succede il fattaccio. Ora, Gandolfi fa tutta una serie di cavolate che, in un thriller, lo inchioderebbero sulla scena del crimine in un nanosecondo. Ma questo non è un thriller, giusto? È un racconto drammatico, e il dramma trasuda in ogni riga, in un crescendo che lo porta a vagare senza meta nei parcheggi dei centri commerciali e a mentire a Gian una volta tornato a casa.
Perché Gandolfi è una gran brava persona, è qui che sta il suo dramma. Lui è un buono, pacifista e animalista, non farebbe del male a una mosca.
Eppure... ecco che, davanti a una tragedia che potrebbe costargli un'accusa di omicidio, inizia a maturare una tranquillità interiore sconcertante. E preoccupante, anche, quel genere di tranquillità malata e falsa pace interiore che potrebbe muovere - la butto lì, eh - i passi di un serial killer.
Chissà... lo scopriremo!!
Spettacolare come sempre :)

Elly
(Recensione modificata il 06/10/2019 - 03:23 pm)

Recensore Master
05/10/19, ore 11:31
Cap. 2:

Poverino il signor Rocca! Mi fa venire un nervoso, ma un nervoso sapere che ci sono tante situazioni del genere e che sarebbe bello poter dire che questa è solo una storia triste. Invece è caustica e fa bene a essere così.
Non è il rubinetto che non funziona. È la centrale dell'acqua.
Sarò fredda e cattiva, ma a me la fine miseranda del Tudose non fa nessuna compassione. Uno stronzo in meno, a prescindere dall'etnia (si dice così vero? Se no mi dicono che sono razzista e perdo automaticamente il diritto di parola).
Luca sta meditando sui fatti e lentamente si avvia a diventare il giustiziere dei poveri. Mi chiedo quale sarà la scintilla definitiva che lo farà passare dalle meditazioni ai fatti.
Una vicenda che fa riflettere e inorridire.
Sei davvero eccezionale per come la rendi e la descrivi senza inutili buonismi.
Alla prossima!

Recensore Master
05/10/19, ore 10:41
Cap. 2:

Questa storia mi sta suscitando delle emozioni contrastanti. Da un lato, un sempre più profondo disprezzo per la razza umana. Dall'altro, una grande simpatia per quelli che lavorano nell'assistenza sociale. Che magari non saranno tutti degli stinchi di santi, ma se la meritano in pieno secondo me, con tutta la merda che devono affrontare ogni giorno. E il povero Luca di merda ne vede a tonnellate. Per fortuna, qualcosa inizia a smuoversi. Uno dei...chiamiamoli col loro nome: parassiti. Uno dei parassiti ha già tirato le cuoia. Ottimo, un motivo per festeggiare. Ciò nonostante, la cosa mi preoccupa anche un pò, perché ho l'impressione che inneschera' una spirale che porterà solo dolore, morte e disperazione. Insomma, del buon materiale per noi lettori (ghigno malefico).

Al prossimo capitolo!

Recensore Junior
23/09/19, ore 11:33
Cap. 1:

Mi stupisce ogni volta come tu riesca a destreggiarti fra vari ambienti e professioni e sembrare sempre un esperto in materia.
Tante storie diverse, con lavori diversi, in luoghi diversi, in continenti diversi, eppure sembra che tu lì ci abbia lavorato o soggiornato.
Hai una conoscenza universale.
Detto ciò passiamo alla storia che, permettimelo, è una delle più interessanti di quelle ho letto.
Stai camminando s’un tappeto di brace ardente, basta una sola parolina sbagliata o una reazione diversa che potrebbero partire orde di perbenisti e tuttologhi a suon di “razzista”, “vorrei vedere te scappare da una guerra” e (il mio preferito) “se ci fossero i vostri figli lì abbandonati in mezzo al mare?”.
Potrebbero anche urlare: “Stai facendo di tutta l’erba un fascio”, ecc… ecc…
E insomma, hai la mia più totale stima, il mio appoggio e la mia ammirazione.
Stai sfidando il pubblico con un tema parecchio spinoso, parecchio attuale.
Parecchio vero, oltretutto. La faccenda finale, quella degli zingari, è pane quotidiano.
Ci sono parecchie ingiustizie al mondo, riconducibili a vari fattori, tra cui anche la razza, però se lo dici sei razzista, poco integralista, contro il multietnico, non propenso all’accettazione.
Tu non hai specificato la razza ma loro già pensano che ce l’hai contro “quelli sui barconi”.
Sono il male da debellare, i perbenisti, contro la razionalità e la ragionevolezza. Quelli che non ti sanno dare un’alternativa valida se non quella che li fa apparire il più buoni possibile.
Siamo catapultati nel buco nero di tutti i problemi sociali e culturali che affliggono il nostro paese. L'edificio cardine dei problemi.
Abbiamo Luca, gay, una minoranza, che sa cosa sono i soprusi e le prese in giro e le ingiustizie. È un po’ il background tipico (parlo per luoghi comuni, magari lui ha frequentato scuole progressiste oppure non aveva capito di essere gay e quindi era il macho della classe) e scusami se parlo per luoghi comuni, cerco di farmi un’idea del quadro più completa (dopo il primo capitolo, pensa quanto sono spocchiosa).
 Abbiamo Luca che forse si è stancato di vedere ingiustizie, di essere trattato come capro espiatorio di tutti i problemi, di sorbirsi illazioni e violenze verbali. Di mediare con chi non vuole ragionare e, soprattutto, di avere le mani legate di fronte a tante cose sbagliate.
Penso sia questa la sottile linea che separa il Luca che abbiamo conosciuto a inizio capitolo e quello che si sta evolvendo alla fine. La presa di coscienza, la consapevolezza, la realizzazione.
Tramite vie legali non si riescono a risolvere tutte le situazioni. Forse serve inoltrarsi tra le pieghe del sistema oppure agire illegalmente.
Forse a Luca non basta più cercare di aiutare, ma vuole solo ed unicamente aiutare, avere la certezza di riuscire a risolvere il problema senza sé e senza ma.
Qui poi entra in gioco il fattore psicologico, quanto un essere umano è psicotico. Quanto riesce a disumanizzare il prossimo per compiere atti ignobili che però risolverebbero tutti i problemi.
Quindi poi ci sarà differenza tra il buono ed il cattivo?
Come al solito ho avuto la presunzione di dare per scontato delle cose, perdonami.
Però sappi che ti seguirò con molta attenzione in questo, perché sono curiosa di vedere come riesci a destreggiarti fra i vari problemi.
È un racconto provocatorio, che immagino finisca con una morale e sono proprio curiosissima di arrivare alla fine.
Come sempre complimenti, per lo stile, per la storia e per i personaggi che, con poche parole, riesci ad analizzare in maniera verticale.
Alla prossima

Recensore Master
22/09/19, ore 06:32
Cap. 1:

Con questa storia non so proprio da che parte iniziare a commentare:
La società odierna è un paradosso unico e non privo di colpe, visto che abbiamo conoscenze a sufficienza per poter semmai semplificare la vita a tutti (se si volesse... ) e non lo facciamo.
Il problema è che la conoscenza di "come evitare alcune ingiustizie sociali" invece di renderci attivi ci ha resi pigri. E così per esempio si parla del presente in modo sbrigativo, procrastinando; mentre si continua a parlare del passato, speculando su di esso, per questioni che dovrebbero fungere ormai solo da contesto, da esempio e da monito.
Per ciò che riguarda le ingiustizie sociali, anche i programmi di cultura non fanno altro che sfruttare il passato come mezzo con cui ingannare il tempo, intanto che la società procrastina nel cercare le soluzioni di cui il presente ha bisogno. Eh però vuoi mettere quanto è bello per un branco di frustrati crogiolarsi nell' "io non c'entro" degli ignoranti; nell' "io non posso" dei pigri e del (sempre fuori luogo) buonista "lo sapevo..." "lo dicevo..." !
Quanto è facile - e quanto fa sentire "moralmente" superiori - sputare sentenze su storie vecchie (e per le quali noi non possiamo fare niente, dato che sono successe generazioni fa) come i campi di concentramento e le guerre in genere, o di realtà molto lontane (per cui anche lì non possiamo fare niente, per ovvi limiti geografici e/o di mentalità), come i paesi del terzo mondo!

Insomma, siamo abituati a indignarci per la gente morta di fame in passato o per chi muore di fame adesso in zone del mondo in cui non possiamo fornire aiuti concreti (laddove i governi non vogliono, e chi prova a farlo rischia grosso); ma non siamo capaci di indignarci a dovere per chi muore di fame nel presente, nel nostro paese, quella gente che bisognerebbe aiutare perché se lo merita, ne ha diritto dopo una vita passata a versare tasse in questo paese, e ci sono tutte le possibilità per farlo. Pochi anni fa vedevo in giro una signora anziana così pelle e ossa a livello dei campi di concentramento, era da far paura, l'ultima volta che l'ho vista era di luglio, indossava un vestito giallo di quelli più che altro da ragazzina che qualcuno le aveva dato, in una mano reggeva una bottiglietta d'acqua e chiedeva l'elemosina; un'altra volta al supermercato un signore anzianilo ha pagato una scemenza con soldini da pochi centesimi, la commessa era seccata, l'ha quasi sgridato, quando è uscito alcune persone quasi gli hanno riso dietro perché dimostrano di non avere empatia, non capiscono che di sicuro vive con la pensione sociale dopo una vita di lavoro e contributi, e che da giovane deve aver anche fatto il militare (per obbligo!), e costretto a giurare fedeltà a uno Stato che pretende ma non dà.

Anche a me davanti a certe cose girano i xoglioni come a Luca. Trovo meschino vedere pubblicità di ingiustizie lontane nello spazio e nel tempo, quando ce ne sono altre a portata di mano ma per cui fa comodo distogliere lo sguardo.
Io non so se al posto suo farei piazza pulita della feccia o ruberei ai ricchi per dare ai poveri. Anche tutte e due le opzioni, non sono mica schizzinosa! Urge soprattutto aiutare la signora che vive di pane e latte
(Recensione modificata il 22/09/2019 - 09:42 am)
Modificata di nuovo per sistemare gli errori del cellulare.
(Recensione modificata il 22/09/2019 - 10:05 am)

Recensore Junior
18/09/19, ore 12:55
Cap. 1:

Ciao!
Una storia dei giorni nostri, tra immigrati e italiani in difficoltà, in uno Stato sempre più assente che sembra aizzare una vera e propria guerra fra i poveri. Tempo fa, ho già letto una tua storia: complimenti per il tuo modo di scrivere, accurato nelle descrizioni e con zero errori. Continuerò sicuramente a seguirti!
Alla prossima,
Nadine

Recensore Master
17/09/19, ore 11:30
Cap. 1:

Carissimo, non ero nemmeno arrivata alla fine del capitolo e già mi stavo mangiando il fegato dalla rabbia.
Questa realtà fatta di ingiustizie, scappatoie, corsie preferenziali, impunità è una cosa con la quale tutti i cittadini italiani devono fare i conti prima o poi, vuoi per motivi personali o perché ne ha bisogno un parente o un familiare, ed è come salire su una giostra impazzita.
Il nostro giovane protagonista fa sicuramente parte di quella ristretta schiera che prende il suo lavoro molto sul serio e che ha ancora una "coscienza", diversamente dalle colleghe che sembrano ormai essersi adagiate sul tran-tran quotidiano all'insegna del "tiramo innanz".
Questo è un bene per i suoi assistiti, ma un male per lui, che temo finirà col rimanere coinvolto e schiacciato dal tentativo di ripristinare un po' di giustizia e equità all'interno di un sistema malato.
 

Recensore Veterano
16/09/19, ore 18:32
Cap. 1:

Ciao, Old :)
Allora, inizio pesantuccio e certamente ricco di spunti di riflessione. Il quadro che ci hai proprosto è tremendamente vero e descritto con tale precisione che, giuro, a momenti mi sembrava di essere in quell'ufficio, di provare la stessa amarezza e impotenza di Luca che, pian piano, si sta rendendo conto che la passione, le buone intenzioni non bastano: si è sempre "sottomessi" a qualcosa di più grande di noi che ci fagocita. La tua prosa è da brividi, sembra che ogni genere ti appartenga e, credimi, in tanti anni che giro su efp - in tutto dal 2013, anche se ho questo account solo da due - sei l'unico  veramente capace di farmi apprezzare anche generi che non sento miei. Alla prossima,
Rosa