Recensioni per
Parallel Hearts
di MaikoxMilo

Questa storia ha ottenuto 37 recensioni.
Positive : 37
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano

Cara,



Giungo a te in cerca di un po’ di refrigerio almeno concettuale, narrativo; e dove cercarlo se non seguendo i travagli della tua famigliola siberiana?

Ero curiosa di  arrivare alla sezione dedicata ad Isaac, sia perché Isaac è, come credo di non essere riuscita ad astenermi dal dirti già in precedenza, uno di quei personaggi che a me ispirano a priori; sia perché il punto di vista esegetico che proponi in questo tuo lavoro è profondamente meditato e tanto interessante.

Mi piace, questo tuo Isaac  e mi piace il modo in cui lo mostri. Perché Isaac è scisso tra due vite – quella in Siberia e quella ad Atlantide – e tra due vocazioni – il richiamo del maestro, degli ideali dei Santi di Atena; e lo spirito del Kraken, da cui era affascinato ancor prima che il Kraken lo scegliesse (o forse solamente lo reclamasse, prescelto da sempre?) per sé. E mi piace che, la parentesi del Kraken, della vita al servizio di Poseidone (o, ignaramente, di chi non ne faceva esattamente le veci XD), sia stata trattata come una parentesi, qualcosa che è iniziato al mezzo e dunque non è andato ad intaccare le vere radici di questo ragazzo, e che pertanto può essere concluso ed archiviato. Eppure ce ne mostri uno scorcio, di quella parentesi. È scelta che è riuscitissima, sia perché accentua il contrasto coll’Isaac che appartiene a Camus, alla Siberia, alle stelle d’Aquarius – con tutto il dolore e le paturnie che toccano in sorte a ‘sti poveracci –, che rimangono un quid di agognato ma messo pragmaticamente da parte, conservato forse con i segreti preziosi; sia perché io ho un debole sfegatato per l’in fondo al maaaar, in fondo al maaaaar!

Quindi, al di là della ricchezza della linea portante della tua narrazione, lasciami esprimere il mio sdilinquimento per la parentesi marittima. Perché l’apertura sulla mancanza di calore, lo sprofondare di Isaac, i suo dolore, è un passaggio di grande forza narrativa. Non trattieni il pugno e non risparmi colpi, e non ho potuto che apprezzare la descrizione vivida, a tratti cruenta, della rimozione dell’occhio di Isaac. Non ho potuto che apprezzare il pragmatismo sarcastico di Kanon – mi piace che siano sarcastici e pragmatici, in fondo al mar: risuona in nel mio cuoricino brutto e cattivo ed ha un valore terapeutico, un po’ come i canti sciamanici del tuo Camus. XD Così come non ho potuto che apprezzare la dinamica che hai instaurato  tra Kanon e Thetis, il loro punzecchiarsi reciproco, il sarcasmo, la simpatica crudeltà di Kanon che dà significato ai fatti. Perché quel sangue di Isaac è ovviamente il risultato di una brutta ferita, accidentale; ma versato in Atlantide prende anche un altro significato: e non importa che lo si riconosca quasi scherzosamente, l’imposizione del simbolo rimane e demarca sì quello che giustissimamente definisci un rito di passaggio. Ma è un passaggio da cui si può tornare indietro.

Il mondo di mezzo, in cui Isaac si risveglia, a cui Isaac risorge, con Dégel e Seraphina, mi ha intrigata assai. Io ho sempre trovato l’idea di esplorare le dimensioni parallele, i mondi possibili, che pure sono esplicitamente tematizzati in Saint Seiya, uno di quegli espedienti narrativi che dovrebbero essere sfruttati di più in questo fandom. Dunque il “plot twist” mi ha piacevolmente colpita ed intrigata, nel migliore dei modi; ancor più perché lo sfrutti in relazione alle generazioni di Aquarius, piuttosto che agli Gemini o i Virgo o quegli altri i cui poteri cosmici hanno chiaramente a che fare con gli spazi interdimensionali. Ed il mondo stesso che abbozzi, la minaccia indistinta di quegli altri precipitati, appena accennati sullo sfondo, un tempo eternamente crepuscolare… tutto questo presenta un ritratto intrigante che mi incuriosisce profondamente.

Insomma, questo capitolo arriva anche ad un lettore digiuno del contesto profilato nelle tue altre storie e non manca di suscitare interesse!



P.S. ”Per tutti i cavallucci marini…" è ufficialmente diventata la mia imprecazione preferita!  <3 <3 <3

Recensore Master
21/07/20, ore 17:32

Ed eccomi qui anche per il secondo capitolo.
Qui Hyoga mi ha fatto davvero tanta tenerezza. Tutti i suoi sensi di colpa lo stanno schiacciando. Si isola da tutti, ed in particolare dal suo maestro Camus; proprio dalla persona di cui ha più bisogno e che a sua volta ha più bisogno di lui.
Ma oltre ai sensi di colpa Hyoga è sopraffatto da incubi dove rivive la sua vita in Siberia con Isaac e Camus.
Il primo mi ha davvero intenerito; il piccolo Hyoga che tutto spaventato cerca Camus (chiamandolo papà, perché è lui il suo papà), e quello che vede sono il maestro e Isaac a guardare le stelle. Dove Camus mostra al piccolo Isaac la costellazione di Aquarius.
E lo credo che il piccolo ci rimane male, perché si sente messo da parte. Si sente secondo rispetto ad Isaac.
Non ho capito bene l’ultimo incubo, quello più duro, dove Camus arriva ad odiare Hyoga per la perdita di Isaac, arrivando quasi ad ucciderlo (lo imbocca con la forza). Ma è un ricordo reale oppure ci sono parti alterate dai sensi di colpa di Hyoga e non corrispondenti alla realtà? (Quella di Camus che imbocca Hyoga con la forza mi ha molto colpito).
Ma per fortuna arriva il dolce Shun in soccorso del Cigno. Avendo avvertito l’instabilità del cosmo di Hyoga è corso subito a stargli accanto.
Davvero una bellissima amicizia.
E ti ringrazio tantissimo per avere inserito il mio Milo. Spero proprio che lo Scorpione sia riuscito a fare ragionare il Cigno e a fargli capire che quello che deve fare è tornare da Camus che ha un disperato bisogno di lui.
Grazie per questo bel capitolo pieno di emozioni e a tratti molto commovente.
Ci sentiamo al prossimo.
Ciao
Narclinghe

Recensore Master
06/07/20, ore 22:15

Ed eccomi qui per lo scambio libero del giardino^^.
In questo capitolo troviamo il nostro caro cavaliere del cigno, Hyoga, che, sopraffatto dai sensi di colpa si isola da tutti, in particolare da Camus, il suo maestro. Tanto che si rende inritracciabile da lui, persino con il telefono, non rispondendo, non capendo che così facendo fa stare male anche Camus, e purtroppo non sono solo i sensi di colpa che attanagliano la vita di Hyoga ma gli incubi, incubi dove lui ripercorre fatti della sua vita con Isaacc e Acquarius, il primo flashback anche se dolceamaro l'ho trovato dolce, più che altro l'immagine del piccolo Hyoga tutto spaventato che va a cercare conforto nel maestro dopo un incubo., fino ad arrivare al flashback più tosto: quello del maestro che quasi se la prende con lui per la morte dell'allievo prediletto quasi da ucciderlo, lì ammetto che non sono riuscita a capire, probabilmente perché sono scema, se si trattava di un flashback vero o di un flashback esagerato a causa degli incubi.
La fortuna però del cigno oltre a quella di avere un ottimo, giusto e bravo maestro è quella di avere dei buoni amici. Infatti troviamo Shun, che avvertendo che l'amico non sta bene prende il primo aereo disponibile per stargli vicino, cavolo se questo non è un amico non so come definirlo, quale amico parte solo per questo? ma dal nostro caro Andromeda non possiamo aspettarci diversamente è talmente buono quel ragazzo che averlo come amico è solo che una benedizione.
Caro Hyoga però mi fai anche un po' arrabbiare, ti ci è voluto Scorpio per capire come ti stavi comportando con il tuo maestro? ringrazia che quest'ultimo non ha pensato di farti Antares per farti ragionare, ma almeno Hyoga ha finalmente capito e ci fa capire che tornerà presto da Camus, meglio tardi che mai.
Anche questo capitolo mi è piaciuto, è molto toccante e anche commuovente, tutte le sensazioni si sentono chiare e tonde, dalla tristezza all'angoscia, complimenti è un dono da pochi riuscire a far sentire chiaramente queste emozioni ^^.
Lo stile è fluido e scorrevole, vi sono tante descrizioni ma per fortuna ci stanno tutte e non risultano affatto pesanti, rischio in cui si rischia di incampare quando si esagera, ma questo non è il tuo caso, anzi. Non ho trovato nemmeno errori di battitura o di grammatica quindi niente da rimproverarti anche qui^^.
Ti faccio i miei più sinceri complimenti, continua così e alla prossima, ciaoo.

Recensore Master
04/07/20, ore 14:41

Eccomi finalmente giunta anche qui.
Mi è piaciuto molto questo primo capitolo, per come hai trattato il trio dei Cavalieri dei Ghiacci (Camus, Hyoga e Isaac).
Sono davvero tre personaggi molto tormentati e complessi, ma tu li hai resi davvero bene, miscelando al meglio tutte queste emozioni.
Il povero Cigno è davvero pieno di sensi di colpa; il suo essere sopravvissuto alla madre ed a Isaac, per il quale si sente tremendamente responsabile, lo fanno stare davvero male.
Ma anche Camus non è da meno, in quanto a sensi di colpa. Lo vedo tremendamente in bilico tra il bisogno di avere comunque Hyoga vicino, (anche se non riuscirà mai a dirlo apertamente),ed  al rimpianto per la sorte di Isaac. E a questo si aggiungono mille domande. Perché a lui è stata concessa una seconda possibilità e ad Isaac no? Questi tormenti gli impediscono di vivere in maniera serena anche il suo rapporto con gli altri Gold rinati.
Ho trovato molto interessante il confronto finale con Kanon, che chiarisce cosa è davvero successo e sottolinea che Isaac ha scelto consapevolmente le schiere di Poseidone, deluso dalla Battaglia delle Dodici Case e di come Camus si sia fatto uccidere dal Cigno.
Davvero un capitolo molto ricco di emozioni.
Ci vediamo al prossimo.
Narclinghe

Recensore Master
01/07/20, ore 19:55

Ed eccomi qui per lo scambio del giardino.
Come tu mi hai suggerito mi sono buttata su questa fanfiction, di cui la trama già mi aveva colpita quando ero andata a curiosare nel tuo profilo prima di proporti lo scambio e che dire...non mi sono affatto pentita della scelta.
Qui vediamo Camus dell'Acquario, colui che è sempre stato freddo, che non mostra mai alcun tipo di sentimento sull'orlo di una crisi di nervi, qui lo troviamo tornato in vita, e ti devo davvero ringraziare di aver riportato in vita lui e tutti i cavalieri d'oro nessuno di noi tra cui io ha digerito la loro morte al muro del pianto quindi non potevi che fare scelta migliore bravissima **, che preso dai sensi di colpa, soprattutto con Isaac, non vuole rimanere solo e arriva adirittura a dubitare di essere davvero adatto al ruolo. Lo troviamo praticamente a fare da padre all'allievo ormai cresciuto, una cosa che io ho adorato Camus che fa praticamente da padre fin da quando sono piccoli è qualcosa di adorabile, infondo credo che sia anche questo che un buon maestro debba essere, soprattutto dopo che Hyoga è rimasto orfano. Ti giuro ho trovato tenero tutte le azioni che ha avuto verso il cavaliere debl cigno a partire dal fatto che quando è arrivato gli ha curato l'occhio ferito, il fatto che gli abbia preparato il latte come sa gli piace fino a quando gli chiede se tornerà, lasciando praticamente intendere che non vorrebbe se ne vada, proprio come un padre che non vuole che il figlio lasci il nido, chi lo sa come mai...forse proprio per l'assenza di Isaac, oppure la morte lo ha addolcito facendogli capire che anche se si fa vedere un po' più dolce non succede niente? chi lo sa tutto può essere ma mi ha fatto veramente una dolcezza che non ti dico. Poi che bella sorpresa: anche Aiolos è tornato in vita, che gioia per noi e anche per il giovane Aiolia che ha dovuto crescere senza di lui ** poi ho trovato davvero bello come Saga e Shura -che ammetto io shippo con Aiolos- donano del sangue per aiutare il Sagittario a riprendersi, proprio come a volersi scusare per quello che gli hanno fatto **.
E infine...ecco che Camus appena sa tutta la verità sul suo allievo, dopo una lunga chiacchierata con Kanon, scoppia, prendendo a pugni la scalinata con la pioggia che batte su di lui, cosa che rende ancora più drammatica la scena, che si mischia alle sue lacrime che a quel punto passeranno inosservate in quanto si mischieranno alla pioggia.
Che dire, ancora complimenti, questa idea mi piace assai e come ho già detto ho amato come hai trattato Camus il rapporto praticamente paterno con i suoi due allievi, penso che sia davvero il migliore.
Lo stile di scrittura l'ho trovato fluido, scorrevole e che si legge perfettamente, ben dettagliato e che ci fa capire tutto, errori grammaticali o di battitura non ne ho trovati quindi nulla da rimproverarti.
Ti faccio i miei più sinceri complimenti, continua così e alla prossima, ciaoo.

Recensore Veterano

Eccomi qua a commentare gli ultimi due capitoli...quindi super commento XD

1)Iniziamo con lo sfigatino di Isaac che nel tentativo di salvare l'amico si ferisce l'occhio finendo nel fantastico mondo di Nettuno. Li incontrerà un ragazzo così premuroso che senza anestesia gli strappa il bulbo oculare....(grazie per la descrizione ho vomitato il pasto ...)
2)Mi rende orgogliosa e felice che lo sfigatino isaac anche se non riesce nemmeno a stare in piedi tenta di tornare dalla sua vera famiglia. E' tenerissimo che si preoccupa per la reazione della sua famiglia per la sua scomparsa...e si vede che li conosce bene perchè ci ha azzeccato in pieno.
3)Kanon è stronzetto... cioè e forse fin troppo bravo con le parole ...sa dove colpire però per quanto riguarda il campo nella medicina ha ancora molto da imparare
4)Devo ammettere che sono rimasta sorpresa di leggere i nomi degel serafina e isaac nella stessa frase...cioè un attimo prima eravamo sott'acqua un attimo dopo siamo in un mondo parallelo diciamo non messo molto bene...cioè come si fa a vivere in un posto dove è praticamente sempre buio...
5)La reazione dello sfigatino Isaac nel vedere Deggy ...beh ci potrebbe stare cioè vede un ragazzo che assomiglia fisicamente ma a livello di cosmo al suo maetro ma nello stesso tempo non è il suo camus ci sta che non abbia subito fiducia in lui e il fatto che deggy non voglia dare spiegazione al povero sfigatino non aiuta.
6)Quindi lo sfigatino Isaac si ritrova senza ricordarsi di nulla fuori nudo ( massi intanto fa cosi caldo che si può stare senza vestiti XD) in cui discute con il suo vecchio amico e allievo di Camus che però non sembra essere molto amichevole anzi sembra che voglia far uscire la rabbia dello sfigatino...
7) Alla fine si scopre che 'amico in realtà è un mutaforma....ok quando arrivano Sam e Dean? XD cmq beh era ovvio che non potesse essere veramente lui però povero sfigatino ....dopo tutto quello che ha passato ci mancava anche lo scontro con un mostro con le assomiglianze del suo amico...Però dai sfigatino sai che il tuo maestro non farebbe una cosa del genere ...lui non sceglie ...se non lo ha salvato è perchè non è riuscito a salvarlo stessa cosa vale per te.
8)Dopo il mostro ci mancavano anche l'arrivo dei mangiamorte ...per fortuna arriva deggy che riesce a sconfiggerli senza ucciderli ( anche perchè ucciderli equivalerebbe uccidere un essere umano) però gli è costato un uso enorme di energie, però èè carino che voglia proteggere lo sfigatino isaac perchè comunque ha i ricordi del suo allievo.
9)Quindi pure Sefi sa combattere ...ed ha un potere veramente forte nonostante sia tanto delicata....
10)Lo scontro finale devo dire che mi è piaciuto molto cioè camus che attraversa le varie dimensioni( non se lo ricorda perchè dai... e da stron...i...) viene ad aiutare il suo discepolo però alla fine gli deve dire addio...maddoo che tristezza piango tantissimo però è una scena bellissima <3 AMO <3
11)Beh la scena della scelta è molto emozionante e significativa il fatto che alla fine come sempre sfigatino isaac deve essere aiutato però è bello che alla fine non abbia scelto la rabbia ma abbia scelto la coppietta felice ( adoro il fatto di mettere i flashback durante la salita in versione anime sarebbe fighissima <3)

Ora attendo le avventure della coppietta felice e dello sfigatino isaac ...rimango in attesa :3

rieccoci, scusa il ritardo ma solo stasera sono riuscita a leggere tutto il capitolo. Cosa dire, la storia mi ha commosso tanto, la crescita personale di Isaac è un tema delicato che hai saputo ben affrontare. Il maestro Camus che è sempre presente nei momenti difficile mi fa troppo sciogliere dalla dolcezza!
L'idea dei mondi paralleli è davvero originale, almeno in questo mondo anche Isaac può crescere e finalmente stare anche meglio con sé stesso.
Ho gli occhi a cuoricino per i due piccioncini, di una tenerezza incredibile.
Il poemetto finale è bellissimo, ma in generale la storia è davvero bella, ti lascia un messaggio di fondo, una speranza che non dovrebbe mai spegnersi. Complimenti verissimi, alla prossima, sei bravissima come sempre

Recensore Veterano
09/05/20, ore 12:35

Qui, giustamente, sviluppi ed articoli le premesse ed una serie di elementi che ci avevi dato, più o meno in nuce, già nel primo capitolo dedicato a Camus. Trovo ancora una volta giustissima la decisione di sviluppare il tutto su due tempi: il presente ed il passato, tempo del sogno e dell’incubo, della memoria. Del resto, cos’altro è una famiglia se non un passato condiviso, in comune con o senza la comunanza del sangue; nell’auspicio di condividere anche un futuro, il resto di una vita? La famiglia, qualunque famiglia, nel bene o nel male, è una linea di continuità.

Ho trovato molto godibile, dunque, anche la tua continuità di narrazione, lo sviluppo di temi impostati nel primo capitolo, spostando l’attenzione su Hyoga. Nei limiti del possibile, proverò a non ripetere, dunque, osservazioni già fatte in precedenza – validissime anche qui – per soffermarmi su altri elementi che ho trovato molto positivi. E specifico “nei limiti del possibile” perché, quando l’attenzione cade sulla nostra famigliola siberiana, riesco a stento a trattenermi dallo sproloquiare senza freni.
La verità è che sui complessi edipici di Hyoga sono stati versati fiumi d’inchiostro. Bello, nobile, giusto, lunga vita a Natasha o lunga morte o checchessia, ma il lato della medaglia davvero interessante non è quello materno, bensì il lato del padre – più discreto, meno enfatizzato, ma su cui c’è sicuramente molto, molto di più da dire, come giustissimamente stai facendo tu qui.
Credo che sia stata una scelta molto azzeccata tirare in ballo Mitsumasa Kido in apertura ed il rigetto di Hyoga nei confronti del padre biologico: da una parte, dà spessore all’assegnazione dei panni paterni alla figura di Camus, che è un po’ il fulcro concettuale ed emotivo di questa tua; dall’altra, prepara il terreno all’entrata in scena di Shun, più avanti. Shun (io voglio tanto tanto bene a Shun!), come gli altri bronzini, è sì fratello nel sangue – nel sangue e nel nome di Mitsumasa – ma è anche fratello d’elezione, è amico, compagno d’armi. Quello che Shun non è, tuttavia, è qualcuno che abbia trascorso con Hyoga gli anni più delicati e formativi; non è fratello nella storia di traumi e sofferenze che rende la famigliola siberiana più famiglia di quanto la fratellanza dei bronze (o peggio dei Kido) possa essere. È un paragone introdotto con discrezione, sottobanco, ma che proprio in ragione di questa trattazione sottile risulta efficace.

So che non dovrei ripetermi, ma le mie migliori intenzioni vanno puntualmente a farsi benedire. Posso dunque sdilinquirmi in scuoricinamenti e tanto ammmore per Milo? Mi piace questo Milo sornione che è e rimane uno spirito pratico e la voce del buonsenso nel bel mezzo del marasma di pippe mentali e sragionamenti degli Acquari coinvolti. <3 Mi fa sorridere, Milo, mi fa empatizzare, e gli do assolutamente ragione, ancora una volta, senza se e senza ma. Pover’uomo. <3

In ogni famiglia, in ogni relazione di gruppo, tra genitori e figli, fratelli, maestri e allievi, etc. etc., c’è sempre – e sottolineo: sempre! – un preferito, nonostante i propositi, le dichiarazioni di intenti, o anche la consapevolezza di tutte le parti coinvolte. Chi ha la sfortuna di non esserlo, quel preferito, lo nota, eccome se lo nota, anche quando il preferito ed il preferente stessi possano continuare a vivere nella beata ignoranza.
Dunque, io sono ora estremamente curiosa di leggere cosa ci servirai nei capitoli su Isaac!

Recensore Master

Eccomi!
E finalmente vediamo Isaac! Vediamo in che rapporti era con Camus e cosa è successo. E chissà perché non mi aspetto nulla di buono dalla rivelazione di questo universo alternativo... Sarà perché se ci sta in mezzo qualche cavaliere prima o poi sono guai? Sono troppo curiosa!
Alla prossima!
Katy

Recensore Veterano

Eccomi!
Isaac (esclusa l'insensata parentesi per cui di avventa si Kiki, assurdo) e Camus ((lo zero assoluto non poteva non averlo, Kurumada vaneggia) perfetto, forse troppo emotivo, per un Saint, insicuro della sua grandezza, ma assolutamente un Maestro) sono i miei pg preferiti, con buona pace di Albuccio e Agasha, belli teneri, straordinari, ma nessuno sarà mai come il Saint di Aquarius.
Inarrivabile.
Premesso tutto questo, eccomi a commentare uno dei capitoli che preferisco (anche se la storia tra Camus e Seraphina resta la mia preferita in assoluto).
Ancora una premessa, l'ultima:
"Non era lui. Non era MAI stato lui, quell’allievo eccezionale in grado di compiere imprese eroiche, ben oltre le aspettative" ... Secondo me è Isaac l'allievo perfetto, papero, spostati.

Ecco. Ora posso cominciare.
Il capitolo inizia male, molto male, per Isaac, il Dragone Marino lo ha trovato e sta cercando di curare il suo occhio.
Isaac non è esanime, è in quel limbo tra la vita e la morte e la cosa che sente di più, oltre al dolore fisico, è l'assenza di Camus.
Colui che si prende cura di Isaac possiede un filo di sadismo, gli cava l'occhio, così su due piedi. Va bene, deve salvargli la vita ma, santa marea, povero figliolo, che cosa deve avere provato.
Se solo Camus avesse potuto essere lì, lo avrebbe eliminato.
Ma lui non c'è, nonostante Isaac continui a chiamarlo.
Molto significativo il passaggio
" sai di noi?

“Molto bene, Isaac, pare che tu sia assai devoto al tuo maestro... - il ragazzo sussultò nell’essere chiamato per nome, fremette, non potendo comunque fare nulla per reagire – Purtroppo però devo dirti che non sei, e non sarai più, suo allievo… qualcun altro ha toccato il tuo corpo con la propria effige, non si può più tornare indietro. Questa sarà una nuova vita per te!”
Isaac non è più di Camus, appartiene al Kraken ora e vi apparterrà per sempre (anche io lo vedo come il Kraken, ma lo vedo come una forza che lui porta verso la luce, invece che venirne trascinato verso l'oscurità. Certo Isaac è il Kraken e dominare il Kraken non è semplice, solo Camus riesce a guidarlo, senza Camus il rischio che si perda è elevato, e tu lo confermi).
Il quadro, poi, cambia, ritroviamo il Kraken dopo lo scontro con Hyoga (posso chiamarlo papero? ;) ), ed ecco, in questa parte io dissento dalla storia originale:
"Ma, al di sopra di tutti questi frammenti della sua memoria, vi erano loro, gli occhi indispettiti di Camus, la sua ferma presa di posizione, al fianco di Hyoga, la sua delusione, che traboccava dal vaso di luce del suo Colpo Segreto che aveva passato al Cigno come testamento."
Per me Camus si sarà anche schierato dalla parte di Hyoga, ma solo perché Kurumada ha reso Isaac il cattivo di turno.
La tua storia segue la piega dell'anime, Isaac ha deluso Camus e io ne prendo atto (ma mi dissocio, Isaac! ;) ).
E qui, finalmente, troviamo uno dei miei pg preferiti, condotto da te in modo magistrale. Così dolce, così solida.
Seraphina.
Seraphina che gli dà speranza:
"Era tardi, tardi per tutto.
“Non è tardi, puoi ancora rinascere...”
Seraphina che legge nel cuore di Isaac come sa fare Camus.
"“Non sei una delusione per nessuno, tanto meno per il tuo maestro… - lo rassicurò lei con un ampio sorriso e con le mani di piuma che si ritrovava – A volte capita di fare scelte sbagliate, o di trovarsi schierati in fazioni diverse, capita, è la vita. Ma il bene che ti ha voluto, quello, rimarrà per sempre qui, custodito nel tuo cuore, fino al giorno in cui potrete finalmente riabbracciarvi. Coraggio, Isaac!”
E proprio come lui sa ritrovare il cuore del ragazzo.
L'immagine che segue è una delle più dolci che abbia mai letto su Maestro e allievo. Camus ha appena salvato Isaac e lo tiene stretto a sé, cuore contro cuore, scaldandolo con il suo calore, sebbene Camus sua allo stremo.
È dolce la scena così come il dialogo amaro tra loro, l'altro allievo è perduto e questo è uno dei tanti macigni che Camus porterà sulle sue spalle.
Così stanco da cadere addormentato quando Isaac intona un canto (quello di Seraphina). Il piccolo prima di addormentarsi a sua volta scruta il volto stanco del maestro, poi di addormenta anche lui, cuore contro cuore, come padre e figlio. Che tenerezza.
(E tu vorresti farmi credere che Hyoga sia il Saint di Aquarius!?! Mh... Dubito .. sotto sotto tu SAI che Isaac è una parte del cuore di Camus, anche Aquarius lo sa ;) ).
Isaac resta per molto tempo tra il sonno e la veglia, sente, oltre a Seraphina una presenza vicino a lui, e Isaac conosce molto bene il cosmo che gli sta vicino durante le notti.
Prova a domandarle se lui conosce Camus (certo che lo conosce, e molto bene ;)).
Lei tergiversa, d'altronde sì, conosce Camus, ma quello che sta vicino ad Isaac, in quel momento è Camus, ma con il nome di Degel, certo non è facile da spiegare, tantomeno ad Isaac, così stanco e debole.
Alla fine Isaac, che qui è proprio come lo vedo io, decide che il tempo di capire come stanno le cose è arrivato, raccoglie tutte le sue forze e attendel'arrivo di quello che crede essere Camus, trema all'idea di esserne allontanato, ma ha bisogno di lui, di sentire il suo maestro vicino.
Lo scopre, ma scopre anche che quello è Degel, non Camus, e che Degel è il compagno di Seraphina, in quel luogo perso, fuori dal mondo, dove la luce e il buio hanno una durata lunghissima e non conosce alba o tramonto
Degel co fessa al ragazzo ciò che è accaduto, ciò che condanna il suo mondo e sa di esserne la causa.
Che cosa farà Isaac? Incontrerà Camus?
Mi piace tantissimo questa storia, in particolare questa parte dedicata a Camus e Isaac, e non vedo l'ora di leggere la seconda parte. Li farai incontrare? Riabbracciare?
Io ci spero ;)
A presto e tanti complimenti!

Recensore Veterano
27/04/20, ore 11:52

Все счастливые семьи похожи друг на друга, каждая несчастливая семья несчастлива по-своему diceva Tolstoj, nella sputtanatissima apertura di Anna Karenina. Tutte le famiglie felici sono simili tra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo.



Ed è proprio questo che tu stai mettendo in scena, l’infelicità di quella che è a tutti gli effetti una famigliola (che sia quasi russa, è una coincidenza fortunata, ma puramente accidentale): due pargoli, quasi fratelli, ma anche rivali; un padre, che a conti fatti era troppo giovane ed inesperto, un ragazzino a sua volta, per ritrovarsi responsabile della crescita, dell’educazione e dell’addestramento di due marmocchi, senza dimenticare che alla fine della fiera ne avrebbe pure dovuto scegliere uno ed uno soltanto; e, quasi in appendice,  una specie di patrigno subentrato che ha avuto poche remore in passato ma è adesso in cerca di redenzione. Aggiungasi di contorno che tutti i soggetti coinvolti hanno innegabili e serissimi disturbi della sfera emotiva, ed ecco che abbiamo in tavola una deliziosissima leccornia, praticamente a priori.



Ci sono moltissime cose che mi hanno convinta nell’impostazione che hai deciso di dare a questo tuo lavoro, a cominciare dall’impianto narrativo che alterna tempi passati ed il progredire della narrazione presente. Si tratta di una scelta di articolazione dell’intreccio che a me personalmente piace molto a prescindere, ma credo che in questo caso serva assai bene allo scopo di approfondire l’introspezione sui personaggi guadagnandoci in scorrevolezza e senza sdilinquirsi troppo in piagnistei e fiumi di lacrime – rischio serissimo, con Hyoga in ballo, ché il povero pulcino ha certamente la tendenza al pippone mentale ad a piangersi addosso; non senza ragioni, va aggiunto, giacché tutte le disgrazie capitano a lui ed ai suoi cari, sovente per sua mano, manco fosse il nipote illegittimo della Fletcher.



Ma più di tutto credo che mi abbiano inappellabilmente convinta le tue scelte interpretative di contenuto, ovvero il lato esegetico, di chiarificazione sull’opera originale e sulle dinamiche dei personaggi, che ogni fanfic scritta con criterio dovrebbe avere. La resurrezione di massa è un classico intramontabile in questo fandom ed è sacrosanto. Il perché ed il percome del ritorno alla vita in sé e per sé, sono relativamente irrilevanti; quello che è autenticamente interessante è il dopo, la fase di transito ed il riadattarsi ad una nuova vita. Non posso che sottoscrivere in pieno la scelta di esplorare la fatica del tornare ad essere vivi, del riprendere i conti in sospeso, di ritrovare un proprio posto nel mondo: sono tutti aspetti assai più interessanti e ricchi di potenziale rispetto ai risvolti prosaici dell’ “e vissero tutti felici e contenti”. Ben vengano le paturnie di Hyoga; ben vengano il dolore e lo smarrimento di Camus, ben venga la sua rabbia, la sua difficoltà ad esprimere il proprio amore o a parlare di Isaac; ben vengano le riunioni (sì, domineddio, sì, ché il Santuario non è mica un centro villeggiatura!); ben venga anche questo Kanon che ha sete di redenzione ma, come al solito, ha poco tatto. E ben venga anche e soprattutto Milo (bello della zia!), giustamente incazzato, che ne dice quattro al suo amico, senza mezzi termini, dando voce ai miei pensieri più intimi, coltivati da una vita, a proposito dei due terzi delle azioni di Camus, canoniche e non. Perché Camus ha assolutamente la tendenza a sragionare e a farsi guidare dal cuore piuttosto che dalla logica o almeno dal buonsenso – predica bene, ma razzola malissimo, Camus. E chissà che, in fondo, Camus non veda in Hyoga un’immagine riflessa di sé stesso, come un padre rivede il proprio riflesso in un figlio, con gli stessi limiti strutturali, le stesse inclinazioni, e si gonfia dunque d’orgoglio quando il figlio riesce dove lui ha fallito, superando quei limiti, ed anzi facendo di quelle inclinazioni un punto di forza. Personalmente, credo a tutto.



Una speciale nota di merito va alla conversazione tra Kanon e Camus. L’ho trovata una sezione non solo godibilissima (sì, lo so, il sorriso irriverente di Kanon mi manda in brodo di giuggiole prima di subito, però facciamo finta che sia ancora in pieno possesso delle mie facoltà mentali, eh?), ma anche fondamentale per fornire i tasselli mancanti e chiudere il cerchio sull’analisi della vicenda di Isaac. Perché sì, nel bene o nel male, Isaac è qualcosa che questi due hanno ed avranno sempre in comune, che piaccia loro o meno. Potrei dilungarmi per pagine e pagine sull’affinità, l’analogia profonda, tra Kanon ed Isaac – gli scarti, gli abbandonati, entrambi con un temperamento estremo e l’inclinazione ad annegare il mondo, chiamandola giustizia, talvolta credendoci. Così come potrei  monologare per ore su quanto mi sia piaciuto che Kanon abbia uno sguardo lucido, oserei dire saggio, e dica chiaro e tondo che Camus non ha fallito come maestro né come padre: Isaac è solo cresciuto e crescendo è cambiato; è quello che i figli fanno, è il normalissimo corso della vita.  Mi limiterò a dire: sì, sottoscrivo in pieno.



 



Occhio solo a qualche svista della tastiera – di quelle subdole, che almeno i miei occhietti miopi faticano a scorgere dopo aver fissato lo stesso documento per ore – ma niente di irrimediabile. Esempio:



“..Avresti potuto esserci tu, al suo posto, le qualifiche ce le avevi, la forza pure, ben più sviluppata dell’altro ragazzo, ma, quel giorno, scelsi di salvarlo, e lui, per tutta risposta, ha ammazzato, oggi stesso, colui che consideravi sacro più di chiunque altro… devi sentirti proprio uno straccio...” : ho l’impressione che dovrebbe esserci uno “scegliesti” al posto di quello “scelsi”.



 



Che aggiungere? Posso solo ribadire di aver trovato questo tuo lavoro molto ben concepito e ben strutturato, nonché assai convincete nel taglio esegetico. Nel complesso, è stata una lettura molto godibile che mi ha regalato una piacevolissima serata, per cui sono in dovere di ringraziarti! :)

Recensore Master
25/04/20, ore 00:05

Eccomi, in ritardo..
Capitolo introspettivo e pieno di ricordi.
Camus per quei due bambini non era solo un maestro, ma quasi un padre. I ricordi di Hyoga sono dolci e tristi allo stesso tempo, si nota il forte legame che c'è tra loro, che non si è spezzato, nonostante la tragedia che hanno vissuto con la morte di Isaac.
Sono curiosa di leggere il seguito. Alla prossima!

Recensore Veterano

Ciao cara!
Come ti avevo promesso, eccomi qui anche per questo capitolo, che ho accuratamente suddiviso nella lettura XD 
Inizio dicendo che in quanto a stile, non ha niente da invidiare agli altri due. L'accuratezza e la ricercatezza del lessico si fondono benissimo con una struttura della frase semplice, che non appesantisce la lettura, ma non per questo banale, confermando la maturazione del tuo modo di scrivere che è stata un crescendo esponenziale. Complimenti, spero mi perdonerai la ripetizione, ma come precisazione era dovuta :)
Vengo al contenuto: il capitolo si apre con una sensazione che è improvvisa e devastante quanto quella che sente il protagonista di questa terza parte, ovvero Isaac. L'avevamo lasciato oramai perduto, e lo ritroviamo qui completamente sconvolto, vivo ma estirpato di forza da qualcosa che lui ha sempre considerato fondamentale, ovvero il calore di Camus, dell'amato maestro. Un maestro che, nonostante tutto, tra passato e presente, continua a sentire nelle situazioni di maggiore difficoltà.
Ci hai messo davanti ad un interessante parallelismo tra la prima volta che Isaac si è svegliato, curato da Kanon e risorgendo come Kraken, e quello del presente, da due voci misteriose, da un cosmo che è quello di Camus, deve esserlo...salvo che il lettore sa che non può essere così. Ammetto di aver avuto un po' difficoltà a capire questa parte, anche se iniziavo a sospettare qualcosa dal momento in cui tu hai nominato Seraphina. Seraphina, inevitabilmente legata a Dégel in lost canvas, non poteva essere qualcuno di recente, non si poteva trattare di presente, ma nemmeno di passato in quanto Isacc non avrebbe le ferite che ha. Allora cosa è successo? Grazie alle tue note dell'autrice e finendo di leggere sono riuscita infine a capire, e non so se sono stata sollevata oppure ho sentito il cuore spezzarsi: i parallel hearts in questo caso sono davvero paralleli, quelli di Isaac e Camus, che pur essendo vicini -una vicinanza fittizia fatta dall'aspetto di Dégel e i ricordi di Camus- non si troveranno, perché sono in mondi diversi, lontani, distanti, divisi. E questa cosa mi ha fatto male, tanto, perché l'ho vissuta attraverso la confusione, la rabbia, ma soprattutto la profonda delusione di Isaac. Hai reso fin troppo bene le sensazioni terribili che sente questo ragazzo, ora ho voglia di coccolarlo fortissimo, poverino. 
Insomma, ora sono curiosa di vedere come finirà, ma concordo con te sulla decisione di spezzare in due un capitolo così lungo. Questa prima parte è di per sé lunga, ricca e un po' difficile da seguire, pubblicarla tutta insieme avrebbe un po' danneggiato la lettura, cosa che invece non è accaduto. Insomma non mi resta che rinnovare i complimenti e attendere il prossimo capitolo con ansia. Perdonami se la recensione è venuta più corta, forse con Isaac ho empatizzato meno che con Hyoga e Camus, ma sappi che leggere mi ha fatto comunque piacere :) sicuramente mi ritroverai nel seguito!
Ulvinne

Recensore Master
17/04/20, ore 23:56

Eccomi finalmente per lo scambio!
Introduzione intensa e ricca di avvenimenti, e anche emozioni.
Già si nota quanto siano legati maestro e allievo, quasi un rapporto padre/figlio. Certo sono tutti e due belle teste, a farsi queste s*e mentali (se sapessero che con una s*a mentale è nata la loro dea non so quanto starebbero a farsene più... 😂)
Ma fermiamoci un attimo sull'acquario che si presenta con solo un asciugamano... Chissà perché ma ad immaginarlo mi è venuta un po'di bavetta XD.
Sono curiosa del seguito. Alla prossima!

Capitolo scritto in maniera assolutamente magistrale, ho adorato la parte del rapporto Isaac- Camus, mi si è sciolto il cuore per la tenerezza.
E poi è assolutamente intrigante la comparsa di Degel e Seraphina, danno quel pizzico in più di mistero che non guasta mai. Inoltre mi piace molto la caratterizzazione che hai dato ad Isaac, personaggio un po’ bistrattato nelle fic, ma che io adoro adoro adoro. Niente, semplicemente bellissimo