Recensioni per
Racconti di eccezionale ordinarietà
di Estel_naMar

Questa storia ha ottenuto 73 recensioni.
Positive : 73
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/04/20, ore 17:44
Cap. 1:

Ciao!

È la prima volta che ho l'occasione di leggere qualcosa di tuo, intanto – seppure in ritardo – ti do il benvenuto in questo mondo fatto di storie, cui ti sei affacciata con un progetto che trovo interessante e strutturato!
Iniziando dal titolo, mi piace come Racconti di eccezionale ordinarietà riesca a riassumere il senso ultimo della tua raccolta di stralci di vita: mostri al lettore uno scorcio, qualcosa che non è eccezionale in sé, ma lo diventa nel momento in cui si specchia nel quotidiano dei tuoi personaggi – vite cui trafughi momenti, emozioni, gesti e li riversi su carta.
E mi piace molto l'idea di questa Abigail, il non-personaggio, la narratrice. Amando molto indagare i punti di vista delle narrazioni, ho apprezzato questi tre livelli: l'autrice, la narratrice e i personaggi, con la seconda a fare da anello di congiuzione tra i vari racconti di questa raccolta – in tal modo immagino tu intenda rendere lo stile omogeneo, perché la voce che parla al lettore e sbircia i vari personaggi è sempre e solo una.
È poi bella l'idea che i titoli della raccolta altro non siano che i nomi dei protagonisti del racconto, focalizza ancora di più l'attenzione sul singolo personaggio, sulla sua introspezione e sul suo momento di vita.

La tua Andrea, che apre il progetto, è una ragazza come tante altre, e in questo c'è tutta l'ordinarietà promessa dal titolo. Una ragazza come tante altre in un momento come tanti altri, impegnata a districarsi tra sentimenti e paure.
Procedendo al contrario, commento prima la conclusione perché mi ha stupita! La piega malinconica che accompagna l'intero testo mi aveva convinta che non vi sarebbe stata alcuna svolta nel finale, che Andrea sarebbe rimasta lì a rimuginare mentre intorno a lei echeggiavano le risate degli amici. E invece a sorpresa arriva Gabriele e per i due c'è un piccolo spiraglio di lieto fine. Condivido la scelta del finale aperto, che fotografa nel miglior modo possibile i pochi attimi di vita cui ha accesso Abigail, che non è onnisciente e pertanto non conosce il futuro – né le interessa, in realtà, perché il suo scopo di esaurisce assieme al momento catturato e raccontato.
È una focalizzazione interessante, quella di questa narratrice esterna che non sa nulla oltre ciò che vede e sente, cui non importa di seguire i personaggi che popolano le sue storie, perché sono stati speciali per un istante solo, tutto il resto non ha ragione di essere indagato.

Arrivando allo stile, ammetto che anche io (e dico anche non perché abbia letto le altre recensioni, ci mancherebbe!, ma per la nota inserita a fine testo) ti avrei detto che ho trovato i dialoghi un po' artificiosi, però compresa l'idea che ti ha guidata nello strutturarli così complessi non mi sembra il caso di soffermarmi su questo aspetto specifico – è sicuramente una scelta stilistico-lessicale coraggiosa, perché trasporti tutto il cuore del racconto nei dialoghi, che sono il momento emotivo del racconto. Personalmente, credo che se fossero stati più incastrati nel tessuto descrittivo – cioè una maggiore alternanza tra discorso diretto e indiretto – avrebbero potuto coinvolgermi ancora di più, perché un po' avrei ascoltato la voce dei personaggi e un po' quella di Abigail, intenta a spiegarmi la storia che c'è dietro (e che arriva in conclusione). Ciò non toglie, comunque, che la struttura stilistica del racconto sia coerente a se stessa e ben sviluppata: il testo è una lettura piacevole e chiarisce quanto tu sappia destreggiarti con le parole!
Non leggo spesso originali qui sul sito, ma il genere introspettivo è in generale il mio preferito, quindi questa è stata una bella lettura. Soprattutto, come credo si sia intuito, mi è piaciuto conoscere Andrea, la sua storia e ho sorriso assieme a lei quando, malgrado tutti i dubbi e timori che la vedono protagonista (tra l'altro, emozioni e sensazioni davvero realistiche e per questo vivide), ha il suo piccolo momento di pace – almeno per un'altra volta, citando la tua conclusione!
Complimenti!

Rosmary

Recensore Master
16/04/20, ore 14:10
Cap. 2:

Ciao! Sono qui per l'ABC delle recensioni del Giardino :)
Ho scelto questa storia perché non sono una grande amante del fantasy, è un genere che tendo a evitare. Al contrario, però, l'introspettivo è fra i miei preferiti. 
Dunque, conosciamo subito Max e Annie, il loro primo incontro mi ha subito fatto venire in mente una poesia che amo di Baudelaire (A una passante), anche se non è esattamente la stessa cosa. Però il modo in cui lui la vede, la nota, e poi l'ha subito persa di vista, me l'ha ricordata. Anche se qui, diversamente dalla poesia, i due avranno modo di approfondire la loro conoscenza grazie a un'amica in comune che gli fornisce i contatti. Così Max la contatta e iniziano a parlare. Max è davvero interessato a conoscere la schiva Annie, così prima di andare via da Roma decide di chiederle di uscire... ma Annie gli dà buca. Non me lo aspettavo, non è una svolta da storia d'amore, e anzi ero sicura che alla fine Annie avrebbe accettato d'incontrarlo quella sera stessa. A quel punto ero già certa che le cose fra i due non potessero migliorare, e invece mi hai sorpresa di nuovo. La storia degli audio è geniale per chiarirsi un po' le idee, alla fine Annie sta al gioco e a Max lei interessa sempre un po' di più. Mi è piaciuta la scelta di descrivere la sua camera, in questo modo sei riuscita a far emergere dei tratti di se stessa e della sua vita e a caratterizzarla meglio. Ciò che mi ha spinta a proseguire la lettura, davvero incuriosita, è questo suo essere schiva. Mi sono fatta mille congetture sul perché non volesse accettare l'invito di Max: ansia sociale? Timidezza? Non è lei la ragazza delle foto e Cassandra lo ha imbrogliato? Ho anche pensato "e se fosse muta?" e poi ho scoperto che no, parla. Mi rendo conto di quanto posso sembrare squilibrata nel fare queste congetture, ma davvero non capivo perché trovasse tutte quelle scuse. La risposta, alla fine, si è rivelata più semplice di quanto pensassi all'inizio. 
Iniziano finalmente a trovare i loro punti in comune, tipo l'amore smisurato per Il signore degli anelli. 
Annie sta per dargli buca nuovamente, quando invece si convince e sfruttano l'ultimo giorno che hanno a disposizione, per il momento. A questo punto ho esultato, finalmente. 
Il primo incontro nei due alla fine non va affatto male. Ci sta che lei sia un po' tesa, ma penso che Max abbia dato il meglio di sé per farla sentire a suo agio. E alla fine hanno dimostrato di avere un sacco di sintonia, li ho trovati molto dolci e ho iniziato a shipparli da praticamente subito. Mi ha fatto tristezza sapere che poi però non si sarebbero più visti, vista l'imminenza partenza di Max. Alla fine scopriamo anche perché Annie ha rifiutato più volte di uscire, e chissà che se non avesse accettato subito e avessero avuto più tempo le cose non sarebbero poi andate diversamente. 
Ci sono rimasta malissimo per il finale, non te lo nascondo, mi hai davvero resa triste, visto il bel rapporto che avevano instaurato pensavo che nonostante la distanza sarebbe durata... e invece no. Mi hai spezzato il cuore, seriamente. Però ci sta come finale, alla fine non tutte le storie d'amore, nemmeno quelle iniziate così bene, finiscono altrettanto bene. E hanno avuto modo di conservare un bel ricordo l'uno dell'altra. 
Quanto a errori, l'one-shot è quasi perfetta. Non mi piace molto come suona questa frase: "Mi rispose, dopo non troppo tempo, il suo nome era Annie, per l’appunto", la cambierei così: "Mi rispose, dopo non troppo tempo; il suo nome era Annie, per l'appunto." oppure "Mi rispose, dopo non troppo tempo. Il suo nome era Annie, per l'appunto".
Le D eufoniche non sono usate in modo troppo corretto: "bias od associazione" -> o associazione. La D va inserita solo quando la vocale è la stessa (ed era va bene, ed aveva no), a eccezione della D dopo la O, che invece non andrebbe messa mai. 
"Si, è letteralmente" -> sì, perché non è pronome riflessivo, ma è l'avverbio di affermazione, te lo correggo ma in realtà, poco dopo, hai inserito l'accento quindi presumo sia solo una svista.
In conclusione, l'one-shot mi è piaciuta davvero tanto, complimenti ^^
Alla prossima!
fumoemiele

Recensore Master
16/04/20, ore 10:14
Cap. 3:

Ciao, cara! :)
Questa storia mi è piaciuta davvero moltissimo per l'attualità del tema, che molto spesso non viene trattato nel giusto modo e a cui non viene dato il giusto peso, perché spesso viene preso come un capriccio, una richiesta di attenzione, senza invece capire che si tratta di una malattia psichiatrica, distruttiva tanto per il corpo quanto per la mente.
Ho davvero apprezzato il fatto che tu abbia deciso di rivolgerti direttamente al lettore, come se stessi andando oltre lo schermo e dialogando con lui: questo ti ha permesso di cancellare le distanze e di coinvolgere chi stava leggendo, di renderlo partecipe anche emotivamente alla triste vicenda di Yashal, una vicenda che, per molti versi, al di là della malattia, tocca un po' tutti.
Il suo approccio con la bilancia è stato quasi casuale, in un'età in cui si comincia a guardare agli altri e a paragonarli con se stessi, in cui si necessita di sentirsi inclusi e accettati e la diversità, il difetto vengono respinti e allontanati.
Quello di Yashal è statpo un processo lento, un percorso di logoramento che è iniziato piano, inconsapevolmente, e che è stata una concomitanza di fattore: la situazione familiare, quelle frasi buttate lì dai familiari, magari dette per scherzo o senza malizia, ma che l'hanno toccata nel profondo, quelle derisioni da parte dei compagni di classe e del ragazzo che le piace. Tante piccole cose, che prese singolarmente non sono nulla, non significano niente, ma che tutte insieme sono andate a creare un serio problema.
Yashal ha vissuto vari momenti della sua situazione, momenti in cui si è resa anche conto della soggettività di ciò che le veniva detto. Lei era grassa, ma grassa per chi? In relazione a cosa? A canoni imposti da chi? Sua madre voleva metterla a dieta, ma perché?
Insieme a questi momenti, però, ha vissuto anche istanti più bui, periodi in cui si è approcciata al cibo in tutte le maniere negative possibili: non mangia perché è naturale, o anche solo per il piacere di farlo, mangia per sfogarsi, e poi dimagrisce per tentare di raggiungere quei canoni di perfezione imposti dalla società, e poi non riesce a non mangiare e deve quindi vomitare fuori l'errore che è. Gli approcci di Yashal con il cibo sono vari, diversi nel corso della sua giovane vita, di quel periodo dell'esistenza che è l'adolescenza. Sono vari ma mai sani.
Yashal si reputa debole, debole perché non riesce a farsi scivolare addosso quei commenti, quei pareri, ma, come si rimarca lungo tutto il racconto, è molto più di questo. Il suo problema, infatti, ha origine nella famiglia, in quelle persone che per lei sono tutto il suo mondo e punti di riferimento, soprattutto in un'età come la sua. Inizia dalla separazione dei genitori, dallo zio che commenta ironicamente il suo mangiare tanto, da suo nonno che le dice di non esagerare, le amiche che commentano di essere grasse, quando sono oggettivamente più magre di lei. Comincia con tutte queste piccole, insignificanti cose, che però lei non riesce ad accantonare. Non direi che si tratta di debolezza, quanto piuttosto di ricerca di approvazione, di tenere in considerazione ciò che le persone importanti dicono. Sta nella perdita dell'autostima, e nel tentativo di riguadagnarla diventando adatta per quelle persone che ora la criticano. E non sempre quelle critiche sono fatte con cattiveria, o non mirate al suo benessere: a volte sì, ma non sempre, solo che lei a un certo punto non riesce più a vederla. Non riesce più a distinguere, e tutto diventa un rimarcare quanto sia inadatta e quanto sia sbagliata e imperfetta.
E il suo inseguimento di quel canone, di quella perfezione, è solo illusorio, perché non riesce mai a essere ciò che vuole, ciò che deve per essere quello che gli altri vogliono che sia. La sua è una corsa vana, che non la porta da nessuna parte se non alla sofferenza e all'autodistruzione. E la grande contraddizione di ciò che vive è proprio questo: lei fa tutto ciò per essere accettata, è per quello che ha iniziato, ma allo stesso tempo vuole sparire, vuole essere invisibile per non sentirsi più dire che non è abbastanza. Vorrebbe essere vista secondo quegl'irraggiungibili canoni di perfezione, ma al contempo non vuole essere vista.
Eppure nulla è perduto (anche se con questa malattia spesso purtroppo lo è davvero), perché lei può lottare, può riprendere in mano la sua vita e scoprire che c'è molto di più di quello che pensava, molto altro, cose che sta perdendo per inseguire un ideale che non può essere raggiunto, per inseguire un'illusione distruttiva e alienante. Yashal, che ha la speranza nel nome, è ancora in tempo per salvarsi, per poter lottare e tornare se stessa. Lei lo sa, lo sente, e un giorno forse troverà la forza e la motivazione necessarie per perseguire questa strada.
Questa storia è davvero coinvolgente, profonda, potente, e piena di verità. Hai trattato davvero molto bene il tema, hai scavato a fondo nella mente di una persona affetta da questa malattia, l'hai trattata con rispetto e maturità e non l'hai sminuita; hai evidenziato quelli che sono i motivi che spingono qualcuno a cadere nel baratro dei disordini alimentari e lo hai fatto parlando al lettore, spingendolo a riflettere su una tematica attuale, eppure troppo spesso poco considerata.
Sei stata davvero bravissima, questa fin'ora è la mia storia preferita di tutta la raccolta.
A presto :)

Recensore Veterano
15/04/20, ore 15:45
Cap. 3:

Ciao, eccomi per lo scambio del giardino :)

Sono rimasta senza parole fin dall’intro, che mi ha catturata in modo incredibile. Lo stile fin da subito si presenta come elevato, di una purezza tale da sembrare appartenere ad un altro mondo. Il lettore è trascinato in una realtà altra e più alta di quella in cui si trova, come sublimata.

Mi ha molto colpito questo passaggio:
“la mia denuncia ed il più grande augurio che posso porgerle.” Mi sembra che sottolinei come le parole di questo racconto siano tutto ciò che può dare a Yashal, ma allo stesso tempo non sono qualcosa di sterile, anzi, pare che venga sottolineato il grande potere che hanno le parole.


“Ebbene, vi è mai capitato di sentirvi bloccati?”
Leggendo questa parte ho particolarmente apprezzato l’idea di partire da qualcosa che tutti possono capire in modo da coinvolgere maggiormente il lettore.
Il fatto che ci venga detto come questa sensazione debba essere elevata alla potenza ci fa capire la sua vastità, altrimenti inimmaginabile per chi non prova una cosa del genere.

Il primo approccio di Yashal con la bilancia è tanto più triste quanto lei è giovane. La delicatezza di quest’età amplifica aspettative e delusioni e rende tutti più sensibili.

Mi piace che la storia proceda con apparente calma. Dico “apparente” perché in realtà nessun passaggio è inutile e ogni frase ci aiuta a chiarire sempre di più chi sia Yashal (anche se questo a fatica) e l’ambiente che le sta attorno. Non capiamo chi sia Yashal perché scopriamo molto di più di quello che si dice di lei piuttosto di quello che lei pensa di sé.

“Il lavoro che da fare su se stessa è immenso” mi è sembra ci sia una svista in questa frase :)

“sei così troppo da non essere abbastanza” : Questa frase ha riassunto tutto quello che ho letto fino a questo punto e mi sembra una descrizione efficace di come si senta Yashal. In modo conciso si esprime la sensazione di inadeguatezza della protagonista, una sensazione così dolorosa e all’apparenza irrimediabile.

Mi è piaciuta la ripresa del significato del suo nome alla fine, come una sorta di racconto circolare. Credo che i nomi siano un aspetto molto interessante di una persona, soprattutto di una “persona letteraria”, quindi mi è piaciuta la rilevanza che hai voluto dare fin dall’inizio (anche con l’accostamento al nome Estel).

Essendo un racconto introspettivo, ho apprezzato la scelta di usare font diversi. L’ho percepito come un modo di esprimere diverse intonazioni che si sarebbero potuto perdere in un testo scritto rispetto ad uno recitato.

Devo dire che per ora il mio racconto preferito rimane “Max e Annie”, perché credo che in quello tu sia riuscita a raggiungere un ottimo equilibrio di avvenimenti e introspezione. Infatti pur non essendoci esplicita introspezione, c’era comunque un’attenzione alle emozioni che guidano i personaggi e li portano a compiere scelte nella loro vita, scelte tali da non farli più rincontrare.
Come hai scritto nell’introduzione, “Yashal” è un testo diverso, che parla del “fuori” solo in riferimento al “dentro”. Tutti gli eventi che si raccontano sono solo espressione o causa di quello che accade nell’interiorità della protagonista.

In generale, si è trattata di una lettura interessante, mi ha fatto piacere che tu abbia voluto trattare queste tematiche più delicate (credo che l’approccio di uno scrittore sia spesso più interessante e coinvolgente di quello di un esperto) e sono curiosa riguardo al prossimo scritto! :)

A presto,

M.

Recensore Veterano
13/04/20, ore 19:05
Cap. 3:

Ciao cara, ben ritrovata!
Mi accingo a recensire l'ultima storia della tua raccolta e devo dire che per ora è sicuramente la mia preferita.
Il tema che hai deciso di trattare è più attuale che mai e credo possa toccare un po' tutti. Perché diciamocelo, chi non si è mai sentito all'altezza della situazione? Penso che tutti, grandi e piccoli, alti, bassi, magri e non, si siano almeno una volta nella vita sentiti...inadeguati.
Come hai giustamente evidenziato in questo racconto, l'ansia di piacere e di integrarsi è più umana che mai, e soprattutto negli anni di scuola (maledette scuole medie!) può diventare un vero incubo. Lo ammetto, mi sono totalmente immedesimata nella protagonista: all'improvviso, quasi per caso, ti viene fatto notare che non rispetti i canoni imposti dalla società, che sei "sbagliato" e inizi a comprendere davvero quanto il mondo possa rivelarsi un posto inospitale e cattivo.
Tra i banchi di scuola si inizia a formare la nostra individualità, iniziano le prime cotte, nasce in noi il desiderio di piacere ed essere amati e cominciamo a vederci non più come bambini ma come giovani donne e uomini.
Hai descritto in maniera molto realistica e delicata i sentimenti della protagonista, la sua sofferenza, la rabbia e il suo senso di solitudine, tipiche di quell'età, in cui non si trova conforto nemmeno nell'appoggio dei genitori e dei parenti. Trovo che tu abbia fatto una scelta molto coraggiosa nel decidere di trattare questo tema senza peli sulla lingua e senza quel paternalismo tipico di chi guarda al problema con superficialità e ignoranza, limitandosi a puntare il dito contro e giudicare.
Complimenti davvero, spero di tornare a leggere presto qualcos'altro di tuo perché, come ho già detto in precedenza, apprezzo molto il tuo modo di scrivere e, a differenza di molti altri autori che mi è capitato di leggere, hai già una "tua voce", che merita di essere ascoltata.

Zobeyde

Recensore Master
13/04/20, ore 18:25
Cap. 3:

Bongiiii, eccomi! e con questa concludo momentaneamente la raccolta ^^, fino al prossimo aggiornamento.
Bello tosto questo capitolo, urca! Per prima cosa ti tranquillizzo, credo che tu lo abbia trattato assolutamente con tutto il tatto dovuto, di questo non preoccuparti.
In certi punti la lettura è stata quasi un pugno nello stomaco, tanto viene facile immedesimarsi con questa ragazza: è un ritratto decisamente attuale, ma che sarebbe comunque potuto esserlo (attuale) anche diversi anni fa: la difficoltà nel cercare di integrarsi è un qualcosa che esiste da sempre e che si radica sull'ancora più difficile capacità di accettare se stessi. Ne so decisamente qualcosa, pur, per fortuna e grazie anche a una famiglia meravigliosa, senza mai essere sprofondata in uno dei due estremi (ma ho amiche che purtroppo lo hanno fatto, e stargli accanto è tosta, come camminare su un terreno minato.)
Ho ritrovato un pezzettino di me stessa in ogni punto della storia, ed è stato interessantissimo confrontare le mie reazioni con quelle di Yashal, ma senza giudicare in alcun modo, nè ritendo le une migliori delle altre.
La conclusione chiarisce la cosa veramente importante, al di là come dici tu del mero dimagrimento o ogni altro tentativo di migliorare noi stessi, esternamente: prendere finalmente coscienza che spesso è il modo in cui noi guardiamo noi stessi a essere sbagliato. La sfida sta nel cambiare quello sguardo ed è la sfida più grande che Yashal dovrà affrontare e per la quale non possiamo fare altro che augurarle buona fortuna...

Ti ringrazio per questi tre capitoli, sono stati veramente interessantissimi, piacevoli da leggere e pieni di spunti ♥
Spero di poter tornare presto a leggerne un altro!!
Nel frattempo, ti abbraccio :-*

Bennina

Recensore Master
12/04/20, ore 21:02
Cap. 2:

Ed eccomi per lo scambio del giardino.
Ecco un altro racconto di una situazione quotidiana in cui tutti possiamo trovarci: questa è la storia di Max, un giovane universitario che torna alla città natale per un po' e dopo essersi fatto convincere da Cassandra prende il numero di questa Annie e inizia a conoscerla messaggiando. Questa Annie subito lo prende molto, anche se lei è alquanto restia dal farsi vedere e sentire, tanto da far sospettare che sia tutto uno scherzo, e ammetto che per un momento l'ho pensato pure io, tanto che mi faceva pure venire il nervoso per le scuse che lei trovava. Ma finalmente, proprio la sera prima che lui riparta per tornare a Roma lei acconsente e i due finalmente si vedono, passando una notte fatta di chiacchiere, massaggi e cicche.
Tutto carino e perfetto ma...ecco i finale dolceamaro che "rovina" il momento magico: sono passati cinque anni e i due si sono persi di vista e non si sono mai più visti e sentiti, chissà come mai. probabilmente non era destino ma rimarrà solo un dolce ricordo di un esperienza che nessuno dei due dimenticherà, almeno non Max, Annie chi lo sa.
Per lo stile intanto mi complimento per aver messo un htmail, quello nel capitolo precedente era davvero fastidioso, ora si legge molto meglio, anche perché così lungo e appiccicato come quello di prima sarebbe stato mooolto difficile leggerlo xD,come scrittura è fluida è leggera quindi nulla da ribattere.
Ti faccio i miei più sinceri complimenti, ti auguro buona pasqua e alla prossima, ciaoo.

Recensore Veterano
11/04/20, ore 21:29
Cap. 1:

Bongi, eccomi finalmente!!! ^^ Innanzitutto, scusami se passo a commentare così tardi ma posso dire che sono stata occupata – tanto – con lo studio, quindi ho spalmato (???) le recensioni lungo tutta la settimana. Tuttavia, sappi che non vedevo l'ora di leggerti, perché – come ti avevo detto – avevo adocchiato questa raccolta già dalla volta scorsa! Fatta questa premessa, bando alle ciance e ciancio alle bande.
Inizio dalla fine (dalle note d'autrice) perché ho apprezzato la scelta di voler narrare tutto da un personaggio diverso, che sia presente e che non lo sia al contempo. Un po' come nei libri di Sherlock, dove a parlare non è il protagonista ma l'aiutante. Okay, non è proprio la stessa cosa ma comunque lo ricorda. Il che va bene, visto che in letteratura esiste anche questo tipo di narrazione.
Passando invece all'inizio (evviva le ripetizione stasera!) del racconto, sappi che io ho sempre amato l'argomento amicizia, quindi vederlo trattato con l'attenzione che merita mi ha riempito il cuore di gioia. E poi, vogliamo parlare del fatto che tu ha inserito l'amicizia tra un ragazzo e una ragazza? Finalmente! Grazie! Il mondo ne aveva bisogno! Perché nessuno ci crede mai e sono stanca di questa convinzione non vera. Tutto ciò per dirti che questa raccolta mi ha già conquistata.
Allo stesso tempo, però, mi è piaciuto vedere come l'amicizia si sia amalgamata con un'altra tematica: l'amore. Entrambe hanno un ruolo importante ma l'una non esclude l'altra e, sopratutto, sono allo stesso livello.
La nota romantica non stona affatto perché l'introspezione fa da padrona, quindi hai centrato in pieno il genere della storia. Per questo, come avrai visto (forse?), ho inserito la raccolta tra le seguite!
E niente, ora scappo e – come sempre – non vedo l'ora di rileggerti!

ayu

Recensore Master
11/04/20, ore 20:30
Cap. 2:

Carissima,
tornare da te è sempre un'esperienza così umana da far vibrare.
Ogni volta tocchi corde dell'animo umano che mi spiazzano, ma anche situazioni di vita che accadono, possono accadere, a chiunque. Dando poi un epilogo che è di certo dolceamaro, ma è decisamente realistico. la vita è fatta di felicità e tristezza, di scelte sbagliate e giuste, di occasioni perse e trovate ma che implicano sempre il dover perdere qualcosa.

Annie ha avuto paura, Max aveva coraggio per entrambi ma non è bastato. In una società come la nostra c'è la possibilità di poter allargare le conoscenze, estendendole da altre parti, sia al di fuori della nostra città che dentro, trovando qualcuno che è affine in qualcosa e che probabilmente, senza questi potenti mezzi, non avremmo mai incontrato. Ma è l'ignoto a spaventare, l'idea non solo della delusione ma del fatto che possa funzionare. Forse è qualcosa che mi appartiene, ma tendo ad essere sempre abbastanza diffidente nei riguardi della felicità. Quando incontro qualcuno con cui mi trovo bene ho sempre paura che la fregatura sia dietro l'angolo, dunque ci metto un sacco a fidarmi e dunque mi fa paura trovarmi in sintonia con le persone per paura di perderle, e credo che Annie abbia avuto lo stesso problema. Con Max hanno fatto vari passi, dallo scriversi ai messaggi vocali, ecc. fino ad arrivare a vedere proprio nell'ultimo giorno possibile, come se Annie potesse dunque controllare la cosa, metterla subito in uno stato hiatus che la fa stare più tranquilla, sì... ma che quando scopre l'affinità con Max, il rispetto che lui le riserva, si rende conto di che grosso sbaglio ha fatto a ridursi all'ultimo momento. Sa già che è stata una perla tra tante giornate uguali, anche se le precedenti sono state arricchite dalla presenza del ragazzo, che ha sperato, espansivo com'è, che tutte quelle similitudini, quelle affinità, potessero convincere Annie tanto quanto avevano convinto lui...
Rimane dunque solo un ricordo di giorni arricchiti l'uno dalla presenza dell'altro e una felpa condivisa, che Max forse non rivedrà mai più.
Un altro finale dolceamaro che ho amato tantissimo, che mi ha coinvolta, e mi sono sentita vicina ad entrambi non riesco a biasimare totalmente Annie, anche se la sua occasione così è davvero persa.
Come sempre dialoghi meravigliosi, impostati nel realismo più incantevole e, la storia, di nuovo mi ha conquistata ♥
complimenti e a presto,
Miry

Recensore Master
11/04/20, ore 19:03
Cap. 3:

Ciao Estel,

Anzitutto scusami se passo con questo ritardo. Il lavoro smart-working di nome ma non di fatto, mi ha assorbita particolarmente e la tua storia meritava attenzione, dato che l’argomento è ostico e piuttosto pesante da trattare. Tra l’altro trovo interessante l’assenza di dialoghi, non mi è pesata affatto perché ho trovato il tutto molto fluido e scorrevole. Le vicende di Yashal fanno male perché figlie di un malessere che tutte noi affrontiamo (ma vale anche per i maschi, come insegnano gli studi in merito). Il modello di riferimento cui bisogna aspirare (giovinezza, bellezza, peso corporeo) che rappresenta la prigione entro cui veniamo intrappolate e che non tiene conto anche della diversità di ognuna (discorsi spinosi: gli antichi dicevano mente sana in corpo sano e solo un medico e non uno zio può dirci se stiamo bene perché lo specchio è ingannevole e la nostra percezione fallace).

La vita di Yashal è effettivamente talmente ordinaria e tipica che chiunque potrebbe specchiarvisi dentro e trovarsi: adolescente sovrappeso che scarica anche le frustrazioni di un divorzio che non può non toccarla – razionalmente una coppia si separa, irrazionalmente un figlio non vorrebbe mai assistere a un momento del genere – affronta i giudizi calandosi sempre più giù in una china di dolore e insicurezze che culmina nella serata al concerto; i rinforzi negativi rafforzano la percezione errata che Yashal ha di sé come persona (siccome ho il corpo così nessuno mi può amare) che è un terribile falso, ma che è anche un ragionamento che si fa fin troppo facilmente.

Toccanti i pranzi con i parenti motivo di fughe e lacrime, il confronto impietoso con gli altri e anche questo narratore che non vuole giudicare, ma mostrare il percorso di Yashal auspicando una presa di coscienza e un’accettazione di sé migliori – promettendole che si può essere felici anche senza ossessionarsi dall’aspetto fisico – che poi adesso il trend è di essere inclusivi anche chi ha taglie forti e simili, ma il problema che affronti in questa shot molto adulta vent’anni fa era ancora più grave perché se ne parlava meno – non è l’essere magri, è qualcosa di più profondo, come indichi nel testo. Che lei possa davvero star bene - che nessuno debba più stare male.
Un saluto,
Shilyss

Recensore Master
11/04/20, ore 14:21
Cap. 2:

Ciao cara, ero ben curiosa di leggere uno dei tuoi racconti perché devo dire che già l’introduzione prometteva bene: ogni capitolo infatti non è altro che uno sguardo della vita di una persona (o più persone forse, come in questo caso) che Abigail incontra per caso e a cui dà la parola per il tempo appunto di un racconto.
Ma veniamo alla oneshot vera e propria. Il commento che ti lascio risente dell’impressione finale che la lettura mi ha lasciato nel complesso ed è per questo che la primissima cosa che mi sento di dirti è che mi sono emozionata moltissimo. Devi sapere che, come forma mentis, sono attratta dalla profondità della quotidianità, dalle situazioni che restano in bilico e soprattutto dalle possibilità che rimangono eternamente aperte (devi sapere che ci ho scritto un romanzo in proposito, quindi figurati quanto questo tema mi sia caro!). Ecco perché questa storia nella sua semplicità (perché di fatto ciò che racconti è qualcosa che potrebbe accadere tutti i giorni a tutti) mi è arrivata davvero dritta al cuore come un proiettile.
La trama è quella di una storia d’amore in potenziale: Max e Annie si conoscono via telefono grazie allo zampino di un’amica in comune e cominciano pian piano a conoscersi. Di questa conoscenza ho apprezzato molto la naturalezza e la credibilità del suo sviluppo: l’attrazione infatti nasce non immediatamente, ma attraverso la costanza delle interazioni e la scoperta di punti in comune, come l’essere un po’ nerd e soprattutto il Signore degli Anelli. Ogni messaggio, ogni esitazione e ogni parola ricalca perfettamente la realtà: così vediamo la prima scusa di Annie per non vederlo (un po’ per imbarazzo, un po’ per paura), il timore di Max di avere di fronte una persona che non è chi dice di essere o che si tratti di uno scherzo della sua amia, e anche tutta l’ansia anticipatoria prima di decidere di mandare un messaggio vocale e di rivelare qualcosa. Mi ha fatto particolarmente sorridere questo momento:  dovevo solo buttarmi e incrociare le dita: «Però, in tutto questo, preferisco Il Signore degli Anelli.», ecco, lo avevo detto. O la va o la spacca. In questa semplice riflessione che fai fare al personaggio c’è tutto quel mix di aspettativa e agitazione tipica del tentare di voler far colpo su qualcuno ma allo stesso tempo volere che quel qualcuno apprezzi noi stessi per come siamo.
Max si invaghisce in fretta e se ne stupisce lui stesso perché non gli era mai successo prima e forse al fatto che possa succedere non ci crede molto, eppure hai saputo gettare con pochi passaggi delle basi solidissime per questo sentimento. Mi sono sentita da lettrice completamente coinvolta. Quando finalmente si incontrano è un po’ come se fossi stata anche io con loro e, come Max, ho apprezzato la semplicità con cui lei si è presentata. Trascorrono l’intera serata e notte insieme a parlare, scoprendo di avere la stessa complicità di quando parlavano per telefono. Si avvicinano anche fisicamente tramite i massaggi e hanno anche modo di parlare della particolarità della situazione e, indirettamente, dei sentimenti strani che si ritrovano a provare l’uno per l’altra. “Devi lasciarti stare tra le mie mani”: questa frase, detta da Max mentre Annie sembra ritrarsi fisicamente al contatto, è davvero bella e evoca un’immagine bellissima. L’atmosfera sarebbe perfetta per un bacio ma quel bacio “rimane sospeso nell’aria” e rimane un’altra potenza mai diventata atto.
Il finale è la cosa che fa più male. Fa male perché tutta la bellezza che abbiamo visto finora scompare – e non perché uno dei due ha una tragica fine o perché vengono ostacolati da qualcosa di insormontabile. Ma semplicemente perché la vita prende un altro corso: non succede nulla, è questo che rovina le cose. Fa male che non si siano più rivisti ma che Max stia ancora pensando a lei; fa male come lui abbia tenuto la sua felpa, quella stessa che  era la sua “preferita” e quindi “un onore e un onere” avere, ma che poi l’abbia persa. Continuiamo ad esser lì, a fluttuare nel marasma delle eventualità che non abbiamo percorso, delle scelte che non abbiamo compiuto, a metà tra il rimpianto delle occasioni perdute e la speranza di quelle che così facendo abbiamo potuto accogliere. In questa frase c’è tutto il senso di questo testo e descrive davvero perfettamente quel senso di incompiutezza che il non essere degli eventi e le domande eternamente aperte possono suscitare. C’è tutto ciò che fa male.
Il racconto mi ha davvero colpito e mi ha ricordato come tipo di suggestione “Le notti bianche” di Dostoevskijh (ti sto facendo un super complimentone dato che amo quel libro ahah). Lo stile è incantevole: le frasi sono della lunghezza giusta, le parole scelte con cura, la punteggiatura usata perfettamente e, in generale, la lettura è molto fluida. Hai una proprietà di linguaggio molto ricca e alcune scelte lessicali mi hanno colpita particolarmente come ad esempio l’espressione “associazione euristica”.
Non ho trovato nessun errore grammaticale e neanche refusi; l’unica cosa che ti segnalo è la forma dei dialoghi da un punto di vista tecnico. «Ciao.»,  - se la frase continua non va il punto all’interno delle virgolette e in ogni caso non possono stare insieme due segni di punteggiatura (il punto e la virgola in questo caso).
Davvero ho amato questa lettura, sono felicissima di averti conosciuta come autrice. Complimenti, mi hai un po’ distrutto il cuore ma grazie lo stesso ahah
Alla prossima! Un bacio!

Recensore Veterano
10/04/20, ore 16:44
Cap. 1:

Cara,

l'incontro con il tuo primo racconto di eccezionale ordinarietà è stato piacevolissimo. Anzitutto, ho trovato interessante la tua scelta di interporre tra te e il racconto un narratore che sia in un certo senso un altro personaggio, forse anche lei con la sua personale storia di vita. Ma ciò che ho apprezzato di più è stata la scelta di raccontare con tanta semplicità e delicatezza una storia qualsiasi, ma a suo modo speciale. Ognuno di noi vive momenti eccezionali, pur nell'ordinario, ed è sempre un piacere leggere storie così, senza alcuna pretesa se non "raccontare" e farlo bene, col fine ultimo, il più prezioso, di arrivare al lettore. La storia di Andrea è la storia di una ragazza forte e intraprendente, che pur essendo uno scricciolo, decide di lasciarsi tutto alle spalle e trovare la propria strada in un'altra città. E' questa città che le regala una storia d'amore travolgente e totalizzante, una di quelle storie che molti non vivranno mai. Eppure, questa storia perfetta sembra non reggere al peso della distanza, non perché l'amore non sia sufficiente, ma per le paure e il peso dell'assenza dell'altro.

E' una storia straordinaria nella sua ordinarietà e la conosciamo attraverso le chiacchiere tra due amici ( un espediente che ho apprezzato!), attraverso un confronto fatto di comprensione e consigli amari, necessari. 
Il finale, dolcissimo e inaspettato, fatto di timidezza e gioia nel ritrovarsi è stato come una carezza e tu sei stato molto puntuale e realistica nel descriverlo.
E' stata una lettura fluente e piacevolissima, pregna di quell'introspezione che tanto ricerco nella lettura.

Lieta di esser passata di qui,
Woodhouse

Recensore Master
09/04/20, ore 12:46
Cap. 3:

Ciaooo eccomi per lo scambio a catena
Come da consegna, sono passata a leggere la terza delle os, avvalendomi del fatto che non sono concatenate da un ordine cronologico.
Premesso che mi era piaciuta molto di più la prima, ti ammiro per il coraggio che hai avuto nell'affrontare temi difficili come anoressia e bulimia, per di più con l'ausilio di pochi, pochissimi dialoghi, non diretti, ma riportati.
Impresa non affatto facile... per una drogata di dialoghi come me leggerlo è stato come scalare l'Everest 😅😅
Poi, mio gusto personale, non amo molto l'autore che parla ai lettori, la trovo una cosa un po' infantile, ma ripeto, è un parere mio.
L'excursus sulla vita di questa ragazza, dal colore preferito, le prime esperienze a scuola, il problema del peso, la friend zone, il non sentirsi mai accettata dalle cosiddette amiche, il divorzio dei suoi ecc... è stato affrontato benissimo.
E il finale lascia un po' di speranza.
Ancora complimenti per il coraggio.

Recensore Veterano
09/04/20, ore 12:32
Cap. 1:

Ammetto che il quello romantico non è esattamente il mio genere, però mi piacciono molto le storie introspettive e questo primo capitolo mi ha pienamente soddisfatta.
Mi è piaciuto molto come la storia cominci direttamente a metà di un discorso, catapultando il lettore nel pieno di una conversazione già avviata. Per quanto mi riguarda, questo espediente funziona benissimo per coinvolgere l'attenzione sin dal primo momento, svelandoci poco a poco i personaggi.
Ho apprezzato la confidenza tra Andrea e Alessio, perché è molto raro trovare rappresentato un rapporto di amicizia tra un uomo e una donna; troppo spesso viene usato come anticamera per una relazione romantica, quando nella realtà è possibilissimo avere un rapporto del genere senza che siano implicate l'attrazione fisica o romantica.
Ho letto nelle note che ti è stata mossa qualche osservazione sui dialoghi, ma per quanto mi riguarda non li ho trovati dialoghi così improbabili. Andrea e Alessio si conoscono da molto tempo, e sono ottimi amici; quando due persone così legate si ritrovano a parlare di quello che sentono, esponendo all'altro i loro pensieri più profondi, possono tranquillamente lasciarsi andare a discorsi un po' più complessi rispetto a quelli di tutti i giorni.
Le paure di Andrea sono perfettamente comprensibili, soprattutto se si considera che lei è una ragazza giovane - dai dialoghi e dalle esperienze di cui parla, direi tra i ventitré e i venticinque anni - in un'età dove il futuro comincia a fare un po' paura.
Mi sono piaciuti i suoi ragionamenti, e la comparsa di Gabriele sul finale ha stupito tanto lei quanto me.
Devo farti i miei complimenti perché è stato davvero un bel capitolo, piacevole e scorrevole da leggere, e senza refusi di sorta (e questo non è scontato, a me quei maledetti sfuggono sempre).
E' sempre un piacere leggerti.
Alla prossima!

Recensore Veterano
08/04/20, ore 19:29
Cap. 1:

Ciao!
Era da un po’ che avevo adocchiato il tuo profilo nel gruppo del Giardino e ho voluto cogliere al volo l’occasione dello scambio a catena per passare.
Ho deciso di iniziare questa long, in primis, perché sono rimasta molto colpita dal titolo “Racconti di eccezionale ordinarietà” perché, davvero, al mondo non c’è nulla di più eccezionale della quotidianità, della semplice vita di tutti i giorni, dei gesti semplici che facciamo senza quasi accorgersene o le normali conversazioni con gli amici.
Mi piace molto l’idea di raccontare momenti di vita di persone diverse che Abigail, la narratrice, ha potuto osservare in luoghi diversi. La trovo davvero un’idea interessante e molto originale.
La conversazione che hanno Andrea e Alessio mi ricorda innumerevoli conversazioni avute con i miei amici. Anch’io abito in una città di mare, non è piccola, ma non è una metropoli, e tutti, chi prima e chi dopo, l’abbiamo lasciata. Qualcuno di noi è tornato e qualcuno di noi è ancora in giro per il mondo e non pensa di tornare più.
Sì perché spesso, quando si lascia la propria città natia, lo si fa, oltre che per avere delle prospettive più ampie di lavoro, anche per scoprire quella parte di noi che tendiamo di tenere più nascosta possibile.
Un po’ com’è successo ad Andrea che, dopo essersi trasferita a Torino, aver trovato lavoro con un fotografo prestigioso ed essersi anche fatta un nuovo gruppo di amicizie - cosa non sempre scontata quando ci si trasferisce - conosce Gabriele.
Da come ne parla, si vede proprio che il ragazzo ha avuto un grande impatto nella sua vita, tanto da dire che le ha “travolto e stravolto l’anima”. E’ una relazione importante la loro, solida, tanto che l’ha persino portato al suo paese d’origine per presentare la famiglia e gli amici. Prima di conoscerlo si sentiva una persona riservata e che tendeva a trattenersi, ma, da quando ha conosciuto Gabriele, si è completamente aperta e si è completamente fidata di lui.
Le sue insicurezze e paure, però, nascono dal fatto che ora lei si senta svuotata, perché si è resa conto che ha dato veramente tanto per quel rapporto, per quella persona, ma ora si sente come se non abbia più nulla, causa anche della lontananza che li divideva in quel periodo. Ma, in realtà, tutto questo suo malessere si può riassumere in un concetto soltanto: ha paura di essere felice. Ha paura di non meritarsi la felicità che ha raggiunto e di vivere la vita che lei e Gabriele hanno costruito.
Si vede che Alessio è un vero amico, perché infatti non la giudica né cerca di farle fare qualcosa che in quel momento lei non è in grado di fare, ma le ricorda chi è in lei, delle sue capacità e delle sue certezze che ha sempre avuto nella vita.
Mi piace che dopo la loro chiacchierata, Andrea si sia molto tranquillizzata, tanto da decidere di leggere finalmente i messaggi che Giulio le ha inviato durante questo periodo di lontananza.
Ho apprezzato anche che hai deciso di raccontarci di come i due si siano conosciuti e di come si sia evoluto il loro amore, così da comprendere maggiormente le paure e preoccupazioni che Andrea sta vivendo in questo momento.
Mi è piaciuto molto che, a fine del capitolo, Andrea alza lo sguardo e vede Giulio che cammina verso di lei. Trovo perfetto che, invece delle parole, tu abbia lasciato parlare i loro sguardi e i gesti, perché questi hanno davvero molto più potere e sono molto più incisivi di qualsiasi concetto di voglia esprimere a voce.
In generale, posso affermare con sicurezza che questo capitolo mi è piaciuto veramente tanto e l’ho trovato davvero coerente con il titolo della long: ci hai presentato una ragazza con gli stessi dubbi che può avere chiunque arrivata a quel punto, con un lavoro stabile, una relazione duratura e il timore che questa felicità, questo amore che prova, possano scomparire. Proprio perché è una cosa così realistica che mi colpisce tanto, soprattutto per come l’hai trattato il tutto.
Spero di poter leggere presto anche i prossimi capitoli perché questa long merita veramente tanto.
Alla prossima,
Jodie