Mia cara, carissima, tornare da te e dalle tue storie è sempre una festa, ma come si fa a non amarti? **
Parto subito con una premessa; solitamente le soulmate!AU non mi piacciono per un semplice motivo: non mi piace molto l'idea che due persone sono predestinate punto e basta, e che per questo si ameranno e si piaceranno a prescindere, perché sono nate abbinate. Ecco, la cosa che ho amato di questa storia (una delle tante cose che ho amato, a dire la verità) è che è edulcorata da questo concetto. Sì, Peter e Tony sono anime gemelle, è vero, ma a primo acchito non provano nulla l'uno per l'altro. O, per meglio dire, non provano nulla che possa essere immediatamente associato all'innamoramento. Non c'è chimica, non c'è attrazione fisica, non c'è un bel niente di niente. Il loro è un incontro razionale, non s'innamorano in due secondi, appena si vedono, perché sono anime gemelle e quindi è così che deve andare. Si conoscono da cinque minuti e quindi si comportano come persone che si conoscono da cinque minuti: in maniera naturale e con qualcosa sotto che li spinge a volersi conoscere e approfondire, certo, ma nulla più. Insomma, sono due persone normali che si parlano per la prima volta, che potenzialmente potrebbero piacersi, ma che hanno bisogno di più tempo. E quindi niente, tutto questo papiro per dire che tu hai dato una visione maturissima del soulmate!AU, che difficilmente mi capita di leggere in storia di questo genere, e che quindi me l'ha fatta apprezzare davvero davvero tanto.
Passando alla storia in sé: non hai idea di quanto mi piaccia leggere di Peter e Tony coetanei (mi hai fatto innamorare di questa cosa con Almeno tu nell'universo), e quindi sono stata troppo felice nel constatare che anche qui abbiamo un Tony adolescente, quindi vicino al nostro caro Peter in questo senso, ma distante per altri versi. Tony è ricco, Peter un poveraccio.
Ma andiamo con ordine, che se no mi metto a blaterare e questa recensione poi perde un qualunque filo logico e una qualsivoglia dignità. Mi è molto piaciuto il Tony che hai presento all'inizio, un Tony perfettamente IC anche nei suoi diciassette anni, on questa visione dell'amore disincantata e l'idea che la faccenda dell'anima gemella sia solo una grandissima seccatura. Non ha voglia d'incontrare la sua anima gemella, non la vuole. Quel simbolo a forma di ragno sotto il suo orecchio è una condanna, qualcosa che è costretto a subire, che non si è cercato e che non ha voluto. Crede che gli toccherà una ragazzina spocchiosa e riccona, che dovrà sorbirsi per tutta la vita. E invece è tutto diverso.
È tutto diverso quando Peter decide di presentarsi a casa di Tony - non di sua sponte - e lui lo vede. Peter è una grandissima sopresa innanzitutto perché non è una ragazza, cosa che al simpaticissimo Howard non va per niente giù - ehi, Tony, devi sfornare un erede, diamine! -, però fin qui può anche passarci sopra, e ci passa sopra pure Tony, perché chi se ne frega se è lui o una lei. Ha importanza? Ha mai avuto importanza? Però la sorpresa più grande, che è anche il più grande dei problemi, è che Peter non è della stessa estrazione sociale di Tony. Peter non è ricco o prestigioso o famoso. Peter è normale. Una normalità che indossa con naturalezza e che non disgusta Tony, non gli fa storcere il naso. Piuttosto, anzi, lo fa sentire fuori luogo, perché lui ha addosso migliaia di dollari di vestiti e Peter invece forse se l'è cavata con cento, anche meno. Eppure è dignitoso ed è dignitoso anche mentre comincia a parlare con Tony e questo si ritrova a dover cambiare idea su ciò che ha sempre creduto e ritenuto. Perché con Peter entra subito in sintonia, non crede che sia un peso o una scocciatura, anzi. Con Peter ci parlerebbe all'infinito ed è come conoscersi da anni, da sempre, è come se non si fossero visti appena due minuti prima. Peter non è una scocciatura, non è una maledizione. Peter è una persona con cui Tony trova subito dei punti in comune, una persona con cui si apre su suo padre, parlando del loro rapporto con una naturalezza disarmante. Peter è una persona che fa altrettanto con lui e quella sintonia la sentono entrambi, quel bisogno di continuare a parlare e conoscersi c'è. Ed è questo, proprio questo, la voglia di continuare a parlare senza smettere più, che è il primo segnale di quello che potrebbe essere, di un amore potenziale, in divenire. È il bisogno di conoscersi, di passare altro tempo insieme, tanto che Peter insiste più e più volte sul non essere per forza una coppia. Va bene anche essere amici, va bene qualunque cosa, basta che loro due continuino ad avere un qualche tipo di rapporto. E giusto che avrei preso a schiaffi Tony, quando ha asserito di non sentire lo stesso impulso di Peter e se n'è andato, seppellendo tutto ciò che avrebbe voluto dirgli, qualcosa che potesse lasciargli anche la più piccola speranza. Le sprangate sui denti proprio, Tony: ma che mi combini? E capisco che la colpa è tutta di Howard (ma perché ancora non lo abbiamo buttato a mare?) e del suo vedere in maniera negativa chi non è della sua stessa estrazione sociale. A Peter e Tony non sarebbe consentito vedersi, frequentarsi, amarsi, e questo Tony lo sa e stronca la faccenda sul nascere, che magari così fa meno male, che magari così riesce a dimenticarsi Peter, a non pensare a quello che sarebbe potuto essere e che non sarà mai. Cerca di proteggere se stesso e Peter da una realtà che è insormontabile - almeno così crede Tony. Però, le sprangate sui denti lo stesso, Tony. Fortissimo. Aripijate, ti prego. Torna da Peter, che è quello di cui tu hai bisogno, lui ha bisogno, tutti abbiamo bisogno.
Insomma, mia cara, io non so davvero cos'altro dire se non che ho davvero amato questo primo capitolo, l'ho divorato e la chiusa è stata davvero un amarissimo colpo al cuore da cui mi devo ancora riprendere. Io DEVO vedere questi due stare insieme, ritrovarsi in qualche modo, quindi non hai idea di quanto sia trepidante di proseguire con la lettura. Adesso tu mi devi dire come fai a farmi amare tutto quello che scrivi, devi proprio dirmelo!
Un abbraccio grandissimo, a presto ♥ |