Recensioni per
Praticamente, due imbecilli
di Dorabella27
Cara Dorabella, |
Che dire di originale su questo racconto? Che è bello! Ooops l'hanno già detto. Quindi partirò per la tangente... Non è certo il tema principale, ma apprezzo tantissimo che si riproponga quello dell'amicizia che mirabilmente faceva capolino nella "Rosa di compleanno". C'era Alain allora, con il suo modo virile di dimostrare affetto e solidarietà, frutto di un'amicizia ancora in boccio. Qui c'è Fersen... e c'è Oscar... e c'è André...e c'è il Segreto che li accomuna e li separa. Quattro amici al bar. E' certo amicizia diversa la loro, quella di Fersen è sincera e chiara, ha bisogno di avere qualcuno con cui confidarsi e con cui passare un po' di tempo in leggerezza e ha trovato questo in Oscar e Andrè. Oscar indiscutibilmente è passata dalla diffidenza all'amicizia all'amore/infatuazione per lo svedese, ma il sentimento d'amicizia non è mai scemato. André... André forse non prova esattamente amicizia nel senso classico del termine per Hans (quella che ci immaginiamo banalmente fra uomini che si raccontano le conquiste amorose o dell'ultima auto sportiva comprata), ma nemmeno lo detesta o lo vorrebbe denigrare e rovinare agli occhi di Oscar. Sarebbe solo umano se lo facesse, ma lui non è solo umano, è anche un Uomo Vero e sa leggere il valore degli altri e la verità nelle situazioni e trova la forza di agire di conseguenza. E' ovvio dedurre dai dialoghi dell'anime quanto lui senta vicinanza di sentimenti e solidarietà nei confronti di Hans, sono emerite baggianate a mio avviso quei commenti che lo vogliono astioso nei confronti del conte, trovo molto più intelligente e verosimile questo suo desiderio che succeda qualcosa che faccia cessare in primis lo strazio nel cuore della sua amata e solo dopo quello nel proprio. André è silenziosa presenza quasi costante fra loro e questa sorta di "momento mancante" che hai creato, cara Dorabella, è totalmente, meravigliosamente possibile e probabile. Ricordiamo che l'anime ci mostra quella giornata in cui Fersen è ospitato a palazzo e passa momenti "positivi" insieme ai suoi due amici, è soprattutto il Grandier il suo compagno di giochi e insieme riescono a regalarsi reciprocatamente spensieratezza, leggerezza, diletto e libertà, fugaci certo, ma concrete e sincere... certo il Segreto non li abbandona mai (nessuno dei tre) e il Segreto offre loro una dose abbondante di dolore e struggimento, oltre che di tormento d'amore. -André, vi ricordate della taverna di cui parlavamo? Andiamoci a bere qualcosa, la prossima volta- aveva detto lo svedese, quindi conversavano anche di osterie insieme? Oltre che misurarsi con la spada o fare le corse con i cavalli... Niente di strano quindi ritrovarli qui in una taverna (non bettola) a passare tempo insieme e ad affogare i propri demoni personali e allo stesso tempo tentare di affrontare e sopportare la pesante presenza del loro Segreto. Un peso che ancora e sempre André porta elevato al cubo. Fersen soffre per l'amore corrisposto, ma nascosto per la propria Maria (non c'è la regina qui, ma solo Maria: splendido) e soffre pure per la sua innamorata che sa dover confrontarsi con la colpa e la vergogna e le malelingue, Jarjayes soffre per la sofferenza della sua regina e del suo amante e soffre per il proprio amore non corrisposto, Grandier soffre per il proprio amore impossibile e per le sofferenze della sua Oscar e riesce ad essere pure solidale con l'incolpevole nordico... Facendo due conti il peso del Segreto che André porta su quelle spalle (...e braccia che potrebbero circondare la Francia intera) è enorme, proprio lui che conosce il Segreto di tutti, ma lo porta per amore e perché è un uomo giusto. Da uomo giusto offre solida protezione e appoggio (di cui entrambi hanno terribilmente bisogno che lo sappiano o meno) ai suoi compagni... Con un virtuale sospirone, mette da parte la sua mezza ciocca e fa quel che deve fare e non perché sia il servo della situazione, ma perché in quel momento è l'adulto responsabile; in altre, rare, occasioni non lo è stato e non lo sarà, ma sono occasioni in cui il suo errore è indispensabile e lo rende ancora più Uomo. Dicevo... un bel sospirone e André si accinge ad occuparsi dei cuccioli bisognosi e tracchete un bel pugno nello stomaco lo riceve in pieno, il degno compenso ad una buona azione, noi forse ce lo aspettavamo, ma lui no! E anche che Fersen chiami Maria (e non Oscar), in preda dell'estasi etilico-amorosa, non è una sorpresa confortante: il Grandier non ha mai avuto dubbi su quali fossero i sentimenti del conte, ma vedere la scena di quel bacio che darebbe un occhio pur di non vedere... povero, povero, povero: cattiva Dorabella! Tac sulla manina... Alt ma ecco che arriva il quinto amico al bar, quello che si defila sempre, che ti dimentichi pure che esiste, con tutte le cose che si hanno da fare e pensare...Ecco che Inconscio, stufo di assistere a sta imbecillitudine generale, dà un bel cazzotto a Segreto, rendendolo inoffensivo per qualche tempo e sussurra parole dolcissime all'orecchio di Oscar..."Oh André"... e che caspita, brava Dorabella: una carezza alla manina che tiene la penna. Peccato che quel pigrone di Inconscio se ne tornerà subito al suo posto nell'ombra e agirà con i suoi tempi biblici... |
Ciao Dorabella. Mi è piaciuta questa tua storia dove nel finale si può ben comprendere il significato del titolo, con le due persone che forse diventano tre. Emblematiche le parole "un curioso terzetto di sofferenza, di amori non corrisposti" per rappresentare la situazione nella quale si trovano Oscar, Fersen e André. Quando l'oste ha detto a Fersen che magari la donna che ama è sposata e che il marito non è di bell'aspetto ho immaginato quello che abbia provato il Conte. Mi è dispiaciuto pensare a Oscar nel vedere Fersen e la Regina a Versailles in quella situazione. Ben descritto poi quel bacio inaspettato nel finale, con Oscar che nomina André. Ho letto con interesse le note e sarò curiosa di leggere quello che ti suggerirà la tua fantasia nella prossima storia. Un caro saluto. |
Cara Dorabella27, questa volta è André a raccontare i suoi tormenti e quelli dei suoi compagni di bevute, l'amata Oscar e Il Conte di Fersen. Alla fine nonostante soffrisse tanto, André era certamente quello che riusciva a mantenersi più lucido, quello capace sempre di avere sotto controllo le varie situazioni, forse quello meno imbecille, in senso buono. Come sempre le tue storie, hanno la capacità di stupirci, lasciandoci materiale sul quale riflettere e quel "Oh, André..." di Oscar mentre sfiora le labbra di Fersen, ci consegna tanti punti interrogativi e tanta voglia di leggere un seguito. |
Ciao. Scrivi veramente bene e i tuoi racconti sono accattivanti. Però che tristezza!!! Davvero un quadretto depressivo non poco. Una sofferenza senza vie d'uscita. Un apparente triangolo, anzi quadrilatero, che in realtà, scopriamo, potrebbe essere risolto se Oscar non confondesse l'oggetto del suo amore. Avrebbe avuto bisogno di tante buone sedute di psicanalisi se fossero già stata inventate!! |
Certo che si beve sodo a Palazzo Jarjayes e dintorni! |
Si sa che in amore è un tutto…. Io amo lui, che ama lei, che ama l’altro. Della serie: è un rincorrersi continuo! 😆 però qui c’è il colpo di scena finale e forse forse il seguito di questo trittico sarà un happy ending! Speriamo 🤞 |
Cara Dora, pare che l'inconscio continui a farla da padrone e, come già ti hanno fatto notare, senza tanto sproloquiare, "in vino veritas". Che quell'incontro segreto a cui Oscar aveva assistito nel pomeriggio, abbia svelato alla sua coscienza un desiderio segreto? |
Cara Dorabella, ormai non mi stupisco più della tua narrazione, mi lascio guidare dalla tua mano che mi porta, ogni volta, nel mondo profondo di qualsiasi personaggio tu abbia deciso di narrarci le sensazioni, le emozioni e i pensieri. |
Tutti e tre sono un bel quadretto, ciascuno ad inseguire quello/a che non può avere.. ma fra i fumi dell'alcool fanno capolino i veri sentimenti. |
Cara Dora, un po' mi dispiace che si trattino di one shot...perchè vorrei continuare a leggere, la tua scrittura non stanca mai. Quando poi si apre con una scena che è già stata ampiamente "ripresa" nell fic del fandom, ci vuole talento per non scivolare nel "già letto", per trattenere l'attenzione del lettore. |
Cara, talentuossisima Dorabella, |
Buonasera Dorabella, |
Salve Dorabella, Questa tua storia in realtà mi ha convinto poco, da te mi aspettavo di più. Sara' perché non mi piacciono le bettole né le bevute né la complicità fra André e Fersen? Già una volta mi sono imbattuta in una fiction dove André e Fersen sono accomunati dallo stesso destino di innamorati ed infelici, ma non riesco proprio a vedere Fersen nelle situazioni da te citate nella fiction e credo pure Maria Antonietta fosse più prudente ed attenta a nei suoi incontri segreti con l'amato. Sul finale della storia citi e ringrazi l' autrice che ti ha ispirato invitandici a leggerla (?!?),. De gustibus non disputandum est, per quanto mi riguarda , per esser dei veri scrittori ci vuole altro non basta la fantasia visionaria. Secondo me si dovrebbe valutare in toto un autore, non solo leggendo fanfictions su Lady Oscar ma soprattutto scritti originali o poesie. Io preferisco non dare mai a nessuno/ a indicazioni riguardo le mie preferenze perché ognuno è diverso ed è giusto segua il suo istinto. A mio avviso le storie di Oscar meglio riuscite sono quelle di senso e di scopo, il contenuto non è meno importante della forma stilistica. Ti auguro una buona serata e mi aspetto in futuro grandi cose da te, hai grandi potenzialità . Ciao |
Cara Dorabella, |