Recensioni per
Nei giardini che nessuno sa
di kamony
L'impressione generale che ho avuto leggendo questo capitolo conclusivo è di vedere nella vita di Kuchel e Levi bambino un mosaico di abitudini e di tratti del carattere che sommandosi hanno dato vita al Levi che conosciamo. |
Oddio, ma questo risveglio è geniale! 🤩 L’idea che la forza si manifesti interiormente è molto interessante e aggiunge profondità alla caratterizzazione e al “funzionamento” degli Ackerman, di cui tutto sommato nom è che Isayama ci abbia spiegato molto. E forse è meglio così: più spazio per l'immaginazione. |
Ciao! Mi sono conservata questa storia per un po’ e ora è il momento giusto per leggerla (prima di mettere le mani su Bad boy). Il rapporto conflittuale fra Kuchel e Kenny mi è piaciuto molto (come sai siamo in sintonia su questo!) così come il momento di felicità che, ovviamente, dura un battito di ciglia. All’inizio ci fai credere che Noam sia il padre di Levi, per poi sbatterci in faccia che la realtà è ben più cruda, con tanto di coinvolgimento diretto di Kenny nel fattaccio. Ho apprezzato questa scelta di non edulcorare! |
Ciao stellina ⭐ |
Ciao stellina 💕 |
Ehilà 😘 |
Forse perché c'è il Levi ma questa parte della storia mi è piaciuta davvero molto. |
La prima parte è un bel pugno nello stomaco, ma sei stata attenta nel non calcare troppo la mano. Con poche parole azzeccate hai descritto un'immagine forte e rivoltante, davvero brava! |
Buongiorno fanciulla eccomi pronta a gustarmi i tuoi nuovi scritti. |
Che storia commovente, dolce e anche dedicata, malgrado i temi trattati siano piuttosto pesanti! Sei riuscita a coinvolgere ed emozionare, senza bisogno di artifici o di calcare la mano sugli aspetti più ricchi di pathos, ma semplicemente raccontando. |
Quello che ho sempre pensato di te come autore qui su efp è la tua coerenza. Scrivi fanfiction sensate e con una loro logica, rispetti le opere originali e ci metti il tuo, personalizzandole ma senza stravolgerle. Leggo ora dell'infanzia di Levi e penso: "ecco sì, sarà andata così di sicuro!". Levi fissato cone le pulizie, Levi che sa usare bene i coltelli, Levi che ama starsene per conto suo. Eccolo qua, tutto quanto. Ce lo hai saputo spiegare alla perfezione. |
Molto azzeccato e sensato quello che hai pensato per la vita di Kuchel, che ha dovuto rassegnarsi a fare la vita come unica chance possibile. A casa non ci poteva tornare, era ricercata per la morte del ragazzo nobile e se si vive nel Sotterraneo che cosa poteva fare di diverso? |
Sai come si dice, no? Il sangue non è acqua. Abbiamo un soldato micidiale, il più forte di tutti, quello che alla fine farà quadrare il cerchio nella lotta contro i Giganti. Ma da dove attinge la sua forza, il suo spirito? Ed ecco che ci fai conoscere Kuchel un po' meglio, la mamma di Levi. Una ragazza che solo a prima vista è un po' come le altre, a prima vista non pare essere nulla di speciale. E invece sa essere di forte spina dorsale: sa riprendersi da un dolore grande e sa emanciparsi da quel tagliagole di suo fratello. |
Come nei capitoli precedenti, sei riuscita anche in questo davvero bene a raccontare vicende misere con garbo e leggerezza. Leggerezza che non è superficialità, affatto, ma un concetto inteso nel senso in cui non sei mai stata lì a calcare all'eccesso gli aspetti più degradanti o tristi per fare "scena". Hai sempre detto né meno, né più di quanto sarebbe stato necessario a descrivere umanamente certi aspetti della vita che ti sei immaginata per il personaggio di Kuchel, e per questo equilibrio ti faccio i miei complimenti sentiti, perché farsi prendere dal dramma strappalacrime a tutti i costi è un attimo, e cedere a dire di più di certi aspetti degradanti o persino pruriginosi avrebbe reso il racconto squallido. |
Non potevi farci un regalo migliore di questa piccola perla di minilong. |