Un gran problema, quello di Felix. Un vecchio marinaio come lui senza la sua sirena a tette nude. E’ un dramma. Come un avvocato senza la sua ventiquattr’ore. Come Vexen senza il suo microscopio. Che, a proposito, ti manda i suoi saluti. Vexen, non il microscopio.
Bando alle ciance e commentiamo.
Non c’è capitolo della raccolta che non mi ha in qualche modo affascinata, ma questo lo piazzo ai primissimi posti, insieme a quello del Garbino. Per quanto posso apprezzare uno spaccato intimistico, sono comunque fondamentalmente una che ama storie di avvenimenti. E la Ricerca del Tatuaggio Perduto va bene quanto la Quest per la Consapevolezza dell’Eroe. No, che dico. Vale molto di più, che è più divertente, più originale e anche solo per gli attori ^___^
Felix, Demetri e Caius in gruppo sono semplicemente irresistibili. Sarei disposta a seguirli fino ai confini del mondo e un po’ più in là per vedere cosa combinano ^___^
Felix, su cui c’è poco da dire se non che ne hai fatto un vero capolavoro e ogni volta me lo confermi. Mi ha fatto cappottare la sua irruzione nella stanza delle torture e il suo ‘Ok, Boss, quand’è che si finisce di parlare di troie e si comincia a parlare di tatuaggi?’
Sì, però chiedigli quand’è che si darà una svegliata con Renata. Digli che se continua così finirà per assomigliare al piccolo Cullen ^___^
Caius. Non hai idea di quanto mi è piaciuto Caius. Riesco proprio a immaginarmelo, a far comunella con la truppa. Come un certo mio vecchio idolo, vero generale di una vera guerra, uscito dalla gavetta ^O^
l tuo Caius è magnifico. Tra l’altro, c’è una cosa che traspare chiarissima da questa storia è la sua notevole intelligenza. Non so perché gira l’idea che i soldati e coloro che si dedicano alla guerra siano sempre solo degli idioti cerebrolesi. Oppure esistono nella versione saggio monaco, magari esiliato in una foresta di bambù.
Caius non è né un santone, né un bruto incolto e stupido, che usa la violenza perché non ha altro modo di esprimersi. Questo è un generale che è passato attraverso oltre la metà della storia scritta umana e non umana, il guerriero più longevo del pianeta.
Non chiedermi perché Caius, che passa un quarto della storia a torturare un tizio e un altro quarto a ricordare i giorni in cui strappava denti, mi ha dato questa impressione. Forse cose come il non perdere occasione, neppure in quella che in fondo è una vacanza, di allargare i confini del proprio raggio di influenza e stringere alleanze, o la scelta della prezzo per la collana, quel particolare quadretto (Sìsì, sono certa che piacerà ad Aro e lo farà sentire lusingato ^O^)
Ma in generale è tutto, senza una cosa specifica. Come Aro mi dà l’impressione di energia incontenibile e travolgente, capace di progettare come smontare il mondo e rimontarlo a suo piacere, Caius è forza consapevole e controllata, quello che il mondo da smontare e rimontare lo conquista.
Aro che, a proposito, riesce a essere presente pur nell’assenza, con una battuta che è lui che più lui non si può, anche se riferita da Caius.
Resta da capire che ci fa Marcus fra loro ^O^
E dopo il Garbino, ecco Bianca. Mi sto innamorando dei tuoi OC.
Splendida caratterizzazione in sé, e adoro il fatto che dai voce e vita ai testimoni, i personaggi più secondari e trascurati della storia e ho un vero debole per le truppe fatte solo per essere massacrate. Ma Bianca mi piace anche per un altro motivo. E’ un’artista che cerca il modo di applicare la sua arte alla loro condizione.
Una cosa che non sopporto nelle storie di vampiri e creaturame vario è che costoro sono intellettualmente inetti e inerti. Insomma, sono immortali, hanno chiaramente un cervello brillante, fosse solo per ruolo etologico, e non fanno un accidente di niente, se non posare statuescamente per i lettori.
Sì, ok. Carlisle è medico, ma non fa nulla di nuovo. Non inventa, non evolve la sua scienza. Applica solo conoscenze altrui. Invece io sono quella convinta dell’esistenza di un centro di ricerca in quel di Volterra. Anche perché i Volturi fanno la guerra e se c’è una cosa che spinge il progresso tecnologico è proprio la guerra. Politicamente scorretto, ma tant’è. E infatti Caius ha armi e strumenti specifici per vampiri. Ecco, questo è sensato (a proposito, che ne pensa Caius del laser e delle microonde?)
Poi non abbiamo solo la tecnologia. C’è l’arte, la scienza puramente speculativa, l’architettura, l’arte, che potrebbe benissimo usare mezzi differenti da quelli umani. La nostra arte è visiva, sonora e narrativa, di base, ma perché dovrebbe limitarsi a quello?
Mi piacerebbe proprio vedere i disegni di Bianca, fatti con i sensi di un vampiro. Devono essere interessanti ^___^
Però devo fare un appunto. La nostra Maestra si sofferma su Jasper e Rosalie, mentre Edward, la statua ambulante, colui che farebbe piangere di invidia Fidia e Canova, le fa venire in mente solo un ragazzino sverginato di fresco? Così non si fa.
Ok che Eddy ci è rimasto seduto sopra per oltre un secolo, ma che se ne accorga pure l’ultima arrivata...
Ti rendi conto delle battute di Caius, Felix, Corin e Heidi su questa storia? Ammesso che venga loro voglia di pensare a lui. Ma anche se no, sicuramente quella betonica di Aro avrà letto la definizione nella mente di Bianca e l’avrà riferita al fratello e Caius a Felix, e Felix, in una delle pause caffè, l’avrà spiattellata ai quattro venti.
Vabbé, al Cullen è andata ancora bene che uno di loro non gli abbia spaccato una bottiglia di spumante sulla testa per festeggiare il varo ^___^
E’ straordinario il modo in cui riesci a rendere presenti e, concedimelo, vivi, questi personaggi.
Sai che sono fissata con le caratterizzazioni. Purtroppo, molto raramente trovo soggetti che mi soddisfano, in questo senso. O non hanno personalità, o sono abbozzate, o forzatamente innaturali, o, peggio, vagolano sull’onda della necessità dell’autore di far andare le cose in un modo o nell’altro. Oppure, semplicemente, sono personalità insignificanti.
Le tue storie sono tra le poche eccezioni. Sei riuscita a dare individualità complesse e sfaccettate, interessanti e dinamiche, a così tanti personaggi, personaggi che fanno fanno la storia, non la subiscono. E riesci a passare dall’uno all’altro, mantenendoli sempre perfettamente in carattere, intendo il carattere che tu hai dato loro, che non so se in canon hanno un carattere, ma sinceramente me ne infischio, che per quel che mi riguarda i Volturi sono i tuoi.
Ultima cosa, poi la smetto. Adoro come saltano fuori le relazioni fra i tuoi Volturi e la loro gente, i legami che traspaiono praticamente da ogni gesto e parola. Adesso, non voglio dire che ci sia affetto fra loro. Non per tutti e non con tutti, almeno. Ma che ci siano rispetto e reciproca stima, su questo ci scommetterei il gatto. Lo adoro, ma non mi stupisce, perché è solo così che posso immaginarli.
Io ho un problema simile al tuo. Personaggi che per natura stessa sono estremamente individualisti, decisi e di forte volontà, oltre che poco portati al compromesso, e la gente è convinta che siano tenuti insieme da un unico soggetto con la forza e la paura, con i sottoposti trattati come strofinacci dai loro superiori. Ora, da te non so, ma da me va l’idea che i signori utilizzino i loro uomini come bersagli di prova. Per tenersi in forma, li radunano, combattono contro di loro e li uccidono. Cioè, vivono in svariati universi pieni rasi di nemici disponibili, e usano i loro uomini come bersagli.
E ti viene da chiederti perché questi ultimi allora li seguono.
Per paura, è la risposta.
Paura di cosa? Peggio di così...
Ah, già. Sono i kattivi e i kattivi fanno questo. E picchiano cuccioli (però amano i gatti). E si mettono le dita nel naso. E violentano la gente che passa per strada :-(
P.S. Grazie per avere inserito Gunnar ^___^
E’ proprio lui, che scatta sull’attenti. Dal momento che Gunnar di Tripoli è venuto al mondo, era destinato a finire fra gli uomini di Caius. Mi sento orgogliosissima. |