Recensioni per
Il torneo Trecolonie
di Beatrix Bonnie
Wow non vedo l'ora di leggere altro sul torneo trecolonie. Mi piace l'idea di come è nato questo torneo e siccome dal racconto non sono riuscita ad immaginarle bene potresti fare dei disegni sulle divise scolastiche dell'India e del Sud Africa se puoi? Per il resto bellissimo capitolo, come sempre. Ciao:) |
ciao! rieccomi qua! |
Decisamente, mi sembra sia un miracolo che a Reammon sia ancora possibile esercitare la patria potestà (o suo equivalente magico- irlandese) sulla figlia, data la particolare propensione ai guai (sia tra le mura domestiche che fuori); davvero non sapre definire dove termina la dolce naiveté che lo contraddistingue e dove iniziano i pesupposti per una richiesta di interdizione con nomina di un tutore, bisogna comunque dire che ha una discreta dose di fortuna, il che non guasta, specie nel caso della (dis)avventura capitata all'estero. |
Bellissimo anche questo capitolo. La gelosia di Edmund mi fa tanto ridere e mi viene il sorriso a pensare quello che Mairead potrebbe fare a Faonteroy ma staremo a vedere,anzi a leggere. Mi incuriosisce l'idea di come potrebbe essere il tuo torneo tre colonie ma per adesso mi godrò il ritorno al Trinity:) |
ciao!..è un piacere conoscerti finalmente! |
Che emozione tornare al Trinity! |
Complimenti per l'idea di una festa amo' di rito di passaggio, oltre che per le motivazione addotte nelle sempre interessanti note d'autore, credo non poteva esserci occasione migliore per dimenticare l'increscioso episodio avvenuto all'estero (anche se c'è chi non può comunque fare a meno di pensare alle dinamiche che hanno potuto permettere il suo svolgimento senza una seria resistenza delle forze dell'ordine ivi stanziate). |
Il momento descritto nel capitolo è quello che spesso mi ha fatto pensare a come tra mondo babbano e mondo magico, pur con tutte le differenze esistenti, vi sia qualcosa in comune, in questo caso la necessità per le organizzazioni terroristiche di mostrarsi con azioni eclatanti per mostrare il loro potere e la loro capacità d'azione, e per far questo l'evento che radunava così tanta gente era un'occasione particolarmente ghiotta per lasciarsela sfuggire, allo stesso modo si può vedere come le reazioni siano state simili; per fortuna il protagonista ha avuto la forza di aiutare la sua amica (cui va dato atto della lodevole iniziativa di non aver pensato solo a sé ma anche a soccorrere chi si trovava in ambasce peggiori delle sue) anche grazie a poteri che possiede senza averne (ancora) il necessario discernimento e di non farsi prendere dal panico che invece ha giocoforza artigliato nella sua presa la maggior parte dei presenti, ritrovatisi smarriti di fronte alla fredda volontà omicida degli emissari dell'Oscuro e a cercare disperatamente una qualunque via per la salvezza. |
Almeno per una volta il protagonista non ha maledetto le pretese del presidente, se grazie ad esse è riuscito a fare un favore alla sua amica (pur avendone una risposta che non s'aspettava, e che deve averlo lasciato in una sorta di situaizone intermedia tra il confuso, lo sgomento e il felice, nonostante fosse stato messo in guardia dall'atleta, evidentemente abbastanza uomo di mondo per pensare che quel ragazzo fosse mosso da chissà quale ragione per farsi avanti in nome di una ragazza), v'è anche da dire che nonostante la vittoria della sua nazionale il suo disinteresse per quello sport non sembra essere stato scalfito, ma questo non gli impedisce di partecipare alla gioia che fa da padrona in quel momento nel campo, e di ascoltare la cronaca della partita nella versione (decisamente più partecipata dal punto di vista emotivo) dei suoi amici, della cui compagnia doveva aver sentito un bisogno forte, direi estremo (e direi condivisibile, certamente meglio gli amici che non presenziare a mo' di comparsa in noiose interviste). |
Ho già avuto modo di apprezzare la tua sagacia narrativa nel descrivere le varie fasi di gioco dello sport magico per eccellenza, la lettura di questo capitolo me ne ha dato ulteriore conferma, ho trovato molto gradevole l'insieme del capitolo, dalla descrizione degli spettacoli propiziatori messi in piedi dalle mascotte delle due nazionali (così diverse, eppure con un importante punto in comune, essere capaci di giostrare con la falsa sembianza, nel primo caso della bellezza, nel secondo della ricchezza, e di come entrambe queste apparenza facciano colpo sugli spettatori, ma soprattutto quello che porta con sé qualcosa di simile ad una tempesta ormonale, perfino al punto di dimenticare l'amor di patria, ricordato con un sistema empirico ma senza dubbio efficace, e a far perdere la trebisonda al direttore di gara) alle varie fasi di una partita che non ha tradito le attese degli spettatori (ed ha causato un sovraccarico di lavoro per chi doveva commentare), sia di parte che neutrali, caratterizzata da un vigoroso agonismo senza esclusione di colpi (e questo non solo in senso figurato, il superlavoro deve essere stato anche da parte dello staff di medimaghi), naturalmente ho apprezzato l'abnegazione nazionalistica dei giovani tifosi presenti, bardati come meglio non si poteva per l'occasione (pur se talvolta appaiono barlumi di sportività nel riconoscere la bravura dell'energico e talentuoso Cercatore balcanico,che è almeno riuscito nell'impresa personale), che coniuga sia passione per il gesto atletico sia (nel caso della scalmanata sostenitrice nata inglese) interesse per la persona dell'atleta in sé; se è vero l'augurio che deve vincere il migliore, direi che così è stato. |
Se è vero che fin dall'inizio il capo dello stato non ha mai suscitato nel protagonista simpatia alcuna, quello che è avvenuto successivamente gli ha fatto spostare decisamente la barra delle sue emozioni verso di lui sull'istintiva diffidenza quanto non sull'astio, qui invece siamo a quella che per lui è autentica prevaricazione (seppure mascherata da garbo formale, appare chiaro che l'opzione negativa a tale richiesta non era contemplata); ritengo inoltre altamente condivisibile la reazione dell'interessato: una cosa è andare con gli amici, un'altra è venire considerato come una specie di trofeo da esibire agli altri, sembra proprio che tra i due (almeno per quanto visto finora) non vi siano superfici di contatto su cui intavolare un'intesa, e tanto meno servono allo scopo quelle nozioncine di machiavellismo spicciolo che il politicante snocciola come se fossero chissà quali verità rivelate, e se anche viene coniderato fondato il principio che forma sia sostanza, non è certo quella che Edmund ricerca ed ha elevato a sua divisa morale, insomma, se quelli del presidente sono consigli paterni, ha sbagliato modo e maniera, forse dovrebbe capire che per riuscire a capire le giovani generazioni non basta certo credersi tali e confidare in ordinanze di tribunali compiacenti. |
Ciao. Scusa se non ho recensito il penultimo capitolo ma l'ho letto solo adesso , sono molto impegnata in questo periodo. Mi ha intrigato molto il fatto che Edmund si sia sentito male durante l'apparizione del marchio nero. Anche questo capitolo è bellissimo. E' molto divertente la festa in bianco e le origini dell'EIF aiutano a capire meglio la storia. Spero di leggere presto il prossimo capitolo:) |
wow che bella festa!!! |
Eccomi qui! |
Splendido chapter, anche se mi è parso più gustoso dopo le note e le tue doverose spiegazioni! ;) |