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Autore: Kiki Hiwatari    24/03/2012    2 recensioni
Chiuse il portone. Il guidatore ingranò la retro, uscendo dal giardino, poi partì frenetico per allontanarsi il più possibile. Tuttavia i misteriosi aggressori parvero non essere d'accordo e lanciarono i loro bey all'inseguimento.
- Impossibile! Ci stanno raggiungendo!- urlò Daichi guardando indietro.
- Cosa?! Come possono essere così veloci?- chiese Mao
- Tenetevi ragazzi. Sarà un viaggio movimentato-
.
spero di avervi incuriosito almeno un po' (ma ne dubito)
.
ciao piacere sono Kiki (: questa è la prima storia che pubblico in assoluto, abbiate un po' di pietà perfavore. commenti, consigli e critiche sono ben accetti (:
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9

 

 

 

Il giovane era inquieto, la sensazione di essere costantemente osservato lo attanagliava da più di un'ora, infastidendolo notevolmente. Eppure aveva controllato più volte e non era mai riuscito a scovare niente di anormale. Possibile che fosse tutto frutto della sua fantasia? Che non ci fosse davvero nulla?

-Rei! Rei, mi stai ascoltando?- gli chiese una Mao alquanto irritata.

-No, scusami- rispose sbrigativo, continuando a guardarsi intorno.

-Si può sapere che cosa ti prende? È da un po' che ti comporti in modo strano- chiese la cinese, sorpresa della risposta secca dell'amico.

-È solo una sensazione, ma credo che qualcuno ci stia seguendo- subito la giovane si fece attenta.

-Sei sicuro? Io non vedo niente-

-No, ma ci conviene comunque allontanarci da qui il più possibile. Se avessi ragione e se fosse qualcuno desideroso di battersi rischieremmo di coinvolgere persone innocenti-

Iniziarono a muoversi velocemente in mezzo al fiume di persone che si riversava nelle vie della città. All'improvviso Mao notò una figura nera che li seguiva saltando agilmente da un edificio all'altro.

-L'hai visto? Sul tetto della casa a sinistra-

-Sì, non fermarti-

I due camminarono velocemente per una buona mezz'ora, fio a quando non raggiunsero un cantiere, apparentemente deserto, nella periferia della città. Il posto perfetto per un eventuale scontro.

-Fatti vedere!- intimò Rei, senza ottenere alcuna risposta. Al suo fianco Mao era visibilmente ansiosa, erano soli, lontani dal centro della città, i loro compagni non avrebbero potuto aiutarli e non sapevano assolutamente nulla del loro misterioso inseguitore.

-Guerriero della Terra, finalmente ho il piacere di incontrarti di persona- I due cinesi si voltarono di scatto, riuscendo finalmente a distinguere una figura non troppo alta con addosso un mantello nero ed il volto coperto da un pesante cappuccio. Con un movimento rapidissimo la figura estrasse il suo beyblade, mettendosi in posizione. Il cinese lo imitò, schierandosi davanti alla compagna.

-Tre, due, uno... Pronti? Lancio!-

 

 

 

 

 

Kei si allontanò velocemente dalla ragazza, quasi ne fosse stato scottato. Tentò di andarsene, nonostante le gambe facessero fatica a reggerlo, ma Hilary lo trattenne per il polso.

-Kei, hai la febbre alta, dove pensi di andare?- chiese guardandolo seriamente.

-Sto bene-

-Non è vero! Fai fatica a tenerti in piedi!- i suoi occhi erano dolci e premurosi, nonostante rimanessero sempre determinati e risoluti.

-Sto bene- ripeté atono. I loro sguardi si scontravano, facendo fondere gli occhi ametista di lui con quelli color cioccolato di lei, in una danza incessante. Entrambi rimanevano fermi nelle loro posizioni, attendendo la mossa dell'altro. La testardaggine del blaider russo era ormai famosa, quindi la bruna si decise a parlare.

-Ti propongo un compromesso: tu fai quello che ti dico e ti riposi, io in cambio non dirò agli altri che stai male. Sai a volte quanto può essere apprensivo Takao- disse le ultime parole con un sorrisino beffardo dipinto sul volto, lasciando intendere di non scherzare affatto. “Ma quale compromesso! Questo è un vile ricatto!” pensò irritato il russo. Non aveva voglia di dover continuamente fuggire dal proprio capitano, inoltre gli avrebbe reso impossibili gli allenamenti. Possibile che quell'esile ragazza che gli arrivava poco più che al naso fosse in grado di manovralo e costringerlo ad ubbidirle con una tale facilità? Kei sbuffò e Hilary capì di aver vinto. Dopo aver costretto il ragazzo a sedersi all'ombra di un albero, visto che non né voleva proprio sapere di ritornare in hotel, andò a bagnare un fazzoletto in una fontana poco distante. Quando tornò pareva che il blaider stesse addirittura dormendo. Si inginocchiò davanti a lui, appoggiandogli il fazzoletto sulla fronte e constatò che, se possibile, la temperatura era aumentata ancora. Rimase qualche minuto ad osservare il volto arrossato del ragazzo. Anche in quello stato non perdeva il suo fascino e quell'aura di mistero che lo accompagnava sempre. Doveva ammetterlo, fisicamente Kei non era niente male. La ragazza iniziò ad accarezzargli una guancia, con tocco leggero, quasi temesse che fosse un'illusione. Sotto le sue dita le parve di sentire i muscoli del giovane rilassarsi.

-WOOF!-

L'abbaiare improvviso di un cane la fece sobbalzare, risvegliandola dallo stato di quiete e tranquillità nel quale era caduta. Hilary arrossì fino alla punta dei capelli, staccando velocemente la mano. Il cuore correva a mille, così si portò entrambe le mani al petto nel vano tentativo di rallentarne i battiti. “Possibile..?” La ragazza scosse la testa con veemenza e si diresse a grandi falcate verso il bleyblade-stadio, avrebbe provato ancora qualche lancio per distrarsi dal giovane. Dopo numerosi tentativi riuscì a far ruotare il bey per un intero minuto. Per lei era un nuovo record. Felice si voltò verso il bicolore, ma al suo posto vi era solamente l'erba schiacciata precedentemente dal suo peso.

-NON CI POSSO CREDERE! SE NÈ ANDATO! QUEL... QUELL...!!!-

 

 

 

 

 

Takao e Max si erano trovati inspiegabilmente da soli per le vie della capitale inglese. Un momento camminavano insieme agli altri ed il momento dopo tutti i loro compagni erano spariti. Così i due girovagarono senza metà, parlando del più e del meno. L'americano camminava tranquillo, quando all'improvviso Takao urlò a gran voce:-Christaaaaal! Mariaaam! Ciaooooo!-

Qualche metro davanti a loro le due ragazze osservavano una vetrina e, sentendosi chiamare, notarono il giapponese che sbracciandosi si avvicinava a loro.

-Ciao Christal- ripetè il giovane -Potresti venire con me? Vorrei farti vedere un posto- disse iniziando già a trascinarla nella direzione dalla quale era venuto.

-Aspetta! Takao dove vai?- gli chiese sorpreso Max. Il moro si staccò velocemente dalla giovane, avvolse un braccio intorno alle spalle dell'amico e lo fece voltare in direzione opposte alle due.

-Tu e Mariam non vi parlate da quando l'hai salvata, giusto?- disse sottovoce, il blaider annuì perplesso, non capendo dove volesse andare a parare.

-Lei e Christal sono qui insieme. Se io e lei ce ne andiamo voi rimarrete da soli- il biondo continuava a non capire.

-Potrete parlarvi tranquillamente e chiarire- sbottò infine l'altro come se fosse la cosa più ovvia. A queste ultime parole Max rimase, se possibile, ancora più sorpreso. Non tanto per il senso della frase, ma per il fatto che fosse stato proprio il suo capitano ad esprimerla. Non pensava che si fosse accorto della pesante indifferenza della mora nei suoi confronti. “Oh Takao...” pensò riconoscente.

-Thank you, my friend-

-Fatti onore amico-

Dopo avergli battuto un pugno contro il suo il giapponese si allontanò correndo e, prendendo per mano una confusissima Christal, sparì tra la folla. Ora Max era da solo con la giovane, ma instaurare una conversazione con lei si dimostrò più difficile del previsto. Infatti, al suo primo tentativo, Mariam si allontanò senza degnarlo di uno sguardo. Lui la seguì, rimanendo sempre qualche passo dietro di lei, in silenzio.

-Ci provi gusto a pedinarmi?- chiese acidamente la mora dopo svariati minuti.

-Si, se è l'unico modo per riuscire a parlarti-

La ragazza aumentò il passo nella vana speranza di riuscire a seminarlo, ma alla fine si fermò nei pressi di un grande centro commerciale. Si sedette su una panchina lasciando che il leggero venticello, che soffiava tra le via affollate, le accarezzasse il volto. Pochi secondi dopo l'americano si sedette vicino a lei. Sbuffò. Quanto era stressante quel ragazzo? L'aveva seguita tutto il pomeriggio senza spiccicare mezza parola ed ora se ne stava lì ad osservarla con quella sua tipica espressione felice e con un gigantesco sorriso. Che cosa non andava in lui? Come faceva a sorridere sempre? Si mise ad osservarlo attentamente, tentando di capire cosa gli passasse per la testa. Il viso, dai tratti dolci ed infantili, era ricoperto da leggere lentiggini, esaltate dagli occhi cerulei che le ricordavano tanto il mare. Non voleva ammetterlo, ma lo trovava tremendamente adorabile, così simile ad un cucciolo, le veniva quasi voglia di coccolarlo. Quasi. Si diede della pazza. Max non era adorabile! Era fastidioso, irritante, appiccicoso, esasperante, ma non adorabile! Eppure nonostante gli occhioni da bambino, quando l'aveva salvata, svegliandosi tra le sue braccia non gli aveva dato l'idea di un moccioso indifeso. Si era sentita protetta. In quel momento non avrebbe voluto lasciarle per nulla al mondo...perché?

-Ti va un gelato?- esordì il soggetto dei suoi pensieri. La mora si limitò a guardarlo non esattamente in modo amichevole. Max sembrò non farci caso e si diresse verso una gelateria poco distante. Mariam fu tentata di scappare, sarebbe stata l'occasione perfetta, invece rimase lì. Fissò i capelli dorati del ragazzo che ondeggiavano leggermente, non seppe nemmeno lei il motivo, ma iniziò ad immaginare quale sensazione avrebbe potuto provare ad accarezzarli, facendoli scorrere tra le dita. Poi passò alle spalle e alla schiena. In quel momento le sembravano così ampie e forti, così da uomo. La ragazza iniziò a riflettere su tutti quegli strani pensieri e sensazioni così inusuali per lei. Sentiva uno strano attaccamento verso l'americano. Che gli volesse bene? Però voleva bene anche a tutti i suoi compagni di squadra, eppure con Max era diverso. Lui era diverso. Che fosse qualcosa di più? “No, no e no! Cosa sono questi pensieri da smidollata?! Come potrei essere innamorata di quel moccioso?! È fuori discussione!” Lo vide tornare indietro con due grossi gelati al cioccolato. Mangiarono in silenzio, senza guardarsi. Fu Mariam a voltarsi per prima, dopo qualche minuto. Lo vide con il naso e la guancia sporchi di gelato e con uno sguardo concentrato nel tentativo di leccarsi via un po' di cioccolato dalla gota. Era davvero buffo. Tentò di soffocare una risata, ma quella visione era troppo divertente. L'americano rimase sorpreso di sentire una risata così dolce e melodiosa, era la prima volta che la vedeva ridere. In quel momento desiderò solo vederla sempre così allegra, ma quando si rese conto di essere proprio lui il soggetto delle risate andò in confusione. Ottenendo maggiore ilarità a causa dell'espressione ancora più buffa che aveva assunto.

-Dai! Smettila! Si può sapere che cosa c'è di tanto divertente?- chiese imbarazzato. Mariam per tutta risposta gli indicò il volto, continuando a ridere. L'americano allora si specchiò nella prima vetrina che trovo. Scoprendo di avere metà faccia sporca di gelato. Si portò imbarazzato una mano dietro la testa e, contagiato dalla giovane, iniziò anche lui a ridere di gusto.

 

 

 

 

 

Takao continuava a correre imperterrito in mezzo alla folla, ignorando i continui richiami della ragazza che, sempre stretta alla sua mano, arrancava dietro di lui. Soltanto dopo quasi una decina di minuti il giovane si arrestò ansimando.

-A... anf... desso... anf... mi vuoi spiegare... anf... cosa ti è preso?- domandò lei tra un respiro e l'altro. Lui la guardò con un sorriso sornione.

-Tu non hai notato niente?-

-No, cosa avrei dovuto notare?-

-Che Max e Mariam non si parlano dallo scontro con Delta. Sai...- iniziò a spiegare con una nota di dolcezza nella voce, rivolgendo il suo sguardo verso il cielo terso -Max è uno dei miei migliori amici, ci conosciamo da anni. Lui per me è come un libro aperto, ho imparato a capire cosa gli passa per la testa ormai. Ultimamente ho notato che era parecchio strano e sono arrivato alla conclusione che fosse frustrato a causa della continua indifferenza di Mariam. Non mi ha detto nulla, ma sono convinto che lui ne sia innamorato, anzi ne sono sicuro al 100%! Quindi ho pensato che rimanendo soli sarebbe stato più facile per loro parlarsi e risolvere le loro questioni- Christal lo osservava rapita, con gli occhi che le brillavano. Takao se ne accorse e si voltò imbarazzato.

-Per-perché mi guardi c-così?-

-Non ti credevo una persona così profonda. Devi proprio volergli un gran bene-

-Già. Max e gli altri sono i miei compagni, i miei amici, la mia famiglia- disse tornando ad osservare il cielo. Christal strinse appena la mano del giovane, iniziano a correre a sua volta, trascinando il ragazzo.

-Visto che in realtà non dobbiamo andare da nessuna parte, ho pensato di portarti io in un posto che sicuramente apprezzerai. Prima con Mariam siamo passati davanti ad una pasticceria fantastica ed ora mi è venuta voglia di una bella fetta di torta-

-Questa è un ottima idea!- confermò il ragazzo al settimo cielo. Quello si preannunciava come un pomeriggio veramente interessante.

 

 

 

 

 

Ormai lo scontro proseguiva da più di mezz'ora. Rei era in evidente difficoltà, ma non voleva cedere.

-Si può sapere cosa volete da noi?-

-Guerriero della Terra così mi deludi. Davvero non immagini il motivo per cui sono qui?- disse con un ghigno.

Il cinese digrignò i denti, se quel maledetto avrebbe voluto il potere della Tigre Bianca non gli avrebbe certo reso le cose facili.

-Attacca Driger!- Come tutti i suoi precedenti attacchi fu schivato agilmente dal bey nero. Il moro non sapeva più cosa inventarsi, il suo era un bey che puntava sopratutto sulla velocità, ma quello del suo avversario era nettamente più rapido. Come avrebbe fatto a sconfiggerlo? “Dannazione!” Mao al suo fianco non aveva nessuna idea che lo potesse aiutare, aveva già provato ad intervenire nello scontro insieme al suo fido Galux, ma il bey rosa era stato sconfitto in una manciata di secondi. Era così frustrante essere costretti ad osservare quel violento scontro senza poter far niente.

Finalmente un attacco del giovane andò a segno. Con rinnovata energia il bit della Tigre bianca continuava ad attaccare furiosamente la controparte malvagia.

-Sì! Vai così Rei! Non mollare!- lo incitava, per il momento non poteva fare altrimenti.

 

 

 

 

 

“Uffa! Dove si sarà cacciato?” La ragazza emise l'ennesimo sbuffo, maledicendo per la millesima volta il blaider russo. Hilary era subito corsa a cercarlo, ma ancora non aveva scoperto dove si stesse nascondendo. Insomma, quanta strada poteva aver fatto in quelle condizioni?! Per scrupolo Hilary stava controllando anche nei vicoli più stretti e bui. Ora si trovava proprio in quel tipo di strettoia. Nonostante fosse ancora giorno, quella via era completamente avvolta dalle tenebre. “Sarebbe il set perfetto per una di quelle scene dei film dell'orrore. Quelle dove lei cammina da sola e all'improvviso vengono fuori delle mani dall'ombra che la afferrano e la trascinano nell'oscurità” pensò rabbrividendo.

-Sì. Esattamente- La bruna si spaventò a tal punto da non riuscire nemmeno ad urlare. Fece per voltarsi e correre velocemente verso la strada principale, ma la voce parlò nuovamente:

-Gamma lo sta affrontando in questo momento. Mh... sì, non ti preoccupare. Vincerà di sicuro-

“Io questa voce l'ho già sentita” Hilary si addentrò ulteriormente nella stradina. Riuscì appena ad intravedere un uomo o forse un ragazzo, sembrava che stesse parlando al telefono.

-Hei tu!- lo chiamò. Il giovane sobbalzò, per poi dileguarsi velocemente. La giovane rimase qualche secondo in attesa, ma poi di diresse nuovamente verso la strada. Kei non era sicuramente lì. Uscita dal vicolo non fece in tempo a fare nemmeno cinque passi che si ritrovò davanti niente di meno che un bel giovane dagli occhi colore degli abissi marini.

-Ciao Rico. Che cosa ci fai qui?-

-Potrei farti la stessa domanda- ribatté quello con un'affascinante sorriso

-Sto cercando Kei-

-Come mai?- alla giovane non sfuggi il guizzo di rabbia che aveva attraversato i suoi occhi all'udire quel nome. Quindi pensò fosse meglio lasciar perdere e proseguire con le sue ricerche.

-Scusa ma devo proprio andare-

-Aspetta! Ti aiuto a cercarlo- La bruna rimase sorpresa, se non lo sopportava perché voleva aiutarla nella sua ricerca?

-Dopotutto non si può lasciare una così bella ragazza a vagabondare da sola per le vie di una città così grande- Hilary sorrise impacciata e arrossendo si appoggiò al braccio che le veniva posto. Per tutto il resto della giornata lui la tenne sempre stretta a sé, come se temesse che lei potesse andarsene da un momento all'altro. Si comportò in modo impeccabile e dolce. Nonostante la bruna fosse in ansia per il giovane russo, dovette ammettere che Rico non era niente male. Galante, divertente, gentile, solare. Il fidanzato ideale di qualsiasi ragazza. Si era divertita molto con lui ed il tempo era volato. Tuttavia una strana sensazione le aveva attanagliato lo stomaco per tutto il pomeriggio. Ormai il sole stava calando e di Kei nemmeno l'ombra. Rassegnata la giovane si diresse verso l'albergo, sperando che fosse già rientrato.

 

 

 

 

 

Era il tramonto, ma lo scontro proseguiva ancora. Rei era sempre più spossato, mentre Gamma sembrava non accusare il minimo segno di stanchezza. BlackDriger attaccava senza sosta ed il bey grigio ruotova sempre più lentamente. Ormai era solo una questione di tempo. Ma proprio quando stava per cedere, il bey nero cambiò improvvisamente bersaglio, puntando ad un'impalcatura poco distante dai cinesi. I due non ebbero nemmeno il tempo di vedere cosa fosse successo. Quello che successe dopo fu solamente una rapida sequenza di immagini.

 

 

 

 

 

-Rei! Rei svegliati!-

Di chi era quella voce fastidiosa che continuava a chiamarlo? Perché non lo lasciava riposare in pace? Voleva solo riposare. Cosa c'era di sbagliato?

-L'hai voluto tu- disse la voce con sufficienza. Nella sua testa riecheggiò un sonoro 'SCIAFF' ed improvvisamente sentì la guancia bruciare. Era un dolore distante e innocuo, se paragonato a quello che gli ricopriva la gamba destra, ma comunque percepibile e sopratutto tremendamente irritante. Desiderò aprire gli occhi solo per poter vedere chi fosse l'idiota che lo infastidiva. La cosa gli risultò piuttosto difficoltosa e dovette fare qualche tentativo prima di riuscirci. Quando finalmente aprì gli occhi non riuscì a vedere gran che. Il sole era tramontato completamente e l'unica fonte di luce erano un paio di lampioni situati ai confini del cantiere. Tuttavia distinse ugualmente la figura familiare che lo fissava, con ancora la mano sollevata. L'unica cosa che riusci a dire fu:

- Perchè?- aveva un mal di testa indescrivibile, il moro si premette una mano sulla fronte e l'altra sulla gota pulsante, dove probabilmente spiccava un vistoso segno rosso. Sentiva qualcosa di rigido che gli immobilizzava l'arto dolorante, oltre al terreno ghiacciato sotto di sé. Vide la figura accasciarsi con un tonfo al suo fianco, respirando pesantemente.

-La prossima volta che tenti il suicidio avvisami-

Rei si voltò sorpreso. Gli costò parecchia fatica, ma non riusciva a credere alla scena che gli si parava davanti. Il suo migliore amico se ne stava sdraiato a pancia in su, ansimando, con il volto arrossato e sudaticcio. Doveva essersi preso un bel febbrone. Teneva gli occhi chiusi e sembrava che stesse sorridendo.

-Oh, il grande Kei che fa una battuta. Che cos'è questa novità?- chiese divertito

-Sono solo contento che tu sia vivo-

Ora Rei si stava seriamente spaventando. Non era assolutamente una cosa da lui dire frasi del genere. Le spiegazioni possibili e razionali erano solamente due: o era completamente impazzito per la febbre oppure gli era successo qualcosa di molto bello.

-Che hai fatto oggi?-

-Ero con Hilary-

-Questo spiega molte cose- disse canzonatorio, mentre una possibile idea del buon umore dell'amico andava via via delineandosi.

-Ohhhhh...E che cosa avete fatto?- lo disse con un tono strano. Il russo arrossì ancora di più, ma fortunatamente il cinese non poté vederlo a causa della scarsa luminosità di quel luogo deserto.

-Tsk! Piuttosto, tu non eri con Mao?-

“Mao!” miseriaccia si era completamente scordato di lei! Dove si era cacciata? Fu invaso dal panico ed improvvisamente le immagini dello scontro gli tornarono in mente:

Il tremore. La trave d'acciaio che si staccava. Mao che la fissava terrorizzata, incapace di muoversi. Lui che la spingeva bruscamente per evitare che venisse colpita. Un dolore fortissimo. La giovane che urlava disperata il suo nome e la risata agghiacciante di Gamma.

Fu come ricevere un secchio di acqua gelata dritto in faccia. Tentò di mettersi seduto, ma il dolore lo costrinse a rimanere sdraiato. Non potendo fare altro, ruotò velocemente la testa, alla ricerca di Gamma o della giovane. Dov'erano? Dov'erano?! Un immagine raccapricciante si formò nella sua mente, lottò in tutti i modi di scacciarla. Ma qualsiasi cosa pensasse lo riportava sempre alla stessa ipotesi. Si immaginava la cinese in lacrime, mentre tentava inutilmente di liberarsi dalla presa del nemico. Lui, per nulla turbato, la trascinava via, lontano. Il cinese iniziò a tremare, mentre le prime lacrime iniziavano a spuntare.

-L-L'ha... po-po-portata... v-via...- balbettò disperato. “È solo colpa mia!” continuava a ripetersi.

-MAOOOOO!!!!- urlò, continuò a farlo per diversi minuti. Come aveva potuto permetterlo? Perché? Perché lei? Era lui il bersaglio, Mao non c'entrava nulla. Pianse, come non aveva mai fatto. Rimase a terra, senza riuscire a fare altro, mentre il russo rimaneva a scrutare silenziosamente le stelle.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

e dopo molti (troppi) mesi, ecco a voi signori e signore la scrittrice fallita dell'anno (:

sciocchezze a parte.. mi scuso infinitamente per la lunghissima attesa, ma questo capitolo è stato veramente un parto. Fatta eccezione per la parte su Max e Mariam, scritta durante una noiosissima lezione di latino, è stato veramente il capitolo più difficile che abbia scritto fin ora >___< ero veramente bloccata ed il mio inutile cervello non è stato di aiuto ç____ç l'ho scritto e riscritto un milione di volte ed ancora adesso non mi convince del tutto. Fatemi sapere se c'è qualche errore o se avete qualche consiglio (:

ringrazio mille e mille volte chi ha seguito ugualmente la storia ed anche chi legge rimanendo nell'ombra xD ed ovviamente Heart inRussia, Dark_Fairy92 e luna di perla, che non mancano mai di commentare (:

A presto (si spera),

Kiki

  
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