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Autore: Cloe87    01/04/2012    1 recensioni
Se alcuni mesi prima dell'inizio delle Galaxian Wars, una giovane donna, a prima vista normale, finisse nella vasca sacra del Tredicesimo Tempio senza motivo apparente?
Beh... forse il corso della storia potrebbe prendere tutta un’altra piega e un gruppetto di accanite pacifiste riuscire perfino a sfatare il mito... in nome del Cosmo!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Che il Cosmo sia con noi'
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QUI MICIO, MICIO!

Buono Simba, buono!

 

I giorni seguenti trascorsero abbastanza tranquilli, tolte le crisi isteriche di Tatsumi nel vedere altri guerrieri in armatura prendere alloggio nella raffinata villa Kido per volere di Saori. Nonostante trovassi improbabili e grottesche le minacce di morte che il pelato rivolgeva ai saint di continuo, fui costretta ad ammettere che il maggiordomo della Kido non aveva tutti i torti nel definire i saint “rozzi”. Non che fossero maleducati una volta chiarita la questione, ma da guerrieri abituati alla dura vita della caserma, si aggiravano per la villa come elefanti in una cristalleria: soprattutto Dante e Moses, che nel giro di due giorni erano riusciti a devastare l’intera collezione di pregiati vasi di porcellana cinese disseminata per la villa.

Ma a parte questo e l’insignificante dettaglio che tutti i silver, dopo le scottanti rivelazioni sul Grande Sacerdote, volessero pestarlo a sangue... non ci si poteva lamentare. Possibile che appena risolvevamo un guaio ne saltasse subito fuori un altro, innescato proprio dalla soluzione adottata per l’inghippo precedente?

Emisi quindi un lungo sospiro, rigirandomi la tazza di tè tra le mani.

«Non so proprio come ringraziarti per quello che avete fatto» Saori mi distolse dal pensiero di Arles.

«Figurati è stato un piacere» risposi volgendo lo sguardo verso lo splendido quadro rinascimentale di fattura italiana rappresentante, manco a dirsi, il palladio, posto sulla parete di fronte a me. Non era la prima volta che io e Saori ci ritrovavamo a fare colazione insieme. Avevamo infatti l’abitudine di alzarci molto presto: io perché non riuscivo a dormire per via dei miei pensieri su Arles e perché per riuscire a mettere qualcosa sotto i denti con calma, bisognava farlo prima che scendessero nella sala da pranzo anche i saint; soprattutto Seiya! Della Kido avevo invece il sospetto che lo facesse proprio per evitare la loro compagnia. Infatti mentre io comunque rimanevo a tavola con loro, lei si dileguava poco prima del loro arrivo e la cosa non mi piaceva, sembrava che non li sopportasse. Nonostante questo, normalmente non mi facevo tanti problemi a parlare del più e del meno anche con lei, che, per quanto fosse la reincarnazione di Atena, non riuscivo a vederla per più di quello che era: una ragazzina tredicenne un po’ viziata e tremendamente autoritaria.

Quella mattina non ero però dell’umore giusto per una chiacchierata con lei, anche se dovevo ammettere che da quando le avevamo riportato all’ovile i silver, si era dimostrata meno aggressiva e acida nei nostri confronti. Ma la discussione avuta con i suoi guerrieri, la sera prima, mi aveva reso alquanto indisposta. I silver, infatti, ritenendomi di parte per via della mia relazione con Arles (in quel frangente avrei strozzato Alexis, che l’aveva starnazzato ai quattro venti come se fosse il pettegolezzo dell’anno), non avevano preso seriamente le mie parole in difesa della parte buona del Grande Sacerdote e mi avevano taggata come la solita donna ingenua e masochista che continuava a difendere il suo uomo nonostante fosse un gran bastardo manesco, cosa che accrebbe l’ira di Asterion e Babel verso il Sacerdote (per la diffusione del fatto che Arles aveva alzato mano su di me, dovevo invece ringraziare Seiya; mai una volta che chiudesse la bocca quel ragazzo!).

«C’è qualcosa che ti turba? Oggi sei stranamente silenziosa.» mi chiese Atena e io mi ritrovai a fissare il viso sorridente della ragazzina tredicenne, atteggiata da donna matura, che mi sedeva a fianco. Ok che era la reincarnazione di una figura mitologica, ma comunque parlare dei miei problemi con un’adolescente non mi allettava per nulla, ma Saori era ben intenzionata a girare il coltello nella piaga.

«È per Arles vero?» aggiunse quindi lei.

Io però cambiai discorso passando a chiacchierare su come le giornate si stavano facendo sempre più lunghe e più calde. Saori però non era dell’idea di farsi traviare dal discorso:

«E per quello che hanno detto ieri sera i miei saint?»

Quella ragazzina era veramente cocciuta, non c’era che dire: «Visto che ho capito che non riuscirò a cambiare discorso fin quando non vi darò una risposta... ebbene sì. Per convincerli a non uccidere te e i bronz, hanno finito per voler uccidere Arles e non era esattamente quello che volevo!»

«Non puoi dar loro torto...»

«Lo so. Quello che il Grande Sacerdote ha fatto è ignobile, ma non era in lui!» sbottai a quel punto.

«Io ho fiducia in te e credo nelle tue parole»

Mi ritrovai spiazzata a guardare Saori che prendeva la mia mano fra le sue:

«Lo devi amare davvero tanto per fare tutto questo...» mi disse quindi Saori guardandomi negli occhi e mi accorsi che quella che avevo davanti altro non era che una ragazzina di tredici anni in tutto e per tutto.

«Ehm, beh ecco io.... tengo molto a lui» dissi alla fine. Ammettere di essermi innamorata di Arles in quel modo quasi adolescenziale, era una cosa difficile anche per me, ma mentire a me stessa e agli altri non sarebbe servito a nulla. Infondo era vero che tutto quello che stavo facendo era per lui, anche se in ballo c’era molto più che una singola persona, cosa di cui stavo prendendo sempre più coscienza.

«Un po’ ti invidio...» sfuggì a Saori, che però subito arrossì portandosi la mano alla bocca.

«C’è qualcosa di cui vuoi parlarmi?» chiesi quindi intuendo che anche la Kido probabilmente era turbata per qualcosa.

«Assolutamente nulla, che vai pensando!» negò con forza Saori e io mi ritrovai nuovamente di fronte ad un muro. Arles avrà avuto una bella doppia personalità, ma ultimamente anche gli sbalzi di umore della Kido non scherzavano! A volte avevo l’impressione che il suo atteggiamento altero e autoritario fosse solo una facciata; una sorta di maschera dietro cui nascondere le proprie fragilità e i propri desideri.

«Volevo solo assicurati il mio appoggio. Te lo devo dopo quello che avete fatto. Parlerò io ai miei saint, non preoccuparti, ma questo non toglie che non vi lascerò agire senza il mio consenso.» disse quindi Saori riprendendo il suo contegno distaccato, mentre io mi ritrovai a guardare nuovamente il quadro. “Bisogna dire che il vecchio Kido d’arte se ne intendeva!” mi ritrovai quindi a pensare. La mia attenzione vene però ben presto catturata dalle urla di Tatasumi che, come al solito, stava sbraitando dietro a Seiya intimandogli di pulirsi le scarpe prima di rientrare in casa dal giardino ed infatti poco dopo il suddetto cavaliere fece il suo ingresso nella sala da pranzo, sbadigliando sonoramente.

«Toh, guarda! La principessina questa mattina sì è degnata di fare colazione con noi! Domani pioverà rosso!» esclamò Seiya continuando a sbadigliare.

«Non era mia intenzione infatti» Saori assunse il suo solito sorriso inespressivo, che rivolgeva ai sui saint come segno di congedo, e fece per alzarsi, ma io la bloccai:

«Lascia perdere Seiya. L’educazione non sa cosa sia, ma alzarsi da tavola in questo modo potrebbe far pensare ai saint di non essere graditi e, nonostante ti abbiano giurato fedeltà, il legame è ancora debole è va rinforzato. Un sorriso sincero conquista più cuori di un despota autoritario.» gli sussurrai vedendo entrare anche i Silver nella sala.

Saori mi guardò fredda e ritornò composta rispondendomi: «Oppure mette a disagio».

Non compresi le sue parole fin quando tutti non entrarono nella sala. Infatti, tolti i bronz e le altre contattate, tutti rimasero impalati nel vedere Atena seduta come i comuni mortali a tavola, per poi esibirsi in mille inchini, dopo i quali calò un silenzio imbarazzato.

«Visto?» mi disse con un sorriso tirato Saori.

A sbloccare la situazione ci pensò però Seiya:

«Beh? Non avete mai visto una ragazzina fare colazione?»

«Quella non è una ragazzina, ma la nostra signora! Non è ammissibile che dei cavalieri di rango bronzo e argento si siedano al suo stesso tavolo. Solo il Grande Sacerdote ha un onore simile!» sbottò Misty.

Saori mi rivolse uno sguardo di sprezzante sufficienza.

«Fate come volete! Io ho fame e faccio colazione, che lei ci sia o meno non mi fa alcuna differenza!» esordì Seiya per poi servirsi al buffet e sedersi vicino a me.

«Quante storie per niente! Il medioevo è passato da un pezzo! Cercate di aggiornarvi!» sbuffò quindi Alexis in direzione dei silver e seguì a ruota Pegaso, trascinandosi dietro Shiryu con lo scopo di usarlo come cameriere. Stessa cosa fecero quindi Katy, Morgana ed Eva e i restanti cavalieri di bronzo, che si servirono come se non ci fosse nulla di diverso dal solito.

«Ma come osate, questo è un oltraggio all’ordine del Grande Tempio!» Sibilarono i Silver.

«Ma qui non siamo al Grande Tempio e se Atena ha piacere di intrattenersi con voi a tavola non vedo dove stia il problema» risposi io, per poi far cenno a Saori di non starsene li impalata come una cariatide, ma di dire qualcosa:

«Mi hai tolto le parole di bocca! Servitevi pure... sarete affamati dopo la corsa mattutina» disse la Kido con un sorriso tirato, invitando con un gesto della mano i restanti cavalieri ad unirsi alla sua tavola.

I silver quindi presero posto incredibilmente con garbo. Solo Argor di Perseo, come ogni mattina, fece accomodare Katy come un vero gentiluomo e, come ogni volta, mentre lui le spostava la sedia, Hyoga e Eva prendevano posto accanto alla Guaritrice lasciando il saint di Perseo con un palmo di naso. Katy li guardava sempre con immensa gratitudine. Dopo di che cadde nuovamente un silenzio imbarazzante e io mi ritrovai ad osservare sconvolta Moses, Dante e Jamian cercare di mangiare composti, mentre anche per gli altri silver si vedeva lontano un miglio che erano a disagio. Anche Argor, che normalmente ci provava senza ritegno con Katy (il suo abbraccio doveva avergli fatto parecchio effetto), quella mattina si era dato una regolata. Solo Misty era contento di poter sfoggiare un comportamento a tavola degno di Arles, guardando soddisfatto i suoi compari, invece pienamente in crisi.

Vedere quei ragazzi, che normalmente erano abbastanza casinisti e poco inclini al galateo, cercare di fare i piccoli lord, mi lasciò incredula e, dopo una rapida occhiata a Seiya, che invece si stava ingozzando come suo solito, scoppiai in una sonora risata.

«Asterion, Babel, siete una sagoma! Oddio, siete più imbalsamati che davanti al Grande Sacerdote!» mi sfuggì con le lacrime aglio occhi.

«Beh ecco noi...» balbettarono i due.

«Arianna, ma si comportavano così anche con te, quando credevano che fossi Atena?» mi chiese Eva sorseggiando il suo tè.

«All’inizio sì, ma mi è bastato offrigli una birra a spese del Grande Tempio per rompere il ghiaccio ed intimar loro di smetterla di trattarmi come la regina d’Inghilterra» e feci l’occhiolino a Saori, che sbuffò.

«D’altronde quante volte nella vita può capitare di trovare una dea che ti consiglia su come corteggiare le ragazze» rispose divertito Asterion, ripensando al nostro primo incontro.

«O che legge i tuoi racconti e ti incoraggia a non mollare la tua passione nonostante i compiti di saint...» disse Babel, dai cui occhi si intravedeva un po’ di nostalgia.

«... e che vede in te prima l’essere umano, che il guerriero da mandare al macello» aggiunse infine Seiya, tirando una frecciatina bella appuntita a Saori.

«Ho delle faccende importanti da sbrigare» Saori quindi si alzò dal tavolo con garbo e, con il solito sorriso di circostanza, uscì dalla sala, mentre i silver si affrettavano ad alzarsi e ad inchinarsi.

Io invece posai il tovagliolo e la seguii, fermandola nel corridoio. Quella mattina non l’avrebbe passata liscia; il suo comportamento mi dava troppo fastidio:

«Saori, non capisci che così facendo sembra che i tuoi saint ti diano suo nervi!» sbottai.

«E tu ti rendi conto con chi stai parlando?» rispose secca lei.

«Sinceramente non me ne può sbattere di meno, se non l’hai ancora capito! Quindi è inutile che gonfi il tuo cosmo, perché se una cosa mi da fastidio non mi faccio problemi a dirtela in faccia, signorina!»

«Io sono la reincarnazione della dea Atena, non posso comportarmi come una comune mortale! Dopo questa mattina dovresti averlo capito! Hai visto come erano a disagio! Io sono l’autorità ed è così che si aspettano che mi comporti!»

«Ne sei sicura? Io ho anche visto qualcosa di diverso durante il mio soggiorno al Santuario; ovvero un disperato bisogno di umanità e normalità. Il despota c’è già, non ti ci mettere anche tu! Ci sono momenti in cui bisogna essere autorevoli e distaccati, ma anche altri in cui bisogna dimostrasi umani e compressivi accorciando se necessario le distanze!»

«Offrendogli una birra?»

«Perché no? E magari interessarsi anche della loro vita oltre il cloth, non sarebbe male. Ti aiuterebbe a conoscerli meglio ed avvicinarli a te. L’affetto smuove i cuori più che l’autorità!» le risposi.

«Hai preso il mio posto per un paio di mesi e pensi di potermi far lezione? Tutto il sistema su cui è basato il mio Santuario è poggiato su un ordine preciso! Non si può destabilizzare così su due piedi!» Sbottò Atena furibonda.

«E ho visto dove ti ha portato il tuo “ordine”, Atena! Forse è ora di cambiarlo, non credi?»

«Non si può!»

«Questo lo puoi decidere solo tu! Infatti che si possa o meno dipende da te. Siamo noi che dobbiamo scegliere chi o cosa siamo, ma ovviamente il primo passo per cambiare le cose aspetta soltanto a te, e ti farebbe pure bene! Sei talmente presa dal tuo ruolo di incarnazione della giustizia, che da quando ti ho incontrato non ho mai visto sul tuo volto un sorriso spontaneo e sincero!» Sbottai.

«Grazie.» fu la risposta di Saori.

«Eh?» non mi sarei mai aspettata di essere ringraziata dopo la sfuriata che le avevo fatto.

«Nessuno si era mai preoccupato della mia felicità, ma non credo che i miei saint potranno mai accettare quella che sono veramente» disse Saori per poi lasciarmi sola nel corridoio a riflettere.

“Ti sbagli ragazza, e te lo dimostrerò!” Mi dissi fra me e me ripensando alla sensazione di opprimente malinconia avvertita davanti alla statua di Atena.

 

«Devo ammettere che hai le palle!» mi disse Alexis ridacchiando, mentre spettinava un Shiryu infuriato nero (per mettere a posto la sua chioma ci aveva messo una vita) tra le risatine di Shunrei.

«Vi abbiamo sentito litigare fin dalla sala da pranzo, ma che le hai detto per farla urlare così! Insomma dovresti portarle più rispetto!» mi disse Babel.

«Consigli non richiesti» risposi.

«Sicura di non voler venire?» mi chiese quindi Katy, mentre guardava rassegnata Argor, che le porgeva galantemente il braccio. A correre in suo aiuto ci pensò Hyoga.

«Qualcuno deve rimanere alla villa»

«Ci sono già Seiya, Jamian, Moses e Capella» dissero Dante e Misty, truccato all’inverosimile e abbigliato ancora peggio (ma chi gli aveva insegnato a vestirsi a quel povero ragazzo?).

«Questa sera è il mio turno e non mi sembrerebbe giusto nei confronti degli altri tagliare così! Ikki e Morgana piuttosto?» chiesi.

«Ikki è con Esmeralda, Morgana è a caccia di fantasmi come ogni sera» mi disse Eva.

«Allora divertitevi e state sereni, qui ci pensiamo noi» li salutai per poi avviarmi verso il salone.

“Li stiamo proprio traviando quei ragazzi!” pensai “Ma infondo che male c’è se si fanno un giro per Tokyo, come normali giovani della loro età? A parte che siamo a rischio attacco?”.

A tirare fiori l’iniziativa quel pomeriggio era stata come al solito Alexis, in crisi d’astinenza da birra e non intenzionata a rinunciare alla sua ciucca del sabato sera. Da li a coinvolgere Seiya, Katy, Eva e i restanti bronz, ci aveva messo poco, per poi passare a corrompere anche i Silver, che, a dispetto delle loro parole da prodi cavalieri di Atena, morivano dalla voglia di farsi un giro nella capitale nipponica che avevano solo visto di sfuggita al loro arrivo. Saori incredibilmente aveva dato il suo assenso (allora la mia sfuriata era servita a qualcosa!), ma si era ben guardata da unirsi alla comitiva, cosa che ci avrebbe notevolmente facilitato la sua salvaguardia, dato che in quel modo saremmo andati tutti in un locale e tanti saluti. Invece così avevamo dovuto darci i turni.

Raggiunsi così Seiya sul terrazzone del primo piano che dava sul giardino e mi sedetti con lui a guardare le stelle, prendendo sonno poco dopo.

 

«Ma sei cretina? Non ti ho fatto niente! Quindi smettila di cercare di uccidermi!»

La favella celestiale di Seiya e le colonnine del parapetto del terrazzo frantumate mi fecero risvegliare di soprassalto e mi ritrovai ad osservare la tipa con i capelli verdi di nome Shaina, che cercava di assassinare Seiya.

«Ma dove diamone sono finiti Jamian, Capella e Moses!» sbottai.

«Li ho messi a nanna per un po’, ma non preoccuparti per te a la dea. Sono solo qui per prendere la testa di Seiya» mi disse Shaina.

«Aspetta, non sei stata inviata dal Santuario per uccidere Saori e rapire me?»

«Sì, ma ho assistito allo scontro con gli altri silver e, tenendovi d’occhio, in questi giorni ho avuto modo di ricredermi anch’io sull’operato del Sacerdote»

«Allora perché mi vuoi morto se finalmente hai capito che non ho rapito nessuno!» sbottò Seiya puntando un dito verso la donna.

«Perché se un uomo vede in viso una saint lei deve ucciderlo oppure...» disse lei.

«Oppure?» chiese Seiya.

«No... niente...non può accadere fra noi....Va all’inferno, Seiya, con questo Thunder Claw *»

Possibile che l’ordine fissato da Atena al Santuario e le sue regole del menga** portassero solo guai?

La donna però si bloccò avvertendo un potentissimo cosmo negativo.

Tutto successe rapidamente e io, Seiya e Shaina ci ritrovammo in aria, per poi ricadere oltre il parapetto; Shaina atterrò in piedi, Seiya di faccia e io mi ritrovai tra le braccia di un guerriero biondo, che riconobbi subito: era il tizio non tanto sveglio di nome Aioria, che avevo visto nella sala del Grande Sacerdote.

«Somma Atena, vi riporterò sana e salva al Santuario» mi disse sorridente.

“Uffa ancora con sta storia e che palle!” Pensai per poi rispondergli:

«E se non volessi venire?»

«...» dedussi che il gold saint non si aspettasse una risposta del genere dalla sua espressione incredula.

«Puoi chiudere la bocca prima che ci entrino le mosche? Comunque spiacente non sono io la reincarnazione di Atena, ma la signorina Kido!»

«Co... cosa?» il tipo mi guardò sconvolto, per poi scoppiare a ridere: «Bella battuta mia signora, veramente divertente!»

Sospirai rassegnata: «Se permetti so ancora chi sono!»

«Nobile Aioria del Leone, la donna che avete in braccio dice il vero. Lasciate quindi a me il compito di eliminare Seiya.»

Poco da dire e poco da fare, Aioria in risposta spedì Seiya contro il muro della villa e Shaina a terra, per poi rivolgersi a me:

«Adesso basta giocare. Cos’è questa storia?»

«Arles mi ha passato per quella che non sono e voi state cercando di fare fuori la persona sbagliata, ma non pensate male del Grande Sacerdote perché in fondo non è colpa sua!» gli dissi sorridendogli e preparandomi a prendermele, ma mi ritrovai sbattuta a terra mentre il gold si ritrovò impegnato ad evitare i colpi di Seiya, tra l’altro senza il minimo sforzo.

«Ma come è possibile che i miei colpi lo attraversino!» esclamò Seiya.

«Non dire stupidaggini! Per evitarli si è spostato!» urlai al Saint di Pegaso.

«Tu... tu riesci a vedere i miei spostamenti?» Aioria mi guardò stupito.

«Non dovrei?» risposi.

«Solo chi possiede il settimo senso più riuscirci!» esclamò lui.

«Eh? Il cosa?» a casa mia i sensi erano cinque, al massimo sei se si contava l’intuito.

Ma il ragazzo non mi rispose. Si era infatti lanciato contro Seiya. Un colpo di una miriade di linee luminose si disegnò nell’aria, ma a finirne colpita fu Shaina, intervenuta a difesa del saint di Pegaso. Scoprii così che l’altra opzione per una saint vista in viso era quella di amare l’uomo autore del misfatto e che lei voleva uccidere Seiya perché, secondo lei, a lui il suo amore avrebbe dato fastidio. Ma che cavolo di ragionamento era! Al massimo il fastidio era tutto suo nel dover andare dietro a forza ad un ragazzino tamarro e spaccone di quattordici anni (e che regola del c@@zo era quella?).

In quel momento però l’unica cosa che volevo era fare un c@@o a capanna al biondino del Leone, ma la posto mio ci pensò Seiya, che gli tirò un gancio in piena faccia per aver trattato così una donna. Non ero amante della violenza, ma in quel frangente appoggiai pienamente il saint di Pegaso. Aioria avrebbe potuto fermare il colpo, il ragionamento di Seiya non faceva una piega! Il biondo infatti i mezzi li aveva per non ferirla in quel modo!

Aioria non si mosse e incassò senza fiatare, per poi andare a raccogliere Shaina da terra.

«Per questa sera, in suo onore, ti lascio vivere Seiya. Ma la prossima volta ti ucciderò perché è questa la punizione per i saint che hanno tradito. Per quanto riguarda voi...» Aioria si volto serio verso di me: «La prossima volta mi spiegherete bene tutta questa storia...»

Io però l’afferrai per il mantello.

«Dove la poti?»

«Al Grande Tempio dove sarà curata, anche se le sue ferite sono abbastanza gravi.»

«Lasciala a noi. Una mia amica fa miracoli nel guarire le persone. Un paio di giorni a letto e sarà come nuova.» gli dissi.

«Non dire sciocchezze, neanche tra i glod saint esiste qualcuno in grado di guarire ferite come questa!»

«Il Grande Sacerdote aveva ragione. In fondo il fratello di un traditore è sempre il fratello di un traditore»

Tre cessi di Saint comparvero tra le chiome degli alberi del giardino, interrompendoci.

«Il saint del Cane Maggiore, quello dello Mosca e quello di Eracle... per caso mi stavate seguendo?»

«Sorvegliando per ordine del Grande Sacerdote» disse il Cane Maggiore.

«Allora ditegli che non è necessario. Porterò a lui le teste mozzate dei saint traditori, che si sono votati a quelle false divinità, insieme ai corpi delle false divinità, che minacciano il Santuario e rapito Atena con l’ausilio di Seiya, e riporterò la dea al santuario, anche se non capisco perché il Grande Sacerdote mi abbia indicato questa donna come la dea, anche se lei nega di esserlo...»

«E visto che sei dietro, perché non ci fai anche sei caffè?» dissi ironica io. Ma chi era sto qui, un super eroe? E di che false divinità stava parlando?

Aioria mi guardò truce, mentre i tre nuovi venuti fecero per scendere dagli alberi... ritrovandosi però a testa in giù appesi come dei salami in un intrico di rami.

«Ma che diamine!» berciò la Mosca.

«Scusate il ritardo. L’anima perduta di un defunto mi ha impegnato più del dovuto. Ma guarda, il Santuario ha deciso di scendere in campo con un pezzo grosso!» la Medium in armatura era apparsa seduta su uno dei rami degli alberi del giardino.

«Morgana, per caso hai visto Katy, mentre venivi qui? Questa ragazza ha bisogno urgentemente di cure»

«Spiacente, ma vengo dalla dimensione degli spiriti, quindi non ho incontrato nessuno, ma con il casino che ha combinato il Leone, la Guaritrice non tarderà ad arrivare» rispose Morgana.

Lo sguardo del Gold Saint però si illuminò di una luce furente e dopo aver posato la sacerdotessa a terra lanciò il suo Bolt qualcosa verso Morgana, che però riuscì ad evitarlo saltando con una velocità e con un’agilità impressionante giù dall’albero, che finì disintegrato.

«Ehi, ma che fai!» sbottai io.

«La Medium, il Manipolatore, la Guaritrice, l’Alchimista, la Sensitiva e l’Esorcista e la Veggente. Le false divinità asservite alle forze del male che hanno corrotto i silver saint portandoli al tradimento, convincendoli che la dea Atena è Saori Kido. Non avrò pietà con te donna!» e così dicendo scagliò un altro colpo verso Morgana, che si difese erigendo una barriera di roccia, che si disintegrò al colpo del cavaliere, lasciandola però illesa.

«Che razza di cosmo è!» esclamò il gold Saint.

«Mai sentito parlare di cosmo positivo? No? Beh ragazzo, c’è sempre la prima volta! Tu distruggi, mentre io difendo l’Equilibrio di questo mondo in nome del Cosmo: quindi fra di noi chi è che è  più asservito alle forze oscure? Arianna ti consiglio di indossare la tua armatura; il micio non gioca come i silver... fa sul serio!»

«Ma io non so comandarla quella cosa!»

«Ora mi è più chiaro il tuo farfugliamento donna! Anche tu sei una di loro e hai cercato di confondermi prendendo l’aspetto della dea Atena!»

«Però ne hai di fantasia! Se avessi voluto imbrogliarti ti avrei dato corda non credi?» gli risposi, ma la cosa non gli piacque e il giovane scaricò su di me la sua furia.

Capii così che vedere il colpo non serviva comunque ad evitarlo e che se il suo colpo si chiamava Lightning Bolt c’era un motivo. Mi ritrovai infatti a boccheggiare a terra come se fossi stata colpita da una sorta di fulmine. L’armatura mi aveva infatti protetto come nello scontro con Arles, ma come allora la botta la sentii, eccome che la sentii!.

«Arianna tutto a posto?» Morgana si era precipitata da me insieme a Seiya.

«E come se mi fossi schiantata contro una parete di ferro e colpita in contemporanea da una folgore. Credo di avere qualche costola incrinata, faccio fatica a respirare» dissi, mentre la Medium mi prestava i primi soccorsi.

«Adesso basta! Stai esagerando! Loro non sono false dee e tanto meno servitrici del male. Non hai sentito il loro cosmo Aioria?»

«Sì, ed è strano! Non è come il nostro è... è subdolo! All’apparenza rassicurante, ma in pratica potente quanto quello di un gold! Andate all’inferno tutti e tre!»

Io chiusi gli occhi, un altro colpo non l’avrei retto, ma a salvarci il posteriore ci pensò il Manipolatore con la gentile collaborazione del cloth del Sagittario.

Il cosmo di quel simpatico fancazzista si espanse nell’aria e fece comparire, da chissà quale dimensione, l’armatura del Sagittario, che andò a collocarsi sul corpo di Pegaso, che riuscì così a respingere Aioria facendolo sbattere contro un tronco di un albero.

Ovviamente però il Leone non se ne rimase a guardare e dopo il primo momento di stupore si riprese e scaraventò a terra Seiya, che gli chiese:

«Aioria, perché insisti nell’obbedire al Sacedote nonostante anche il gold Cloth del Sagittario si sia schierato dalla nostra parte?»

«Perché è l’officiante della dea Atena, è grandioso, pieno di amore e giustizia! In altre parole il Grande Sacerdote può essere paragonato a un dio!» urlò il Leone scagliandosi su Pegaso, ma venne bloccato dal cosmo imponente di Saori.

“Allora a qualcosa serve pure lei!” pensai mentre Saori si avvicinava al gold saint del Leone atteggiandosi da figa.

«Il Sacerdote non è un dio... abbassa il tuo pugno Aioria e ascoltami»

«Voi siete Saori Kido, colei che comanda queste donne e i saint traditori, perché dovrei ascoltarvi?»

Atena diede completamente sfogo al suo cosmo e Aioria ammutolì, mentre a me saltò la mosca al naso: “Scusa, chi dovrebbe comandare chi? Roba da matti!” pensai io, mentre Morgana si rivolse ad Aioria:

«Già, Leone, lei è la vera reincarnazione di Atena e il Sacerdote l’impostore. Per quanto riguarda noi... non siamo al suo servizio, ma dato che stiamo percorrendo un tratto di cammino in comune abbiamo deciso di darle una mano, visto che anche noi vogliamo purificare il Santuario dalle forze oscure, come dite voi, o dal Cosmo Negativo, come lo chiamiamo noi.».

Saori quindi si cimentò nel narrare ad Aioria il salvataggio eroico compito da quello che appresi essere suo fratello.

Aioria però, non ancora convinto, chiese a Saori una prova; ovvero di parare un suo colpo, che venne però intercettato da Seiya, per poi ritrovarci tutti a fissare stupiti il cavaliere del Leone, tranne Morgana:

«Ma che fa? Delira?» chiesi alla Medium. Aioria stava infatti parlando ad un Seiya, alquanto inquietato, come se fosse di fronte al fratello defunto.

«No, è un discorso fra anime come quello a cui hai assistito tra me e lo spettro. Sembra che il fratello gli stia facendo il mazzo perché non è più in grado di riconoscere il bene dal male. A quanto pare l’anima del Sagittario era talmente in sintonia con il suo cloth da essere rimasta parzialmente legata ad esso anche dopo la morte.»

Aioria, finito di blaterare da solo, si cuccò quindi il suo stesso colpo respinto da Seiya, per poi inginocchiarsi di fronte ad Atena giurandole fedeltà. Dopo di che si diresse verso di noi:

«Vi chiedi scusa per il mio comportamento. Ho percepito quali motivi vi spingono a lottare, ma non mi ero mia ritrovato a scontrarmi con qualcuno con un cosmo come il vostro prima d’ora e ho perso la testa, fidandomi più delle parole del Grande Sacerdote che del mio istinto»

«Devo ammettere che il Grande Sacerdote ha costruito una bella favoletta attorno a noi. Ma almeno ora sappiamo che gli è giunta all’orecchio anche la nostra esistenza» disse Morgana.

«E ti posso garantire che la sua parte oscura si starà agitando parecchio. Le sue ore sono contate, ma bada bene alle mie parole: il bene si nasconde anche tra le ombre. Il Sacerdote non è completamente malvagio, ma asservito a una forza più grande di lui. Ti chiedo quindi di non giungere a decisioni affrettate» dissi ad Aioria, che però non mi ascoltò. Il racconto di Saori su suo fratello, aveva acceso in lui una rabbia difficile da estinguere e, senza darci il modo di fermarlo, prese con se Shaina e ritornò al Santuario per fare la cazzata più grossa della sua vita. Affrontare Arles a viso aperto e senza gli strumenti adeguati.

 

 

 

NOTE

 

*Cit: Saint Seiya. Le frasi in corsivo sono citazioni dell’opera originale.

 

** Termine dialettale che si può tradurre con “del cavolo”.

  
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