Capitolo I
Grand Line-è
qui che è iniziato tutto.
Robin camminava
per le strade assolate della grande città, erano pochi giorni che si era
trasferita dalla sua piccola cittadina Ohara, dove
aveva lasciato amici e famiglia. Si era iscritta all’università,
ma le lezioni sarebbe cominciate solo la settimana dopo, quindi nel frattempo
si godeva i pochi giorni di libertà prima di cominciare la solita
routine scolastica.
A casa era
ancora piena di valigie da sistemare, con tutti i suoi libri dentro e solo
pochi vestiti…eh già, la sua passione
era la lettura. Doveva cominciare si una nuova vita, ma dai suoi libri non si
sarebbe mai separata.
Aveva trovato
una casetta accogliente non troppo lontano dalla sua università,
così da poter andare anche a piedi, senza dover prendere mezzi di
trasporto. La zona in cui abitava era ottima, aveva tutto ciò di cui
poteva aver bisogno: diversi supermercati, il cinema, un mercato
all’aperto, diversi negozi di ogni genere, ma soprattutto, una
biblioteca. Ed infatti era proprio lì che stava andando. Avrebbe passato
tutto il giorno tra gli scaffali alla ricerca di qualcosa di nuovo da leggere,
per poi tornare la sera a casa e magari dargli una sistemata.
La sera
arrivò presto, con stupore di Robin e le venne da pensare
“è proprio vero che quando ti diverti il tempo passa in
fretta” e sorrise tra se e se.
Anche i pochi
giorni di libertà passarono in fretta, e le lezioni
all’università sarebbero cominciate l’indomani.
Robin quella
sera era tesa, fino ad allora aveva passato i giorni nella nuova città
non pensando a niente se non a procurarsi da mangiare, a girovagare qua e
là senza meta, e a leggere qualche libro preso in prestito in biblioteca; non aveva ancora fatto i
conti col fattore “socializzare”. Lei non era il tipo di persona a
cui bastava poco per socializzare, anzi, le veniva molto difficile, infatti
tutti gli amici che aveva non li aveva cercati lei, le si erano avvicinati loro
senza che lei facesse niente. Ma come si sa all’università ognuno
pensa per sé, il senso di “unità di classe” non
c’è più, quindi Robin cominciava a chiedersi se sarebbe mai
riuscita a farsi dei nuovi amici e a riuscire veramente a superare la relazione
passata.
Era
l’alba, Robin non era riuscita a dormire per niente a causa del panico da
“primo giorno di scuola”. Si vestì con calma, fece colazione
e uscì di casa.
Arrivò
all’università che ancora era chiusa, ma non si creò
problemi, prese dalla borsa uno dei suoi libri e cominciò a leggere
nell’attesa della sua apertura.
Man mano che i
minuti passavano la gente si affollava davanti l’entrata
dell’edificio, e cominciarono anche a formarsi vari gruppetti di persone;
gente che già si conosceva, gente che cominciava a socializzare con la
persona più vicina, e poi c’era lei, Robin, appoggiata al muro,
sola, che leggeva, alzando ogni tanto gli occhi dalla sua lettura per vedere se
le porte dell’università si aprivano.
Le 9.00, ed
ecco che finalmente le porte si aprirono permettendo alla calca di gente di
riversarsi nelle aule per le varie lezioni.
Robin si
diresse subito in Aula Magna, era lì che si sarebbe tenuta la sua prima
lezione.
La gente si
precipitava per prendere posto nei primi banchi e magari tenere qualche posto
da parte anche per gli amici, ma lei non si preoccupò di questo, decise
che per la prima lezione non voleva sedersi né troppo avanti né
troppo dietro, il giusto. Prese quindi posto nella quarta fila e finalmente un
po’ di tempo dopo cominciò la lezione.
Al termine
della prima lezione c’era una pausa e poi ci sarebbero state le lezioni
pomeridiane. Robin decise così che avrebbe preso qualcosa da mangiare al
Bar dell’università a poi sarebbe andata in qualche posto a
leggere.
Uscì
dall’aula e scese le scale che portavano al Bar, quando improvvisamente
si sentì spingere e per poco non cadeva dalle scale, però le
caddero tutti i libri che aveva in mano. Arrabbiata con lo sconsiderato
aggressore si girò di scatto per ammonirlo, ma non fece in tempo a farlo
che il mal capitato si stava già scusando e stava raccogliendo i suoi
libri
-scusa scusa scusa, davvero!! Non volevo scusami, perdonami! Raccolgo tutto,
ecco! Scusami ancora!- non fece che scusarsi il ragazzo, e le porse i libri
raccolti da terra –davvero la prossima volta starò più attento…-
Lei lo
guardò stupita, non sapeva se ridere o arrabbiarsi, aveva una faccia
così buffa. Era un ragazzino che non avresti mai pensato potesse fare
l’università, mingherlino, occhi scuri e capelli corvini che
andavano un po’ dove volevano. Lei riprese i suoi libri senza dire una
parola, era rimasta scioccata.
-certo che ne
leggi di roba! Io non sarei capace di leggere neanche uno di quei libri! Sono
veramente negato! Però quest’università mi piace, quindi
credo che mi metterò sotto e almeno i libri di testo li
leggerò!” disse tutto d’un fiato e alla fine sorrise. E che
sorriso. Uno di quelli che ti scaldano il cuore, uno di quelli che non
dimenticherai tanto facilmente, uno di quelli che anche se è la giornata
più brutta della tua vita, potrà farla diventare la più
bella.
Robin
continuò a non rispondere, era rimasta incantata dal suo sorriso, non
avrebbe mai creduto che avrebbe conosciuto così presto un ragazzo che
anche con la cosa più stupida l’avrebbe messa a suo agio. Dopo
l’ultima storia d’amore pensava che non sarebbe mai più
stata veramente felice, e invece ora, in quel preciso istante, era felice, per
una stupidaggine come un sorriso, ma era felice.
-ah, ma che
scemo, non mi sono presentato! Il mio nome è Rufy, Monkey
D Rufy! Non chiedermi il perché della D, ma ce l’hanno tutti in
famiglia e nessuno mi ha mai voluto spiegare il perché!- riprese a
parlare lui senza darle tempo di assimilare tutto quello che aveva detto.
Neanche si conoscevamo e già parlava della sua famiglia, che tipo strano
-ehm…ecco io…io mi
chiamo Robin, Nico Robin!- aprì finalmente bocca lei e gli sorrise
-ah ma allora
sai parlare! Pensavo fossi muta! Ahahahahah- rise
della sua stessa battuta, facendo scappare una piccola risata anche a Robin
-eri pure tu
alla lezione col professore Hillk? Immagino stavi
andando a prendere qualcosa al bar-
-ecco,
veramente si-
-bene! Allora
andiamo insieme, così ti offro il pranzo per farmi scusare della
spinta!- le sorrise ancora, e la fece rimanere di sasso per l’offerta
appena proposta, non sapendo cosa dire, sbarrò semplicemente gli occhi
per lo stupore. Lui prendendolo per un si le prese la mano e la trascinò
giù per le scale, fino al bar.
FINE!!
Ringrazio pokemaster90
per la recensione :D e niente, spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto
e che continuerete a seguire l’evoluzione degli eventi ^_^
A presto!!
NicoRobin92