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Autore: MonkeyDRobin    07/04/2012    5 recensioni
"Città nuova, vita nuova, nuove esperienze. È quello che ti dicono sempre quando qualcosa finisce…soprattutto se finisce in modo spiacevole…ma nessuno purtroppo si rende conto che questo non è facile."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nico Robin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I

Grand Line-è qui che è iniziato tutto.

 

 

Robin camminava per le strade assolate della grande città, erano pochi giorni che si era trasferita dalla sua piccola cittadina Ohara, dove aveva lasciato amici e famiglia. Si era iscritta all’università, ma le lezioni sarebbe cominciate solo la settimana dopo, quindi nel frattempo si godeva i pochi giorni di libertà prima di cominciare la solita routine scolastica.

A casa era ancora piena di valigie da sistemare, con tutti i suoi libri dentro e solo pochi vestiti…eh già, la sua passione era la lettura. Doveva cominciare si una nuova vita, ma dai suoi libri non si sarebbe mai separata.

Aveva trovato una casetta accogliente non troppo lontano dalla sua università, così da poter andare anche a piedi, senza dover prendere mezzi di trasporto. La zona in cui abitava era ottima, aveva tutto ciò di cui poteva aver bisogno: diversi supermercati, il cinema, un mercato all’aperto, diversi negozi di ogni genere, ma soprattutto, una biblioteca. Ed infatti era proprio lì che stava andando. Avrebbe passato tutto il giorno tra gli scaffali alla ricerca di qualcosa di nuovo da leggere, per poi tornare la sera a casa e magari dargli una sistemata.

La sera arrivò presto, con stupore di Robin e le venne da pensare “è proprio vero che quando ti diverti il tempo passa in fretta” e sorrise tra se e se.

Anche i pochi giorni di libertà passarono in fretta, e le lezioni all’università sarebbero cominciate l’indomani.

Robin quella sera era tesa, fino ad allora aveva passato i giorni nella nuova città non pensando a niente se non a procurarsi da mangiare, a girovagare qua e là senza meta, e a leggere qualche libro preso in prestito  in biblioteca; non aveva ancora fatto i conti col fattore “socializzare”. Lei non era il tipo di persona a cui bastava poco per socializzare, anzi, le veniva molto difficile, infatti tutti gli amici che aveva non li aveva cercati lei, le si erano avvicinati loro senza che lei facesse niente. Ma come si sa all’università ognuno pensa per sé, il senso di “unità di classe” non c’è più, quindi Robin cominciava a chiedersi se sarebbe mai riuscita a farsi dei nuovi amici e a riuscire veramente a superare la relazione passata.

Era l’alba, Robin non era riuscita a dormire per niente a causa del panico da “primo giorno di scuola”. Si vestì con calma, fece colazione e uscì di casa.

Arrivò all’università che ancora era chiusa, ma non si creò problemi, prese dalla borsa uno dei suoi libri e cominciò a leggere nell’attesa della sua apertura.

Man mano che i minuti passavano la gente si affollava davanti l’entrata dell’edificio, e cominciarono anche a formarsi vari gruppetti di persone; gente che già si conosceva, gente che cominciava a socializzare con la persona più vicina, e poi c’era lei, Robin, appoggiata al muro, sola, che leggeva, alzando ogni tanto gli occhi dalla sua lettura per vedere se le porte dell’università si aprivano.

Le 9.00, ed ecco che finalmente le porte si aprirono permettendo alla calca di gente di riversarsi nelle aule per le varie lezioni.

Robin si diresse subito in Aula Magna, era lì che si sarebbe tenuta la sua prima lezione.

La gente si precipitava per prendere posto nei primi banchi e magari tenere qualche posto da parte anche per gli amici, ma lei non si preoccupò di questo, decise che per la prima lezione non voleva sedersi né troppo avanti né troppo dietro, il giusto. Prese quindi posto nella quarta fila e finalmente un po’ di tempo dopo cominciò la lezione.

 

Al termine della prima lezione c’era una pausa e poi ci sarebbero state le lezioni pomeridiane. Robin decise così che avrebbe preso qualcosa da mangiare al Bar dell’università a poi sarebbe andata in qualche posto a leggere.

Uscì dall’aula e scese le scale che portavano al Bar, quando improvvisamente si sentì spingere e per poco non cadeva dalle scale, però le caddero tutti i libri che aveva in mano. Arrabbiata con lo sconsiderato aggressore si girò di scatto per ammonirlo, ma non fece in tempo a farlo che il mal capitato si stava già scusando e stava raccogliendo i suoi libri

-scusa scusa scusa, davvero!! Non volevo scusami, perdonami! Raccolgo tutto, ecco! Scusami ancora!- non fece che scusarsi il ragazzo, e le porse i libri raccolti da terra –davvero la prossima volta starò più attento…-

Lei lo guardò stupita, non sapeva se ridere o arrabbiarsi, aveva una faccia così buffa. Era un ragazzino che non avresti mai pensato potesse fare l’università, mingherlino, occhi scuri e capelli corvini che andavano un po’ dove volevano. Lei riprese i suoi libri senza dire una parola, era rimasta scioccata.

-certo che ne leggi di roba! Io non sarei capace di leggere neanche uno di quei libri! Sono veramente negato! Però quest’università mi piace, quindi credo che mi metterò sotto e almeno i libri di testo li leggerò!” disse tutto d’un fiato e alla fine sorrise. E che sorriso. Uno di quelli che ti scaldano il cuore, uno di quelli che non dimenticherai tanto facilmente, uno di quelli che anche se è la giornata più brutta della tua vita, potrà farla diventare la più bella.

Robin continuò a non rispondere, era rimasta incantata dal suo sorriso, non avrebbe mai creduto che avrebbe conosciuto così presto un ragazzo che anche con la cosa più stupida l’avrebbe messa a suo agio. Dopo l’ultima storia d’amore pensava che non sarebbe mai più stata veramente felice, e invece ora, in quel preciso istante, era felice, per una stupidaggine come un sorriso, ma era felice.

-ah, ma che scemo, non mi sono presentato! Il mio nome è Rufy, Monkey D Rufy! Non chiedermi il perché della D, ma ce l’hanno tutti in famiglia e nessuno mi ha mai voluto spiegare il perché!- riprese a parlare lui senza darle tempo di assimilare tutto quello che aveva detto. Neanche si conoscevamo e già parlava della sua famiglia, che tipo strano

-ehm…ecco io…io mi chiamo Robin, Nico Robin!- aprì finalmente bocca lei e gli sorrise

-ah ma allora sai parlare! Pensavo fossi muta! Ahahahahah- rise della sua stessa battuta, facendo scappare una piccola risata anche a Robin

-eri pure tu alla lezione col professore Hillk? Immagino stavi andando a prendere qualcosa al bar-

-ecco, veramente si-

-bene! Allora andiamo insieme, così ti offro il pranzo per farmi scusare della spinta!- le sorrise ancora, e la fece rimanere di sasso per l’offerta appena proposta, non sapendo cosa dire, sbarrò semplicemente gli occhi per lo stupore. Lui prendendolo per un si le prese la mano e la trascinò giù per le scale, fino al bar.

 

 

FINE!!

Ringrazio pokemaster90 per la recensione :D e niente, spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e che continuerete a seguire l’evoluzione degli eventi ^_^

 

A presto!!

NicoRobin92

   
 
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