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Autore: mikilily    11/04/2012    11 recensioni
Salve, questa è l'ennesima Dramione che la mia mente malata sforna, ancora non so se sarò una long o una semplice one shot...vediamo cosa dice il pubblico sovrano.
La guerra magica è ormai alle spalle,i maghi hanno ripreso le consuete attività. Due in particolare, hanno trovato fortuna a Parigi e lì, hanno scoperto che infondo dall'odio può nascere qualcosa di buono come l'amicizia e forse... Questi sono: Draco Malfoy e Hermione Granger.
Se vi va' passate, Kiss.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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2. Una sottile linea ci separa.

Da quel sabato mattina le cose tra Hermione e Draco precipitarono notevolmente.

Il biondo evitava accuratamente ogni situazione che potesse metterlo in contatto con la Granger.

Aveva quindi pianificato tutti i suoi spostamenti, affinché non vi fosse occasione di incontrarla. Aveva: cambiato orari per smaterializzarsi al ministero della magia; cambiato macchinetta in cui recarsi per la pausa caffè; iniziò a utilizzare le scale per recarsi al suo ufficio invece che il più funzionale ascensore, le aveva pensate tutte.

Evitarla era diventato per Draco Malfoy, l’unica cosa importante.

Vi era riuscito, per più di una settimana aveva combattuto con se stesso per non telefonarle la sera per la consueta chiacchierata pre- sonno, si era sforzato per non recarsi nel suo studio. Avrebbe regalato tutto l’oro in suo possesso nella banca magica Londinese solo per vederla, salutarla, ridere con lei della cravatta pessima del suo collega o della moglie sciatta del primo ministro, ma non lo fece, resistette.

Era riuscito perfino a darle buca nella loro ormai consolidata cena del giovedì nel locale più” In” di Saint Germain.

Per questo si vergognava come un ladro, ma era un modo per fargliela pagare, anche se era certo che l’unico che stava soffrendo come un cane era lui, anche se nessuno se ne accorse.

Imperturbabile a tutti, era sempre stato bravo a celare i sentimenti e i pensieri che inesorabili scorrevano in lui. Dentro, però, si sentiva sul punto di esplodere, non avrebbe retto ancora molto quella situazione, per fortuna le vacanze di Natale erano alle porte e con queste il motivo della loro lite.

Lite, sbuffò Draco, non vi era stata alcuna lite, lei aveva rifiutato in modo categorico di andare a una stupidissima festa con lui, una stupidissima festa nella Londra magica.

Non vi era stato bisogno di litigare, lei aveva detto no e lui se n’era andato sbattendo la porta. Era logico, lei non sarebbe mai andata nella loro Londra, non sarebbe entrata nella sala del ministero della magia Inglese al suo braccio.

Lì, ancora tutti, dopo due anni ignoravano che i nemici per antonomasia erano divenuti amici.

Forse, l’avrebbero ignorato per sempre perché della loro amicizia ora non vi era più traccia e lui era l’unico che stava soffrendo per questo.

Camminava sovrappensiero e non si accorse di ciò che lo circondava non si accorse di due occhi marroni che si illuminarono appena lo videro, Draco continuò a camminare e anche Hermione lo fece, seguendolo senza badare a nulla cercando di tenere il passo del biondo che la precedeva di almeno dieci passi.

 Fino a quando non batté violentemente contro un armadio di carne e muscoli.

-Granger- urlò l’armadio facendo così girare tutti, compreso Draco che ora con occhi sgranati la osservava riversa a terra, luogo in cui era caduta dopo essere sbattuta sopra il suddetto armadio.

Hermione alzò lentamente il viso, massaggiandosi con vigore il fondoschiena e rimase sconcertata da chi si mostrò davanti a lei in quel preciso momento.

-Seamus. Seamus Finnigan – disse stranita nel vedere come era cambiato il suo ex compagno di casa.

-Hermione- disse prontamente lui offrendogli la mano per farla sollevare da terra.

-Che ci fai qui a Parigi?- chiese ancora l’uomo guardandola attentamente, prima le gambe lunghe e magre, poi i fianchi , la vita stretta, il seno e infine con un sorriso da ebete osservò con attenzione il viso di Hermione che aveva compreso ogni pensiero di Seamus senza bisogno di leggergli la mente.

-ci lavoro- rispose piccata Hermione.

Il moro allargò le braccia in segno di resa, dopo aver sentito il tono duro con cui Hermione gli aveva risposto.

-Tu invece?-chiese ancora il vecchio compagno di scuola.

-Sono qui per incontrare Draco Malfoy, gli hanno assegnato un posto di lavoro in questo ministero, lo sapevi?- chiese ancora Seamus.

Hermione lo guardò allibita.

-Finnigan- disse Draco- quando hai finito di allisciare il pelo alla Granger ti aspetto nel mio ufficio- disse spiccio il biondo.

Terzo piano, quinta porta a destra. Dipartimento di cooperazione internazionale- enunciò fiero Draco girando le spalle e salendo elegantemente le scale. Hermione lo vide andare via e perse in quel momento l’unica occasione in una settimana di nulla, per chiedergli spiegazioni per il suo comportamento.

-Ti conviene andare. Malfoy detesta i ritardi- disse Hermione distogliendo lo sguardo dal ciuffo biondo che scompariva oltre l’angolo.

-com’è?-chiese curioso Finnigan osservando lo sguardo perso nel vuoto di Hermione.

-Molto in gamba- rispose Hermione. –Ora scusami ma devo andare anche io, il lavoro mi chiama.

-è stato un piacere, se ti va dopo potremmo...-disse Seamus.

-Mi spiace Seamus- disse Hermione – Ho una riunione improrogabile. Ci si vede- aggiunse poi, scomparendo prima che l’uomo osasse anche solo sfiorarla.

Hermione accelerò il passo salendo le scale, stava letteralmente correndo e non ne sapeva il motivo, era tanto che un uomo non la guardava in quel modo e questo le aveva fatto un certo effetto.

Un disgustoso effetto.

Da quando aveva rotto con Ron, non era più stata con nessuno, la sua unica compagnia maschile era Draco e lui non la guardava certo in quel modo squallido da allupato.

In quel moneto capì ancora una volta la differenza tra gli uomini e Draco Malfoy e ancora non riusciva a capacitarsi del fatto che lui si fosse offeso. Per quella stupida e insignificante raccolta fondi.

Doveva spiegarsi. Doveva farlo ragionare, non poteva essere certo questo a dividerli. La loro amicizia aveva una base solida era nata dalle ceneri dell’odio di anni, dalla differenze di sangue tra maghi. La loro amicizia aveva cancellato insulti, invidie e rancori.

No! non poteva finire per quella stupida festa.

Si, l’avrebbe affrontato, quella sera lo avrebbe affrontato, ma la sua decisione fu vana, come vana fu la sua attesa.

Alle diciannove della sera, quando ormai il ministero della magia francese era vuoto e dopo essere stata per quasi una mezzora ferma davanti alla porta del suo ufficio, Hermione si decise a bussare.

Bussò.

Bussò ancora, ma nessuno rispose.

Fino a quando prese tra le mani la bacchetta e sussurrò piano:

-Alohomora-.

La stanza si presentava agli occhi della Granger perfettamente in ordine: la scrivania era sgombra da cartelle, le tende erano state tirate, la carta nel cestino era stata buttata, solo Il camino era ancora acceso, per poco ancora.

Hermione si avvicinò a osservare la cenere mista a metro polvere, aveva deciso di andar via via cammino. Sapeva che lei lo aspettava fuori, ora ne era certa, non voleva più aver alcun contatto con lei e per la prima volta dopo anni vacillò.

Aveva perso la sua amicizia, aveva perso la sua spalla, aveva perso Draco.  

SPAZIO AUTRICE.

SECONDO CAPITOLO, QUI SI INCOMINCIA A INTRAVEDERE LO STRAPPO.

DRACO SE LA PRENDE PER NULLA, MA INFONDO NON è PROPRIO NULLA LUI PENSA CHE LEI SI VERGOGNI DI ESSERE SUA AMICA. FINO A QUANDO STANNO A PARIGI ESCONO, CENANO, RIDONO, SCHERZANO A LONDRA INVECE, TORNANO AD ESSERE DEGLI SCONOSCIUTI GLI ETERNI NEMICI. SOLO PERò PER GLI AMICI DI HERMIONE, QUELLI DI DRACO VI ANTICIPO SANNO CHE SONO IN OTTIMI RAPPORTI.

PANSY NE è PERFINO GELOSA, A RAGIONE AGGIUNGO IO ....

KISS RAGAZZE, DITEMI CHE NE PENSATE.

   
 
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