Poco dopo, la nonna uscì di casa, ma delle due zie non c’era nessuna traccia, erano come scomparse nel nulla. Timorosa Dakota chiese:
-Nonna, dove sono
le zie?
-Non ti
preoccupare piccola, stanno bene! Ma ora sbrigati, è tardi, dobbiamo andare-
rispose la nonna.
Nella sua voce c’era qualcosa che non andava, nascondeva
qualcosa e Dakota lo intuiva molto bene. Dakota montò sul suo cavallo.
Il viaggio durò solo alcune ore, ma per Dakota sembrò
eterno. Voleva fare altre domande su quello che era successo a casa sua, ma
qualcosa dentro di lei glielo impediva. Il silenzio tra loro era assordante e
sembrava raggelare tutto quello che era intorno a loro.
Ad un tratto la nonna finalmente parlò:
-Mia cara, appena
arriveremo sistemeremo la tua stanza e l’indomani mattina ti preparerai per il
tuo primo giorno di scuola al villaggio-. Il suo tono ritornò rassicurante.
-Va bene nonna-
fece una pausa –manca ancora tanto al villaggio?-
-Non molto, circa
mezz’ora- continuò –ti va di raccontarmi qualcosa sulla tua infanzia?-
Dakota tornò con la mente al passato e iniziò a
raccontare.
-Sono sempre
stata una ragazzina molto vivace, amichevole. Nella scuola che frequentavo
avevo molti amici. Osservavo spesso papà mentre spaccava la legna nel bosco, e
aiutavo la mamma a preparare i pasti. Grazie a lei, successivamente ho imparato
a cucinare ed anche a rammendare-. Cercò di trattenere le lacrime, ma questo
tentativo fu inutile.-Mi sono sempre ritenuta fortunata della vita che facevo,
e ora che ho perso tutto, sento un gran vuoto dentro di me-.
Il viaggio continuò in silenzio, ormai più nessuno voleva
parlare. L’unico rumore era quello del fruscio delle foglie mosse dal vento.
Nella vecchia casa predominava il disordine: frammenti di
stoviglie, mobili distrutti e un’enorme nuvola di polvere che offuscava la
vista. Ad un tratto alcune travi di legno si mossero provocando un forte
scricchiolio. Dalle macerie si levarono le due zie tutte impolverate e mal
ridotte.
-Quella stupida
vecchia è riuscita a sopraffarci!- esclamò Tryne.
-Non la passerà
liscia, voglio vendetta- continuò Zake.
Si
rialzarono a fatica spostando le travi che gli impedivano di muoversi.
Tossirono violentemente a causa della polvere e corsero fuori. Imprecarono
contro Iole, si diressero verso il bosco e scomparvero.
Salirono su una collinetta e Dakota riuscì a vedere il
villaggio di Ker. Era un paesello abbastanza grande e da alcune case si poteva
scorgere del fumo che sbucava dai camini.
Scesero dalla collina e imboccarono la strada maestra che
portava al cancello principale del villaggio. Varcarono la cancellata. La
maggior parte delle case era fatta in legno, tranne qualche eccezione. Si
diressero verso il centro della cittadina. In mezzo alla piazza c’era un pozzo,
che le persone utilizzavano per procurarsi l’acqua; ai suoi lati si ergeva la
chiesetta del paese, e dalla parte opposta si poteva osservare la scuola.
Dakota era impressionata dalla bellezza del villaggio;
questo fu la prima cosa, dopo la perdita dei suoi genitori, che le fece tornare
il sorriso.
Attraversarono tutto il villaggio, fino ad arrivare
davanti ad una casa a due piani. Oltrepassarono il piccolo cancello di legno e
si ritrovarono in un grazioso giardino. Percorsero il vialetto e varcarono la
porta; erano in cucina. Dakota era stupefatta dall’ordine e dallo splendore. La
nonna disse.
-Bene cara,
questa è casa mia, spero che ti troverai a tuo agio. Se sali le scale troverai
la tua camera, la mia è al piano terra; la cena sarà pronta tra poco.
Dakota salì le scale, varcò la porta e si ritrovò nella
sua stanza. Il letto era appoggiato alla parete e sul lato opposto c’era un
piccolo armadio. Davanti a lei si ergeva una finestra che illuminava tutta la
camera. Disfò i bagagli e corse giù in cucina. Nell’aria arieggiava l’odore di
stufato e a Dakota venne subito l’acquolina in bocca. Si sedettero a tavola e
iniziarono a mangiare. Ad un certo punto la ragazza disse.
-La mia camera è
molto graziosa e il cibo è buonissimo, grazie nonna per quello che stai
facendo.
-E’ un piacere
piccola mia. Sono felice che tu ti stia trovando bene qui.
Dopo mangiato Dakota aiutò la nonna Iole a lavare le
stoviglie e poi corse in camera sua per mettersi a letto: era stata una
giornata molto pesante e faticosa. Si addormentò quasi subito. Dakota non se
n’era ancora accorta, ma in cuor suo vedeva già la nonna come una figura di
riferimento; sentiva che su di lei avrebbe sempre potuto contare e soprattutto
sapeva che non l’avrebbe mai abbandonata.