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Autore: Bittersteel    17/04/2012    1 recensioni
Tre momenti della giornata, tre momenti di solitudine.
Prima classificata al contest "Stars' Collection" indetto da Eleutera sul forum di efp
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peter Minus | Coppie: Ron/Hermione
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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II
 
Meriggio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

«Alla fine succede,
in qualche modo che prima non sapevi.»
Paolo Giordano, La Solitudine dei Numeri Primi

 
– Ron, Ron!

Troppi capannelli di studenti la separavano da quel testone. Finalmente si fermò e si girò a guardarla, – Cosa vuoi?
Hermione si trovò quasi senza parole, nel vedere quello sguardo che conosceva da troppo tempo, e da cui pretendeva, stranamente, più attenzione. Balbettando, iniziò a prendere aria, sperando che le parole le salissero in gola da sole.
– Sei uno stupido. Non puoi credere davvero che…
 – Che cosa? Che il grande Harry Potter abbia messo il suo nome nel Calice durante la notte?

Ron era arrossito e la guardava come se la stesse vedendo per  la prima volta. La luce del sole che entrava dalle finestre gli incendiava i capelli e gli occhi, –  E’ stato lui a dirmi che l’avrebbe fatto! – Abbassò gli occhi, ferito e umiliato, –  Non voleva una palla al piede.
Si girò per andarsene, ma la ragazza gli afferrò un polso. Per un attimo, un solo istante, fu tentata di baciargli una guancia accesa dal sole e dai sentimenti, poi si bloccò.
–  Sai che non è così. Se solo ti fermassi a riflettere, –  un’ombra di sorriso le velò lo sguardo, tornando subito seria, –  capiresti che dice la verità. E non ti mentirebbe mai. Non ci mentirebbe mai!
Ron la guardò sconsolato, con le guancie che bruciavano ancora. Hermione non sapeva dire, in quel momento, se fosse per l’imbarazzo o per la vergogna. O per il fatto che avesse torto marcio. Mesto, la lasciò in quell’angolo di corridoio, inoltrandosi con la folla verso la Sala Grande.

Sentì con sicurezza che avrebbe passato mesi a fare la spola tra i suoi due amici, quei mocciosi, esortandoli a fare pace. Lo sapeva, come sapeva anche che il loro legame non si sarebbe spezzato per una simile sciocchezza. Era fuori da quel rapporto tutto maschile, fatto di occhiate subdole e risate aperte, eppure era l’unica che avrebbe potuto riparare il danno. Conosceva Harry come le sue tasche. Conosceva Ron, più di quanto volesse ammettere. E non si trattava solo dell’esatta sfumatura di blu degli occhi di lui. Era qualcosa che Hermione sentiva nella pancia: Ron le fermava il respiro.

Ron. Il primo a prenderla in giro al suo ingresso a Hogwarts. Il primo che l’aveva aiutata in quel mondo nuovo e strano. Quello con cui aveva litigato quasi ogni giorno, che l’aveva ferita più volte e poi l’aveva curata e rimessa in piedi. Quello che aveva sputato lumache per ore per averla difesa. Il ragazzo mediocre eppure geniale, arrogante ma semplice, un ossimoro vivente.
Quello che aveva sognato la notte prima, che la invitava al Ballo del Ceppo, con cui danzava fino all’alba, e che poi la baciava.
Ronald, ragazzino petulante e sempre pronto a giudicare. Chissà se l’avrebbe mai invitata al Ballo. Magari non era alla sua altezza, avrebbe cercato una ragazza più bella, con un portamento più elegante.

Scosse la testa, riemergendo da quel senso di solitudine e profonda inadeguatezza.

Ronald. Lui è quello di cui ti innamori e non sai perché.
 
 

[493]


 

Note:
Pacchetto Lira: Ron/Hermione, quarto anno, Lui è quello di cui ti innamori e non sai perché (Onestamente non so a chi appartenga la citazione).

 

   
 
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