Capitolo
34
POV DAMON
<
Allora, che facciamo? > esclamai una volta raggiunta
la tenuta dei Lockwood.
Elena mi guardò un po’ scocciata. < Mi
raccomando, Damon,
la prossima volta fai con più calma! >
< Domanda – esclamò Tyler – chi
ci dice che Ariel non sia
già morta? >
Strinsi i denti a quella domanda che, tuttavia, non aveva tutti
i torti. Dopo una settimana quante erano le probabilità che
Klaus non l’avesse
già uccisa?
< Mi ha lasciato questa sul portico ieri > disse
Elena, cacciando dalla tasca un biglietto.
< Credi che l’abbia scritta lei? > chiese
Caroline
< Può essere una trappola > propose Alaric
< Non mi importa, trappola o no dobbiamo salvarla, o
almeno darle degna sepoltura > disse Elena, abbassando lo
sguardo.
< Elena ha ragione, ci sono ancora speranze che sia viva
> ribadì Bonnie, facendo forza ad Elena, la quale le
sorrise timidamente.
< D’accordo, d’accordo. Come agiamo?
> domandai,
volendo nettamente non pensare alla possibile morte di Ariel.
< C’è un passaggio segreto che collega il
bosco nei
pressi della pensione con l’abitazione di Klaus, ma se non
ricordo male c’è un
problema >
< Ovvero? > fece Stefan.
< Solo Klaus e i suoi ibridi possono entrare.
Nessun’altro, forse solo gli umani >
Il mio sguardo saettò su Bonnie. < Sapresti rompere
l’incantesimo?
Lo hai fatto con quello della cripta >
Il viso di Bonnie si indurì e in pochi secondi dovetti
accasciarmi a terra dolorante, tenendomi fortemente la testa. Quella
piccola
strega mi stava provocando infiniti aneurismi. < Ed è
morta mia nonna >
< Ma ora sei molto più forte di allora > disse
Stefan,
posandole una mano sul braccio e facendo cessare tutto il dolore.
Mi rimisi in piedi, guardando malamente Bonnie, ma dovevo
mantenere la calma. < Credo di potercela fare, ma fino a quando
non sono di fronte
l’incantesimo non posso esserne sicura >
< Bene, come agiamo in caso di attacco? > chiese
Elena.
< Semplice, voi.. – mi fermai, voltando poi la testa
verso sinistra – Credo che dovremmo saltare la parte teorica
e passare
direttamente a quella pratica > dissi, facendo una smorfia.
Elena ci guardò preoccupata. < Che succede? >
Stefan le si parò davanti, proteggendola. < Abbiamo
visite >
Fu il turno di Caroline e Tyler di mettersi in posizione
d’attacco e Alaric si armò velocemente.
Poco
dopo, dalla schiera infinita di
alberi che li circondavano, uscirono dai loro nascondigli quelli che
riconobbero essere ibridi.
< Ric, credo che la tua opinione non fosse tanto
sbagliata > proruppi, tenendo d’occhio ogni ibrido.
< Cosa volete? > chiese Stefan
< La doppelganger e la vostra morte > esclamò
uno di
loro
Storsi la bocca. < Papino non era il tipo da “io
rispetto
i patti?” >
< Dateci la ragazza >
< Se ci sono gli ibridi, vuol dire che nei paraggi ci
saranno Klaus e Ariel >
Mi scrocchiai le dita. < Pensiamo a staccare un po’ di
cuori, poi penseremo a loro >
POV ARIEL
<
Non era nei patti, Klaus! > gli urlai contro.Avevo
saputo cosa aveva fatto. Mandare i suoi ibridi contro Damon e gli altri
per
ucciderli. Cercavo di raggiungerlo per bloccarlo, cercando
così ti ottenere
spiegazioni. < Dannazione, stupido di un ibrido, vuoi fermarti?
> sbottai
adirata, afferrando un piccolo sasso e lanciandoglielo contro,
colpendolo sulla
schiena.
Klaus si fermò e, prima che me ne rendessi conto, ero a
terra, con una guancia dolorante e pulsante. Strinsi gli occhi,
portando una
mano sulla zona lesa, mentre lo guardavo con odio. < Non farmi
perdere la
calma proprio ora. Ora alzati, non siamo ancora arrivati >
Mi rimisi in piedi, stringendo i denti. < Arrivati dove?
>
< Tutto a suo tempo > rispose lui semplicemente,
riprendendo la camminata.
Non
so quanto tempo passò, ma dopo una lunga e infinita
camminata raggiungemmo
un’abitazione sperduta tra i boschi, isolata e controllata da
alcuni ibridi.
L’interno della casa era spoglia, come se servisse solamente
come nascondiglio
e non come abitazione in sé per sé.
Ciò che catturò la mia attenzione più
di tutto, furono le
cinque bare poste al centro della stanza. Feci istintivamente un passo
indietro, ma mi scontrai con il petto di Klaus.
< Zuccherino, lasci che ti presenti la mia famiglia >
< Li.. Li hai tutti u-uccisi? >
< Teoricamente > disse mentre, dopo avermi superata,
si avvicinava a una di esse, sfiorandola con la punta delle dita.
Continuai a guardare quelle bare. Ero confusa. Klaus andava
in giro con la sua famiglia morta, ok lo sapeva, ma perche ora voleva
mostrarmele? < Perché? >
< Con la morte definitiva di Mikael potrò riportarli
in
vita. Ci riuniremo e nessuno sarà mai più solo
> completò, allontanandosi
svelto dalle bare e avvicinandosi a uno scaffale. Sebbene non lo
potessi vedere
in faccia, avevo riconosciuto il tono di voce che aveva usato. Era lo
stesso
tono usato quando mi parlò, anzi mi urlò contro
il disprezzo nei confronti dei
suoi genitori. Ormai lo avevo capito bene, il punto debole di Klaus era
la sua
famiglia, i suoi fratelli.
Lo vidi ritornare con una boccetta in mano. < Cosa
c’è lì
dentro? >
< I tuoi amici non sono gli unici ad avere una strega al
loro fianco, io ne ho tantissime e tutte con molti secoli alle spalle.
Questa –
mi mostrò maggiormente la boccetta – è
la mia polizza >
< Che intendi dire? >
< Che una volta che avrai ingerito il contenuto, nessuno
potrà salvarti. Il sangue dei tuoi amici vampiri o qualche
stupido incantesimo
della tua strega non serviranno. Lo hai detto tu, no? Se a non
rispettare i
patti fossi stata tu, io avrei avuto la tua vita. Mi sto solamente
assicurando
ciò, sai, non voglio nessun’altra sorpresa
> disse, lasciando nella mia mano
la boccetta. < Su, forza, bevi! > Mi aveva messa alle
spalle al muro. Non
si sarebbe fatto prendere in giro una seconda volta, non dopo
l’aver scoperto
che Elena era viva, anche se questo fu per lui un bene. Prendendo un
lungo
respiro, tolsi il tappo e portai la boccetta alla labbra, iniziando a
ingerire
tutto il contenuto. Tossii con forza, lasciando cadere la bottiglietta
per
terra, dove subito si frantumò in mille pezzi, mentre, con
una mano sulla gola,
guardavo sconvolta Klaus. < Diciamo che potrei aver leggermente modificato
l’accordo – mi mise una mano su di una
spalla – Quando voglio qualcosa, l’ottengo sempre.
Ti aspetto fuori > disse,
uscendo e lasciandomi lì dentro da sola.
Respirai affannosamente, sorreggendomi contro la parete di
fianco. Quando il mio respirò tornò a farsi
regolare, mi avvicinai ad una delle
bare. Mi guardai intorno e, non vedendo arrivare nessuna,
l’aprii. Al suo
interno era posto il corpo di una ragazza dai capelli biondi. Al centro
del suo
petto faceva bella mostra di sé un pugnale
d’argento.
Una strana idea passò per la mia mente. Se Klaus aveva usato
quei pugnali per uccidere i fratelli, forse potevo usare lo stesso
pugnale,
uccidendo lui. Potevo provarci, ma avremmo poi avuto a che fare con un
nuovo
Originale.
< Non ci penserei se fossi in te > la voce improvvisa
di Klaus mi fece sobbalzare.
Richiusi la bara. < Di fare cosa? >
Sentii poco dopo la presenza di Klaus dietro di me, il suo
petto che aderiva alla mia schiena, il suo fiato a solleticarmi il
collo. <
Sono immortale, my lovely. Quel pugnale con me non
funziona >
Mi girai in modo da guardarlo negli occhi. < Lo so –
gli
toccai il petto –
per questo preferisco
le cose tradizionali > gli dissi, sorridendo e ricevendo uno
sguardo
confuso.
< Cosa vuoi fare? > boccheggiò alcuni secondi,
prima
di piegare il busto verso di me.
< Vampiro o no, resti comunque un uomo – lo spostai da
me
– Alcune zone restano sensibili > Aprii la bara,
estraendo il pugnale. <
Non si sa mai > e glielo conficcai nel petto, correndo via
subito dopo.
Ok,
avevo appena segnato completamente la mia morte, ma non era proprio
quello
a cui puntavo? Cercai di correre il più velocemente
possibile, ben sapendo che
Klaus mi avrebbe raggiunta in men che non si dica. Inciampai in una
radice,
cadendo rovinosamente a terra e rotolando per via delle terreno
scosceso. Mi
sentivo tutta dolorante e alcune zone bruciavano, segno che mi ero
ferita.
< Signorina, si sente bene? > esclamò la voce
di un
ragazzo, che comparì da dietro alcune piante.
Lo guardai mentre a fatica mi rimettevo in piedi. < Si,
sto bene > risposi brusca, lanciando uno sguardo dietro alle mie
spalle.
< Deve stare attenta, potrebbe farsi molto male >
< Si, lo so, grazie dell’interessamento >
dissi,
sorpassandolo per
riprendere la fuga, ma
quello mi bloccò il polso con forza. < Che diavolo
stai facendo? >
chiesi, cercando di liberarmi dalla presa.
< Devo riportarti da Klaus > esclamò, sulle
labbra
ancora un sorriso.
Ibrido, ecco che diavolo era. < Zuccherino, non sono cose
che si fanno queste > esclamò Klaus, di colpo dietro
alle mie spalle. <
Puoi andare – disse, rivolgendosi all’ibrido
– Tu, invece, hai appena ottenuto
quanto volevi >
< Odio attendere > dissi ironica mentre mi fece
voltare con forza e spingendomi contro il tronco di un albero.
Le mani di Klaus si chiusero attorno al mio viso, la sua
fronte si posò contro la mia e le sue labbra erano a pochi
centimetri dalle
mie.
< Speravo non dovesse finire in questo modo >
mormorò,
parlando sulla mia bocca.
< Crepa > risposi dura, guardandolo con astio.
Lui scosse il capo, sorridendo. < Vediamo se questa bocca
sa fare anche dell’altro >. Spalancai gli occhi e
cercai di oppormi, ma non
ci riuscii. La sua bocca forzò la mia, dando vita ad un
bacio violento. La sua
bocca si mosse avida contro la mia e la sua lingua ispezionò
la mia bocca.
Cercavo in ogni modo di oppormi. Graffiavo la sua pelle, tiravo pugni
contro il
suo petto, ma niente.
<
Che diavolo succede qui? > esclamò la voce di Damon.
Klaus si allontanò dalle mie labbra, guardando alle mie
spalle.
Che diamine stava cercando di fare Damon? Era sparito per una intera
settimana,
rompendo qualsiasi legame con me. Perché diavolo doveva
cercare di salvarmi,
ora?
< Lasciala. Andare. Ora! > disse Damon a denti
stretti.
Sentii una mano di Klaus accarezzarmi la schiena e fermarsi
in mezzo ad essa, l’altra, invece, si chiuse sul mio mento,
voltandomi il viso
verso di lui. < Salvatore, di addio alla ragazza –
strusciò il naso contro
la mia guancia – Saresti stata un’ottima vampira
> sussurrò al mio orecchio.
Liberai il volto dalla presa di Klaus, puntando lo sguardo
negli occhi azzurri di Damon.
< Ti ho detto che devi lasciarla andare, adesso, o farai
la fine dei tuoi stupidi ibridi >
Lo sguardo di Klaus si indurì, come i lineamenti del suo
viso. < Già, dovevo immaginarlo, ma sai –
strusciò il naso contro il mio
collo – con la sua morte potrei ottenere molto di
più. Come mai cerchi di
salvarla? Non avevi preferito fuggire pur di non avere più
nulla a che fare con
lei? >
Fu il turno di Damon di indurire il viso. < Sai come si
dice, piccoli incidenti di percorso >
< Mi dispiace, ma non avrete il tempo di fare la pace
>
Mi si mozzò il fiato e aprii maggiormente gli occhi e la
bocca, non riuscendo a emettere alcun suono. Tutto quello che percepivo
era un
fortissimo bruciore e dolore che attraversa tutto il mio corpo. Quando abbassai lo sguardo,
boccheggiai in
cerca d’aria, notando come il mio busto era stato trapassato
dal braccio di
Klaus.
< Ariel! > esclamò sconvolto Damon, alternando
lo
sguardo da me a Klaus, prima di guardare Klaus con rabbia.
< Non dannarti l’anima nel darle il tuo sangue, non la
salverà.
Nessuno potrà salvarla > sorrise Klaus, lasciandomi
cadere per terra. Damon
corse verso di me, prendendomi poi tra le braccia. < Ve lo avevo
detto:
l’amore è la più grande debolezza per
un vampiro > e così uscì di scena.
Damon iniziò ad accarezzarmi i capelli ed il viso. <
Non
so cosa tu mi abbia fatto piccola essere umano, ma tu hai riportato
completamente a galla, sulla terra ferma, l'umanità che
credevo perduta.
Quell'umanità che Elena aveva riportato in vita >. La
voce di Damon si
incrinò. < Nonostante il male che ti ho causato non
hai mai smesso di voler
bene, di amare questo stupido vampiro. – fece un lungo
respiro - Ti amo, Ariel.
Ti amo e... Ti prego torna da me >>
Abbozzai un sorriso. < Non perdere la tua umanità
perché sai di essere un
vampiro, un uomo migliore. Proprio in punto di morte dovevi dirmi di
amarmi? >
cercai di essere leggermente divertita.
< Mi.. Mi dispiace così tanto > disse lui.
Facendomi forza, posai una mano sulla guancia di Damon,
accarezzandola. Scossi il capo senza smettere di sorridere. < Ti
amo e non
potevo chiedere di meglio >
Un vociare insistito, il mio nome che veniva chiamato da più
persone, mi fece capire che erano arrivati anche gli altri. Erano
figure
sfumate, ma riuscivo a intravedere i loro visi, a distinguerli. Elena,
Bonnie e
Caroline avevano una espressione sconvolta, forse Elena piangeva.
Stefan la
strinse a sé, facendole sprofondare il viso nel suo petto.
Non lo so perché, ma sentivo di star sorridendo.
C’era
ancora una cosa da fare. Non potevo morire senza avere come ultimo
ricordo il
viso di Damon! Guardai gli occhi azzurri di Damon, in quel momento
lucidi, e il
mio sorriso si aprì maggiormente.
Si, ora potevo morire felice.
Ma buongiorno! Come state? Spero bene.. Siamo arrivati così all'ultimo capitolo di questa storia.. Mii, non ci credo ma è così.. Domenica verrà pubblicato l'epilogo e lì farò tutti i ringraziamenti.. E chissà, forse vi lascerò una piccola chicca ;)
Allora.. Damon è andato a salvare Ariel, ma i nostri amici sono caduti in una piccola imboscata, andata tuttavia male per gli ibriducci di Klaus.. Ariel, invece, cerca una via di fuga che risulta anch'essa inutile.. Mi scuso, come ho fatto ieri nel gruppo su Fb, se la parte della fuga è risultata banale.. Chiedo perdono ma non sapevo come collegare le due scene.. Ma ritornando a noi, uccisi tutti gli ibridi Damon rintraccia Klaus e Ariel e beh.... Il finale di questo capitolo parla da solo.. La domanda è: Klaus ha cambiato il patto quando ha dato la boccetta ad Ariel.. In pratica non può essere trasformata o salvata dai suoi amici.. Cosa vedrete nell'epilogo se Ariel è morta? Probabilmente le reazioni post mortem, o chissà...
Vorrei ringraziare i lettori silenziosi, coloro che recensiscono, chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/da ricordare e chi mi ha messo tra gli autori preferiti.. Grazie mille :)
Non mi resta che dirvi a Domenica :*
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