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Autore: Chanel483    25/04/2012    3 recensioni
Rose Weasley vive in un universo perfetto: va bene a scuola, ha Agnes, un'amica fantastica, è nella squadra di Quidditch di Grifondoro, adora suo cugino ed ha una famiglia stupenda.
Ma cosa accadrebbe se si accorgesse che il mondo non è tutto rose e fiori come lei lo conosce?
Cosa accadrebbe se un ragazzo, con una vita molto più difficile della sua le facesse aprire gli occhi?
Può l'amore cancellare anni di pregiudizi e risentimento?
Dalla storia:
“-Quindi tu potresti fidarti di un Malfoy?-, chiese in tono di sfida.
La ragazza annuì con vigore:-Certamente-, rispose sicura.
Lui annuì tra sè:-Bene, allora facciamo un gioco. Tu mi dici una cosa che non hai mai detto a nessuno, e io faccio lo stesso-.”
***
"-Un Malfoy, Hermione! Un Malfoy! Ma non un Malfoy qualsiasi, il figlio di QUEL Malfoy!-, esclamò Ron, rosso di rabbia.
La riccia guardava ancora fuori dalla finestra, lo sguardo perso nel cielo plumbeo dell'Inghilterra:-Tu serbi troppo rancore Ronald. Non si tratta nè di me nè di Draco, tantomeno di te. L'unica cosa che conta è che lei sia felice-”.
(Seguito di “Lo yin e lo yang, gli opposti si attraggono)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli opposti si attraggono'
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Buonasera ragazzi :D
Prima di lasciarvi leggere il capitolo in pace, volevo informarvi che - in particolare la prima parte - sarà un capitolo molto... "movimentato" ed ho paura di non essere stata esattamente chiarissima (l'ho riscritto almeno quattro volte, ma alla fine non ho avuto cuore di farvi aspettare ANCORA) quindi se qualcosa non si capisce bene o è un po' confuso sareste gentilissimi a dirmelo.
Colgo l'occasione per ringraziare quelle fantastiche persone che nonostante la mia lunga assenza e la discontinuità nell'aggiornare, recensiscono ancora 
I LOVE U
Ed ora, buona lettura :D 

Chanel

 

-Posso spiegare

<< No, posso spiegare... >>.

<< Non puoi spiegare proprio un bel niente! Sei uno stupido, un deficiente Hugo! Non ci posso credete! Non puoi veramente aver fatto una cosa del genere a Rose... a Rose! Tua sorella! Hai idea del macello in cui l'hai cacciata!? >>.

<< Sì ma io... posso spiegare! >>.

<< E ALLORA FALLO! >>.

Hugo, se possibile, si ritrasse ulteriormente contro lo schienale della poltrona. La Sala Comune era quasi del tutto deserta; ben pochi – anche tra i grifondoro – avevano il coraggio di assistere ad una sfuriata in stile Weasley:<< L'ho fatto per il suo bene! >>.

Senza alcun prevviso, Lily scoppiò a ridere, una risata infelice e molto, molto inquietante:<< Per il suo bene! Per il suo bene! Hai sentito, Roxie!? Lui è andata a raccontare a zio Ron che Rose sta con Malfoy per il suo bene! >>, urlò guardando la cugina, nonostante questa avesse già capito benissimo e non avesse bisogno di essere ulteriormente caricata contro il ragazzo.

<< Ma certo! >>, esclamò infatti una Roxanne rossa di rabbia:<< Una cosa del genere non può che farle bene! >>.

Hugo spostò lo sguardo verso il divano vicino alla sua poltrona, in cerca di un po' di sostegno maschile che non trovò. Agnes se ne stava seduta a fissarlo con sguardo truce e braccia incrociate tra James ed Albus, che non gli rivolgevano certo occhiate più gentili:<< Non hai spiegazioni migliori, Hugo!? >>, domandò Lily, cercando di riavere la sua attenzione.

Il ragazzo boccheggiò, in cerca di qualcosa di intelligente da dire; una qualsiasi cosa che potesse far calmare quelle due iene:<< Mi sembrava... pensavo che papà l'avrebbe fatta ragionare >>, disse con voce molto meno sicura di quanto sperasse.

Lily sembrava volerlo schiaffeggiare:<< Su cosa, esattamente, Rose dovrebbe ragionare? >>, domandò con i pugni stretti lungo i fianchi e la mascella serrata.

<< Ma su Malfoy! >>, rispose Hugo, che non era per nulla sollevato dal cambiamento del tono di voce della cugina:<< Insomma, lei non può certo stare con Malfoy! Papà glielo farà capire, lei lo lascerà di sicuro e... >>.

Prima che potesse finire, Roxanne esplose:<< Come puoi essere così coglione!? >>, domandò fuori di sè.

<< Possibile che tu non veda quanto Rose sia felice da quando sta con quel ragazzo!? >>, rincarò Lily.

<< Persino io l'ho capito >>, commentò James, subito zittito da un'occhiataccia sincronizzata delle due iene e di Agnes.

Hugo boccheggiò un attimo, senza saper cosa dire:<< Ma è un Malfoy... >>, tentò di protestare inutilmente.

Questa volta fu Lily a non riuscire più a trattenersi; fece un passo avanti con le guance arrossate per la rabbia ed il petto gonfio di orgoglio:<< E ALLORA!? >>, chiese gesticolando esageratamente:<< Se lo ama non capisco come possa essere un problema! Sai un cosa!? Io... >>, non finì la frase, lo fissò un paio di istanti in silenzio, poi gli diede le spalle ed andò a mettersi in piedi su uno dei tavoli.

<< Ma che fa? >>, domandò Albus, facendo per alzarsi.

Agnes lo afferrò per la camicia e lo rimise a sedere:<< Zitto e ascolta >>.

<< Ascoltatemi tutti! >>, urlò Lily, facendo ricadere l'attenzione dei pochi coraggiosi che erano rimasti nella Sala Comune su di lei – non che prima stessero facendo altro – e senza un istante i esitazione annunciò:<< Io sono Lillian Luna Potter e amo Gordon Goyle e lui ama me. Sì! Quel Gordon Goyle, il figlio degli stessi Goyle che hanno collaborato con Voldemort! Il figlio di Gregory Goyle! E sapete una cosa!? Ne vado fiera! E se fossimo veramente tutti così “grifondoro” come sosteniamo di essere, non ce ne importerebbe nulla del nome e della casa delle persone, ma baseremmo i nostri giudizi sulle loro azioni >>.

Nessuno osò fiatere per diversi secondi, poi la rossa balzò giù dal tavolo con gli occhi lucidi, si avvicinò agli altri:<< Hugo sei un... ah, lasciamo perdere! >>, senza aggiungere altro diede le spalle a tutti e se ne andò.

<< Aspettami, Lily! >>, la richiamò Roxanne:<< Forse sarebbe ora di crescere... >>, disse al cugino prima di sparire oltre il buco del ritratto.

 

Se inizialmente il fatto che Ronald Weasley non lo avesse strangolato subito aveva tranquillizzato Scorpius Malfoy, ora quella calma glaciale lo intimoriva più di mille urla. In quel momento – si disse – probabilmente l'unica cosa che lo teneva in piedi era la mano di Rose ancora stretta nella sua.

<< Qualcuno mi spiega cosa sta succedendo? >>, domandò con compostezza il rosso, fissando con ostilità la moglie, che faceva vagare lo sguardo tra gli occupanti dell'aula.

Hermione non rispose, lo fece Rose:<< Penso che sia tu a dovere delle spiegazioni a tutti noi >>, fece notare.

Ron la osservò quasi con... orrore? No, impossibile, era pur sempre sua figlia... poi lo sguardo gli si posò sulla mano intrecciata a quella di Scorpius:<< Perchè lo tieni ancora per mano!? >>, domandò perdendo tutta la pazienza che fino ad allora era riuscito a racimolare.

Il cuore della grifondoro mancò un battito, ma la sua mano non sembrava intenzionata a lasciare la presa:<< Penso che prima tu mi debba delle spiegazioni >>, ripetè con la voce leggermente più insicura di prima.

Il volto dell'uomo divenne un tuttuno con i suoi capelli, dalla sua espressione, sembrava volesse prenderla a schiaffi:<< Non mi parlare così. Non osare parlarmi in questo modo! Sei tu che mi devi delle spiegazioni, ingrata! Come puoi presentarti davanti a me per mano a quel... >>.

Draco Malfoy decise che quello era il momento giusto per intervenire e non lo lasciò finire di parlare:<< Modera i termini, Weasley; è di mio figlio che parli >>, disse semplicemente, con voce piatta e calma.

Se possibile Ron divenne ancora più rosso e le mani inziarono a tremargli per la rabbia a stento repressa:<< Proprio perchè è tuo figlio, Malfoy! Dovreste stare tutti e due a marcire ad Azkaban, brutti mangiamorte che non siete al... >>.

<< Ronald! >>, urlò Hermione, zittendelo.

L'uomo si voltò a fissare la moglie con gli occhi sgranati:<< E lo difendi anche! >>, urlò:<< Non posso credere che mia moglie difenda questo... questo assassino e non me! >>, aggiunse troppo fuori di sé per misurare le parole.

La riccia cercò di non farsi toccare troppo da ciò che lui diceva:<< Non sto difendendo proprio nessuno. Semplicemente dovresti calmarti perchè stai parlando a vanvera, lanciando accuse infondate >>, spiegò mantenendo la calma.

Davanti a tutto quel contegno, Ron sembrò diventare ancora più intrattabile:<< Ma certo! >>, esclamò:<< Se io do del mangiamorte e dell'assassino ad un ex-mangiamorte sono cattivo e mi devi urlare contro, mentre quando questo schifoso serpeverde ci insultava in ogni modo possibile ed immaginabile chinavi la testa ed andavi avanti! >>.

<< Stai parlando di circa trentanni fa, Ronald >>, puntualizzò Hermione:<< e comunque non ho mai abbassato la testa, tantomeno davanti ad un insulto >>.

Vedendo la reazione della moglie, il rosso preferì sfogare la sua frustrazione su un altro bersaglio:<< E tu! >>, continuò come se lo scambio di battute con la moglie non ci fosse mai stato, indicando Scorpius:<< Non sei diverso da tuo padre! Ti sei approfittato di mia figlia come uno schifoso maiale, come gli schifosi maiali che tu e tuo padre siete! >>.

Il biondo si sforzò per non rispondere all'offesa:<< Io non mi sono approfittato di sua figlia... >>, cercò di difendersi.

Ron però non sembrava volerlo lasciar parlare:<< E neghi anche l'evidenza! Voi serpeverde non cambiate mai, sempre pronti a strisciare come vermi pur di... >>.

<< Ora basta! >>, questa volta fu Draco a perdere la pazienza:<< Sei patetico Weasley, dici cose senza senso. In questa stanza nessuno ha mai obbligato nessuno a fare nulla >>, disse sperando che l'allusione a ciò che c'era stato tra lui ed Hermione fosse chiara.

Quest'ultima pensò seriamente che, se fossero andati avanti così per qualche altro minuto, il cuore di suo marito non avrebbe retto. Fece un passo avanti, mettendosi tra i quattro per prendere la parola:<< Allora, adesso tutti noi ci sediamo – non mi interrompere Ron – e discutiamo di ciò che – Malfoy zitto – sta succedendo, come persone civili – chiudi quella bocca Rose! – senza urlarci contro a vicenda >>. Detto questo estrasse la bacchetta e fece levitare cinque sedie verso di loro, si mise a sedere e fece segno a tutti di fare lo stesso. Con un po' di riluttanza anche gli altri presero posto.

Rose non lasciò la mano di Scorpius.

Per qualche istante nessuno parlò. Lo fecero al posto loro le occhiatacce che sembravano fendere l'aria come coltelli.

<< Ancora non capisco perchè mia hai trascinato qui, Hermione >>, biscicò infine Draco, rompendo quel silenzio teso.

Ancor prima che la chiamata in causa potesse pensare alla risposta, Ron saltò in piedi, puntando un dito contro l'uomo:<< Perchè la chiami per nome!? >>, domandò in un'urlo isterico:<< Come ti permetti di chiamare per nome mia moglie!? >>.

<< Ronald! >>, gli rispose quest'ultima:<< Ho detto persone civili. Tra persone civili ci si chiama per nome >>.

Neanche fosse stato un bambino di due anni, il rosso incrociò le braccia e distolse lo sguardo. Hermione alzò gli occhi al cielo e sbuffò piano, poi calò nuovamente il silenzio.

Questa volta fu Rose a romperlo, dopo aver preso un bel respiro ed aver stretto maggiormante la presa sulla mano del ormai-sperava-ragazzo si decise a parlare:<< Qualcuno mi vuole spiegare perchè voi tre siete qui? >>, domandò osservando uno ad uno gli adulti che le sedevano davanti.

Draco sollevò le mani, con l'intento di lavarsi di qualsiasi accusa:<< Io sono stato trascinato qui da tua madre >>, spiegò.

Ancora una volta Ron perse immotivatamente la pazienza:<< Sono sicura che mia moglie non ti ha trascinato proprio da nessuna parte! >>, urlò agitando le mani per aria.

Il biondo aveva decisamente perso la pazienza, ma un attimo prima che scoppiase la Terza Guerra Magica, Hermione si mise in piedi tra i due – che le si erano seduti uno a destra l'altro a sinistra:<< Adesso smettetela. Sembrate due bambini di tre anni. Guardate i vostri figli, sono più maturi di voi! >>, disse lanciando ad entrambi occhiate omicide.

Il rosso gonfiò il petto con orgoglio:<< Sicuro che Rose è più matura di uno sporc... >>.

La donna non gli lasciò nemmeno terminare l'insulto:<< Smettila. >>, ordinò con tono che non ammetteva reppliche. Finilmente lui si zittì ed Hermione potè rispondere alla figlia:<< Zia Ginny è venuta a casa nostra per avvisarmi che tuo padre voleva venire a... parlarti della tua... di te e Scorpius, ma aveva paura che potesse commettere qualche sciocchezza, così ho deciso di raggiungerlo e di portare con me anche Draco >>.

Rose non sembrava per nulla soddisfatta della spiegazione, anzi, se possibile pareva più spaventata di qualche ora prima, quando pensava che sarebbero venuti solo i suoi genitori. Vedendo che lei non fiatava Scorpius si rivolse al padre:<< E tu perchè l'hai seguita? >>, gli chiese.

L'uomo non sembrò apprezzare particolarmente la domanda, ma comunque rispose:<< Mi ha detto che c'era un problema con sua figlia e che tu ne eri immischiato. Non potevo certo fare finta di niente, no? >>, spiegò.

Quando le intenzioni e le motivazioni dei genitori furono chiare, Hermione decise che era il momento di far parlare i due ragazzi:<< Allora, penso che ora ci dobbiate voi qualche spiegazione, giusto? La Talks ha scritto tante cose su ciò che è accaduto, ma penso che non sia esattamente la verità. Quindi... spiegatevi >>.

Rose trattenne per qualche secondo il respiro, pensando a tutto ciò che avrebbe potuto dire a sua discolpa. Per un momento prese anche in considerazione l'idea di addossare a Scorpius tutta la colpa per poi chiedere umilmente perdono a suo padre. Poi si diede mentalmente un ceffone e si riprese. La verità era l'unica cosa che potesse dire. Accanto a lei Scorpius non aveva smesso di stringerle la mano e aspettava che gli dicesse cosa fare. Lasciò uscire l'aria dai polmoni e si mise più comodo sulla sedia:<< Beh... è una lunga storia, ma penso di dover cominciare dall'inzio... >>.

 

<< Ehm... Agnes... >>.

<< Cosa vuoi, Hugo? >>.

<< Ehm... io... Rose ti ha detto dove si sarebbe incontrata con i nostri genitori? >>.

<< No, Hugo. Ma penso che se vai a chiedere alla professoressa McGranitt potrebbe spiegarti dove si trovano >>.

Hugo osservò la migliore amica di suo sorella girare la pagina ingiallita di un grosso libro senza immagini, sembrava del tutto disinteressata a ciò che lui diceva:<< Pensi che me lo direbbe? >>, domandò con una strana ansia nella voce.

A quel punto Agnes alzò gli occhi al cielo, mise un segno nel libro e lo chiuse. Lo poggiò su di un tavolino insieme agli occhiali, per poi fissare i suoi occhi blu in quelli di Hugo:<< Ascoltami, so dove sono i tuoi genitori e Rose ma... sinceramente, non pensi di aver già fatto abbastanza casini? >>.

Il ragazzo si sentì un po' in imbarazzo davanti a quello sguardo così intenso e penetrante, ma si costrinse a non arrossire né indietreggiare:<< Lo so, infatti vorrei riparare. Ho pensato che se andassi... insomma, è colpa mia se mio padre è qui, no? Forse se gli parlassi potrei... risolvere un po' la situazione e magari... magari Rose... >>.

La bionda sorrise tra sé, Hugo non era mai stato bravo con le parole – a dire il vero non aveva ancora conosciuto un ragazzo che lo fosse – ma vederlo lì, imbarazzante e balbettante, a cercare di dimostrare il bene che voleva a Rose, le riempiva il cuore di gioia:<< E va bene, ho capito. Non ti preoccupare, se vuoi possiamo andare insieme... >>.

Ancora prima che finisse di parlare gli occhi di Hugo si riempirono di felicità; si dovette trattenere dal saltarle al collo:<< Oddio Agnes, grazie! Sei la mia salvezza, giuro che ti sarò grato in eterno! >>.

Lei si lasciò scappare un sorriso soddisfatto, ma subito si riprese, alzandosi in piedi ed inforcando gli occhiali:<< Bene, allora andiamo. Sono nell'ufficio da parte all'aula di Artmanzia >>.

Senza farselo ripetere due volte Hugo si affettò a raggiungere il buco del ritratto e spalancarlo. Appena prima che anche Agnes potesse superarlo, si sentì afferrare da dietro:<< Ehi, Agne... dove te ne va? >>.

Si voltò e trovò James che, con un sorriso malizioso sul viso, le stringeva la vita:<< Vado a salvare tua cugina dalla deficienza di suo padre >>, spiegò con un sorriso, che cancellava quella piccola offesa.

Il moro tornò subito serio, le lasciò la vita e le strinse una mano:<< Tu e Hugo? >>, domandò. Lei annuì:<< Perfetto, allora vengo anche io >>.

Non le lasciò nemmeno il tempo di ribattere, in meno di due secondi avevano già superato il buco del ritratto ed, insieme ad Hugo, scendevano le scale due gradini alla volta.

 

Fino a quel momento Ron aveva mantenuto la calma.

Quando diceva che avrebbe cominciato dall'inizio, Rose intendeva veramente dall'inizio. Aveva riassunto in un paio di minuti la descrizione di cinque anni di piccoli e grandi litigi, consapevole del fatto che nulla di ciò poteva essere nuovo alle orecchie dei loro genitori. Poi si era soffermata per qualche momento in più su quella discussione avvenuta uno dei primi giorni di scuola, in seguito alla preterintenzionale borsata che lei gli aveva dato sul naso, che poi era sfociata in una vera e propria battaglia nel bel mezzo della Sala Grande, con la conseguenza di una settimana di punizione in biblioteca.

E fin qui nulla di nuovo, tutti e tre erano stati avvertiti dalla professoressa McGranitt della gravità della situazione e del provvedimento che la donna aveva deciso di prendere.

Le cose però cambiarono quando Rose – che ormai era letteralmente arpionata al braccio di Scorpius – accennò alla sera in cui si erano ritrovati bloccati nella biblioteca, dove avevano dovuto passare la notte.

A quel punto Ron non riuscì più a trattenersi:<< Avete dormito insieme nella biblioteca!? >>, domandò più sconvolto che arrabbiato.

Scorpius si sentì in dovere di difendere entrambi:<< Sì, ma allora praticamente non ci sopportavamo, non deve pensare che... >>.

<< Oh, io penso quello che voglio, ragazzino! >>, rispose l'uomo, zittito nuovamente da un'occhiataccia della moglie.

<< Continua pure, Rose >>, la incitò quest'ultima, posando una mano sul ginocchio del marito, nel tentativo di farlo parlare.

Forse fu la paura della reazione che Hermione avrebbe potuto avere se avesse ancora interrotto la figlia, o forse solo la fantastica sensazione della sua mano che lo sfiorava – sensazione che per giorni gli era stata negata – ma Ron abbassò lo sguardo arreso e, prendendosi la testa tra le mani, non fiatò più per diversi minuti.

Un po' sollevata dall'appoggio di sua madre, Rose ricominciò a raccontare. Spiegò come, dopo essersi parlati sinceramente (ovviamente non raccontò nulla dei segreti che si erano scambiati quella notte) il loro rapporto era iniziato a cambiare, cominciavano ad intervallare le solite frecciatine con discorsi normali ed anche qualche risata. E lì entrambi avevano iniziato a scrivere ai rispettivi genitori, inondandoli di domande – più o meno celate – sul motivo per cui le loro famiglie si odiassero reciprocamente, ma non avevano ottenuto risposta. Finchè non erano arrivate le vacanze di Natale, quando sua madre le aveva raccontato di ciò che era successo tra lei ed il padre di Scorpius.

A questo punto, fu la volta di Draco di scattare in piedi con gli occhi fuori dalle orbite:<< Le hai raccontato ciò che abbiamo fatto!? >>, chiese ad Hermione tra l'arrabbiato e lo stupito, senza riuscire a misurare il tono di voce.

Lei parve quasi offesa da quella domanda e sgranò gli occhi a sua volta, perdendo per qualche istante il comportamento fermo ed impassibile che si era ripromessa di tenere durante tutta quell'ora:<< Non vedo cosa ci sia di male... >>, gli rispose.

Il biondo assottigliò lo sguardo:<< Non pensavo fossi entusiasta all'idea che il mondo intero sapesse che tu, Hermione Granger, eroina di guerra, fossi andata a letto con “quel mangiamorte di Draco Malfoy” >>, disse lanciando un'occhiata più che eloquente a Ron, che se ne stava muto con la testa ancora nascosta tra i palmi delle mani.

Hermione si mise seduta meglio, riprendendo un'aria composta:<< Io non ho proprio nulla da nascondere >>, sottolineò:<< e se mia figlia vuole sapere qualcosa, sono liberissima di raccontargliela >>.

Si squadrarono per qualche istante in silenzio, finchè il biondo non si strinse nelle spalle e distole lo sguardo:<< Come ti pare >>, borbottò.

Così Rose riprese da dove era stata interrotta: raccontò del loro primo bacio al ballo di apertura del torneo – ignorando i borbottii contrariati del padre – di ciò che era successo durante la prima prova, di come Annabelle si fosse accorta del legame tra lei e Scorpius e l'avesse sfruttato a suo vantaggio. Decise di poter sorvolare sulle loro più o meno belle avventure negli sgabuzzini e parlò invece dell'intervista della Talks e di come quella vipera avesse travisato tutto ciò che avevano detto. Non senza imbarazzo, aggiunse ciò che era successo con James, per poi arrivare alla descrizione della seconda prova.

<< … e così questo pomeriggio gli ho chiesto di accompagnarmi qui per parlarvi >>.

Per un paio di secondi nessuno parlò, accertandosi che Rose non avesse più nulla da dire:<< Nient'altro? >>, chiese appunto Hermione, cercando di non forzarla troppo ma di farsi un buon quadro generale della faccenda.

<< A dire il vero... >>, la rossa si interruppe, lanciando un'occhiata interrogativa a Scorpius, come a chiedergli il permesso:<< … noi stiamo... >>.

Il ragazzo non la fece finire:<< Io e Rose stiamo insieme dal giorno della seconda prova >>, annunciò con voce ferma, cercando di incrociare proprio gli occhi del padre della ragazza, che però non sembrava intenzionato ad alzare la testa.

Rose lo osservò grata, con gli occhi lucidi di emozione, ed anche Hermione rivolse ad entrambi un sorriso contento:<< Ciò che non capisco... >>, iniziò Draco, puntando uno sguardo indagatore verso il figlio.

Prima che potesse finire, un tornado fatto da cinque o sei persone fece il suo ingresso urlando e gesticolando, mangiandosi le parole l'un con l'altro. Hermione, Ron, Draco e Scorpius sembravano scioccati mentre osservarono i grifondoro cercare di spiegare qualcosa tutti insieme, Rose, invece, che aveva nuovamente gli occhi lucidi di commozione, fissava suo fratello ed i cugini a bocca sgranata, incredula.

<< Fermi! >>, urlò alla fine Roxanne Weasley, facendo un passo avanti con un braccio alzato. Attese che tutti la guardassero, poi iniziò a parlare:<< Ragazzi, se parliamo tutti insieme nessuno capirà nulla >>, spiegò ai cugini, per poi voltarsi verso Ron:<< zio Ron, Hugo, James e Lily avrebbero un paio di cose da dirti >>.

  
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