Best
Western Hotel Du Vieux Marché, Rouen
Mónika
aveva sbrigato
le ultime formalità con Cynthia Doell insieme a Mitch.
Il D-Day era
infine
arrivato e stentava ancora a crederci a quanto aveva assistito. Lei e
la
squadra avrebbero custodito uno dei segreti più sconvolgenti
della storia
dell’umanità.
Il suo rapporto
era
stato consegnato attraverso i canali sicuri del consolato. Il file era
stato
immediatamente secretato e avrebbe riposato, in uno dei tanti fascicoli
secretati a Langley per chissà quanti decenni, prima che un
altro occhio umano
avesse potuto notarlo e riportarlo alla luce.
Come aveva detto
John
non era un insabbiamento: l’umanità non era ancora
pronta a sapere di
Hyperversum.
Con
l’adrenalina che
scorreva ancora nel sangue, Mónika era euforica e allo
stesso tempo annichilita
da ciò che aveva scoperto. Forse fu anche per quel motivo,
che non si accorse
del tenente Mitch McDowell che la stava fissando da cinque minuti
abbondanti,
torcendo da ogni posizione il portachiavi dell’auto tra le
mani.
Quando
finalmente diede
segno di aver notato la sua presenza, gli domandò cosa
aspettava ad andare a
casa. La missione era finita.
Mitch, sempre
tormentando il portachiavi, esclamò con una voce che avrebbe
voluto che fosse
molto più sicura: “Maggiore io mi chiedo se
lei…”
“Cosa
c’è, tenente?”
“Bè,
io...”
“Si
decide a parlare o
no, tenente?”
“Io mi
chiedevo… la
conosco da tanto tempo, Maggiore… e non
c’è mai stata l’occasione per parlare
d’altro che non fosse lavoro…”
“Mi
sembra ovvio,
McDowell.”
“Insomma,
mi chiedevo se un giorno… dopo il
lavoro…. Noi due non potessimo bere insieme qualcosa,
signore!”
“Tenente
McDowell, mi
dica se ho capito male: lei ci sta provando col suo
superiore?”
“Io,
veramente…”
“Lo
sa che anche solo per questo potrei farla
distaccare in Alaska per il resto della sua vita?”
“Si
signore, ma ho
pensato…”
“Cosa
ha pensato
tenente?”
“Che
sarebbe valsa la
pena tentare, signor Maggiore”
“…”
“Mi
perdoni, ma…”
“Lei
ha del fegato,
McDowell. Non sa cosa dice la gente di me?”
“Lo so
benissimo signore”
“E
allora?”
“Allora
penso che ho
sempre combattuto per un ideale, ho sempre combattuto per il bene della
mia
nazione. Ho combattuto per un senso del dovere… Non ho mai
combattuto, signore,
per la cosa che avevo più a cuore…”
Monika
aggrottò la
fronte. “Che sarebbe?”
“Lei,
signor Maggiore.”
“Io.”
“Signor
si, signore.”
Mónika
inarcò un
sopracciglio. “E già che ci siamo,
cos’altro ha pensato?”
“Che
potevamo andare
stasera da Lizzy’s… fanno pizza americana e
hamburgers, signore!”
“Da
Lizzy’s… pizza
americana e hamburgers” ripeté inorridita la donna.
“Signor
sì, signore!
L’ho pensato soltanto, signor Maggiore” si
scusò Mitch.
“E mi
dica, tenente,
cosa le fa credere che lei possa permettersi di invitarmi a
cena?”
“Mi
scusi signore, sono
solo fantasie, lo so bene, ma non potevo più andare avanti
senza sapere la sua
risposta, signore”
“La
mia risposta l’ha
sempre saputa.”
“Signor
sì, signore!”
“Dunque,
perché fare la
domanda? Anche a rischio di essere trasferito tra i ghiacci?”
“Dovevo farlo signore”
“La
pensavo più furbo,
McDowell… o lei è totalmente un idiota o ha
fegato da vendere.”
“Grazie
signore!”
“Non
era un
complimento, tenente.”
Mitch
restò impassibile
sull’attenti.
“Quindi
lei faceva
fantasie su di me” Szigi socchiuse gli occhi irritata, ma per
Mitch quello
sguardo era di una bellezza così sconvolgente che
abbassò subito il suo verso i
piedi del Maggiore.
“…
e magari aveva pure
programmi per il post serata, non è vero tenente?”
“Ho
pensato che sarebbe
stato bello fare una passeggiata insieme, raccontandoci un
po’ di noi, signore.”
“McDowell
non dica
idiozie, lei ha fantasticato di fare sesso con me, alla fine della
serata”
“Io…
no, davvero… signore”
incespicò sulle parole il ragazzo
“Non
mi prenda in giro,
tenente.”
“Ok,
ho anche
desiderato di fare sesso con lei, signore. Ora può sbattermi
in Alaska se crede.”
Szigi, prese un
foglio
e scrisse qualcosa.
“Ci
può contare,
tenente. Prenda questo foglio, ho scritto sul retro a chi deve
consegnare
questo ordine. Ora sparisca dalla mia vista!”
“Signor
sì, signore!”
Mónika
lo vide
allontanarsi e annotò mentalmente che le spalle larghe e il
fondoschiena del
ragazzo non la lasciavano indifferente.
Quando
uscì dalla
stanza, Mitch sconsolato, prese il foglio e lo lesse avvilito.
Esultò
come al Superball
dell’anno prima.
Lizzy’s
scordatelo. Prenota un tavolo alle 9 a La Toque d’Or.
E’ un ordine.
E se stasera mi
chiamerai ancora una volta signore, considerati già di
stanza in Alaska.
Un’ultima
cosa, Mitch: per stasera puoi solo sognartelo di
fare sesso con me.
Szigi
questo capitolo è dedicato alla vera Szigi, alla vera Monika.... che non essendo italiana non lo leggerà mai. Però il personaggio è ispirato da lei. :)