Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Amber    08/12/2006    14 recensioni
Salve a tutti! sono tornata, ci credereste!? ^^ Beh, lo so che non potete fare a meno di sapere come andrà a finire questa emozionante storia!! infatti ecco a voi la Seconda Parte!!!!!!!!! XD allora: Kagome e il gruppo ritornano a casa, in Giappone, la vita di sempre travolge Kagome e tutto le sembra uguale a prima. La storia con Inuyasha prosegue ostacolata più volte da situazioni e persone che non sto qua a dirvi (che sorpresa sarebbe??) e il nuovo lavoro di Kagome inizia. Sango e Miroku, poveri fratellastri, avranno anche loro una bella gatta da pelare!! Anche Kikyo e Naraku avranno il loro spazietto ^^ Leggete numerosi!! XD POSTATO ULTIMO CAPITOLO!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Nuovo personaggio, Sango
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Note e Anima'
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Wow

Wow!!!!! Sono tornata! Ciaociaociaociaociao!! Come ve la passate gente? Allora, capiamoci, naturalmente questa storia non può essere letta se la prima parte non è stata letta! Altrimenti nessuno ci capirà nulla!! XD sono troppo felice di postare la seconda parte!!!! Spero la leggiate numerosi come la prima e che vi piaccia altrettanto!

Ricordate l’ultimo capitolo della prima parte?? Spero per voi di si ma vi rinfrescherò un attimo la memoria!

Kagome e Inuyasha si sono messi insieme ad Amsterdam e la loro permanenza era purtroppo finita! Le partenze commuovono Kagome che neppure si immagina la relazione tra Kikyo e Naraku che sono partiti! Come faranno ora Sango e Miroku? Inuyasha e Kagome? Ma principalmente, come cambierà la loro vita ora che sono tornati nel mondo reale, quali insidie affronteranno?? E per finire, il discorso tra Inuyasha e Miroku Kagome lo scoprirà mai??

Beh, più o meno queste sono le domande piccanti che la Prima Parte ci ha lasciati ^^ Beh, ora vi dico solo buona lettura e… ALLA PROSSIMA!!

NOTE E ANIMA -Vita diversa-

Seconda parte

Capitolo 1

Ritorno a casa.

La vita di tutti i giorni

Sabato. Ore 00.20

Kagome venne scossa con dolcezza e lei aprì gli occhi impastati di sonno

-Mh…?- mugugnò

-Kagome dai, siamo arrivati-

-Inuyasha…-

-Si, stiamo per atterrare, devi allacciarti la cintura!- esclamò. Lei si sistemò bene sul sedile e si assicurò la cinghia intorno alla vita automaticamente.

Si guardò intorno e scorse gli amici dietro di lei. Paolo leggeva una rivista, Kagome da lì non avrebbe mai potuto capire quale rivista fosse, mentre Miroku e Sango parlavano tra loro e ridevano. La ragazza sorrise: era felice che quei due fossero così rilassati, non era assolutamente certa che avrebbero riso così in futuro… Sentì la ormai famigliare vibrazione ai piedi, il rumore delle ruote a contatto con l’asfalto e dolcemente l’aereo si fermò.

Capolinea: Giappone, Tokyo, in una parola: casa.

Scesero dall’aereo e presero un pulmino che avrebbe portato i passeggeri a una porta sul retro dove avrebbero aspettato di ritirare i bagagli. Il pullman era decisamente piccolo per tutti i passeggeri e il nostro quintetto venne allontanato e spiaccicato contro i vetri.

Sango e Kagome fissarono inquiete l’oscurità della notte

-Kagome, mi ha telefonato mia madre: ha detto che si è messa d’accordo con tua mamma per tornare a casa-

-Si, mi ha avvertito mamma. Ci aspetta davanti all’entrata dell’aeroporto- disse prendendo fuori il cellulare e accendendolo –Chissà come se la passa Kikyo…?- chiese Kagome. Sango alzò le spalle scuotendo il capo

-Dio! Dobbiamo cambiare l’ora Kagome!- esclamò lei guardando l’orologio da polso –Dunque… ad Amsterdam ora sono le 00.26 quindi qua sono le… 9.26 di Sabato- Regolarono gli orologi

Sabato. Ore 9.26

-Strano che ci sia ancora buio- affermò Kagome indicando il cielo

-Ci sono dei nuvoloni neri… e poi siamo in inverno, le ore di luce qua diminuiscono in modo impressionante-

Le ultime parole famose: grosse gocce di pioggia iniziarono a bagnare il finestrino e dei lampi illuminarono il cielo

Le due si guardarono sospirando

-Bentornati- sbottò Kagome seccata

-Stiamo per tornare nel mondo reale- annuì Sango

-Ora cambierà tutto-

-No Kagome non cambierà proprio niente!- esplose l’amica guardandola seria. Molte teste si girarono verso di loro ma Sango non ci diede peso –Non cambierà proprio nulla- mormorò abbassando lo sguardo e stringendo i pugni.

Kagome sfiorò il ciondolo preoccupata e incrociò gli occhi di Inuyasha che le sorrise. Il ragazzo era abbastanza lontano ma se Kagome si concentrava poteva sentire il suo calore. Lei addolcì lo sguardo poi concentrò la sua attenzione verso l’amica diventando seria

-Hai parlato con Miroku?- Si guardarono.

Una volta ho letto che uno sguardo vale più di mille parole, oppure che gli occhi sono il cuore dell’anima. In quel preciso momento gli occhi di Sango facevano trasparire un dolore infinito e una muta risposta. Naturalmente Kagome non poteva capire fino in fondo il suo dolore ma ne aveva una certa idea, dopotutto lei non si era innamorata di suo fratello…

-Dovremo stare più attenti e non farci vedere in giro ma… ce la faremo- Il pullman si fermò e Sango sospirò mentre tutti iniziavano a scendere –Non voglio lasciarlo, non lo farò mai-

-Dio come siete felici di essere tornate! Avete delle facce così allegre che potreste contagiare un infermo!-

Paolo si era avvicinato a loro riuscendo a muoversi liberamente. Anche Inuyasha e Miroku si stavano avvicinando facilmente

-È’ il tempo- sbottò Kagome seccata

-Andiamo?- chiesero i ragazzi avvicinandosi

-Si- risposero.

Kagome prese lo zainetto rosso adagiandoselo sulle spalle e aspettò che Sango finisse di prepararsi quando Inuyasha le picchiettò un dito sulla spalla. Lei lo guardò: era serio, maledettamente serio. Lui le fece cenno di seguirlo poco più in là dal pulmino e si allontanarono dal gruppo dicendo che tornavano subito.

Si ripararono sotto un albero.

Inuyasha si fermò davanti a lei e si guardarono per un tempo che le parve interminabile. Kagome lo guardava con curiosità ma dentro di lei sopraggiunse la paura. Perché Inuyasha la fissava così? Perché era così serio? Perché non le diceva nulla?

-Kagome…-

-...Si?- mormorò lei. Lui si azzittì e le voltò le spalle. Kagome lo vide stringere i pugni.

Non era un bel segno…

-Io devo dirti una cosa, una cosa importante-

-Certo-

-Lo hai detto anche tu molte volte, io sono un figlio di papà, ricco sfondato ecc- Lei annuì anche se lui non poteva vederla. Un dolore al petto la fece smettere di respirare un momento –Non potremmo fare come tutte le coppie Kagome: passeggiare mano nella mano, baciarci ecc come abbiamo fatto finora, dovremo stare attenti. Se ci scoprono mi allontaneranno da te e chissà cosa ti faranno per costringerti a lasciarmi, capisci?-

-No- disse lei –Cosa vuoi dire? Mi stai mollando?- strillò quasi

-No, non ti lascio ma mi chiedo se a te va bene- Si guardarono

-Ma che dici?? Io ti amo e non dovrebbe andarmi bene? Per stare insieme a te, maledizione, farei qualsiasi cosa, qualsiasi! Che domande fai!?- gridò. Respirò a fondo –L’importante è che stiamo insieme e che tu,- Lo fulminò –non mi tradisca- Lui la abbracciò forte nascondendo il viso nei capelli di lei

-Quindi a te, va bene anche se non potrò farlo molto spesso?- chiese stringendola più stretta.

Le faceva male, ma lei non si lamentò affatto. Gli strinse la vita dolcemente appoggiando la fronte sulla sua spalla

-Ma certo che si Inuyasha… troveremo il modo, vedrai…- mormorò e si diedero un ultimo bacio prima di prendersi per mano e avvicinarsi ai compagni

-Possiamo andare?- chiese Paolo. Entrarono e si misero in fila aspettando i bagagli.

Quando li ebbero presi e assicurandosi di non avere dimenticato nulla andarono verso l’entrata e prima di uscire Miroku fermò Sango abbracciandola e lei corrispose stringendosi a lui

-Ciao Sango- mormorò

-Oh Miroku…- disse lei con gli occhi lucidi

-Non piangere Sango dai… oggi pomeriggio ti chiamo sul cellulare ok?-

-Va bene… ma non troppo presto altrimenti non credo di riuscire a risponderti- disse. Lui sorrise e le sfiorò le labbra con le proprie

-Ora devo andare Sango…- Lei lo guardò spaesata e gli prese la maglia sentendo un vuoto dentro di se

Già? Adesso? No, non era pronta…

-No… no Miroku…- disse singhiozzando. Kagome la guardò e le si avvicinò

-Sango… guardami dai… non è un addio ok? Vi rivedrete presto- disse

-Tu non capisci!- esclamò allontanandola e stringendosi a Miroku

-Ti chiamo e poi usciremo insieme!-

-Hai detto che non possiamo più fare come prima- singhiozzò lei scuotendo il capo –Sei un bugiardo! Sarà come se non stiamo insieme!-

-Ti vuoi calmare?- Miroku la allontanò prendendola per le spalle guardandola –Ti giuro che troverò un modo, ma ora dobbiamo andare. Sango per carità non fare così: rendi le cose più difficili!- esclamò. Sango annuì e lui la abbracciò.

Kagome sospirò di sollievo e si appoggiò ad Inuyasha

-Io invece ti chiamo questa sera… sarò in coma oggi…- Lei annuì

-Tanto il numero ce l’ho quindi il problema non c’è. Ah, oggi e domani dovrò fare un sacco di compiti, che pizza!- sbottò sconsolata. Lui sorrise e le baciò la guancia

-Ciao-

-Ciao Inuyasha- disse lei stringendo la mano di lui che dopo averle sorriso rivolse a Miroku un cenno del capo e i due uscirono dopo che Miroku aveva dato un bacio a Sango che gli sorrise imbarazzata.

Le due si guardarono e Sango sorrise

-Scusa per prima, non volevo trattarti male…- disse. Kagome sorrise

-Ah, lascia perdere. Paolo tu che fai ancora qua?- chiese lei quando l’uomo rientrò

-Ho guardato i due sparire nel temporale sopra la loro macchina da due soldi- disse ironico –Con una macchina del genere vivo come un Dio per i prossimi mesi- sbottò –I vostri?- chiese guardandosi intorno

-Mia madre mi doveva venire a prendere adesso… la porto a casa io- disse indicando l’amica. Lui annuì più tranquillo

-Kagome, comunque ci vediamo Lunedì e tu Sango invece…-

-Martedì, si lo so. Paolo tranquillo!- disse quest’ultima divertita

-Bene… allora vi ho detto tutto vero?- chiese

-Siii- dissero seccate. La porta a vetri si spalancò e la donna rabbrividì, Kagome si illuminò e sorridendo corse verso la donna

-Mamma! Mamma!!- esclamò abbracciandola felice

-Kagome! Tesoro, come stai? Tutto bene?-

-Si… oh mamma tu, tutto bene vero?- La donna annuì e sorrise alla figlia sfiorandole la guancia

-Ti vedo più matura o sbaglio?- chiese. Kagome sorrise senza rispondere –Ciao Sango, come stai?- domandò la donna alla ragazza

-Tutto bene, grazie signora- rispose

-Oh, Paolo- La madre di Kagome allungò la mano che lui prontamente strinse

-Buongiorno signora-

-Mia figlia si è comportata bene?- domandò

-Ohi! Mamma!! Guarda che sono qua di fianco a te!- disse la ragazza contrariata. I due fecero finta di non averla sentita mentre Sango scuoteva il capo divertita

-Si, è stata un angelo- disse lui calcando bene l’ultima parola.

Lei arrossì leggermente senza farsi notare e l’amica ghignò

-E i debutti sono andati bene?- Kagome sbuffò

-Continuo a dire che potresti chiedere a me- sbottò

-Oh si… sono tutti stati magnifici, ma potrà vederlo lei stessa nella cassetta-

-Paolo! Perché hai detto della cassetta!? Non voglio che mamma mi guardi!- esclamò pronta a piangere

-Che cassetta?- chiese la donna curiosa all’uomo

-Quella dei debutti- rispose. Lei lo fulminò indicandolo

-Questa me la paghi, Lunedì ti faccio nero- ringhiò

-Chiamerò allora qualcuno che ti calmerà- mormorò facendosi sentire dalla ragazza che arrossì

-Idiota- sbottò girandosi e prendendo a braccetto l’amica si allontanò

-E ricordatevi…-

-Di Lunedì e Martedì- risposero meccanicamente alzando la mano –Ciao- dissero.

La donna sorrise e abbassò il capo in segno di saluto allontanandosi.

Le tre salirono in macchina e la donna facendo retromarcia uscì dal parcheggio. Kagome rabbrividì mentre guardava la pioggia scendere

-Allora, vi siete divertite?- chiese la donna guardando Sango seduta sul sedile posteriore, dallo specchietto retrovisore

-Oh si. È stata l’esperienza più bella, più gratificante e più spettacolare della mia vita!- esclamò sorridendo felice

-Tu Kagome?- domandò la madre alla figlia

-Mh, si… è stato bello- disse assorta

-Che entusiasmo- notò la donna –Avete fatto amicizie?- chiese mentre la ragazza sbadigliava

-Tantissime!!- esclamò Kagome con gli occhi che luccicavano –Abbiamo conosciuto Tom, Naraku, Eve, Don, Giselle e poi il bibliotecario che mi ha pure sgridato, dei bambini simpaticissimi, Marlov…-

-Frena frena frena ho capito! Qui in Giappone non avrai mai una vita sociale così attiva!- esclamò fermandola subito -Poi mi racconterai quando ti sarai riposata- disse lanciandole una occhiata che la diceva lunga. Kagome le sorrise e un cellulare squillò improvvisamente

-Kagome, quella cavolo di suoneria prima o poi m farà venire un colpo apoplettico!- disse Sango mettendosi una mano sul cuore

-Ma si può sapere cos’ha? È così allegra…- disse tirando fuori il cellulare e leggendo il messaggio

Ti sono venuti a prendere,

vero?

Kagome sorrise e si portò il display al cuore chiudendo gli occhi.

Sango sorrise.

Kagome lanciò una occhiata alla madre assorta nella guida e rispose

Si…

Sto tornando a casa,

siamo quasi arrivati

Bene,

allora ti chiamo stasera.

Io ora vado a dormire

Anche se mi piacerebbe essere lì con te…

Kagome arrossì di piacere e voltò il volto dando le spalle alla madre e rispose

Anche a me piacerebbe…

Buonanotte

Ti amo

Buonanotte angelo

Kagome sorrise e diede un leggero bacio alla tastiera e sfiorò il ciondolo al collo

“Ti amo Inuyasha… fa sogni d’oro” pensò

-Arrivati- disse la donna parcheggiando davanti alle villette a schiera color panna. La donna diede un ombrello alla figlia –Kagome, accompagna Sango fino all’entrata altrimenti si inzupperà!- Kagome annuì e uscì aprendo l’ombrello. Lei e Sango, appiccicate, presero i bagagli della ragazza e aprirono il cancello della casa oltrepassando il viottolo ciottolato in mezzo al giardino ben curato. Sango si fermò sotto la veranda e sorrise all’amica

-Allora, Inuyasha sta bene?- Kagome arrossì leggermente

-Ehm… si…-

-In macchina credevo avresti preso fuoco- disse ghignando. Kagome assottigliò gli occhi

-Piantala, ci vediamo domani ok? Così mi dici cosa ti ha detto…- Si bloccò e guardò le finestre sbarrate e si morse la lingua guardando l’amica rattristata –Beh… ecco… scusami io… sono un’idiota e… però ecco…- balbettò

-Lascia stare- disse lei sorridendo triste –Comunque ho capito e si, ti informerò- Le diede un buffetto sulla guancia –A domani- disse. Kagome annuì e si girò mogia

-A domani- Sango sorrise e entrò in casa pronta a piangere prima di essere assalita dalla madre.

La macchina si fermò dentro al garage e Kagome uscì

-Kagome il nonno è in cucina- disse sorridendo e tirando fuori le valigie dal portabagagli. Kagome annuì, ne prese una correndo in casa. Suo fratello era a scuola e prima dell’una non sarebbe tornato a casa

-NONNO!- esclamò entrando in cucina come una furia.

L’anziano, seduto comodamente sulla sua poltrona con il giornale aperto davanti a se, si alzò di scatto e spalancò le braccia facendo cadere il giornale

-La mia nipotina preferita!- La ragazza lo abbracciò

-Sono la tua unica nipote femmina, lo sai no?- disse preoccupata

-Certo che lo so, ma c’è anche Sota!- esclamò stringendola forte. Lei corrugò le sopracciglia: non le sembrava che suo fratello in realtà fosse una ragazza… mah! Lei si staccò e la madre rientrò in quel momento –Sai una cosa?- disse scrutandola l’anziano –Mi sembri più alta… più matura e più… non so… più…-

-…donna?- azzardò la madre

-Già…- sbottò lui. Kagome sorrise imbarazzata

-Bene. Io ho parecchio sonno… Vado a letto- disse. I due annuirono

-Buon riposo tesoro- disse la madre baciandole la guancia. Kagome sorrise e prese la valigia incamminandosi –Mh, Kagome?- Lei si girò

-Si mamma?-

-Sono felice che sei tornata- disse. Kagome la guardò stupita poi mormorò

-Anche io mamma- disse e sorridendo iniziò a salire le scale trascinando la valigia. Aprì la porta della camera e accese la luce.

Le pareti erano candide come sempre, con le solite vecchie foto; le lenzuola erano pulite e profumavano di buono e la scrivania, al solito posto, era la solita con allineati i libri di scuola.

Kagome chiuse la porta alle proprie spalle e si appoggiò contro di essa mettendo le valigie vicino a lei. Chiuse gli occhi e sospirò rumorosamente

“Vita monotona di tutti i giorni, ti stai avvicinando troppo pericolosamente a me” pensò e si spogliò mettendosi il pigiama di flanella spegnendo la luce. Mise il cellulare sul comodino e si mise sotto le coperte chiudendo gli occhi sfiorando il leggero ciondolo sorridendo e addormentandosi cullata dal rumore della pioggia contro le tapparelle.

Tic

Tac

Tic

Tac

L’orologio di Kagome era a dir poco assordante.

Tic

Tac

Tic

Tac

Mai però quanto il trambusto nel piano inferiore. La porta sbatté, l’urlo del bambino che era tornato, la corsa sulle scale, la cartella buttata vicino alla porta della propria camera e la porta che si apriva piano. Il bambino quatto si avvicinò al letto della sorella guardandola sorridendo

-Sorellina?- mormorò. La ragazza si girò su un fianco continuando a dormire con il sorriso sulle labbra.

Un bel sogno sicuramente…

Sota corrugò le sopracciglia

-Sorellina- disse più forte con più convinzione. Incrociò le braccia al petto –Sorellina!- esclamò più forte. La ragazza aprì l’occhio stropicciandoselo e guardò la figura davanti a lei

-Mh? Ma chi…- borbottò

-Sorellina!- Sota le si buttò addosso abbracciandola forte. Kagome sorpresa lo guardò –Sei a casa che bello! Com’era Amsterdam? Bella? E… e… Sorellina? Perché mi guardi così?- chiese. Kagome ridusse gli occhi in due fessure nere

-Sota… mio unico impiastro… mi echeggia una domanda nella mente: come ha solo osato, questo impiastro, ovvero tu, a svegliarmi?- domandò

-Beh, ma dormi dalle 9.40 e adesso è l’1.20-

-Sota, impiastro mio, dormo dalle 10.05, tanto per cominciare e poi… se volevi salutarmi potevi aspettare che mi svegliassi, non trovi?- chiese lei con dolcezza infinita. Sota deglutì

-Ma la mamma… lei ha detto che se dormi troppo poi stanotte non dormi… e poi giù è pronto…-

-Uhm, è pronto il pranzo?- Lui annuì –Beh, potevi dirlo subito!- Accese la luce e si alzò dal letto rifacendolo con movimenti fluidi –Dì a mamma che arrivo, mi vesto- disse stirandosi. Lui annuì e si voltò verso la porta. Kagome lo guardò –Sota?- Lui si girò

-Si?- Lei lo abbracciò e lo strinse forte –Sorellina? Che c’è?- chiese sorridendo

-Niente- Si staccò da lui dolcemente –Vai mostro, arrivo subito- Lui annuì e uscì dalla stanza chiudendo la porta.

Kagome guardò il cellulare senza nessun messaggio e sospirò aprendo l’armadio. Si mise una felpa e un paio di jeans poi andò in cucina

-Ciao Kagome. Dormito bene?- Kagome annuì e si sedette

-Fuori piove ancora?- chiese. La donna annuì

-Già-

-Volevo andare a fare un giro… vabbé- disse alzando le spalle –Oggi sarò un po’ impegnata… altre a disfare la valigia dovrò anche ricominciare i compiti quindi…-

-Non ti disturberemo- disse la donna sorridendole –Dove vuoi studiare?- chiese

-Avete già acceso il caminetto in sala?- chiese eccitata

-Puoi studiare lì- concesse la donna –Attenta quando accendi il fuoco mi raccomando- disse

-Si mamma- disse alzando gli occhi al cielo

-Tu però mi dai la cassetta?- chiese

-Che cassetta?- chiesero il nonno e Sota

-Ehm… ok, così intanto la guardo anche io, non l’ho vista- disse

-Va bene-

Finito di pranzare Kagome sparecchiò e mise tutto nella lavastoviglie con movimenti agili, poi andò su in camera prendendo lo zainetto rosso e tirò fuori cassetta e regali. Tornò dai familiari

-Eccomi. Prima voglio dare questo a Sota- disse allungandogli la scatola –Alla mamma questo e al nonno- Diede rispettivamente una scatola blu e un pacchettino

-Un robot! Un robot!!- esclamò eccitato il bambino. La madre sfilò la collana e la ammirò

-Grazie tesoro, è magnifica- disse

-Dei talismani… ah! Li vado subito a mettere nella mia bacheca- disse dando un bacio alla nipote e sparendo nel corridoio. Kagome sorrise felice e andò al registratore mettendo dentro la cassetta e accendendo il televisore. Il nonno tornò e si sedette nella poltrona, la madre sul divano e Sota per terra, vicino al tavolino circolare, a gambe incrociate. Kagome schiacciò play e andò a sedersi vicino alla madre.

Lo schermo nero, si schiarì piano piano diventando quasi bianco e una voce parlò in giapponese facendo quasi piangere la ragazza: la voce di Naraku

-Per ricordarci di 5 ragazzi doniamo loro un sogno e una promessa. Che essa vi resti nel cuore-

Lo schermo si scurì improvvisamente e il palco illuminato balenò in fondo alla sala e si ingrandì lentamente con l’arrivo di Miroku.

Kagome ricordava come era teso quel giorno, una vera corda di violino.

Il ragazzo si inchinò negli applausi e quando si sedette regnò il silenzio totale. Un primo piano di Miroku nel suo unico momento di concentrazione e le spalle si abbassarono lentamente facendolo cominciare. Non volava una mosca.

La ragazza quel giorno, aveva provato una grandissima emozione ma, nello stesso tempo, aveva provato una grandissima tristezza pensando alla sua povera amica. Scrollò quel pensiero dalla sua testa e ascoltò il discorso di Miroku

-Grazie signori. Sono davvero felice per questa opportunità, non credo proverò mai quello che ho provato oggi, qua, su questo palco. L’emozione è stata intensa e tutto questo è stato grazie a Paolo. La prima volta che l’ho visto ho pensato che fosse uno squilibrato, non sto scherzando!- disse mentre la sala scoppiava a ridere –Ve lo giuro. Alla nostra prima lezione era vestito in jeans e maglia nera e al fianco gli pendeva una catena! Avevo 12 anni, mi era venuto un colpo apoplettico!- Silenzio –Poi invece… ho capito che non è tanto male, vabbé, ogni tanto ha i suoi viaggi ma… senza di lui ora non sarei qua e di conseguenza non avrei conosciuto Naraku. Quindi… grazie a tutti, grazie di cuore-

Kagome sorrise. Quando poi erano tornati il giorno dopo lei aveva avuto il primo appuntamento con Tom. Cavolo, come scordarselo? Adesso che ci pensava, non era mai più andata a quel ristornate sul mare… diavolo!! L’aveva portata su una barca le aveva regalato dei fuochi d’artificio… una notte magica… Ah, Inuyasha le aveva dato della puttana… maledizione lui e la sua gelosia! Avrebbe voluto ucciderlo!!

Lo schermo poi tornò al palco vuoto e agli applausi mentre Sango saliva dignitosamente su esso andando vicino allo strumento. Il suo abito era bellissimo…

Kagome chiuse gli occhi mentre sentiva la musica della ragazza. Come poteva scordare ciò che Miroku e Inuyasha si erano detti e ciò che lei, con gli occhi lucidi, aveva affermato? Il discorso di Sango le arrivò alle orecchie con ancora gli occhi chiusi. Sua madre non aveva mai parlato con la madre di Sango, non si conoscevano. Non c’era pericolo quindi e lei ne era sollevata…

-Wow… accidenti! È finita! Ero tesa come una corda di violino! Comunque diciamocelo, poteva andare peggio vero?- chiese –Beh, chi tace acconsente giusto? Comunque questo pezzo non mi è venuto in mente a caso, per niente. Dietro c’è una storia davvero triste. La volete sentire?- domandò. Si sentì un “si” e lei continuò –Allora, vediamo… da dove possiamo iniziare? Ah si. Dovete sapere che questa storia riguarda una mia amica, una mia carissima amica che poi è morta purtroppo… scomparsa dalla faccia della terra… Ma è un’altra storia questa, più noiosa che non sto neppure a raccontarvi. Allora la storia parla di questa mia amica, come ho già detto, che alle medie conobbe un ragazzo- disse sedendosi sullo sgabello. La telecamera gli fece un primo piano –Un ragazzo anche molto strano a dir la verità! Ora è meno svampito, ma prima…- Ci fu un momento di silenzio -Insomma, questa ragazza fu “salvata” da lui dai suoi compagni di classe, si perché lei era bruttina, intelligente anche troppo, cicciotella… insomma era il bersaglio di tutti quanti. Questo ragazzo dopo averla salvata, non volle sapere il suo nome, diceva che era poco importante ma… lei era stata al gioco e come mi aveva detto lei stessa: un nuovo gioco per un nuovo amico…- sorrise Diventarono amici e poi si misero insieme, senza sapere ancora nulla dell’altro. Lui faceva la 1 superiore e stava nella scuola di fianco a quella della mia amica e… ogni giorno lui l’accompagnava a casa. Stavano bene insieme, avevano il loro spazio ma… quando qualcuno aveva bisogno dell’altro erano pronti a sorreggersi. Un bel giorno la ragazza tornò a casa e trovò un album… non un album qualunque, assolutamente. Era l’album dell’ex matrimonio di sua madre. Fu un vero choc quando la ragazza vide… un altro bambino nelle foto. E così lei scoprì di avere un altro fratello- sospirò –La mia amica chiese spiegazioni a sua madre, che le fece vedere una foto più recente di suo figlio… e alla ragazza non ci volle un tutor per capire chi era il ragazzo nella foto: era il suo ragazzo. Il dolore fu tale e insopportabile che credette di spezzarsi in due… un vero inferno… Le sue lacrime erano troppe per contenerle in un’unica stanza e il suo dolore non poteva essere racchiuso in questo mondo. E lei mi disse: possibile Sango… possibile che con tutti gli uomini in questo mondo… proprio di mio fratello dovevo innamorarmi? Il giorno stesso mollò senza una parola il fidanzato-fratello, lui si trasferì in un’altra scuola e lei si uccise- Alzò le sopracciglia –Ecco… la storia è questa, tristissima e… tetra… Non so perché mi è venuto in mente questo racconto dopo tanti anni… però ho voluto suonare proprio questa canzone così triste perché non è giusto dimenticarloI- Si vide Sango alzarsi –Allora, buon proseguimento- Mise giù il microfono e scese dal palco allontanandosi.

Kagome chiuse gli occhi facendosi sommergere dai ricordi. Quella era stata una serata veramente importante per la sua vita e quella di Sango. Quest’ultima, infatti, e Miroku si erano giurati eterno amore, lei e Inuyasha invece avevano avuto il loro primo mini appuntamento e poi… poi…

Di nuovo il palco, e poi eccolo, lui: Inuyasha. La sua aria da ragazzo strafottente mentre saliva sicuro di se le scale accolto dagli applausi che lo riempivano di orgoglio, lui che si sedeva allo sgabello appoggiando la chitarra alla gamba e lui che cominciava lentamente.

Kagome sbagliava, o vedeva il suo viso altamente contrariato? Sorrise. Beh, aveva ballato con Tom tutta la sera appiccicata a lui come una sardina! Adesso che ci pensava quella sera Inuyasha aveva bevuto come una spugna…Le aveva anche fatto passare la notte in bianco! Era quasi morta di sonno! Questa doveva fargliela pagare… Però mentre suonava era proprio bello…

-Oh, ora tocca a te vero Kagome?- domandò la madre. Lei annuì e infatti l’immagine di lei, nel suo abito lungo perlato, che si sedeva davanti al pianoforte bianco fece azzittire tutti

-Cappero sorellina ma quanto hai speso per quel vestito?-

-A dirla tutta impiastro, i vestiti ce li pagava Naraku- sbottò lei incrociando le braccia

-Ma chi è lui?- domandò Sota. Il nonno impallidì

-L’UOMO!?- ululò. Kagome sospirò

-No! Ma ve lo devo dire in cinese!?- chiese

-KAGOME DIMMI TUTTO DI LUI!!- intimò il nonno mentre Sota sghignazzava

-Vi siete messi voi in testa questa cosa!!! Io non ho…-

-Allora volete chiudere un po’ il becco? Non si è sentito nulla di quello che ha suonato la nostra Kagome!- esclamò la madre seccata –Tesoro chi era il tipo che ti ha dato il microfono?- La ragazza guardò lo schermo

-Marlov mamma- mormorò. La ragazza incenerì Sota con lo sguardo: tutta colpa sua se credevano che lei avesse uno!! Poi si concentrò sul televisore dove lei aveva già cominciato il suo discorso

-…una unione di tanti pezzi di Chopin, ho preso i pezzi più importanti unendoli con dei piccoli pezzi miei, tranne l’ultimo, l’ultimo l’ho scritto tutto io… era un mio vecchio pezzo e l’ho voluto rimodellare alla Chopin diciamo!- esclamò la ragazza –Sono molto contenta che vi sia piaciuto e volevo ringraziarvi tutti quanti, anche chi si è eclissato fuori quasi subito- Kagome scoppiò a ridere divertita ricordandosi del signor Holsen

Prima di uscire da questo palco… vorrei tanto ringraziare Paolo, il mio insegnante di piano… un po’ fuori di testa, ma accettabile… mi ha insegnato tantissime cose e spero continuerà a farlo perché altrimenti non avrei conosciuto Naraku, comunque si vede che sono amici, quando ci si mettono partono tutti e due in ugual modo; o Tom, dolce ragazzo… un mio grande amico e spero, lo spero vivamente, che quando tornerò in Giappone potremo scriverci… mollare poi una amicizia così sarebbe brutto, vero?; ma non avrei conosciuto Kikyo, che è però nella mia scuola, come amica è ok e poi è tosta e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno; poi… beh, Sango è nella mia stessa classe a scuola quindi… il problema non si pone; ecco ora qua passiamo a un problema grave… ehm… Miroku secondo me ha doppia personalità, anche lui è nella mia scuola,- disse pensierosa –…si perché quando non c’è la sua ragazza è… un po’ pervertito mentre quando lei c’è lui diventa così docile… mah, io non lo capisco, comunque se sta bene lui…; ok, ora passiamo a Inuyasha che è sempre nella mia scuola…- Silenzio e si sentì la sala ridere-… beh, su di lui non si può dire nulla… tanto avrete sicuramente capito che razza di bambinone è! Bene… io ora vado e spero che ci siate tra quanto? Tre giorni vero? Buon proseguimento- La ragazza prese lo spartito e uscì seguita da applausi e fischi

-Brava la mia nipotina!-

-Brava la mia sorellina!-

-Oh Kagome, sei stata bravissima!-

-Dai… se continuate mi fate arrossire!- esclamò lei. Kagome ricordò che quella sera Tom se ne era andato subito dopo raggiungendo la sua ragazza Eve, e Inuyasha le aveva detto che la sua musica non gli piaceva. Sentì un vuoto nello stomaco improvvisamente, ma si rallegrò subito al pensiero della notte e dei giorni a seguire. Certo Inuyasha avrebbe potuto evitare di ordinarle come vestirsi! Scosse il capo.

Lo schermo tornò nero dopo un momento e la voce di Naraku risuonò ancora una volta nell’aria

-Come ha detto Kagome, questa è stata la prima tappa, la vera prima tappa che li hanno portati alla seconda ed ultima tappa. Abbiamo chiesto a Kagome, di preparare un testo, un testo che avrebbero dovuto suonare, le abbiamo chiesto di comporre le parole per Kikyo e lei lo ha fatto…- A queste parole si sovrapposero quella dei ragazzi mentre provavano, quando Inuyasha aveva quasi rotto la chitarra per la frustrazione, quando Kagome aveva pestato i piedi nella sua postazione davanti al pianoforte e quando Miroku, calmissimo, si era seduta vicino alla ragazza mettendo un po’ a posto il tutto.

Kagome era sorpresa: quando diavolo li avevano filmati?

-…ed ecco qua il loro “mini-concerto” ha avuto un successone e sono certo che ora, mentre guarderanno questa cassetta, ricorderanno l’emozione di questi momenti e i loro giorni trascorsi qui. Sono felice di avere conosciuto dei ragazzi in gamba come loro e spero davvero tanto, che un giorno non molto lontano ci potremo rivedere- A queste parole la stanza illuminata si presentò davanti a loro.

Kagome si accorse solo in quel momento della strana inquadratura della telecamera e comprese: erano negli angoli! Ecco perché nessuno le aveva viste!

Naraku salì sul palco e sorridendo disse

-Buona sera miei ospiti- disse Naraku cordialmente sorridendo –Sono lieto di avervi qua questa sera per festeggiare la fine di questo viaggio per i nostri stranieri- Un applauso si levò dalla folla –Questa sera, finiranno una lunga avventura qua ad Amsterdam, e chissà se mai torneranno un giorno a trovarci. In queste due settimane, hanno dimostrato quanto valgono e voi avete visto il loro talento, sono certo che siate orgogliosi di averli sentiti e felici per avere avuto questa possibilità- disse –Oggi, li vediamo nel loro ultimo atto, insieme. Hanno composto la canzone e la musica e solo loro sanno quanto avranno litigato per mettersi d’accordo. Ma ora, miei ospiti, vorrei tanto sentire il commento di colei che ha ideato la canzone e vorrei che facesse un discorso per spiegarci come, ha avuto questa grande illuminazione- Naraku volse lo sguardo –Vieni pure Kagome-

Un istante dopo arrivò la ragazza in abito bianco palesemente nervosa

-Ehm… buona sera- cominciò –Allora… questa canzone l’ho ideata con Kikyo ma a dire la verità le parole sono nate da me… È successo quasi una settimana fa… io ero in un bivio atroce, dovevo decidere che fare nella mia vita e… questa canzone sono un po’ i miei sentimenti di quello che provavo ma, forse devo ringraziarla oggi perché mi ha dato una spinta abbastanza forte per decidere finalmente quindi… beh, godetevela perché per me è molto importante- Sorrise e dalla folla si levarono degli applausi

Kagome sorrise al ricordo di quei giorni difficili. Inuyasha l’aveva fatto proprio sudare freddo! Ma almeno ora era felice e poi… Sfiorò il cellulare e sorrise.

I cinque ragazzi, salirono sul palco sedendosi ai loro posti e si lanciarono uno sguardo prima della partenza, la canzone iniziò. Durante la telecamera scorse sugli spettatori e si vide Naraku, Paolo, il signor Holsen, Marlov e Tom

-È’ lui mamma! È’ lui Tom!- esclamò indicandoglielo

-Wow! Che gran…- iniziò la donna

-MAMMA!- esclamò la giovane scioccata

-Eddai!- esclamò

-È lui l’uomo!?!?!?!?!-

-Ma nonno!!!- esclamò la ragazza esasperata

-Beh, a me per genero non dispiacerebbe proprio- mormorò la donna

-Mamma!! Ma che dici!? Ho 15 anni!-

-Ai miei tempi…- iniziò il nonno

-Bastaaaaaaaaaaa- sbuffò lei contrariata –Non volete sentire la canzone?- domandò

-Oh, è finita- disse dispiaciuta la donna

-La ascolterete poi- disse lei alzando le spalle

-Ahhh, sorellina, che frignona!!- esclamò il fratello indicandola e si irrigidì –Sorellina!! Allora è vero che c’è un uomo!!!- urlò. Kagome guardò il monitor: stava abbracciando Inuyasha… cavolo!!

-Mi ha fatto calmare, che vi devo dire?- domandò lei alzando le mani tranquilla. Il nonno la guardò e lei sorresse lo sguardo –Uh, ascoltate Naraku invece di inveire contro di me!- esclamò

-Complimenti ragazzi, bravissimi. Davvero, bravissimi. Signori, un ultimo applauso per questi giovani promettenti e un applauso anche alla nostra emozionata Kagome che non sa trattenere le lacrime-

Kagome sorrise e scosse il capo divertita

“E che ci posso fare se mi emoziono per così poco?” si domandò. La voce di Naraku le arrivò di nuovo alle orecchie

-So meglio di chiunque altro cosa hanno vissuto in questi giorni questi ragazzi: ci sono stati momenti difficili e bui, ma anche pieni di gioia. Chissà, forse alcuni di loro hanno trovato l’amore in queste strade…- Le strade di Amsterdam, il teatro, l’hotel con l’entrate e le scale, il parco dove aveva litigato con Inuyasha e con cui aveva giocato divertendosi come una pazza, la gioielleria, il negozio di vestiti, la pizzeria dove tante volte avevano mangiato, la villa dove aveva suonato…

Kagome guardò tutti quei posti che scorrevano lenti seguendo le parole di Naraku con un velo di malinconia

-…quacun’altro ha trovato degli amici che non scorderà mai e con cui ha stabilizzato un forte legame. Sono certo che nessuno si dimenticherà mai di questa esperienza e la porteranno sempre nel cuore. Grazie, grazie a tutti voi- Lo schermo divenne nero e iniziarono in titoli di coda.

Kagome si alzò e fece tornare indietro la cassetta poi la tirò fuori

-Vado a fare i compiti di là ok mamma?- chiese. La donna annuì sorridendo alla figlia e la ragazza uscì. In corridoio si posò la cassetta al petto stringendola “Grazie Naraku… grazie di cuore” Guardò l’orologio. Le 14.39. Andò in camera e acciuffò tutti i libri che aveva sulla scrivania e li portò nella sala e sorridendo accese il caminetto facendolo scoppiettare. Fuori la pioggia picchiava contro i vetri e lei chiuse gli occhi rilassata quando improvvisamente il cellulare squillò. Senza nemmeno guardare chi fosse rispose sicura che fosse Inuyasha –CIAO! Ti sei già svegliato?- domandò sorridendo

-Svegliato!? In realtà dovrei andare a dormire ma… se proprio proprio, ti chiamo più tardi visto che non aspettavi la mia chiamata!-

La voce, quella voce, la voce calda e affettuosa, la voce un po’ ironica, la voce che da sicurezza, quella voce che si riconoscerebbe tra mille, la voce che ora era a distanza di centinaia di chilometri da lei, quella voce che adesso le faceva venire le lacrime agli occhi. Kagome si posò una mano sulla bocca sgranando gli occhi

-T…Tom…?- mormorò incredula

-In carne ed ossa- disse lui –Beh, non proprio visto che non sono davanti a te… diciamo: in spirito e voce!- esclamò allegro.

Lei si sedette sul divano scioccata

-Ma… Tom, lì da te non è… notte?- chiese

-Le 5 di mattina- confermò –Comunque: ciao Tom, come va? Anch’io sono felice di sentirti! Non dovevi disturbarti a chiamarmi a quest’ora tarda sai? Potevi chiamarmi almeno alle 8! Tanto sarei stata sveglia!- esclamò in falsetto –Oh Kagome, non preoccuparti, è un piacere sentirti anche per me, non vedevo l’ora! Sto benissimo e anche Eve non se la cava male, ora infatti sta dormendo, non vorrei svegliarla sai…- sbottò

-Ops, scusami Tom- disse –Come te la passi?- chiese

-Come al solito. Hai sentito Kikyo?- domandò

-No perché? Tanto entro la settimana torna!- esclamò

-Kagome…- mormorò

-Si?- Silenzio –Tom?-

-Ehm… nulla, lascia stare- disse –Che stavi facendo?- Lei fece una smorfia di disappunto

-Stavo per studiare- sbottò

-Come sei felice-

-Trovi?-

-Già. Com’è il tempo?- Lei arricciò il naso e si avvicinò alla finestra

-Pessimo. Diluvia da quando siamo arrivati questa mattina- disse seccata –Lì?-

-Qua? Non piove, ma c’è molto freddo- Kagome annuì

-Capisco. Abbiamo visto la cassetta che ci ha dato Naraku! Prima di partire…- esclamò

-Oh, allora è riuscita a darvelo in tempo!- esclamò

-Lo sapevi?- chiese

-Certo! Che credi? Guarda che io e Naraku siamo culo e camicia!- esclamò incrociando le braccia

-Ceeeerto- disse lei

-Inuyasha? Gli altri? Sai cosa hanno detto i genitori di Kikyo?-

-No- disse scuotendo il capo –Gli avrà parlato Inuyasha- disse –Gli altri stanno tutti bene. ora staranno dormendo- disse

-E tu perché sei sveglia? Non avevi sonno?- domandò

-Si che ce ne ho. Però devo fare i compiti o non ce la farò mai a farli solo domani-

-Dovevi studiare anche qua- la rimproverò lui

-Oddio, sembri Sango!- esclamò –Ero in vacanza!-

-Non eri in vacanza!- protestò

-Uffa!!!!-

-Beh, ora ti lascio al tuo studio e io, al piacere puro- disse ghignando

-Maiale- disse lei

-Non fare la furbetta con me Kagome, credi che io non sappia?- Lei arrossì furiosamente

-E chi ti dice che io abbia… abbia fatto… quella cosa?- chiese

-Oh, le ultime volte che ci siamo visti mi sei sembrata più tutto. E poi gli sguardi tuoi e di Inuyasha facevano scorrere parecchia acqua sotto i ponti- disse malefico

-Oddio… che vergogna! Non dirlo in giro!!- esclamò

-Ok ok…-

-Ora vado, salutami Eve, Naraku e Kikyo ok?- Lui rimase in silenzio

-Ok- mormorò –Ciao!-

-Ciao! Ti voglio bene-

-Anche io, bye!-

-Bye!- Riattaccò, sospirò appoggiando la testa al vetro freddo poi con decisione andò al telefono di casa chiamando le amiche di classe

Domenica. Ore 5.30

Tom riattaccò e sospirò poi si girò su un fianco guardando la ragazza dormire placidamente. Le sfiorò il viso con la punta delle dita e lei rabbrividì aprendo gli occhi

-Scusa, non volevo svegliarti- mormorò

-Niente- disse lei avvicinandosi più a lui e appoggiando il viso sulla sua spalla –Hai chiamato Kagome?- chiese. Lui annuì –Che ha detto?-

-Sta bene, cose così- disse frivolo. Lei annuì

-Non sa nulla di Naraku?- domandò

-No-

-Non le hai detto niente?- chiese lei facendo leva sui gomiti per guardarlo in faccia

-No- rispose

-Ma… Tom… cosa credi che succederà quando lo scoprirà?-

-Piangerà- mormorò guardandola e stringendola a se

-Tom…- implorò lei –Dovevi dirglielo- disse

-Non ne ho avuto il coraggio, tutto qua-

-Hai detto anche tu che piangerà- mormorò

-Già- La guardò negli occhi accarezzandole i capelli –Quando però tu piangi non so mai che fare…- disse baciandole la fronte alzandole la frangia

-Che farà Naraku? Tu lo sai?- Lui scosse il capo

-Non si è fatto sentire, proverò a chiamarlo domani- disse. Lei annuì

-Va bene- mormorò

-Ora dormi amore- disse spingendola contro il suo petto. Lei si accomodò contro di lui e chiuse gli occhi cullata dal battito del cuore del suo unico amore.

Sabato. Ore 20.53

Kagome si stiracchio sulla sedia della sua camera.

Dopo che Tom l’aveva chiamata aveva chiamato le amiche facendosi dare tutti i compiti poi si era messa a studiare freneticamente. Quel girono aveva finito Matematica, Storia e Diritto. Domani avrebbe fatto Italiano e Inglese… ora era decisamente troppo stanca! Prese il cellulare e si mise prona sul letto mettendo le mani sotto il cuscino chiudendo gli occhi e sospirò. Si lasciò cullare dal ticchettio dell’orologio e dopo un tempo che le parve infinito andò in un dormiveglia tranquillo quando improvvisamente il cellulare squillò impazzito. Kagome saltò sul letto spaventata e lo cercò a tentoni per poi rispondere assonnata

-Pronto?-

-Ciao angelo-

-Oh, Inuyasha!- esclamò sorridendo dolcemente

-Che c’è? Non sei felice di sentirmi?- chiese

-No no… felicissima!- esclamò convinta

-Allora perché quella voce?- domandò. Lei si sdraiò

-Nulla… ero nel dormiveglia quando mi hai chiamato… mi è preso un colpo!- esclamò

-Scusa- mormorò. Kagome sgranò gli occhi

-Inuyasha ma che dici? Vuoi farmi cadere un mito?- chiese divertita –Tu che mi chiedi scusa… incredibile!-

-Volevo solo essere gentile- sbottò con una nota di irritazione. Kagome si more la lingua.

Possibile che non pensasse mai prima di parlare?

-Perdonami, non volevo dirlo, davvero. Mi piaci quando sei gentile e mi fai le carezze, quando mi baci e… e…- Arrossì

-Si?-

-Smettila dai, hai capito!-

-No… credo di no-

-Beh… ecco… quando noi due facciamo ehm…- balbettò. Lui sorrise

-Ti sto ascoltando- mormorò

-Quando noi due facciamo… beh, UFFA SMETTILA BESTIONE!!- esclamò nascondendo il viso nel cuscino

-Si, ho capito- Lei sospirò –Mi stava venendo un movimento che non ti vorrei dire a sentirti dire certe cose, quindi meglio se cambiamo discorso- disse lui veloce. Lei stupita guardò il muro

-E adesso che fai?- chiese –Se trovi un’altra ti ammazzo!- ringhiò furiosa

-Gelosa?-

-Inuyasha… provaci e giuro su Dio che bacio uno davanti a te- ringhiò con già le lacrime agli occhi

-Provaci e ti riempio di sberle- Silenzio. Kagome si morse il labbro con gli occhi pieni di lacrime.

Perché succedeva sempre così?

-Kagome?- Un sussurro –Non lo farei mai, davvero- Lei singhiozzò

-Nemmeno… nemmeno io- Pianse

-Non starai piangendo vero? Kagome, non piangere dai… non ti prenderei mai a sberle, sul serio… dai angelo, cosa posso fare qua da casa mia?- domandò nel panico. Lei sorrise e si asciugò le lacrime

-Ci sono- disse più calma

-Meno male- disse sospirando

-Ti sei alzato ora?- chiese cambiando discorso lei

-Più o meno, prima sono andato a mangiare o rischiavo di morire- Lei sorrise –Preferirei mangiare te ma… mi sono dovuto accontentare- Kagome sorrise

-Anche io- disse semplicemente –Io invece ho visto la cassetta di Naraku questo pomeriggio- disse

-La dovrò vedere, lo farò domani mattina- disse

-È bellissima- commentò lei –Poi ho disfatto le valigie, ho studiato- disse seccata poi si illuminò –E mi ha chiamata Tom!- esclamò. Lui fece una smorfia

-Ah si?- sbottò

-Si… Ma non mi ha detto nulla di nuovo, mi ha fatto delle domande sul ritorno eccetera e mi ha chiesto di voi! Il tempo e anche se avevo sentito Kikyo… Poi mi ha anche chiesto cosa avevate detto ai genitori- disse

-Abbiamo detto loro che si sarebbe fatta sentire e che aveva perso il biglietto e l’aereo era tutto occupato- Alzò le spalle lui

-Sai che Tom…-

-La smetti 10 minuti di parlare di lui?- chiese seccato

-Sorry- mormorò lei

-Comunque… ti va se ci vediamo domani pomeriggio?- chiese lui. Lei guardò la cornetta

-Domani? Ok- disse –Sei sicuro che tu non passerai dei guai se qualcuno ci vedrà?- chiese

-No, non dirà niente nessuno basta che non ci baciamo o abbracciamo- disse –Se ci vedrà per esempio mio fratello… beh, penserà che sei una delle tante, non che tu lo sia- disse subito velocissimo. Lei sfiorò il ciondolo tristemente

-Già… lo penserà senz’altro- mormorò

-Angelo…-

-Dai Inuyasha, non avere quel tono. Mi dovrò solo abituare alla cosa- disse –Ho un grande spirito di adattamento io!- esclamò. Lui sospirò

-Troverò il modo- disse. Lei annuì

-Allora domani dove?- chiese lei. Annuì un paio di volte poi sorrise –Ok, allora ci vediamo lì alle 16.00-

-Si, buonanotte angelo-

-Buonanotte Inuyasha, ti amo- disse. Lui sorrise

-Mi sognerai stanotte?- chiese. Lei sorrise

-Sicuramente- disse –Anche se mi piacerà molto di più domani quando ti vedrò, finalmente- disse sospirando

-Kagome, ci siamo visti meno di 12 ore fa- disse ridendo

-Sono troppe- sbottò

-A domani dunque-

-A domani, buonanotte-

-Notte angelo-

-Inuyasha?- mormorò lei

-Cosa?- domandò. Lei esitò un momento

-Mi dai un bacio?-

-Un bacio?- chiese stupito

-Si, il bacio della buonanotte!- esclamò. Lui sorrise

-Ok- Lei chiuse gli occhi mentre lui posava le labbra sulla parte dove parlava. Kagome si leccò piano le labbra poi sorrise aprendo gli occhi

-Ok, ora buonanotte- disse

-Notte angelo-

-Notte- disse e riattaccarono entrambi. Kagome guardò ancora il cellulare e gli posò un bacio leggero.

Si infilò il pigiama poi, dopo avere salutato i famigliari, si coricò. Prima di spegnere la luce posò un bacio sulla chiave e sorridendo si addormentò.

ANTICIPAZIONI:

Cosa succederà all’appuntamento?? Andrà tutto bene?

Al prossimo capitolo ^^

  
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