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Autore: cranium    28/05/2012    3 recensioni
-Come ti chiami?- chiese Draco.
-Non te lo dico, mi prenderesti in giro.- rispose testarda.
-Non può essere più strano del mio, dai dimmelo.-
La ragazza sbuffò infastidita poi rispose:
-Mi chiamo Wren contento?-
-Ti chiami scricciolo?- e scoppiò a ridere, più per l’espressione buffa che aveva fatto la ragazza che per il nome. Infondo le si addiceva: aveva le spalle strette e era piuttosto minuta, ma il carattere non era quello di un timido uccellino.
[...]

Draco/Nuovo Personaggio.
I Malfoy sono vittime di una maledizione da tre secoli, imposta su di loro da una donna.
Riuscirà Draco a spezzare il flagello che opprime la sua famiglia e far si che la ragazza che ama si innamori di lui?
O anche lui dovrà soffrire le amare pene dell'amore?
Storia ispirata a "La Bella e la Bestia".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Il serpente e
l’uccellino.

Capitolo: Natale.

 Natale è quando provi nostalgia di casa,

anche quando sei a casa.
anonimo.

 .
La neve candida iniziò a cadere copiosa e dovettero tirare i cappucci scuri dei mantelli sulle loro teste, tanto meglio, nessuno gli avrebbe riconosciuti coperti in quel modo, nessuno sarebbe riuscito a vederli assieme per sua e loro fortuna.
Farsi vedere in giro con la Mezzosangue, la Granger, in giro per Hogsmeade, era proprio quello che suo padre chiamava “passo falso”, ma in quel momento aveva proprio bisogno di aiuto, dell’aiuto della persona che più sembrava simile alla sua amica.
Chissà che avrebbero detto gli amici di lei se la avessero vista con lui per i vicoli del paesino.
Camminarono veloci fino alla via secondaria dove si trovava la Testa di Porco, la taverna più  sporca di, forse, tutta la Scozia, nella quale bevevano e bazzicavano alcuni dei tipi più loschi e meno raccomandabili di tutto il circondario.
La triste insegna, con una testa di cinghiale mozzata dalla quale il sangue rosso intenso gocciolava su un panno bianco candido, penzolava tetra al dondolio del vento freddo, ma non vedeva nessuna bottega vicino e nessun’altra insegna strana nei dintorni, poi la Granger gli indicò una piccola casetta di legno e pietra dalle cui finestre mandavano una luce calda, ma debole.
Si avvicinarono e Hermione pulì con i suoi guanti una piccola trave di legno scuro vicino alla porta d’ingresso, anch’essa dello stesso materiale, sulla quale c’era una scritta a lettere d’oro brillanti e intense:
“…”
-Strano è? Non c’è scritto nulla, solo tre puntini.-chiese la ragazza.
-Entra Granger, sbrigati non perdiamo tempo.-
La porta cigolò tetra e un odore caldo di cannella raggiunse le loro narici infreddolite, ma a quello che gli si presentò davanti non erano assolutamente preparati: un’unica stanza dal colore forte che però quasi non si vedeva a causa delle centinaia di cose ammassate.
Vetrinette, scaffali e mensole stipati di oggetti e cianfrusaglie di tutte le dimensioni, forma e colore, come avrebbe mai potuto fare per trovare un regalo originale per il suo scricciolo in quella specie di mercatino delle pulci?
-C’è nessuno?-chiese cauta la Granger intontita dal caos e dal disordine che regnava in quel piccolo luogo.
Niente, nessuno rispose alla domanda.
-C’è qualcuno qua dentro!?-chiese un leggermente alterato Malfoy.
-Ehi non occorre urlare.-rispose una voce.
-Dove saresti tu?-continuò Draco.
-Eccomi, eccomi.-
Dalla scrivania in fondo alla stanza, da dietro libri e carte, spuntò un omiciattolo basso quasi come il Professor Vitious, con quel che basta di gobba per far si che la sua postura risultasse brutta e sgraziata, capelli bianchi raccolti in una coda bassa e gli occhi verdi, arzilli e vispi che spuntavano da dietro gli spessi occhiali tondi.
 -Posso esservi di aiuto?-chiese ingenuo il vecchio.
-Mi sembra logico.-
-Scommetto che voi bella signorina non siete così acida come il vostro amico.-e le strizzò l’occhio complice.
-Sto cercando un regalo.-si intromise Draco.
-Scommetto che è per questa affascinante ragazza, ma no, sennò non l’avrebbe portata con lei. Mi dica che cosa cerca di preciso, è per la ragazza che le piace? È per sua madre?-
- È per un’amica.-rispose poco cortese lui notando la Granger che se la rideva tranquilla.
 –Solo per un’amica.- continuò.
-Ma certo.. solo per un’amica.- disse divertito lui –Qui ho tutto quello che lei può immaginare: cintura di squame di Kappa? Cappello che fa sparire i capelli? Smalto per denti e dentiere? Ho anche un bellissimo mappamondo incantato, che ascoltato il nome della persona che vuoi ti dice dove si trova, oh si quello è proprio un oggettino interessante, me lo ha portato uno straniero dal nome strano, perché non viene a provare?-
E si avvicinò zampettando a uno scafale, prese una scala e si arrampicò su di essa e frugò finché non tornò giù con l’oggetto in mano: era un semplice mappamondo, con i Paesi tracciati piuttosto approssimativamente tutti di colori vivaci e allegri, mentre il mare era di un bianco latteo sul quale le onde dai contorni azzurrini si spostavano placidamente, tutto normale se non fosse stato per le due orecchie da gatto fulvo che spuntavano dal freddo Mar Glaciale Artico che si muovevano per togliere la polvere che le copriva.
-Su provi!-lo incitò il vecchio sistemandosi meglio gli occhiali sul naso.
-Narcissa Malfoy.- disse titubante, ma non successe nulla.
-Più forte! Sa per essere un gatto è un po’ sordo.-disse tutto sorridente.
-Narcissa Malfoy.-quasi strillò e pochi attimi dopo si illuminò di una luce soffusa l’isola dell’Inghilterra.
-Visto?-chiese esaltato–Funziona! Riprovi coraggio.-
Sicuramente non sarebbe stato il regalo perfetto per Wren, ma suo padre Lucius non avrebbe di certo disprezzato un oggetto così interessante.
-Wren Gray.-e subito l’Inghilterra verde smeraldo si riaccese.
-Mi scusi signore, non pensa che un mappamondo del genere potrebbe essere pericoloso nelle mani di persone sbagliate?-chiese la Granger un po’ preoccupata.
-Avete per caso intenzione di nascondere Potter nel Kazakistan? Perché se è così avete tutto il mio appoggio.-rispose Draco.
-Oh sì ricordo il signorino Potter, è venuto un paio di volte nel mio negozio, sapete? Un po’ di anni fa. Con quei suoi amici così simpatici. Voleva comprare un pensierino per la ragazzina che gli piaceva.. come si chiamava? Lilian, Lily forse? Una volta le aveva preso un profumo che aveva la proprietà di non svanire mai, ma lei non doveva aver apprezzato molto, una settimana dopo è tornato per chiedere se avevo un antidoto perché quella ragazza glielo aveva tutto versato addosso. Io gli avevo risposto che bastava correre in vestaglia sotto la luna piena, ma mi ha avvertito che durante la luna piena è meglio non uscire troppo.. che caro ragazzo.-disse stralunato.
-Signore è rimasto un po’ indietro, si sono sposati, e hanno avuto un figlio.- lo avvertì gentilmente Hermione che quasi aveva le lacrime agli occhi per quello che le aveva raccontato il proprietario del negozio.
-Oh, sì ne ho sentito parlare, Harry Potter, un nome ordinario direi, ma un figlio, che bella cosa, anche io ne ho uno sa? Però adesso lui abita a Londra, a Natale lo vado a trovare.. Cosa mi aveva chiesto cara signorina prima?-
-Se non ha paura che quel mappamondo possa finire nelle mani delle persone sbagliate.-
-Non c’è da preoccuparsi molto, risponde sempre Inghilterra.-rispose alzando le spalle ricurve.
-Bene adesso mi potrebbe aiutare?- chiese Draco alterato.
-Ma certo, certo, cos’è che le serviva mi scusi?-
-Un regalo per una mia amica.-sbuffò impaziente, sicuramente i suoi amici già lo stavano cercando, e non era il caso di rimanere ancora molto, perché il coprifuoco per il ritorno a Hogwarts sarebbe scattato tra solo due ore.
-Certo, certo, allora vediamo un po’.- e iniziò a frugare per i cassetti –cosa può piacerle?-
-Io non ne sono sicuro.-rispose incerto.
-Che ne dici di un braccialetto? Alle ragazze piacciono queste cose.-disse Hermione mentre girovagava per il negozio.
-Sì, un braccialetto, ottima idea signorina, aspettate, aspettate.-e sparì dietro qualche scaffale polveroso.
Rimasero in un silenzio tombale interrotto da qualche cigolio prodotto dal rumore dei cassetti che si aprivano e chiudevano ad un ritmo incalzante e veloce, dopo qualche minuto il vecchio tornò con i capelli tutti scompigliati, la coda semi disfatta e con molta polvere sul viso come se avesse infilato la testa in qualche baule vecchio e consunto.
In mano teneva una scatolina di velluto scuro.
-Signorino guardi se le piace.-saltellò contento e aprì sul bancone, che aveva liberato con una bracciata dai fogli da cui era coperto, la scatola: dentro un braccialetto fine di metallo, era formato da tanti cerchietti uniti da piccole sferette nere alle quali erano attaccati dei campanellini che continuavano a suonare mossi dalla mano un po’ tremante dell’uomo.
-Il richiamo degli angeli.-sussurrò la Granger.
-Cosa?-chiese Draco che ancora fissava il braccialetto.
-I babbani li chiamano “richiami degli angeli” i bracciali con le campanelle.-
-Perfetto, è assolutamente perfetto, lo prendo.-dichiarò Draco, quel regalo sarebbe piaciuto molto al suo scricciolo.
 
La neve aveva smesso di scendere dal cielo cupo quando uscirono dal negozio.
La Granger lo aveva salutato non molto cordialmente e si era avviata per la sua strada, e lui decise di raggiungere i suoi amici ai Tre Manici di Scopa.
Arrivato li trovò seduti a un tavolo vicino alla grande finestra, che dava sulla strada principale, intenti a bere una calda burrobirra, si avvicinò piano e rispose al cenno di Theodore che lo aveva salutato, prese una sedia dal tavolo dove erano seduti dei ragazzi del terzo anno di Tassorosso e si portò vicino ai suoi amici.
Ordinò anche lui la bevanda calda e si unì alla conversazione.
-Non ci posso credere, Potter non si vuole proprio arrendere, mi hanno detto che è riuscito a farsi rimettere in punizione, di nuovo, dico io! Capisco l’orgoglio, ma così si esagera, non potrebbe lasciarle dire quello che vuole? Cosa gli costa tapparsi la bocca.- disse Zabini.
-Il problema di Potter è che deve per forza mettersi in mostra, ha bisogno di sentirsi adulato, non sopporta di stare un minuto senza essere il centro dell’attenzione, il Bambino che è Sopravvissuto, il Bambino che ha sconfitto il più grande Mago Oscuro di tutti i tempi.. La Gazzetta che lo nomina un giorno si e uno no, anche negativamente, ma è tutta pubblicità, soprattutto è tanta pubblicità, e lui si crogiola nella sua celebrità.- continuò Nott.
-E quegli imbecilli che gli girano attorno neanche fosse il centro del loro universo?- chiese Pansy.
-Lui è il centro del loro universo, cosa sarebbe Weasly senza il suo miglior amico? Solo un pezzente, ma con Potter al suo fianco può almeno credere di non essere un rifiuto umano. La Sanguesporco si atteggia tanto, ma se io passassi sui libri la metà del tempo che ci passa lei avrei i suoi stessi voti, poi chi è che possiamo aggiungere alla lista? Ah sì, quel Canon, che lo venerà neanche fosse un dio sceso in terra.- rispose Blaise.
-Ridicoli.-
-Sudici sanguesporco e traditori del loro sangue.-continuò la Parkinson.
-Dovrebbero stare al posto che gli si conviene, non ad Hogwarts con quelli come noi.- finì Theodore.
-A proposito Draco, che fine avevi fatto? Sei sparito dietro la Granger e non ti abbiamo più visto, Pansy voleva seguirti, ma abbiamo cercato di fermarla, e siamo venuti ai Tre Manici di Scopa perché fuori si ghiacciava.- chiese Goyle.
-Che vuoi! Non sono affari tuoi stupido scimmione!- sputò acido Malfoy che aveva appena finito la sua burrobirra.
-Sarà andato a prendere un regalo per il suo scricciolo.- lo punzecchiò la Parkinson alla quale questa cosa non era andata giù mentre Daphne e Millicent cercavano di reprimere le risate.
-Ah ecco il misterioso destinatario della lettera che hai mandato.- osservò Nott un po’ incuriosito dal comportamento dell’amico.
-Una ragazza Draco?- chiese Blaise sorridendo.
-Fatevi gli affari vostri!-
-Ehi, non agitarti troppo.-lo fermò Millicent.
-Ah quindi hai la ragazza!-si svegliò Parkinson come se non avesse ascoltato il resto della conversazione.
-Non è la mia ragazza!-
-E allora perché le hai preso un regalo?-
-Chi ha detto che le ho preso un regalo!-  rispose Draco sfiorando con la mano il pacchetto sotto il mantello.
-Visto io lo sapevo che c’era una ragazza!-
 
L’Espresso per Londra partì puntuale dalla stazione di Hogsmeade .
Gli scompartimenti erano quasi tutti occupati, ma Draco riuscì a trovarne uno vuoto, quell’anno un gran numero di studenti stava tornando a casa per le festività, strano perché di solito tutti smaniavano per restare a gustarsi il magnifico banchetto che la scuola, e i suoi elfi, offrivano, ma passare un Natale con la Umbridge doveva aver fatto andar già di traverso il cibo a molti se in così tanti vi rinunciavano.
Si gettò quasi di peso sul sedile buttando la borsa da una parte: non vedeva l’ora di arrivare.
Aveva proprio bisogno di staccare, di riposarsi qualche giorno dal ritmo frenetico che le sue giornate stavano prendendo ultimamente: il carico di compiti era aumentato tantissimo a causa dei G.U.F.O che si avrebbero dovuto sostenere quasi alla fine dell’anno scolastico e i professori volevano far arrivare i loro studenti preparati e soprattutto stressati al massimo agli esami.
C’erano già stati molti episodi di ragazzi che non riuscivano, o non pensavano di rimanere al passo con lo studio e le nuove merendine marinare dei gemelli andavano alla grande tra gli studenti soprattutto tra quelli del quinto e settimo anno, anche se erano del tutto vietate dal regolamento scolastico modificato dall’Inquisitore Supremo e anche sconsigliate dal senso razionale e della ragione.
La porta dello scompartimento si aprì con un cigolio e l’immagine alta e longilinea di Theodore fece capolino dall’uscio con gli occhi scuri e intelligenti; non si erano più parlati da due settimane, dall’ultima uscita a Hogsmeade.
-Draco posso parlarti?-chiese mentre entrava e si accomodava di fronte a lui.
-Io e Blaise siamo dispiaciuti per quello che è successo l’altro giorno, non volevamo essere indiscreti.-
Lo sapeva Draco, ma aveva bisogno di sentire le loro parole di scuse, quello stupido orgoglio che lo frenava sempre.
-Lo so Theodore, tranquillo.-
Rimasero in silenzio un poco poi Nott chiese con un sorriso furbo:
-Ma almeno è più carina di Pansy?-
-Sì lo è.-rispose copiando il sorriso.
 
Aveva smesso di nevicare da poco meno di mezz’ora e le vie di Diagon Alley erano ancora imbiancate da neve fresca e non calpestata, le sue erano le uniche orme che rovinavano il manto candido, chi altro si sarebbe avventurato con quel freddo e a quell’ora per le vie deserte? Neppure chi era in ritardo con i regali da comprare. Tra undici ore sarebbe stato Natale, lo avrebbe passato con i suoi come tutti gli anni, ma il pomeriggio della vigilia sarebbe stato tutto il tempo con Wren.
Bussò al portone del palazzo di sasso e venne ad aprirli dopo qualche secondo una donna sulla sessantina dai ricci orinati e grigio intenso, le labbra screpolate dal tempo e dal freddo, ma le mani erano lisce come la seta, doveva essere la signora Burkin, la vicina.
-Salve tu devi essere un amico di Wren.- lo salutò cordiale sistemandosi le pieghe della gonnellona verde pastello.
-Sì io ecco..-si passò una mano tra i capelli biondi e lunghi.
-Vieni.- e lo prese per un braccio portandolo su per le scale di legno un po’ scricchiolanti
 –Vedi qui abito io.- e indicò una porta verde scuro che spiccava sulle pareti bianche, e continuò ad accompagnarlo.
-Qua invece abita lei, su avanti bussa, bussa.- lo invitò mentre lei spariva già giù per le scale lasciandolo solo davanti alla porta rossa.
Subito il portone si aprì e la figura minuta di Wren gli sorrise:
-Ti sei fatto attendere, spero che tu mi abbia preso almeno un regalo decente.- lo avvertì.
-Dipende tutto dal tuo.- e lei lo tirò dentro casa.
Attraversarono la piccola cucina dai mobili di legno chiaro, e le pareti di un radioso e delicato pesca li accompagnarono fino alla camera di lei.
La grande finestre riempiva la stanza di una luce intensa, l’armadio aperto traboccava di vestiti, pantaloni e magliette colorate che spuntavano qua e là.
Lo fece sedere sul letto dalle coperte di un arancio sfolgorante mentre gli porgeva un pacchetto ben confezionato:
-Buon Natale Draco-e si sedette vicino a lui mentre impaziente scartava il regalo che conteneva una camicia dei toni dell’ azzurro del cielo nelle mattine di primavera.
- È molto bella.-le disse.
-Ho scelto io la stoffa, senti come è morbida Draco.-è gli portò una manica del capo a contatto con la pelle sensibile del viso che subito rabbrividì a causa del tessuto freddo e delicato.
-Adesso tocca a me.- e da sotto il mantello tirò fuori la scatolina di velluto scuro che aprì, le prese il polso e delicatamente le allacciò il braccialetto, poi le scosse piano la mano e lei sorrise al suono dei campanelli che risuonavano.
Lo abbracciò di scatto portandogli le braccia al collo:
-Te l’ho mai detto che profumi di gelsomini.-
Draco ci pensò solo in seguito, ma quello sarebbe stato il momento adatto per baciarla.
 
 
NdA:Non odiatemi, questo capitolo non convince tanto neppure me.
È anche piuttosto corto per i miei standard -.-“.
Il prossimo capitolo sarà migliore, promesso, parlerà della fine del quinto anno e il sesto anno di Draco e le sue conseguenze, lui che diventa un Mangiamorte ecc..
Ma voi non sapete cos’ho intenzione di far capitare alla povera Wren tra due o tre capitoli! Io sì e vi assicuro che non è molto piacevole, per lei almeno.
Avete presente la storia La Bella e la Bestia?
Non vi dico nient’altro! J
Ringrazio chi continua a seguirmi, chi ha messo la storia nelle Seguite, chi tra le Preferite, e chi si prende sempre il tempo per lasciare una sua recensione.
Siete fantastici.
 
Un bacio
cranium. 

  
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