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Autore: Umbro    28/05/2012    1 recensioni
Quando Coriolanus Snow annuncia le caratteristiche della Settantacinquesima edizione degli Hunger Games, qualcosa cambia. Non ventiquattro, non quarantotto. Ventisei. Per tredici distretti. Un solo vincitore fra i vincitori. Chi sopravviverà, questa volta?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non può essere. 
La mia mente è un urugano, sento lame di vento colpirmi e sbattermi verso chissà cosa. La vista mi si annebbia, gli occhi sprofondano nella testa. Probabilmente cado per terra.
Avevo sognato e vissuto questo momento innumerevoli volte. Immaginavo di alzarmi e di scomparire sul treno che mi avrebbe condotto a Capitol City, ai giochi. Credevo che fosse difficile, che fosse terribile. Non ero nemmeno lontamente vicino alla verità.
Nell'arco di pochissimi secondi, vengo sbriciolato e ricomposto almeno dieci volte. Se continuo così, morirò ancor prima di prendere parte agli Hunger Games. Dovrei calmarmi, procedere verso il Palazzo di Giustizia. Ma le mio corpo la pensa diversamente.
Se pensando riesco a rallentare il tempo, allora forse riuscirò a tranquillizzarmi. Questo non è reale. E' l'ennesimo sogno, è solo un incubo. Ora mi sveglierò. Nell'attesa, devio la mia attenzione ad altri ricordi. Io che esco dall'acqua e guardo l'annuncio della Settantacinquesima edizione. Il terrore. La mietitura. Il bacio, l'ultimo, che ho dato a mamma. Realizzo che è inevitabile, che è reale e che è di fronte a me.
La vecchia Mags, un'amica di mamma, mi aiuta a rialzarmi. Ma in piedi è ancora peggio. Ho un oceano di sguardi rivolti a me. Vedo qualcuno ridacchiare, vedo la soddisfazione. Qualcuno sembra sussurrare "ben ti sta".
Mags mi conduce al Palazzo di Giustizia, e lì scopro che i tributi del Distretto 4 saranno lei e Finnick Odair. Tutti e tre veniamo inquadrati, le nostre facce appaiono sullo schermo. Poi veniamo condotti al treno.
Mi sento terribilmente fuori posto. Cosa ci faccio lì? Sono circondato dai migliori tributi delle precedenti edizioni, e io non sono altro che un gracile quattordicenne. Non fa per me, non resisterò. E se prima, in contesti usuali, avevo ben poche possibilità, ora si scende ai numeri negativi.
Ci sistemiamo nelle cabine, e io mi chiudo a chiave, proprio come ho fatto a casa qualche giorno fa. Continuo a ripetermi che non è reale, che è un sogno. Mi lascio stritolare dalle coperte, e cado in un sonno viscido e velenoso. Vengo punto da incubi e ripetuti sobbalzi, e, a tarda notte, mi sveglio per l'ultima volta. Dopo aver fatto la panoramica dei cento diversi modi in cui potrò morire, non prenderò sonno nemmeno sotto tortura.
Riavvolgo il nastro ancora una volta. Stamattina ero un normale cittadino. Ora sono una pedina dello schifoso gioco di Capitol City, una bestia condotta al macello. Non ho speranze di ritornare, tanto vale mettermi il cuore in pace. Vista da questo punto, la situazione è accettabile. Io morirò. Dunque non ha senso affliggermi più di tanto.
Decido che è doveroso andare a ringraziare Mags. Esco dalla mia cabina, un vano molto grande munito di bagno, letto e altri mobili, e raggiungo il vagone ristorante. Quando lo trovo completamente vuoto, realizzo che Mags sta sicuramente dormendo. Sto per andarmene, quando una voce forte mi coglie alla sprovvista. Forse non è poi così vuoto.
- Tu. - mi giro, e trovo Finnick Odair appoggiato a una sedia, in fondo al salone.
Non so cosa fare, è chiaro che si riferisce a me. Provo ad avvicinarmi, ma sbatto contro qualcosa e sento rompersi qualcosa in vetro. L'aria è umida, e dopo il fragore avverto lo scrosciare della pioggia battente sui vetri, mentre abbandoniamo il Distretto 4.
- So di non avere speranze - dico, le parole che mi scappano di bocca mentre osservo ipnotizzato l'acqua che scende.
- E perché mai? - chiede Finnick.
Mi soffermo per un po' a osservare. Poi rispondo - Non sono che una gocciolina d'acqua. Voi siete dei campioni. E io a stento riesco a reggermi in piedi -
Finnick si alza e si avvicina a me, al finestrino. Segue il contorno delle gocce, e disegna una specie di tridente.
- Hai ragione, non hai speranze - dice, a voce bassa.
Questo non me l'aspettavo. Non dovrebbe compatirmi?
- No, non dovrei compatirti - fa eco ai miei pensieri - se tu in partenza parti sconfitto. Non abbatterti, la maggior parte dei tributi hanno superato la soglia dell'agilità e della forza. Potresti ucciderli tutti da solo.
- Sono pur sempre dei vincitori, diversamente da me. E poi non sono tutti così.. vecchi. Ci sei tu. Katniss. E chissà chi altro.
- Per il distretto 7 hanno sorteggiato Johanna Mason e Blight.
- Distretto 7? - chiedo, incuriosito.
- E' lì che stiamo andando - mi risponde Finnick, sempre osservando la pioggia.
- Non dovremmo dirigerci a Capitol City?
- Sì, ma tu e l'altro tributo speciale dovrete arrivare insieme. Quindi, dato che appartiene al Distretto 7, faremo una piccola sosta lì.
- E poi?
- Ci separeremo.
Ah. Quindi quel minimo di conforto che potevo trovare in Mags va direttamente a farsi benedire.
- Ti fidi di me? - mi chiede Finnick, mentre la pioggia si fa sempre più forte.
Non aspetta la mia risposta.
- Resisterai. Il pubblico ti amerà.
Come fa a dire queste cose? Non mi conosce nemmeno. Non sa chi sono. E se lo sapesse, probabimente mi odierebbe, come fanno tutti a casa.
- Ti ho visto mentre nuotavi, qualche giorno fa.
- Non ci sarà acqua nell'arena.
- Non intendevo questo. Sei agile. Veloce. Prendi uno zaino o un'arma e scompari fra i boschi.
- Perché mi stai aiutando? Nell'arena saremo nemici. Credo che tu sappia meglio di me che il vincitore è solo uno.
- L'anno scorso si è fatta un'eccezione.
- Un'eccezione ogni settantaquattro anni ci può anche stare. Questa volta vincerà uno.
- Come fai a essere così sicuro?
- Sono gli Hunger Games.
- Dei giochi a cui tu non hai mai preso parte, diversamente da me.
Lampi e tuoni squarciano il cielo. Sobbalzo ripetutamente, e inizio a sentire la stanchezza farsi strada in me. Attraverso il salone e faccio per tornare in stanza. L'ultima frase di Finnick mi colpisce alle spalle.
- Sei solo una gocciolina d'acqua. E l'acqua è capace di fare grandi cose.
A letto ripenso a questa strana conversazione. Finnick sembra convinto del mio valore. Un valore che io stesso non riconosco e non noto. Dice che vincerò. Folle. Dev'essere una strategia. Sta sicuramente cercando di disarmarmi, con quel suo fascino, così da potermi uccidere subito, nell'arena. Vuole convincermi di essere forte, di potercela fare, così al primo passo falso sarò un mucchietto di ossa e carne maciullata. Ed effettivamente andrà proprio così.
So di essere già morto. E ora so anche che, probabilmente, sarà Finnick Odair a uccidermi. Forse per un suo piacere. Forse per alleviarmi altre sofferenze. Una cosa è chiara : ora ho un nemico.
Mi stupisco della velocità con la quale prendo sonno. Pensavo di non riuscirci, eppure mi risveglio che è mattina tarda. Lo intuisco dalla luce intensa, che ha preso il posto della pioggia. Quando poi vado alla finestra, tutto è sconvolgente.
Le colline basse e verdi del Distretto 4, le sue spiagge e i promontori rocciosi sono scomparsi. Il treno si sta addentrando in una vegetazione ricca di altissimi abeti e vaste foreste. Poi ricordo. "Distretto 7 - Legname" Allora siamo già arrivati.
Poi, di colpo, il treno si ferma.
   
 
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